- "In una grande sala dai pilastri scolpiti nella viva roccia il re degli Elfi sedeva su un trono di legno intagliato. Sulla testa aveva una corona di bacche e di foglie rosse, poiché l'autunno era di nuovo alle porte. In primavera portava una corona di fiori di bosco. In mano aveva uno scettro di quercia intagliata."
- —Lo Hobbit, cap. IX, "La botte piena, la guardia ubriaca".
Thranduil è un elfo della stirpe dei Sindar, unico figlio di Oropher del Doriath. Dopo la morte del padre nella Battaglia di Dagorlad, cui partecipò egli stesso, divenne Re degli Elfi Silvani del Boscoverde. È il padre di Legolas, unico membro elfico della Compagnia dell'Anello.
Appare nel libro de Lo Hobbit, citato unicamente come Re degli Elfi, ed è colui che imprigiona i nani della compagnia di Thorin durante il viaggio verso Erebor, per riconquistare il tesoro posseduto dal drago Smaug. Parteciperà con il suo esercito alla Battaglia dei Cinque Eserciti, venendo ricompensato dai Nani con delle bellissime gemme ed altri tesori.
Thranduil viene citato anche nei Racconti Incompiuti, nei quali vengono aggiunti dettagli sulla sua origine e alcuni fatti antecedenti la trama de Il Signore degli Anelli. Viene menzionato brevemente anche in quest'ultima opera, soprattutto nelle appendici, dove vengono aggiunti dettagli sul ruolo del personaggio durante la Guerra dell'Anello.
Etimologia[]
Il nome Thranduil è in origine Sindarin e significa letteralmente "Vigorosa Primavera", anche se alcuni hanno avanzato l'ipotesi che possa trattarsi di un nome in Nandorin.
Descrizione[]
Aspetto[]
Thranduil non viene mai descritto completamente né nel libro de Lo Hobbit né in quello de Il Signore degli Anelli e anzi, di lui viene solo detto che aveva i capelli biondi e apparteneva alla razza dei Sindar del Doriath. In quanto elfo si può supporre che avesse sicuramente gli occhi grigi e che fosse piuttosto alto. Nel romanzo de Lo Hobbit viene detto che in autunno era solito indossare una corona di bacche e foglie rosse, mentre in primavera era solito indossarne una di fiori di bosco.
Carattere[]
Caratterialmente Thranduil viene descritto come un signore elfico orgoglioso, con una grande passione per i tesori e gli oggetti preziosi, specialmente se d'argento e pietre preziose; a quanto pare è sempre bramoso di arricchire la propria tesoreria in quanto, come viene fatto trapelare, soffre di una sorta di complesso di inferiorità verso i tesori dei grandi signori elfici del passato.
Non ama particolarmente i Nani, anzi, si può dire proprio che verso la loro razza provi un forte rancore; alcuni attribuiscono questo suo disprezzo al fatto che durante la Prima Era assistette in prima persona alla rovina di Menegroth nella Battaglia delle Mille Caverne, causata dai Nani per impadronirsi della Nauglamír e del Silmaril incastonatovi.
Biografia[]
Origini[]
Le notizie riguardo al passato di Thranduil provengono dai Racconti Incompiuti. Thranduil nacque presumibilmente nel Beleriand tra la fine degli Anni degli Alberi e l'inizio della Prima Era del Sole; suo padre era Oropher, un nobile elfo appartenente alla corte di Re Thingol (alcuni hanno ipotizzato una lontana parentela con la Casa di Thingol ma non sussistono certezze, anche se Celeborn, parente di Thingol, nell'incontro con Legolas, mentre la Compagnia dell'Anello perdurava a Lothlórien, lo ha chiamato parente).
Sopravvissuto alla Battaglia delle Mille Caverne e Secondo Fratricidio, a seguito della rovina del Doriath si trasferì presso le Bocche del Sirion e probabilmente prese parte alla Guerra d'Ira alla fine della Prima Era.
Seconda Era e la morte di Oropher[]
All'inizio della Seconda Era, Thranduil si stabilì inizialmente nella regione del Lindon, insieme ai Sindar e ai Noldor sopravvissuti alla distruzione del Beleriand. I Valar avevano offerto la possibilità agli Elfi di tornare a Valinor, tuttavia molti, tra i quali anche Thranduil e suo padre, scelsero di rimanere.
