Gli Spiriti dell'Acqua sono delle creature associate a tale elemento citati nelle prime versioni del legendarium tolkeniano.
Etimologia[]
Oarni è un nome Quenya che significa "figli del mare" o "bambini del mare"; si riscontrano le varianti singolari Oaris ("sirena") e Oarwen ("fanciulla del mare") e il plurale Oaritsi. Il nome Quenya Falmaríni significa "spiriti delle onde" o "spiriti della schiuma marina" mentre Wingildi "ninfe della schiuma marina". In Noldorin erano conosciuti come Flathwin o Flathnir ovvero "fate della schiuma". Nindari infine è un nome Quenya che significa "ninfe dei fiumi". In Noldorin sembra che tutti questi spiriti fossero conosciuti con il nome di Nennil o Nendil ovvero "fate dell'acqua". Gli uomini chiamavano tali spiriti ninfe e sirene.
Classificazione[]
Le sirene e le ninfe, insieme alle silfidi (spiriti dell'aria), alle fate (spiriti della terra) e agli spiriti del fuoco costituivano uno dei quattro gruppi di spiriti elementali.
Gli spiriti dell'acqua erano distinti in almeno tre gruppi:
- Gli Oarni o Oaritsi, spiriti del mare;
- I Falmaríni e gli Wingildi, spiriti delle onde e della schiuma;
- Le Nindari, le ninfe dei fiumi.
Descrizione[]
Gli Oarni avevano un aspetto molto simile alle sirene della mitologia greca.
I Falmaríni e gli Wingildi avevano capelli bianchi come boccioli di fiore, braccia pallide ed erano particolarmente versati nel canto.[1] In particolare pare che gli Wingildi avessero lunghe trecce. Dimoravano in grotte sottomarine dette Caverne degli Oaritsi.[2]
Non è noto l'aspetto delle Nindari ma Baccadoro potrebbe appartenere a questa classe di spiriti.
Storia[]
Gli Oarni, i Falmaríni e gli Wingildi sono i servitori che compongono le schiere di Ossë che nelle prime versioni del legendarium è un Vala a tutti gli effetti. Più complesso lo stato di Uinen, talvolta chiamata Ui e considerata la Regina delle Sirene e altre volte Ónen e considerata una Valier consorte di Ossë. Non è invece chiaro a chi rispondessero le Nindari.[3]
Gli Oarni, riuniti da Ossë, trascinarono verso occidente le Isole del Crepuscolo su cui si erano rifugiati i Valar in seguito al crollo di Illuin e Ormal sino alle alte coste di Araman, evitando così che le immense onde scatenate dal cataclisma la sommergessero.[4]
Insieme ad Uinen, contribuirono alla costruzione dello splendido palazzo sottomarino di Valmar, dimora di Ossë, raccogliendo miriadi di perle.[5]
Gli spiriti dell'acqua probabilmente aiutarono Ossë a riappropriarsi dell'isola che gli era stata sottratta da Ulmo al fine di traghettare gli Elfi in Aman. Per farlo, approfittando della lontananza del Signore del Mare, la ancorarono al fondale con robuste corde costituite da alghe e coralli che vennero ulteriormente rinforzate da molluschi. Ulmo, malgrado la forza delle sue balene, non riuscì a smuoverla così l'isola, che rimase a metà strada tra il Beleriand e Aman, fu chiamata Tol Eressëa ("Isola Solitaria"). I Falmari, gli Elfi del Mare, si ritrovarono così a dimorare sull'isola e rimasero separati dai parenti rimasti nel Beleriand, i Sindar. Gli Oarni da allora fecero spesso visita ai Falmari in quanto innamorati delle loro voci.[6]
Nelle versioni successive del legendarium gli spiriti dell'acqua verranno assimilati ai Maiar di Ulmo.
Note[]
- ↑ J.R.R. Tolkien, Éarendel
- ↑ The History of Middle Earth, Vol. I: The Book of Lost Tales Part One, cap. III, p. 66
- ↑ The History of Middle Earth, Vol. IX: Morgoth's Ring, p. 51
- ↑ The History of Middle Earth, Vol. I: The Book of Lost Tales Part One, cap. III, p. 71
- ↑ The History of Middle Earth, Vol. I: The Book of Lost Tales Part One, cap. III, p. 75
- ↑ The History of Middle Earth, Vol. I: The Book of Lost Tales Part One, cap. V, pp. 129-130