- "Ossë è un vassallo di Ulmo, ed egli è il signore delle acque che lambiscono le rive della Terra di Mezzo. Non scende nelle profondità, ma ama le coste e le isole e si delizia dei venti di Manwë, ché nella tempesta egli gioisce e ride tra il fragore delle onde."
- —Il Silmarillion, Valaquenta, "I Maiar".
Ossë era un Maia, vassallo di Ulmo, che si occupava del controllo dei mari della Terra di Mezzo. Questi non scende mai negli abissi ma preferisce soggiornare sulle coste e le isole.
È sempre stato un grande amico dei Teleri, cui insegnò a costruire le navi e i segreti delle onde, e fu anche assai riverito dai Dúnedain ai tempi della loro gloria. Viene annoverato tra i Maia più potenti, assieme a Eonwë, Melian e Sauron, che si pongono appena al di sotto dei Valar.
Etimologia
Ossë è un nome di origine Quenya(o Noldorin, un dialetto derivante da questa lingua) che deriva dal Valarin Ošošai, Oššai; tutti questi nomi sembra che vogliano dire "Spumeggiante".
In Sindarin è conosciuto con i nomi di Gaerys e Yssion che significano "Onda Minacciosa".
Poteri e attributi
- " [...] ché il piacere della violenza mai l’ha abbandonato del tutto, e a volte imperversa nella sua ostinazione, senza che glielo comandi Ulmo suo signore. Ragion per cui coloro che dimorano presso il mare o lo solcano a bordo di navi possono anche amarlo, ma non se ne fidano."
- —Il Silmarillion, Valaquenta, "I Maiar".
Benché sia un vassallo di Ulmo, a differenza del proprio signore Ossë ama crogiolarsi ai venti di Manwë e alle profondità marine preferisce le coste della Terra di Mezzo. È considerato uno dei Maiar più potenti, al pari se non superiore di Eönwë, Melian e Sauron, tanto che Melkor tentò di trarlo a sé.
Il suo imperio si esercita sulle onde e sulle correnti marine e a volte quando è furioso, o anche solo per diletto, scatena terribili tempeste a volte andando anche contro il volere del suo Signore Ulmo. I marinai quando intraprendono un viaggio elevano preghiere alla moglie del burrascoso Maia per rabbonirlo e assicurarsi un viaggio tranquillo.
Storia
Durante la formazione di Arda, Melkor tentò di trarre Ossë a sé promettendogli che se lo avesse servito avrebbe ottenuto tutto il potere e il dominio di Ulmo. Fu cosi che il mare fu scosso da grandi tumoli che portarono rovina alle terre.
Ma Uinen, la sua sposa, su preghiera di Aulë, placò Ossë e lo porto al cospetto di Ulmo dove fu perdonato. Cosi tornò alla sua lealtà e rimase per sempre fedele a Ulmo, anche se il piacere della violenza non l'ha mai abbandonato del tutto e ogni tanto si diverte a provocare tempeste.
All'epoca del Grande Viaggio degli Elfi, lui e la balena Uin furono incaricati di trasbordare i Primogeniti verso ovest, servendosi di una grande isola che poi sarebbe diventata Tol Eressëa; durante quest'operazione un pezzo dell'isola si staccò e andò a formare quella che in seguito divenne nota come Isola di Balar.
Ossë fu amico dei Teleri e dei Sindar, che lo tenevano in considerazione al pari di un Vala, e spesso s'intratteneva con loro presso le spiagge della Terra di Mezzo: fu lui ad insegnare ai Teleri a costruire le navi e i segreti delle onde. Sembra che avesse uno stretto rapporto con Círdan il Carpentiere, il quale divenne il più abile costruttore di navi della Terra di Mezzo.
Fu infatti Ossë a convincere molti dei Teleri a non partire alla volta di Aman e a rimanere nella Terra di Mezzo. In quel periodo il Maia era solito visitare spesso il Nevrast e riposare sulle scogliere del Monte Taras, ragion per cui molti Sindar si stabilirono in quella regione per essere a più stretto contatto con Ossë.
Dopo che Fëanor e i suoi figli compirono il Primo Fratricidio, il Re dei Teleri Olwë invocò a gran voce Ossë affinché punisse gli assassini della sua gente. Egli fu colto da terribile collera e, benché i Valar avessero ordinato ai loro di astenersi e non ostacolare la Fuga dei Noldor, scatenò una terribile tempesta che provocò l'affondamento di diverse navi e la morte di molti dei Noldor.
Dopo che i Valar pronunciarono il Bando dei Noldor, ad Ossë fu assegnato l'incarico di sorvegliare le coste del Beleriand e di impedire che le navi degli esiliati cercassero di raggiungere Valinor. Egli ebbe dunque grande parte nei naufragi delle navi che essi inviarono, e solo un Elfo riuscì a sopravvivere alla sua furia: il Noldor Voronwë, salvato da Ulmo affinché fosse compagno di Tuor nel viaggio verso Gondolin.
All'inizio della Seconda Era fu Ossë a trarre l'Isola di Númenor dalle profondità del mare.
Altre versioni
In versioni precedenti de Il Silmarillion, Ossë era di per sè un Vala e spesso si opponeva al volere di Ulmo.