- "«Ma proprio quest’anno, nel mese di giugno, la guerra improvvisa piombò su di noi da Mordor travolgendoci. Fummo sopraffatti dal numero, perché Mordor si è alleato agli Esterling e ai crudeli Haradrim, ma non soltanto dal numero: vi era un potere che mai prima d’oggi avevamo sentito. Alcuni dicevano che si poteva vedere come la figura di un grande cavaliere nero, un’ombra nera sotto la luna. Ogni qual volta si avvicinava, i nostri nemici cadevano in preda alla follia, ma il panico coglieva i nostri più valorosi soldati, che fuggivano via a cavallo spaventati»"
- —Boromir racconta della battaglia al Consiglio di Elrond, Il Signore degli Anelli, libro II, cap. II, "Il Consiglio di Elrond".
La Prima Battaglia di Osgiliath fu un feroce scontro combattuto il tra il 19 e il 20 Giugno 3018 TE dalle forze di Gondor per difendere la città dall'attacco delle forze di Sauron. In seguito questa battaglia venne riconosciuta come l'inizio effettivo della Guerra dell'Anello.
Antefatti[]
Da molti anni, almeno dal TE 2901, le forze di Sauron controllavano la regione dell'Ithilien, nonostante Gondor conducesse ancora delle azioni di guerriglia servendosi del corpo dei Raminghi dell'Ithilien, tuttavia non erano riusciti a vincere la fiera resistenza dei Dúnedain, i quali tenevano le forze del male inchiodate ad est dell'Anduin anche grazie alle grandi fortezze di Cair Andros e Osgiliath.
L'Oscuro Signore passò dunque gli anni successivi a radunare le sue forze, mantenendo comunque la pressione sui soldati di Gondor con frequenti incursioni, e al contempo sguinzagliando i suoi servi alla ricerca dell'Unico Anello lungo l'Anduin. Nel 3009 TE accadde un fatto nuovo: la creatura Gollum, che per secoli era stata in possesso dell'Anello di Sauron, venne catturata e tradotta a Barad-dûr dove, attraverso torture e interrogatori, fu costretta a rivelare che l'oggetto era in possesso di un hobbit di nome Baggins, il quale viveva in un paese del nord chiamato Contea. Soddisfatto delle informazioni ottenute, l'Oscuro Signore rilasciò Gollum e si mise a studiare un piano ordinando ai suoi servi di raccogliere tutte le informazioni possibili riguardo alla Contea e agli Hobbit, i quali fino ad allora era stati totalmente ignorati da lui.
A far precipitare la situazione sopravvenne però la cattura di Gollum da parte di Aragorn nel 3017 TE: venuto a conoscenza del fatto, e temendo che interrogando quella disgraziata creatura i suoi nemici subodorassero i suo piani, Sauron decise di non perdere tempo e mobilitò i Nazgûl affinché si recassero nel nord e ordinò un grande attacco contro Osgiliath, la principale fortezza di Gondor sull'Anduin.
Con questo attacco Sauron aveva due obbiettivi: innanzitutto testare la forza e la preparazione di Denethor II (la quale si rivelò invero superiore alle sue aspettative), in secondo luogo far credere ai saggi del Bianco Consiglio che l'apparizione dei Nazgûl fosse diretta unicamente contro Gondor e nascondere così la loro vera missione, ovverosia di dare la caccia al Portatore dell'Anello.
Forze in campo[]
Gondor e Feudi del Sud[]
Al momento dell'assalto alla città Gondor non era del tutto inerme come lo sarebbe stata l'anno successivo durante l'Assedio di Minas Tirith: infatti, da quello che si può ricavare dal libro e altri scritti di Tolkien, la guarnigione della città era ancora piuttosto forte e la capacità di reazione non compromessa dagli attacchi simultanei alle altre provincie del regno, come sarebbe stato invece nei mesi successivi. Nel complesso il Sovrintendente Denethor e i suoi figli riuscirono ad opporre alle forze di Sauron tra i 60 e gli 80mila soldati, anche se la maggior parte di questi giunse praticamente a battaglia conclusa e si limitò a consolidare le posizioni ed eliminare eventuali battaglioni di Orchi e Haradrim che erano riusciti ad attraversare l'Anduin. Tale capacità di reazione rese consapevole l'Oscuro Signore della necessità di non attaccare i Dúnedain del Sud su un solo fronte, ma di predisporre una serie di attacchi contemporanei che avrebbero costretto il Sovrintendente a disperdere le sue truppe per difendere i confini.
Mordor e alleati[]
Come accennato nel libro, Sauron non era intenzionato a sconfiggere immediatamente Gondor quanto piuttosto a offrire un diversivo per facilitare agli Spettri dell'Anello il passaggio dell'Anduin e al contempo saggiare le difese del reame, così da rimodulare i propri piani in modo da non lasciare scampo ai propri nemici. Nonostante tutto pose al comando dei Nazgûl una forza poderosa compresa tra i 150 e i 180mila guerrieri, dove gli Orchi formavano la maggior parte dell'esercito, ma vi erano anche numerosi battaglioni di suoi alleati Esterling e Haradrim.
