- "Vairë la Tessitrice è la sua [di Námo, ndr] sposa, la quale iscrive nelle sue reti istoriate tutte le cose che mai sian state nel Tempo, e le aule di Mandos, che sempre più si dilatano a mano a mano che le ore passano, ne sono tappezzate."
- —Il Silmarillion, Valaquenta, "I Valar".
Vairë la Tessitrice è una Ainur e quinta tra le Valier, le Regine dei Valar. È la moglie di Námo, il severo Giudice dei Valar, e dimora con lui presso le Aule di Mandos. È la patrona della tessitura e custode della storia del mondo, ma non viene annoverata tra i Fëanturi[1].
Etimologia[]
Vairë in Quenya significa "Tessitrice" o letteralmente "Colei che tesse in eterno". A Valinor è conosciuta anche col nome di Wairë. In Sindarin è nota come Gwîr che significa "Tela".
Poteri e attributi[]
Ella è la moglie di Mandos e le spetta il compito di rappresentare la storia di Arda ricoprendo con i suoi arazzi i muri delle Aule di Mandos, dove vive insieme al marito. Con il passare del tempo e delle ere, i suoi arazzi si espandono e andranno a rivestire tutte le pareti delle Case dei Morti fino alla fine dei tempi[1].
Dimora[]
Per approfondire, vedi la voce Aule di Mandos. |
Vairë dimora nelle Aule di Mandos, chiamate anche Sale di Attesa. Questo vasto complesso di sale tappezzate dagli arazzi della Valier, si trova nella parte occidentale di Aman, a nord delle Aule di Nienna e si affaccia su Ekkaia, il Mare Esterno. Sono un luogo oscuro ma pacifico in cui si ritrovano gli spiriti degli Elfi prima della reincarnazione e temporaneamente quelli degli Uomini e si espandono con il passare delle ere.
Biografia[]
Tra tutte le Valier, Vairë è forse la meno conosciuta. Sposò Námo all'epoca della sua discesa in Arda e quando le Aule di Mandos furono terminate da Aulë vi si trasferì con il marito.
In seguito alla morte di Míriel, benché il suo corpo fosse rimasto incorrotto nei Giardini di Lórien grazie alle cure delle ancelle di Estë, il suo fea restò nelle Aule di Mandos, in compagnia di Vairë. Lo spirito di Míriel non desiderava reincarnarsi e rivedere Finwë che, pur dolendosene, grazie al legame con lo spirito di sua moglie dovuto al matrimonio, era consapevole di questa sua volontà. I Valar discussero a lungo sul da farsi, dal momento che la Morte era allora sconosciuta in Aman. Infine Manwë consultò Mandos che proclamò il suo Statuto secondo il quale Finwë avrebbe preso in moglie Indis ma egli non avrebbe dato il permesso a Míriel di reincarnarsi affinché si compisse la Sorte dei Noldor e non fosse violata la legge secondo cui un Elfo non poteva avere due mogli. Nienna pregò allora Mandos di farla uscire dalle sue Aule affinché potesse esercitare l'arte che amava, la tessitura, insieme a Vairë e alle sue ancelle ma egli rimase impassibile.
Dopo la morte di Finwë il suo fea si ricongiunse con quello della moglie ed ella si pentì per la sua decisione di abbandonare la vita, affermando che se fosse restata al suo fianco forse Fëanor ne avrebbe guadagnato in saggezza. Allora Finwë, appoggiato da Míriel, convinse Vairë ad abbracciare il consiglio di Nienna e in cambio si disse pronto a rifiutare la reincarnazione e a restare in eterno nelle Aule di Mandos. Quando Nienna tornò a pregare Mandos di rilasciare il fea di Míriel, questi accettò, rispondendo che del bene sarebbe derivato dal sacrificio di Finwë. Lo spirito di Míriel uscì dalle Aule di Mandos e si ricongiunse con il suo corpo nei Giardini di Lórien. Poi bussò alle porte della Casa di Vairë e chiese di essere ammessa e la sua preghiera fu esaudita. Così divenne l'unico spirito reincarnato a poter frequentare la Casa di Vairë e col tempo divenne la sua principale servitrice e fu ribattezzata Fíriel che significa "Colei che morì" o "Colei che spirò/sospirò".
Da allora la madre di Fëanor siede nelle Aule di Vairë tessendo la storia della Casa di Finwë e tutte le imprese dei Noldor e i suoi arazzi sono di tale fattura che paiono essere vivi e risplendono di mille colori. "Bello come un arazzo di Míriel" è un grande complimento che viene raramente espresso persino per le migliori opere degli Eldar[2].
Note[]
- ↑ 1,0 1,1 Il Silmarillion, Valaquenta: I Valar, p. 8
- ↑ The History of Middle Earth, Vol. X: Morgoth's Ring, cap. IX, pp. 191, 221-222, 226-228