Prima che Barad-dûr fosse edificata, molti Sindar, che non apprezzavano la convivenza coi Noldor memori del Secondo e del Terzo Fratricidio, decisero di viaggiare verso l'est della Terra di Mezzo.
Intorno al 750 SE Oropher e suo figlio Thranduil giunsero con una schiera di propri seguaci in quello che all'epoca era noto come Boscoverde il Grande, dove furono accolti fraternamente dagli Elfi Silvani che vi abitavano, così decisero di stabilirvisi e fondare il Reame Boscoso: Oropher fu il primo Sovrano di questo nuovo regno e stabilì la propria dimora sul colle di Amon Lanc, dove costruì un grande palazzo.
Durante la Guerra dell'Ultima Alleanza, Thranduil e suo padre Oropher unirono il proprio esercito a quello di Amdír di Lothlórien e si diressero a sud intenzionati a raggrupparsi alle forze dei Dúnedain e dei Noldor che stavano scendendo dall'Eriador per prestare soccorso a Anárion, in quel momento assediato a Osgiliath dalle forze di Sauron. Tuttavia l'esercito degli Elfi Silvani si spinse troppo avanti senza aspettare i rinforzi guidati da Elendil e Gil-galad, venendo dunque intercettato dalle truppe di Mordor presso la pianura di Dagorlad.
Nel sanguinoso scontro che seguì sia Oropher che il suo alleato Amdír trovarono la morte, mentre il resto dell'esercito degli Elfi, il cui comando venne assunto da Thranduil e Amroth, rischiò seriamente di essere annientato dagli Orchi; solo il tempestivo intervento delle forze dei Noldor e dei Dúnedain impedì la strage e trasformò quella che sembrava una sconfitta in una strabiliante vittoria. La morte del padre e le pesanti perdite subite dal suo popolo nella guerra, unite al ricordo dell'orrore della Battaglia di Dagorlad e delle cose terribili viste a Mordor durante l'invasione, indurirono ulteriormente il carattere del Sindar, che divenne sempre più introverso e riflessivo.
Dopo la sconfitta di Sauron per mano di Isildur, nell'Assedio di Barad-dûr, Thranduil fu uno dei pochi a capire che l'Oscuro Signore non era stato ucciso e che sarebbe ritornato un giorno
- "Ma in cuore a Thranduil era un'ombra ancor più fitta. Aveva visto l'orrore di Mordor e non riusciva a dimenticarlo; e, se mai volgeva lo sguardo a sud, nel suo ricordo la luce del sole si oscurava e, sebbene lo sapesse ormai distrutto e deserto, [...] la paura che aveva in cuore gli diceva che quell'orrore non era stato vinto per sempre, ma che sarebbe risorto."
- —Racconti Incompiuti, parte II, Appendice B, "I Sovrani Sindarin e gli Elfi Silvani".
Terza Era[]
Il trasferimento a nord di Bosco Atro e la costruzione della sua reggia[]
Per approfondire, vedi le voci Sale di Thranduil e Saccheggio di Erebor. |
Dopo un migliaio di anni dalla sconfitta di Sauron, quando Boscoverde il Grande fu minacciato dal potere di Dol Guldur, Thranduil decise di trasferire il suo popolo a nord delle Montagne di Bosco Atro, stabilendosi nella zona nord-orientale della foresta, presso le rive di quello che era noto come Fiume della Foresta: qui creò un proprio reame e costruì una grande fortezza sotterranea dotata di ampi saloni, che divenne nota come Sale di Thranduil.
Prima dell'arrivo dei Nani di Moria e di Smaug a Erebor, il regno di Thranduil si estendeva nei boschi che circondavano la Montagna Solitaria e crescevano sulle rive occidentali del Lago Lungo. Quando i Lungobarbi si trasferirono ad Erebor, Thranduil mantenne rapporti commerciali e di amicizia nei confronti dei Re Sotto la Montagna; inoltre i suoi commerci non si limitavano ai Nani ma si estendevano anche agli Uomini delle città di Dale ed Esgaroth, le quali, grazie ai Nani avevano edificato una grande prosperità.
