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"Allora sulla piana di Anfauglith il quarto giorno della guerra ebbe inizio la Nirnaeth Arnoediad, la battaglia delle Innumerevoli Lacrime, poiché né canto né racconto basta a riferire tutte le sofferenze che costò."
—La Nirnaeth Arnoediad, Il Silmarillion

La Nírnaeth Arnoediad, conosciuta anche come la Battaglia delle Innumerevoli Lacrime, fu la quinta e la più sanguinosa delle grandi battaglie combattute nella Guerra dei Gioielli durante la Prima Era.

Dopo la grave sconfitta subita nella Dagor Bragollach, le forze dei Noldor e degli Edain si erano riorganizzate e rafforzate, riuscendo a respingere in parte l'avanzata delle armate di Angband e a riconquistare una parte dei territori perduti. Inoltre l'impresa compiuta da Beren e Luthien di penetrare nella fortezza di Angband e recuperare uno dei Silmaril, aveva riacceso in molti la speranza di una vittoria contro l'Oscuro Signore.

Accadde così che Maedhros, il maggiore dei Figli di Feänor, si mise all'opera per creare una grande alleanza comprendente tutti quegli Elfi, Uomini e Nani che si opponevano a Morgoth, così da riconquistare il terreno perduto e stringere nuovamente d'assedio Angband.

Seppure con difficoltà, Thingol non inviò infatti il proprio esercito a causa dei dissapori coi Figli di Fëanor, Maedhros e Fingon riuscirono nell'impresa e, dopo una serie di prime vittorie, condussero le proprie armate nella piana dell'Anfauglith dove combatterono una durissima battaglia; sventura volle che, quando la vittoria sembrava a portata di mano, il tradimento si annidasse tra le forze dell'Alleanza: infatti una parte degli Esterling, guidati da Ulfang il Maledetto, al segnale di Morgoth volse le armi contro i loro alleati attaccandoli alle spalle e sancendo la definiva sconfitta dei Noldor e degli Edain sul campo.

Nel corso dello scontro perirono molti insigni comandanti delle forze dell'Alleanza, come il Re Supremo dei Noldor Fingon, ucciso da Gothmog, e il re dei Nani Azaghâl, ferito gravemente combattendo contro Glaurung, come anche morirono Bór e i suoi figli, serbatisi fedeli alla loro alleanza coi Noldor; inoltre Húrin Thalion, Signore della Casa di Hador, venne catturato e tenuto prigioniero in Angband per quasi trent'anni, mentre sui suoi figli gravò la Maledizione di Morgoth.

Etimologia[]

Nirnaeth Arnoediad è un nome Sindarin che significa letteralmente "Innumerevoli Lacrime". Il nome le fu dato prendendo spunte dalle prime parole della Maledizione di Mandos: "Innumerevoli lacrime saranno da voi versate...".

Antefatti[]

Dopo che l'assedio di Angband era stato rotto con la Battaglia di Dagor Bragollach, il conflitto tra i popoli del Beleriand e Morgoth era giunto in una fase di stallo: infatti con la sconfitta degli assedianti le truppe dell'Oscuro signore erano ormai libere di scorrazzare per tutto il nord del Beleriand e di condurre incursioni in quei territori ancora liberi dal suo dominio. Scontenti di questa situazione, Fingon e Maedhros decisero nel 468 PE di creare una grande alleanza di Uomini, Elfi e Nani per cacciare definitivamente i nemici dal nord e stringere nuovamente d'assedio Angband, ristabilendo la situazione com'era prima della Dagor Bragollach. Fu così che venne creata l'Alleanza di Maedhros, cui quasi tutti i popoli liberi del Beleriand diedero il loro contributo di soldati e armi.

Forze in Campo[]

Alleanza di Maedhros e alleati[]

L'Unione era costituita da due grandi gruppi:

Come si può notare, non tutti i regni diedero il loro contributo e ciò costituì un grave problema per le truppe di Maedhros e Fingon, che si trovarono a dover contare su molti meno uomini di quelli previsti e, nonostante la loro schiera fosse comunque consistente, ad affrontare un nemico in pericolosa superiorità numerica. Inizialmente, tuttavia, il piano ebbe successo e l'esercito dell'alleanza riuscì a riconquistare buona parte dei territori perduti; ciò convinse anche Re Turgon di Gondolin a giungere in aiuto dell'armata alleata assieme al nipote Maeglin e 10,000 guerrieri. Ciò fu considerato dai comandanti un aiuto insperato, poiché con quella schiera di guerrieri avrebbero potuto rafforzare grandemente il proprio esercito in vista dell'assalto finale.

Forze di Angband e alleati[]

Nel periodo in cui Angband fu sotto assedio Morgoth, pur continuando a fare delle piccole sortite, passò i circa quattro secoli di "pace armata" a fortificare le proprie armate, aumentando il numero dei propri servitori e facendo lavorare le proprie officine a pieno ritmo. Dopo aver dato prova di quanto avesse fortificato le proprie forze nella Dagor Bragollach, le sue truppe cominciarono ad essere ricacciate indietro, così l'Oscuro Signore aspettò per quindici anni l'occasione per infliggere una sconfitta veramente decisiva ai suoi nemici. Ad opporsi alle forze dell'Alleanza di Maedhros l'Oscuro Signore aveva al suo comando:

