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'''Vána''', conosciuta anche come '''Vána la Sempregiovane''', appartiene alla stirpe degli [[Ainur]] ed è la sesta tra le [[Valier]], patrona della primavera e della giovinezza.
 
'''Vána''', conosciuta anche come '''Vána la Sempregiovane''', appartiene alla stirpe degli [[Ainur]] ed è la sesta tra le [[Valier]], patrona della primavera e della giovinezza.
   
È la sorella minore di [[Yavanna]] e sposa di [[Oromë]]. La sua schiera di servitori annovera i [[Maiar]] [[Arien]] e [[Melian]]. Nelle intenzioni di Tolkien, Oromë e Vána avrebbero dovuto avere una figlia chiamata [[Nielíqui]]. In seguito l'idea fu abbandonata e gli attributi di questo personaggio furono in parte assimilati da [[Nienna]]<ref>''The History of Middle Earth'', Vol. I: ''The Book of Lost Tales Part One'', p. 92, 302</ref>.
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È la sorella minore di [[Yavanna]] e sposa di [[Oromë]]. La sua schiera di servitori annovera i [[Maiar]] [[Arien]] e [[Melian]]. Nelle intenzioni di Tolkien, Oromë e Vána avrebbero dovuto avere una figlia chiamata [[Nielíqui]]. In seguito l'idea fu abbandonata e gli attributi di questo personaggio furono in parte assimilati da [[Nienna]]<ref>''[[The History of Middle Earth]]'', Vol. I: ''The Book of Lost Tales Part One'', p. 92, 302</ref>.
   
 
== Etimologia ==
 
== Etimologia ==
'''Vána''' deriva dall'elfico primitivo ''gwan'' ("''bellezza''", equivalente dell'inglese "''beauty''") o da ''ban'' (di simile significato, equivalente ad "''unblemished beauty'' / ''fair''") poi evolutosi nel [[Quenya]] ''vána'' ovvero "''bellezza sempregiovane''". Uno dei suoi epiteti è '''Tuilérë''' ("''Giorno di Primavera''"), poiché era la stagione ad essa più cara e ne rappresentava la personificazione. Nel Computo dei Sovrintendenti la festa di ''Tuilérë'', consacrata verosimilmente a Vána, segna l'equinozio di primavera e corrisponde al 23 marzo del nostro calendario. Dagli [[Elfi]] veniva chiamata anche '''Koiretári''' ("''Signora del Risveglio''" o "''Regina del Primo Giorno di Primavera''"), ''coirë'' nel Calendario di [[Imladris]] denotava infatti il primo giorno di primavera e un periodo di 54 giorni compreso in quella stagione. Viene acclamata '''Tári-Laisi''' ("''Signora della Nuova Vita''", "''Regina della Giovinezza''" o "''Giovane Regina''"), '''Vána-Laisi''' ("''Bellezza Sempregiovane''") e '''Tuivána''' ("''Bellezza della Primavera''" o "''Colei che porta la Primavera''")<ref>''The History of Middle Earth'', Vol. I: ''The Book of Lost Tales Part One'', cap. III, p. 66</ref>. In [[Noldorin]] prende il nome di '''Banwen''' ovvero "''bella fanciulla''".
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'''Vána''' deriva dall'elfico primitivo ''gwan'' ("bellezza", equivalente dell'inglese "''beauty''") o da ''ban'' (di simile significato, equivalente ad "''unblemished beauty'' / ''fair''") poi evolutosi nel [[Quenya]] ''vána'' ovvero "bellezza sempregiovane". In [[Noldorin]] prende il nome di '''Banwen''' ovvero "bella fanciulla".
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Uno dei suoi epiteti è '''Tuilérë''' ("Giorno di Primavera"), poiché era la stagione ad essa più cara e ne rappresentava la personificazione. Nel [[Computo dei Sovrintendenti]] la [[Festa di Tuilérë]], consacrata verosimilmente a Vána, segna l'equinozio di primavera e corrisponde al 23 marzo del nostro calendario.
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Dagli [[Elfi]] veniva chiamata anche '''Koiretári''' ("Signora del Risveglio" o "Regina del Primo Giorno di Primavera"), ''coirë'' nel Calendario di [[Imladris]] denotava infatti il primo giorno di primavera e un periodo di 54 giorni compreso in quella stagione.
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Viene inoltre acclamata '''Tári-Laisi''' ("Signora della Nuova Vita", "Regina della Giovinezza" o "Giovane Regina"), '''Vána-Laisi''' ("''Bellezza Sempregiovane''") e '''Tuivána''' ("Bellezza della Primavera" o "Colei che porta la Primavera")<ref>''[[The History of Middle Earth]]'', Vol. I: ''The Book of Lost Tales Part One'', cap. III, p. 66</ref>.
   