A seguito del Saccheggio di Erebor e la cacciata dei Lungobarbi ad opera di Smaug nel 2770 TE, il regno di Thranduil subì un duro colpo per quanto riguarda i commerci; tuttavia, la vivace attività mercantile di Esgaroth fece in modo che negli anni successivi ci fosse una certa ripresa dei traffici lungo il Fiume della Foresta. Pare che fosse solito tenere dei banchetti in mezzo alla foresta assieme ai suoi sudditi, allietati da canti e vino del Dorwinion, bevanda che apprezzava parecchio e della quale la sua cantina era sempre ben fornita.
L'avventura della Montagna Solitaria e la Battaglia dei Cinque Eserciti[]
Per approfondire, vedi la voce Battaglia dei Cinque Eserciti. |
Nel 2941 TE le guardie di Thranduil catturarono i tredici nani guidati da Thorin Scudodiquercia mentre vagavano sperduti nel Bosco Atro dopo essere sfuggiti alle grinfie dei Ragni Giganti grazie all'opera di Bilbo. Tradotti davanti al sovrano, vennero da questi interrogati sul loro viaggio e sul perché si fossero spinti fino alle sue terre, ma non ricevette che risposte sgarbate.
- "A lungo e minuziosamente egli interrogò i nani su quello che avevano fatto e dove erano diretti, e da dove provenivano; ma riuscì a cavarne fuori solo poco più di quanto aveva già saputo da Thorin. Erano scontrosi, furibondi e non facevano neanche finta di essere educati. « Ma che cosa abbiamo fatto, o re? » disse Balin, che adesso era il più anziano. « È forse un crimine perdersi nella foresta, avere fame e sete, essere intrappolati dai ragni? I ragni sono dunque i vostri animali domestici o vostri cari amici, che ucciderli vi fa infuriare? ». Fu proprio questa domanda, invece, che fece infuriare più che mai il re, ed egli rispose: « È un crimine vagabondare per il mio reame senza permesso. Dimentichi forse che eravate nel mio regno, e che vi servivate della strada fatta dal mio popolo? Non avete forse cercato per ben tre volte di attaccare e disturbare il mio popolo nella foresta? e non avete forse eccitato i ragni col vostro chiasso e il vostro clamore? Dopo tutti i fastidi che avete dato ho ben il diritto di sapere perché siete venuti qui, e se non me lo volete dire adesso, vi terrò in prigione finché non avrete imparato un po' di buona educazione e di buon senso! ». Così ordinò che ogni nano fosse messo in cella da solo, che gli fosse dato da bere e da mangiare, ma che non gli fosse permesso di oltrepassare la porta della sua piccola prigione, finché almeno uno di loro non si fosse mostrato disposto a dirgli tutto quello che voleva sapere."
- —Lo Hobbit, cap. IX, "La botte piena, la guardia ubriaca".
Insoddisfatto della scarsa collaborazione di Thorin, Thranduil decise dunque di imprigionare i Nani nelle segrete del suo palazzo, finché uno di loro non si fosse deciso a parlare. Ciò che non aveva previsto era che l'Hobbit Bilbo Baggins, grazie al potere dell'Anello, era riuscito ad entrare non visto nel suo palazzo e stava cercando il modo per fare evadere i propri compagni; dopo aver vissuto per settimane nascosto, attingendo generosamente alle dispense del Re, l'hobbit trovò il modo di far uscire i propri compagni dal palazzo attraverso il condotto di scarico dei barili che portava al fiume. Approfittando della colossale sbronza presa dal Capitano delle guardie assieme a Galion, Bilbo sottrasse la chiave delle celle e fece uscire Thorin e gli altri Nani chiudendoli nei barili vuoti di vino e facendosi trascinare dalla corrente fino a Esgaroth.
Thranduil era furibondo per la fuga dei suoi prigionieri, soprattutto perché non riusciva a spiegarsi come fossero riusciti ad evadere dalle loro celle (Bilbo si era infatti premurato di rimettere le chiavi a posto); quando alcuni suoi sudditi tornarono da Esgaroth, dove si trovavano per commerciare, e gli riferirono i progetti che Thorin aveva annunciato davanti al Governatore, il Re decise di fare buon viso a cattivo gioco:
- "Nel frattempo, gli elfi avevano risalito il Fiume della Foresta con il loro carico e c'era grande agitazione nel Palazzo Reale. Non sono mai venuto a sapere cosa accadde al capo delle guardie e al maggiordomo. Ovviamente, mentre i nani erano nella Città del Lago non dissero mai nulla a proposito di chiavi e barili, e Bilbo stette attento a non diventare mai invisibile. (...) In ogni caso, adesso il Re era a conoscenza della missione dei Nani, o credeva di esserlo, e disse tra sé e sé: “Benissimo! Vedremo! Nessun tesoro attraverserà Boscotetro senza che io abbia qualcosa da ridire. Ma immagino che faranno tutti una brutta fine, proprio quella che meritano!""
