- "C'era un drago particolarmente avido, forte e malvagio, chiamato Smaug. Un giorno si levò in aria e volando giunse al Sud. La prima cosa che sentimmo di lui fu un rumore come d'uragano provenire da Nord, e i pini sulla Montagna scricchiolare e schiantarsi al vento. Con alcuni dei Nani che per caso si trovavano all'aperto (per fortuna ero uno di essi, un ragazzetto avventuroso a quei tempi, sempre in giro, e questo mi salvò la vita quel giorno) bene, da una bella distanza vedemmo il drago calare sulla nostra montagna in una nube di fuoco. Poi scese la china e quando arrivò ai boschi, le fiamme li divorarono."
- —Thorin racconta l'attacco di Smaug, Lo Hobbit, cap. I, "Una festa inaspettata".
Il Saccheggio di Erebor fu un luttuoso evento accaduto nel 2770 TE, quando il Drago Smaug, attirato dalla brama di ricchezze, attaccò la città nanica di Erebor intenzionato ad impossessarsi del tesoro del Re Sotto la Montagna. L'attacco provocò la morte di migliaia di Nani e centinaia di Uomini, oltre a causare la fine della città di Dale e di Erebor.
Antefatti[]
Nella seconda metà della Terza Era i Draghi, che per quasi cinquemila anni erano rimasti nell'estremo nord della Terra di Mezzo, riapparvero e attaccarono le fortezze dei Nani e degli Uomini sulle Montagne Nebbiose e i Monti Grigi. Molto noti furono il drago Scatha, che uccise molti Nani e saccheggiò immensi tesori prima di essere ucciso da Fram, e appunto Smaug che tuttavia girovago a lungo prima di trovarsi una tana. Gli giunse alle orecchie la storia della ricchezza del Re Sotto la Montagna e nel cuore gli nacque la bramosia di possedere quei tesori poiché, come tutti sanno, i Draghi sono avidi di ori e gioielli.
L'attacco[]
- "Contemporaneamente, tutte le campane suonavano a Dale e i guerrieri si armavano. I Nani si precipitarono fuori della grande porta, ma trovarono il drago ad aspettarli. Nessuno si salvò per quella via. Il fiume ribollì in densi vapori e una fitta nebbia investì Dale, e nella nebbia il drago calò su di loro e distrusse quasi tutti i guerrieri la solita storia disgraziata, fin troppo comune a quei giorni. Poi tornò indietro e si infilò dentro la Porta Principale e mise a soqquadro tutte le sale, i condotti, i tunnel, i corridoi, le cantine, le abitazioni e i passaggi. Dopo di ciò non rimase all'interno un solo Nano vivo, ed egli si impadronì di tutti i loro beni. Probabilmente, perché questo è l'uso dei draghi, ha ammassato tutto in un gran mucchio nel cuore della Montagna e ci dorme sopra come fosse il suo letto. (...)Quei pochi tra noi che erano fuori al sicuro si sedettero e piansero, tenendosi nascosti, e maledissero Smog; poi, inaspettatamente, fummo raggiunti da mio padre e da mio nonno con le barbe bruciate. Avevano un aspetto torvo ed ebbero pochissime parole. Quando domandai come avessero fatto a scampare, mi dissero di tenere a freno la lingua, e aggiunsero che un giorno, al momento opportuno, l'avrei saputo. Dopo di che ce ne andammo, e dovemmo guadagnarci da vivere come meglio potevamo ora qui ora là, fin troppo spesso costretti a umiliarci lavorando come maniscalchi o addirittura come minatori. Ma non abbiamo mai dimenticato il nostro tesoro rubato."
- —Lo scontro raccontato da Thorin, Lo Hobbit, cap. I, "Una festa inaspettata".
Conseguenze[]
Mentre i Nani furono tutti volti in fuga o uccisi, la città di Dale sopravvisse ancora qualche tempo. Tuttavia la presenza del drago, che ogni tanto strisciava fuori dalla Montagna per rapire e divorarne gli abitanti, costrinse i superstiti dell'attacco ad abbandonare gradualmente la città e a trasferirsi più lontano dove fondarono la città-stato di Esgaroth sul Lagolungo.