 
== Poteri e attributi ==
 
== Poteri e attributi ==
Vána è la patrona della bellezza. È descritta come l'essere più bello creato da [[Ilúvatar]] insieme a [[Varda]]. Appare sovente come una fanciulla giovane e di una bellezza immacolata, dai capelli di un biondo dorato, vestita di verde e cinta di fiori. È spesso attorniata da una schiera di fanciulle festanti. Il suo carattere è allegro tanto da essere considerata la più felice di tutte le creature in [[Arda]]<ref>''The History of Middle Earth'', Vol. I: ''The Book of Lost Tales Part One'', cap. III, p. 71</ref>.
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Vána è la patrona della bellezza. È descritta come l'essere più bello creato da [[Ilúvatar]] insieme a [[Varda]]. Appare sovente come una fanciulla giovane e di una bellezza immacolata, dai capelli di un biondo dorato, vestita di verde e cinta di fiori. È spesso attorniata da una schiera di fanciulle festanti. Il suo carattere è allegro tanto da essere considerata la più felice di tutte le creature in [[Arda]]<ref>''[[The History of Middle Earth]]'', Vol. I: ''The Book of Lost Tales Part One'', cap. III, p. 71</ref>.
   
Insieme alla sorella maggiore [[Yavanna]] e alla cognata [[Nessa]] è una delle tre Valier legate alla natura terrestre. Personificazione della primavera, è associata alla rinascita, al risveglio e alla fioritura dopo l'inverno. Ovunque essa canti e dovunque posi il suo sguardo crescono e sbocciano fiori e al suo passaggio tutti gli uccelli cantano lieti. Ha il potere di influenzare la flora e la fauna di [[Arda]] e ha contribuito a decorare la [[Terra di Mezzo]] con fiori e piante di rara bellezza. Condivide con [[Nessa]] la predilezione per la danza e con [[Melian]] quella per il canto. È infine un Ainur associato alla luce solare, personificata da [[Arien]], sua servitrice.
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Insieme alla sorella maggiore [[Yavanna]] e alla cognata [[Nessa]] è una delle tre Valier legate alla natura terrestre. Personificazione della primavera, è associata alla rinascita, al risveglio e alla fioritura dopo l'inverno. Ovunque essa canti e dovunque posi il suo sguardo crescono e sbocciano fiori e al suo passaggio tutti gli uccelli cantano lieti. Ha il potere di influenzare la flora e la fauna di [[Arda]] e ha contribuito a decorare la [[Terra di Mezzo]] con fiori e piante di rara bellezza. Condivide con [[Nessa]] la predilezione per la danza e con [[Melian]] quella per il canto. È infine un [[Ainur]] associato alla luce solare, personificata da [[Arien]], sua servitrice.
   
È associata alla vita eterna e alla giovinezza e per questo chiamata la Sempregiovane.
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È associata alla vita eterna e alla giovinezza e per questo chiamata la ''Sempregiovane''.
   
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===Dimora===
Vána dimora di rado in compagnia di Oromë nel suo palazzo a [[Valmar]] recandosi ogniqualvolta possibile presso i suoi giardini per fuggire dal chiasso. Si dice che siano lontani dalla città dei Valar e circondati da una grande siepe di biancospino candida come la neve. Nel mezzo si trova il suo luogo prediletto, un profumato roseto al cui interno si trova una fontana progettata da Aulë comprendente il calderone Kulullin. La luce dorata che da esso si sprigiona illumina ogni cosa, infondendo gioia in tutti coloro che lo frequentano e permane anche quando quella di Laurelin è al nadir. I giardini sono popolati da uccelli che cantano in un'eterna primavera e i prati sono cosparsi da una moltitudine di fiori tra i quali ronzano le api. Vána ama passeggiarvi e danzare leggiadramente accompagnata dalle allodole<ref>''The History of Middle Earth'', Vol. I: ''The Book of Lost Tales Part One'', cap. III, p. 77</ref>.
 