La battaglia[]
Le forze di Mordor, guidate dal Re Stregone, dettero l'assalto alle mura di Osgiliath il 19 giugno 3018 TE. I soldati di Gondor, benché soverchiati nel numero e praticamente colti di sorpresa, resistettero bravamente sotto la guida di Faramir tenendo a lungo le mura della riva orientale contro gli assalti dei servi di Barad-dûr, infliggendo pesanti perdite al nemico. Tuttavia il valore poté compensare la sproporzione di forze fino ad un certo punto, anche perché la presenza dei Nazgûl dava vigore agli assalti dei nemici ed empiva di terrore i soldati di Gondor; così Faramir fu costretto a dare l'ordine di ripiegare combattendo inviando una disperata richiesta di aiuto a Minas Tirith per ottenere rinforzi.
L'appello fu raccolto da suo fratello Boromir che, radunate alcune migliaia di uomini, si diresse a spron battuto verso la città-fortezza ordinando al contempo di inviare ai Feudi del Sud l'ordine di inviare rinforzi. Come giunse a Osgiliath il Capitano di Gondor si accorse che la situazione era disperata: la battaglia si era trasformata in un feroce scontro casa per casa e le forze di Faramir venivano respinte sempre più indietro verso il ponte. Boromir ordinò quindi una carica di contenimento della cavalleria che fece brevemente indietreggiare il nemico e consentì alle forze di Gondor di riorganizzarsi.
I due fratelli, una volta riunitisi, ebbero modo di confrontarsi e giunsero alla conclusione che ormai la parte orientale di Osgiliath era perduta e sarebbe stato impossibile, oltre che folle, tentare di riconquistarla ma che tuttavia bisognava impedire ad ogni costo al nemico di mettere piede sulla sponda occidentale dell'Anduin. Boromir e Faramir ordinarono quindi alla maggior parte delle truppe di ritirarsi disporsi a difesa sulla riva ovest ed abbattere il Grande Ponte, mentre loro avrebbero trattenuto il nemico assieme ad una schiera di coraggiosi. La scontro fu durissimo, ma il ponte venne abbattuto e i difensori superstiti poterono ritirarsi gettandosi nel fiume e raggiungendo a nuoto la riva: alla fine si salvarono solo in quattro tra i quali vi erano Boromir e Faramir.
Con la caduta del ponte e la notizia dell'arrivo di migliaia di soldati dei Feudi del Sud, i capitani di Mordor ordinarono l'arresto dell'attacco ritenendo impossibile conquistare la riva occidentale ora che il ponte era stato abbattuto e con il rafforzamento delle forze di Gondor.
Conseguenze[]
Sebbene le sue forze non fossero riuscite a conquistare completamente la città l'Oscuro Signore poté dirsi soddisfatto: ora la riva orientale dell'Anduin era completamente sotto il suo controllo e, cosa assai più importante, i Nazgûl erano riusciti ad attraversare il fiume senza destare sospetti ed in quel momento erano diretti verso nord per dare la caccia al portatore dell'Anello. Tuttavia Sauron ebbe anche modo di constatare che Gondor era ancora molto forte ed in grado di opporsi a lui, ragion per cui passò i mesi successivi ad elaborare una strategia che gli permettesse di infliggere un colpo mortale ai Dúnedain.
Per quanto riguarda Gondor, nonostante la battaglia non si potesse di certo definire una vittoria, le forze dei Dúnedain poterono comunque tirare un sospiro di sollievo per il mancato pericolo e i figli di Denethor II furono accolti come degli eroi anche se la maggior parte degli onori andò a Boromir.
La sera stessa ci furono dei festeggiamenti in onore dei caduti che durarono fino a tarda notte. Fu in quell'occasione che Boromir fece il sogno premonitore che lo invitava a recarsi a Gran Burrone, dove avrebbe trovato una nuova speranza per gli Uomini. Faramir, messo a parte del sogno dal fratello, rivelò che nei giorni precedenti aveva avuto lo stesso sogno e che dunque sarebbe stato il caso di metterne al corrente il padre per decidere sul da farsi.
Adattamenti[]
Il Signore degli Anelli: le Due Torri (2002)[]
Nella versione estesa de Il Signore degli Anelli: Le due Torri di Peter Jackson, Faramir ha un flashback di se e suo fratello ad Osgiliath dopo aver difeso con successo la città da un attacco delle forze di Sauron.
Fu allora che Denethor II parlò a loro della questione dell'Unico Anello, dicendo di aver ricevuto un messaggio da Gran Burrone, e decise di inviare Boromir, esprimendo la sua fiducia e preferenza nei riguardi di Boromir piuttosto che in quelli di Faramir.
Questa scena sembra spiegare il trattamento di Faramir a Frodo nel film, poichè ha intenzione di consegnare l'Anello a Denethor sperando di essere visto in una luce migliore.