- —Thranduil apprende dei progetti di Thorin, Lo Hobbit, cap. X "Un'accoglienza Calorosa"
Thranduil, infatti, era convinto che i Nani da soli non fossero in grado di uccidere Smaug, e pensava che Thorin e i suoi compagni, se non fossero rimasti uccisi nell'impresa, si sarebbero limitati a sgattaiolare di nascosto all'interno della Montagna Solitaria per cercare di sgraffignare qualcosa dall'immenso bottino del drago. I fatti poi s'incaricarono di smentire il sovrano elfico, ma intanto ebbe la precauzione di disseminare di spie il corso del Fiume, le rive del lago e il territorio circostante la Montagna per tenere d'occhio i movimenti dei fuggiaschi.
Dopo la morte di Smaug per mano di Bard l'Arciere, ii Re elfico fu tra i primi ad essere informato della fine del drago e rispose celermente alle richieste di aiuto degli Uomini del Lago, duramente provati a causa dell'attacco della bestia che aveva distrutto la loro città; si recò dunque ad Esgaroth con un numeroso seguito guerrieri e rifornimenti per aiutare la popolazione a predisporre dei rifugi in vista dell'inverno e soccorrere i feriti.
In seguito decise di accompagnare Bard alla Montagna Solitaria coi suoi guerrieri, così da reclamare dai Nani una parte del bottino del drago come risarcimento per i danni provocati da Smaug; tuttavia Thorin e gli altri Nani, avvisati da Roac e dai suoi corvi dell'arrivo degli estranei, nel frattempo avevano fortificato l'ingresso della montagna e, quando Bard e Thranduil giunsero per parlamentare, si rifiutarono di accettare le loro pur ragionevoli richieste. Thorin infatti affermò di non sentirsi assolutamente in debito con nessuno né di essere responsabile dei danni provocati da Smaug, sostenendo che al massimo avrebbe ripagato i muli e i rifornimenti che gli Uomini di Esgaroth gli avevano fornito per il suo viaggio verso Erebor.
Thranduil e gli uomini di Esgaroth, decisero dunque di porre l'assedio ad Erebor accampandosi a poca distanza dai cancelli della montagna, ignari che Thorin, servendosi dei Corvi Imperiali che abitavano a Collecorvo, aveva nel frattempo inviato una richiesta di soccorsi a suo cugino Dáin sui Colli Ferrosi e che questo stava marciando a tappe forzate verso Erebor con una truppa di cinquecento guerrieri dei Lungobarbi, veterani della Guerra tra i Nani e gli Orchi.
In tutto questo accadde però che l'hobbit Bilbo Baggins, il quale era desideroso di evitare un inutile spargimento di sangue, uscì di nascosto da Erebor durante la notte, servendosi del potere del suo anello e consegnò al Re elfico e a Bard l'Arkengemma di Thorin, sperando che ciò convincesse il nano a venire a più miti consigli. Durante un secondo tentativo di trattative Thorin, furibondo per il "furto", arrivò a minacciare di uccidere Bilbo (evento scongiurato solo dall'intervento di Gandalf che impedì al nano di scaraventare il povero hobbit giù dalle mura di Erebor), ma comunque rifiutò di trattare e l'arrivo di cinquecento Nani guidati da Dain II Piediferro sembrò il preludio ad una sanguinosa battaglia tra Elfi, Uomini e Nani.
Tuttavia questa fu evitata dall'arrivo di un grande esercito di Orchi e Mannari guidato da Bolg, figlio di Azog il Profanatore, intenzionato ad impadronirsi del tesoro del drago e prendersi la propria vendetta sulla Casa di Durin: l'arrivo degli orchi convinse i contendenti a mettere da parte le proprie divergenze e ad allearsi contro i comuni nemici, dando seguito alla Battaglia dei Cinque Eserciti, durante la quale Thranduil e i suoi guerrieri si occuparono di difendere il fianco meridionale delle forze dei Popoli Liberi. Alla fine, grazie anche all'intervento di Beorn in forma di orso che uccise Bolg e alle Grandi Aquile, lo scontro venne vinto dalla coalizione di Nani Uomini ed Elfi, anche se al prezzo di gravi perdite tra le quali lo stesso Thorin e i suoi nipoti Kíli e Fíli.