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{{Vedi anche|Giardini di Vána}}
 
Vána dimora di rado in compagnia di [[Oromë]] nel suo palazzo a [[Valmar]] recandosi ogniqualvolta possibile presso i suoi giardini per fuggire dal chiasso. Si dice che siano lontani dalla città dei Valar e circondati da una grande siepe di biancospino candida come la neve. Nel mezzo si trova il suo luogo prediletto, un profumato roseto al cui interno si trova una fontana progettata da [[Aulë]] comprendente il calderone [[Kulullin]]. La luce dorata che da esso si sprigiona illumina ogni cosa, infondendo gioia in tutti coloro che lo frequentano e permane anche quando quella di Laurelin è al nadir. I giardini sono popolati da uccelli che cantano in un'eterna primavera e i prati sono cosparsi da una moltitudine di fiori tra i quali ronzano le api. Vána ama passeggiarvi e danzare leggiadramente accompagnata dalle allodole<ref>''[[The History of Middle Earth]]'', Vol. I: ''The Book of Lost Tales Part One'', cap. III, p. 77</ref>.
   
 
== Storia ==
 
== Storia ==
 
È amica della [[Maiar|Maia]] [[Melian]] che una volta, prima che divenisse Regina del [[Doriath]], la serviva nei suoi giardini a [[Valinor]]. Quando Nessa, la sorella di suo marito Oromë, sposò [[Tulkas]] ella rivestì la cognata con i suoi splendidi fiori.
 
È amica della [[Maiar|Maia]] [[Melian]] che una volta, prima che divenisse Regina del [[Doriath]], la serviva nei suoi giardini a [[Valinor]]. Quando Nessa, la sorella di suo marito Oromë, sposò [[Tulkas]] ella rivestì la cognata con i suoi splendidi fiori.
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Ne [[Il Silmarillion]], Vána ha un ruolo minore nelle vicende di Valinor. Tuttavia, nei [[Racconti Perduti]], corrispondenti ad una versione più vecchia del racconto, Vána ha un ruolo primario nel culto dell'[[Alberi di Valinor|Albero]] [[Laurelin]] e negli avvenimenti successivi all'[[Ottenebramento di Valinor]] che portarono alla creazione del [[Sole]].
   
 
=== La consacrazione di Kulullin ===
 
=== La consacrazione di Kulullin ===
Nei ''Racconti Perduti'' si narra di come Vána contribuì alla consacrazione di [[Kulullin]]<ref>nel ''Silmarillion'' sono invece Yavanna e Nienna</ref>, uno dei due grandi calderoni forgiati da [[Aulë]], contenuti in ampie fosse scavate sopra verdi colli e pensati per raccogliere la rugiada luminosa di Laurelin. A tal fine [[Ulmo]] gettò al suo interno sette pepite d'oro tratte dagli abissi del mare e un frammento di [[Illuin]], Yavanna vi sparse uno speciale terriccio da essa ideato quindi Vána intonò il canto della primavera, danzò attorno ad esso ed infine vi versò la luce liquida e dorata raccolta dal Signore delle Acque in seguito alla distruzione della grande lampada. Grazie agli incantesimi di Yavanna, da Kulullin spuntò poi l'[[Alberi di Valinor|Albero Dorato]] di [[Valinor]] che fu da essa battezzato [[Laurelin]] ma da Vána ''Lindeloksë'' ovvero "Bocciolo Cantante". In seguito la Sempregiovane ordinò ad Urwen (Arien) e alle sue ancelle di occuparsi dell'Albero innaffiandolo con la sua stessa luce liquida al suo spegnersi e svuotando Kulullin ogni giorno<ref>un giorno di Valinor aveva una durata di dodici ore</ref><ref>''The History of Middle Earth'', Vol. I: ''The Book of Lost Tales Part One'', cap. III, p. 71</ref>.
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Nei [[Racconti Perduti]] si narra di come Vána contribuì alla consacrazione di [[Kulullin]]<ref>ne [[Il Silmarillion]] sono invece Yavanna e Nienna</ref>, uno dei due grandi calderoni forgiati da [[Aulë]], contenuti in ampie fosse scavate sopra verdi colli e pensati per raccogliere la rugiada luminosa di [[Laurelin]].
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A tal fine [[Ulmo]] gettò al suo interno sette pepite d'oro tratte dagli abissi del mare e un frammento di [[Illuin]], [[Yavanna]] vi sparse uno speciale terriccio da essa ideato quindi Vána intonò il canto della primavera, danzò attorno ad esso ed infine vi versò la luce liquida e dorata raccolta dal Signore delle Acque in seguito alla distruzione della grande lampada. Grazie agli incantesimi di Yavanna, da Kulullin spuntò poi l'[[Alberi di Valinor|Albero Dorato]] di [[Valinor]] che fu da essa battezzato [[Laurelin]] ma da Vána ''Lindeloksë'' ovvero "Bocciolo Cantante".
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In seguito la Sempregiovane ordinò ad Urwen ([[Arien]]) e alle sue ancelle di occuparsi dell'Albero innaffiandolo con la sua stessa luce liquida al suo spegnersi e svuotando Kulullin ogni giorno<ref>un giorno di Valinor aveva una durata di dodici ore</ref><ref>''[[The History of Middle Earth]]'', Vol. I: ''The Book of Lost Tales Part One'', cap. III, p. 71</ref>.
   
 
=== L'Ottenebramento di Valinor e la morte di Laurelin ===
 
=== L'Ottenebramento di Valinor e la morte di Laurelin ===
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Vána, colpita della bellezza e dalle risa degli [[Elfi]] e per evitare che fossero irretiti dal potere di [[Melkor]], insieme a Yavanna implorò con successo [[Manwë]] affinché permettesse loro di dimorare a [[Valinor]]<ref>''[[The History of Middle Earth]]'', Vol. I: ''The Book of Lost Tales Part One'', cap. V, p. 125</ref>.
Vána, colpita della bellezza e dalle risa degli Elfi e per evitare che fossero irretiti dal potere di [[Melkor]], insieme a Yavanna implorò con successo [[Manwë]] affinché permettesse loro di dimorare a [[Valinor]]<ref>''The History of Middle Earth'', Vol. I: ''The Book of Lost Tales Part One'', cap. V, p. 125</ref>. In seguito all'[[Ottenebramento di Valinor]], Vána insieme Nessa, Arien e a molti spiriti minori si rifugiò piangendo nei suoi giardini e per qualche tempo la fontana di Kulullin fu l'unica fonte di luce insieme a [[Telimpë]], fatta eccezione per le stelle di Varda.<ref>''The History of Middle Earth'', Vol. I: ''The Book of Lost Tales Part One'', cap. VI, p. 170</ref>. Allora Vàna, profondamente addolorata per la perdita degli Alberi, si recò da [[Irmo]] e i due, aiutati da Arien e [[Silmo]] ed accompagnati da altri Ainur ed Elfi, raccolsero in grandi vasi d'oro e d'argento quanto rimaneva della loro luce, svuotando i due calderoni. Giunti presso di essi, Vána intonò potenti canti magici e li cosparse con la luce dorata, ordinando al contempo alle sue ancelle di danzare attorno al troncone dell'albero come erano solite fare nei roseti intorno a Kulullin; similmente fece Irmo con [[Telperion]]. A nulla valsero i loro sforzi e nel tentativo consumarono quasi tutta la luce degli Alberi, venendo per questo rimproverati da Manwë. Quando gli Ainur si appellarono a Yavanna e ad Aulë affinché facessero tornare in vita gli Alberi, essi risposero che non sarebbero mai più rifioriti sino alla fine del mondo e che nemmeno i Valar avrebbero più potuto riprodurre la loro luce, facendo piombare Vána nello sconforto.
 