A seguito della morte di Thorin suo cugino Dáin II Piediferro divenne Re Sotto la Montagna, Thranduil venne ricompensato da Dáin per l'aiuto prestato nella battaglia con una magnifica collana di smeraldi che in passato era appartenuta a Girion, l'antico signore di Dale, insieme ad altri tesori.
Successivamente il Re elfico percorse una parte del viaggio assieme a Gandalf e a Bilbo; al momento di separarsi l'hobbit volle donare a Thranduil una magnifica collana di perle a titolo di risarcimento di tutte le provviste che si era mangiato quando era "ospite" del Re. Divertito dalle parole di Bilbo, il Re accettò la collana e nominò Bilbo "Amico degli Elfi", augurandogli le migliori fortune.
- "« Ti prego, » disse Bilbo balbettando e stando ritto su una gamba sola « di accettare questo dono! », e tirò fuori una collana d'argento e perle che Dain gli aveva dato quando si erano salutati. « Che cos'ho fatto per meritare un tale dono, o hobbit? » chiese il re. « Be', ehm, pensavo, come sai, » disse Bilbo piuttosto confuso « ehm, la tua - ehm - ospitalità dovrebbe essere ricambiata con qualcosa. Anche uno scassinatore ha il suo orgoglio, non so se mi spiego. E ho bevuto un bel po' del tuo vino e mangiato molto del tuo pane ». « Accetterò il tuo regalo, o Bilbo il Munifico! » disse il re gravemente. « E ti nomino amico degli elfi e benedetto. Che la tua ombra non dimagrisca mai! (o rubare sarebbe troppo facile!) Addio! ». Poi gli elfi si volsero verso la foresta, e Bilbo iniziò il suo lungo cammino verso casa."
- —Lo Hobbit, cap. XVIII, "Il viaggio di ritorno".
Guerra dell'Anello e il destino nella Quarta Era[]
Per approfondire, vedi la voce Battaglia sotto gli Alberi. |
Alcuni mesi prima dell'inizio della Guerra dell'Anello, il ramingo Aragorn riuscì a catturare Gollum e a tradurlo dinnanzi a Gandalf, il quale sottopose la disgraziata creatura ad un approfondito interrogatorio, volendo sapere per filo e per segno la storia dell'Anello di Bilbo. Una volta ottenute tutte le informazioni necessarie, lo Stregone lo affidò a Thranduil, sperando in tal modo di impedire che Gollum si mettesse nuovamente all'inseguimento del portatore dell'Anello e, in cuor suo, sperando che la benigna influenza degli Elfi contribuisse a sanare in parte le conseguenze negative causate dal possesso prolungato dell'Anello.
In seguito tuttavia, i guardiani preposti dal re elfico alla sorveglianza della creatura vennero assalite da un numeroso gruppo di orchi di Sauron e, approfittando dell'occasione, Gollum riuscì ad eludere la sorveglianza degli Elfi e a fuggire. Costernato per l'accaduto, soprattutto per il fatto che il prigioniero fosse riuscito a mettersi in contatto con i servi di Sauron, Thranduil decise di inviare suo figlio Legolas a Gran Burrone per partecipare in sua vece al Consiglio di Elrond e portare la notizia della fuga di Gollum.
Nei mesi successivi le forze di Sauron furono all'offensiva nel nord, attaccando sia Erebor che Lothlórien, onde impedire che a Gondor potessero raggiungere rinforzi da parte dei Popoli Liberi. Thranduil fu impossibilitato a portare aiuto sia a Erebor che a Lothlórien, in quanto un numeroso esercito di Orchi invase il Reame Boscoso partendo da Dol Guldur. Nonostante la sproporzione di forze, Thranduil e i suoi guerrieri riuscirono ad annientare le truppe di Sauron in una durissima battaglia combattuta nelle profondità di Bosco Atro, per poi passare all'offensiva respingendo i superstiti verso sud. Nel giorno del Capodanno Elfico, Thranduil si incontrò con Galadriel e Celeborn, che avevano subito vari attacchi alle loro dimore di Lothlórien, per purificare il Bosco Atro dalle malefatte di Sauron.