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In seguito all'[[Ottenebramento di Valinor]], Vána insieme Nessa, Arien e a molti spiriti minori si rifugiò piangendo nei suoi giardini e per qualche tempo la fontana di Kulullin fu l'unica fonte di luce insieme a [[Telimpë]], fatta eccezione per le stelle di Varda.<ref>''[[The History of Middle Earth]]'', Vol. I: ''The Book of Lost Tales Part One'', cap. VI, p. 170</ref>.
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Allora Vàna, profondamente addolorata per la perdita degli Alberi, si recò da [[Irmo]] e i due, aiutati da [[Arien]] e [[Silmo]] ed accompagnati da altri Ainur ed Elfi, raccolsero in grandi vasi d'oro e d'argento quanto rimaneva della loro luce, svuotando i due calderoni. Giunti presso di essi, Vána intonò potenti canti magici e li cosparse con la luce dorata, ordinando al contempo alle sue ancelle di danzare attorno al troncone dell'albero come erano solite fare nei roseti intorno a Kulullin; similmente fece Irmo con [[Telperion]]. A nulla valsero i loro sforzi e nel tentativo consumarono quasi tutta la luce degli Alberi, venendo per questo rimproverati da [[Manwë]]. Quando gli Ainur si appellarono a Yavanna e ad Aulë affinché facessero tornare in vita gli Alberi, essi risposero che non sarebbero mai più rifioriti sino alla fine del mondo e che nemmeno i Valar avrebbero più potuto riprodurre la loro luce, facendo piombare Vána nello sconforto.
   
 
=== La creazione del Sole ===
 
=== La creazione del Sole ===
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[[Manwë]], [[Varda]] e [[Aulë]] progettarono nuove sorgenti di luce per Arda e per discuterne radunarono tutti gli abitanti di Valinor attorno al [[Giardini di Vána]]. La Valië tuttavia non accolse con entusiasmo l'idea del [[Sole]], inseguendo ancora il vano desiderio di rivedere la luce di Laurelin.
Manwë, Varda e Aulë progettarono nuove sorgenti di luce per Arda e per discuterne radunarono tutti gli abitanti di Valinor attorno al Giardino di Vána. La Valië tuttavia non accolse con entusiasmo l'idea del [[Sole]], inseguendo ancora il vano desiderio di rivedere la luce di Laurelin. Dopo il fallito tentativo di ottenere una sostanza in grado di diffondere la luce di Laurelin da parte di Varda e Aulë, Vàna chiese nuovamente a Manwë di ricorrere a Yavanna ma neppure i suoi incantesimi riuscirono a far tornare in vita gli Alberi. Vána, disperata, abbracciò i resti di Laurelin avvolgendo la chioma dorata attorno al tronco. Le sue lacrime cadendo sulle radici dell'Albero, fecero spuntare un unico germoglio. Colma di gioia, Vána gridò "''I kal'antúlien''" ("la luce è tornata") chiamando a raccolta tutti gli Ainur e gli Elfi. Presto il virgulto fiorì e poi, dal suo fiore più grande, generò un unico frutto in cui si concentrò tutta la luce. Malgrado l'opposizione di Vána, il frutto fu colto da Aulë che però inciampò a causa del suo peso, facendolo cadere a terra. Da esso si sprigionò una colonna di luce alta sino al cielo e più brillante di quanto fosse mai stata Laurelin. Aulë decise allora di realizzare il Sole a partire dal frutto di Laurelin dando ad esso la forma di una grande nave di luce. Venne realizzata una portatina d'oro sulla quale si posarono le metà del frutto e furono condotte da una folla festante alle fucine di Aulë. Il Vala con la scorza del frutto costruì lo scafo mentre Vána, ora decisa a supportare la sua opera, si tagliò i capelli dorati con i quali si realizzarono le vele sottili come ragnatele e un sartiame più resistente di qualsiasi altro.<ref>''The History of Middle Earth'', Vol. I: ''The Book of Lost Tales Part One'', cap. VIII, pp. 199-201, 204-208</ref>.
 
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Dopo il fallito tentativo di ottenere una sostanza in grado di diffondere la luce di Laurelin da parte di Varda e Aulë, Vàna chiese nuovamente a Manwë di ricorrere a Yavanna ma neppure i suoi incantesimi riuscirono a far tornare in vita gli Alberi. Vána, disperata, abbracciò i resti di Laurelin avvolgendo la chioma dorata attorno al tronco. Le sue lacrime cadendo sulle radici dell'Albero, fecero spuntare un unico germoglio. Colma di gioia, Vána gridò "''I kal'antúlien''" ("la luce è tornata") chiamando a raccolta tutti gli Ainur e gli Elfi. Presto il virgulto fiorì e poi, dal suo fiore più grande, generò un unico frutto in cui si concentrò tutta la luce.
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Malgrado l'opposizione di Vána, il frutto fu colto da [[Aulë]] che però inciampò a causa del suo peso, facendolo cadere a terra. Da esso si sprigionò una colonna di luce alta sino al cielo e più brillante di quanto fosse mai stata Laurelin. Aulë decise allora di realizzare il Sole a partire dal frutto di Laurelin dando ad esso la forma di una grande nave di luce. Venne realizzata una portatina d'oro sulla quale si posarono le metà del frutto e furono condotte da una folla festante alle fucine di Aulë. Il Vala con la scorza del frutto costruì lo scafo mentre Vána, ora decisa a supportare la sua opera, si tagliò i capelli dorati con i quali si realizzarono le vele sottili come ragnatele e un sartiame più resistente di qualsiasi altro.<ref>''[[The History of Middle Earth]]'', Vol. I: ''The Book of Lost Tales Part One'', cap. VIII, pp. 199-201, 204-208</ref>.
   
 
== Maiar di Vána ==
 
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Versione delle 08:43, 4 lug 2020

"La sposa di Oromë è Vána, la Sempregiovane; è la sorella minore di Yavanna; fiori d’ogni genere sbocciano ovunque passa e si aprono se vi posa sopra lo sguardo; a al suo giungere cantano tutti gli uccelli."
Il Silmarillion, Valaquenta, "I Valar".

Vána, conosciuta anche come Vána la Sempregiovane, appartiene alla stirpe degli Ainur ed è la sesta tra le Valier, patrona della primavera e della giovinezza.

È la sorella minore di Yavanna e sposa di Oromë. La sua schiera di servitori annovera i Maiar Arien e Melian. Nelle intenzioni di Tolkien, Oromë e Vána avrebbero dovuto avere una figlia chiamata Nielíqui. In seguito l'idea fu abbandonata e gli attributi di questo personaggio furono in parte assimilati da Nienna[1].

Etimologia

Vána deriva dall'elfico primitivo gwan ("bellezza", equivalente dell'inglese "beauty") o da ban (di simile significato, equivalente ad "unblemished beauty / fair") poi evolutosi nel Quenya vána ovvero "bellezza sempregiovane". In Noldorin prende il nome di Banwen ovvero "bella fanciulla".

Uno dei suoi epiteti è Tuilérë ("Giorno di Primavera"), poiché era la stagione ad essa più cara e ne rappresentava la personificazione. Nel Computo dei Sovrintendenti la Festa di Tuilérë, consacrata verosimilmente a Vána, segna l'equinozio di primavera e corrisponde al 23 marzo del nostro calendario.

Dagli Elfi veniva chiamata anche Koiretári ("Signora del Risveglio" o "Regina del Primo Giorno di Primavera"), coirë nel Calendario di Imladris denotava infatti il primo giorno di primavera e un periodo di 54 giorni compreso in quella stagione.

Viene inoltre acclamata Tári-Laisi ("Signora della Nuova Vita", "Regina della Giovinezza" o "Giovane Regina"), Vána-Laisi ("Bellezza Sempregiovane") e Tuivána ("Bellezza della Primavera" o "Colei che porta la Primavera")[2].