Thranduil e Celeborn mutarono il nome di Bosco Atro in Eryn Lasgalen (Bosco dei Fogliverdi), dopodiché, Thranduil estese il suo regno a tutte le regioni settentrionali, sino alle montagne che si ergono nella foresta.
Destino nella Quarta Era[]
Non si sa quale sia stata la sua fine: alcuni credono che un giorno sia partito per Aman, altri invece ritengono che si sia rifiutato fino all'ultimo di abbandonare la Terra-di-mezzo e che alla fine sia diventato uno spirito dei boschi come tutti gli elfi che scelsero di rimanere a est del mare.
Adattamenti[]
The Hobbit (1977)[]
In questo film d'animazione per la televisione, Thranduil, doppiato da Otto Preminger.
Lui e gli Elfi Silvani vengono raffigurati in maniera grottesca, in completa antitesi con i leggiadri Elfi di Imladris. Questa scelta è stata piuttosto criticata.
The Hobbit (2003 videogame)[]
Il Signore degli Anelli: la Battaglia per la Terra di Mezzo II (2006)[]
Thranduil è un personaggio eroe del gioco Il Signore degli Anelli: La Battaglia per la Terra di Mezzo 2. Nella campagna del bene, Thranduil compare verso la fine, guidando il suo esercito di Elfi in soccorso dei Nani per sconfiggere le armate della Bocca di Sauron. Nel finale della campagna, Thranduil si unisce all'alleanza tra Nani ed Elfi nell'attacco definitivo alla fortezza di Dol Guldur. Le forze del bene distruggono la fortezza, eliminando l'ultima minaccia del nord della Terra di Mezzo. Nella campagna del male, invece, Thranduil soccombe per mano degli orchi durante l'attacco di questi ultimi a Bosco Atro, per ordine di Sauron.
Trilogia de Lo Hobbit (2012-2014)[]
Nella Trilogia de "Lo Hobbit" diretta da Peter Jackson, il ruolo di Thranduil è interpretato da Lee Pace. Doug Jones era considerato tra i possibili attori per la parte, ma Peter Jackson ha dichiarato che Lee Pace era stata la prima scelta della produzione fino agli albori del progetto. Il personaggio e i fatti che lo vedono protagonista sono in parte gli stessi del libro, ma per necessità di sceneggiatura sono stati ampliati e sono stati aggiunti alcuni elementi che non vengono mai citati nelle opere di Tolkien. In Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato, all'inizio del prologo, Thranduil decide di non aiutare i nani di Erebor, sconfitti da Smaug, sia per non rischiare l'incolumità dei suoi soldati sia perché memore del furto delle gemme bianche di Lasgaren (appartenenti allo stesso Thranduil) da parte dei nani stessi. Ne Lo Hobbit: La desolazione di Smaug, Thranduil imprigiona i nani nelle sue celle per forzare Thorin a restituirgli proprio le gemme di Lasgaren prima che questi fuggano.
In Lo Hobbit: La Battaglia delle Cinque Armate, guida l'esercito degli Elfi in battaglia e, alla fine di questa, invia suo figlio Legolas al nord per cercare un Dúnadan chiamato Grampasso e ciò è incoerente con gli scritti di Tolkien, poiché Aragorn a quel tempo aveva solo 10 anni e si trovava ancora a Gran Burrone con la madre e non nelle Terre Selvagge Inoltre, nel film si racconta che sua moglie è morta molto tempo prima in battaglia ad Angmar (nel libro sua moglie non viene mai citata né viene fatto alcun accenno alla partecipazione degli Elfi Silvani alla Guerra del Nord).
Nel film viene sottolineato il carattere freddo e fiero di Thranduil, che contrasta evidentemente con la gentilezza e la saggezza di Elrond: ciò è dovuto non solo alla rovina del Beleriand che aveva visto da giovane, ma anche dalla disfatta subita nella Battaglia di Dagorlad dove perse suo padre e gran parte del suo esercito. Nel film, inoltre, Thranduil è stato ferito in battaglia da un drago che gli ha lasciato una profonda cicatrice che il re degli elfi maschera con la magia: è perciò che egli teme Smaug ed aveva anche messo (inutilmente) in guardia Thrór dal pericolo del drago. Nel libro Thranduil non viene detto avere tale cicatrice, né si fa alcun accenno ad una sua partecipazione alle battaglie contro i draghi della Guerra d'Ira.