Poteri e attributi

Vána è la patrona della bellezza. È descritta come l'essere più bello creato da Ilúvatar insieme a Varda. Appare sovente come una fanciulla giovane e di una bellezza immacolata, dai capelli di un biondo dorato, vestita di verde e cinta di fiori. È spesso attorniata da una schiera di fanciulle festanti. Il suo carattere è allegro tanto da essere considerata la più felice di tutte le creature in Arda[3].

Insieme alla sorella maggiore Yavanna e alla cognata Nessa è una delle tre Valier legate alla natura terrestre. Personificazione della primavera, è associata alla rinascita, al risveglio e alla fioritura dopo l'inverno. Ovunque essa canti e dovunque posi il suo sguardo crescono e sbocciano fiori e al suo passaggio tutti gli uccelli cantano lieti. Ha il potere di influenzare la flora e la fauna di Arda e ha contribuito a decorare la Terra di Mezzo con fiori e piante di rara bellezza. Condivide con Nessa la predilezione per la danza e con Melian quella per il canto. È infine un Ainur associato alla luce solare, personificata da Arien, sua servitrice.

È associata alla vita eterna e alla giovinezza e per questo chiamata la Sempregiovane.

Dimora

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi la voce Giardini di Vána.

Vána dimora di rado in compagnia di Oromë nel suo palazzo a Valmar recandosi ogniqualvolta possibile presso i suoi giardini per fuggire dal chiasso. Si dice che siano lontani dalla città dei Valar e circondati da una grande siepe di biancospino candida come la neve. Nel mezzo si trova il suo luogo prediletto, un profumato roseto al cui interno si trova una fontana progettata da Aulë comprendente il calderone Kulullin. La luce dorata che da esso si sprigiona illumina ogni cosa, infondendo gioia in tutti coloro che lo frequentano e permane anche quando quella di Laurelin è al nadir. I giardini sono popolati da uccelli che cantano in un'eterna primavera e i prati sono cosparsi da una moltitudine di fiori tra i quali ronzano le api. Vána ama passeggiarvi e danzare leggiadramente accompagnata dalle allodole[4].

Storia

È amica della Maia Melian che una volta, prima che divenisse Regina del Doriath, la serviva nei suoi giardini a Valinor. Quando Nessa, la sorella di suo marito Oromë, sposò Tulkas ella rivestì la cognata con i suoi splendidi fiori.

Ne Il Silmarillion, Vána ha un ruolo minore nelle vicende di Valinor. Tuttavia, nei Racconti Perduti, corrispondenti ad una versione più vecchia del racconto, Vána ha un ruolo primario nel culto dell'Albero Laurelin e negli avvenimenti successivi all'Ottenebramento di Valinor che portarono alla creazione del Sole.

La consacrazione di Kulullin

Nei Racconti Perduti si narra di come Vána contribuì alla consacrazione di Kulullin[5], uno dei due grandi calderoni forgiati da Aulë, contenuti in ampie fosse scavate sopra verdi colli e pensati per raccogliere la rugiada luminosa di Laurelin.

A tal fine Ulmo gettò al suo interno sette pepite d'oro tratte dagli abissi del mare e un frammento di Illuin, Yavanna vi sparse uno speciale terriccio da essa ideato quindi Vána intonò il canto della primavera, danzò attorno ad esso ed infine vi versò la luce liquida e dorata raccolta dal Signore delle Acque in seguito alla distruzione della grande lampada. Grazie agli incantesimi di Yavanna, da Kulullin spuntò poi l'Albero Dorato di Valinor che fu da essa battezzato Laurelin ma da Vána Lindeloksë ovvero "Bocciolo Cantante".

In seguito la Sempregiovane ordinò ad Urwen (Arien) e alle sue ancelle di occuparsi dell'Albero innaffiandolo con la sua stessa luce liquida al suo spegnersi e svuotando Kulullin ogni giorno[6][7].

L'Ottenebramento di Valinor e la morte di Laurelin

Vána, colpita della bellezza e dalle risa degli Elfi e per evitare che fossero irretiti dal potere di Melkor, insieme a Yavanna implorò con successo Manwë affinché permettesse loro di dimorare a Valinor[8].

In seguito all'Ottenebramento di Valinor, Vána insieme Nessa, Arien e a molti spiriti minori si rifugiò piangendo nei suoi giardini e per qualche tempo la fontana di Kulullin fu l'unica fonte di luce insieme a Telimpë, fatta eccezione per le stelle di Varda.[9].

Allora Vàna, profondamente addolorata per la perdita degli Alberi, si recò da Irmo e i due, aiutati da Arien e Silmo ed accompagnati da altri Ainur ed Elfi, raccolsero in grandi vasi d'oro e d'argento quanto rimaneva della loro luce, svuotando i due calderoni. Giunti presso di essi, Vána intonò potenti canti magici e li cosparse con la luce dorata, ordinando al contempo alle sue ancelle di danzare attorno al troncone dell'albero come erano solite fare nei roseti intorno a Kulullin; similmente fece Irmo con Telperion. A nulla valsero i loro sforzi e nel tentativo consumarono quasi tutta la luce degli Alberi, venendo per questo rimproverati da Manwë. Quando gli Ainur si appellarono a Yavanna e ad Aulë affinché facessero tornare in vita gli Alberi, essi risposero che non sarebbero mai più rifioriti sino alla fine del mondo e che nemmeno i Valar avrebbero più potuto riprodurre la loro luce, facendo piombare Vána nello sconforto.

La creazione del Sole

Manwë, Varda e Aulë progettarono nuove sorgenti di luce per Arda e per discuterne radunarono tutti gli abitanti di Valinor attorno al Giardini di Vána. La Valië tuttavia non accolse con entusiasmo l'idea del Sole, inseguendo ancora il vano desiderio di rivedere la luce di Laurelin.

Dopo il fallito tentativo di ottenere una sostanza in grado di diffondere la luce di Laurelin da parte di Varda e Aulë, Vàna chiese nuovamente a Manwë di ricorrere a Yavanna ma neppure i suoi incantesimi riuscirono a far tornare in vita gli Alberi. Vána, disperata, abbracciò i resti di Laurelin avvolgendo la chioma dorata attorno al tronco. Le sue lacrime cadendo sulle radici dell'Albero, fecero spuntare un unico germoglio. Colma di gioia, Vána gridò "I kal'antúlien" ("la luce è tornata") chiamando a raccolta tutti gli Ainur e gli Elfi. Presto il virgulto fiorì e poi, dal suo fiore più grande, generò un unico frutto in cui si concentrò tutta la luce.

Malgrado l'opposizione di Vána, il frutto fu colto da Aulë che però inciampò a causa del suo peso, facendolo cadere a terra. Da esso si sprigionò una colonna di luce alta sino al cielo e più brillante di quanto fosse mai stata Laurelin. Aulë decise allora di realizzare il Sole a partire dal frutto di Laurelin dando ad esso la forma di una grande nave di luce. Venne realizzata una portatina d'oro sulla quale si posarono le metà del frutto e furono condotte da una folla festante alle fucine di Aulë. Il Vala con la scorza del frutto costruì lo scafo mentre Vána, ora decisa a supportare la sua opera, si tagliò i capelli dorati con i quali si realizzarono le vele sottili come ragnatele e un sartiame più resistente di qualsiasi altro.[10].

Maiar di Vána

Note

  1. The History of Middle Earth, Vol. I: The Book of Lost Tales Part One, p. 92, 302
  2. The History of Middle Earth, Vol. I: The Book of Lost Tales Part One, cap. III, p. 66
  3. The History of Middle Earth, Vol. I: The Book of Lost Tales Part One, cap. III, p. 71
  4. The History of Middle Earth, Vol. I: The Book of Lost Tales Part One, cap. III, p. 77
  5. ne Il Silmarillion sono invece Yavanna e Nienna
  6. un giorno di Valinor aveva una durata di dodici ore
  7. The History of Middle Earth, Vol. I: The Book of Lost Tales Part One, cap. III, p. 71
  8. The History of Middle Earth, Vol. I: The Book of Lost Tales Part One, cap. V, p. 125
  9. The History of Middle Earth, Vol. I: The Book of Lost Tales Part One, cap. VI, p. 170
  10. The History of Middle Earth, Vol. I: The Book of Lost Tales Part One, cap. VIII, pp. 199-201, 204-208