  • Orchi: la spina dorsale delle armate di Angband e di ogni esercito del male, stimabili in numeri che vanno dai 500,000 al 1,000,000 nel corso della battaglia
  • Balrog: Maiar corrotti da Morgoth all'apice della sua gloria, erano i suoi servitori più potenti e crudeli; essi erano guidati da Gothmog, il Signore dei Balrog, il quale era anche il Capitano degli Eserciti di Angband.
  • Draghi: nuova creazione di Morgoth, già rivelati al tempo della Dagor Bragollach ma perfezionati nel tempo, fino a crearne di diverse forme e tipologie; alla loro testa vi era Glaurung il Dorato, Padre dei Draghi.
  • Mannari
  • Lupi
  • Troll
  • Vampiri

Ciò che nessuno all'epoca sapeva era che, negli anni precedenti alla venuta degli Esterling nel Beleriand, Morgoth si era recato nell'estremo oriente della Terra di Mezzo, dove aveva operato per corrompere gli Uomini e farne suoi alleati; benché non tutti avessero prestato ascolto alle sue menzogne, alcuni si erano invece alleati all'Oscuro Signore e quindi, una volta attraversati gli Ered Luin, quando si misero al servizio dei Noldor molti di essi (tranne Bór e la sua gente) erano in realtà alleati di Angband e dunque pronti al tradimento.

Lo Scontro[]

La carica di Gwindor e l'inizio della battaglia[]

Gwindor's Charge by Peter Xavier Price

La carica di Gwindor che segna l'inizio della battaglia, Peter Xavier Price.

Il piano originale dell'Alleanza prevedeva che l'esercito di Fingon avrebbe atteso le armate di Maedhros prima di lanciare un attacco congiunto sulla piana dell'Anfauglith contro Angband. Tuttavia Morgoth era a conoscenza di tale piano e operò in modo che fosse Fingon ad attaccare senza attendere Maedhros: provocò in qualsiasi modo le schiere avversarie e alla fine fece portare molti prigionieri Noldor, tra i quali il nobile Gelmir del Nargothrond, davanti ad esse e i suoi orchi presero ad ucciderli crudelmente. Ciò provocò la reazione disperata di Gwindor, fratello di Gelmir, il quale si pose alla testa della sua truppa di cavalieri del Nargothrond e, senza attendere gli ordini di Fingon, si lanciò all'assalto trascinandosi dietro il resto dell'esercito dei Noldor.

"Per sfortuna, in quel punto degli avamposti stava Gwindor del Nargothrond, fratello di Gelmir. E la sua ira si infiammò a follia, ed egli balzò fuori a cavallo, e con lui molti altri; ed essi inseguirono gli araldi e li uccisero, penetrando a fondo nello schieramento nemico. E a quella vista, l’esercito dei Noldor non seppe più trattenersi, Fingon si pose in capo l’elmo bianco e fece dar fiato alle trombe, e le armate dello Hithlum s’avventarono da dietro i colli in un assalto furioso. Le spade sguainate dei Noldor barbagliarono come fuoco in una distesa di canne; e cosi feroce e rapida fu la loro azione, che per poco i disegni di Morgoth non andarono in fumo. Prima che l’esercito da lui inviato all’ovest potesse ricevere soccorsi, venne spazzato via, e gli stendardi di Fingon volarono sull'Anfauglith e furono piantati davanti alle mura di Angband. Sempre all’avanguardia era Gwindor, e con lui gli Elfi del Nargothrond, e neppure ora si potè trattenerli: irruppero attraverso il Cancello e uccisero i guardiani sulle scale stesse di Angband, e Morgoth tremò sul suo trono nelle profondità, udendoli battere ai suoi usci."
—Il Silmarillion, cap. XX, "La Quinta Battaglia, Nirnaeth Arnoediad"

Visto che ormai era inutile attendere e gli eventi avevano sopravanzato il piano convenuto, Fingon dette l'ordine alle trombe di suonare l'assalto generale e le sue forze si lanciarono dunque in avanti, travolgendo i nemici e piantando i propri stendardi davanti ai cancelli di Angband e venendo poi raggiunte dalle forze di Maedhros. Morgoth, che non aspettava che questo, attraverso gallerie e varchi nascosti fece uscire allo scoperto da Angband il suo sterminato esercito che, oltre ai soliti Orchi e Balrog, contava anche diverse decine di Draghi ed era enormemente superiore di numero all'esercito degli Uomini e degli Elfi. Dopo un 'iniziale momento di sgomento, le forze dell'Alleanza ripresero a combattere e forse avrebbero anche potuto vincere nonostante la sproporzione di forze.

Il Tradimento di Ulfang e l'arrivo di Turgon[]

Turgon e Glorfindel Nirnaeth Arnoediad

L'arrivo dell'Esercito di Gondolin, alla fine rivelatosi insufficiente a capovolgere le sorti della battaglia.

Tuttavia ciò che essi non avevano previsto fu il tradimento di Ulfang, il comandante delle truppe Esterling, che in quel momento tenevano la retroguardia dello schieramento. Morgoth infatti, già molti anni prima che l'Alleanza si formasse, aveva compiuto un'opera di persuasione nei confronti degli Esterling guidati da Ulfang i quali, essendo meno puri degli Edain, erano passati dalla sua parte così, quando l'esercito dell'Alleanza si era messo in marcia, gli alleati non sospettavano di avere una serpe in seno. Ciò, unito agli attacchi a sorpresa degli Orchi e dei draghi, creò un grande scompiglio tra le truppe degli Uomini ed Elfi e in breve la situazione si fece terribilmente caotica: i cavalieri del Nargothrond furono massacrati presso le porte di Angband e Gwindor stesso catturato, mentre le truppe di Fingon si trovarono circondate, oltre che dagli Orchi, dagli Esterling che rivoltarono le proprie armi contro di loro. Un bagliore di speranza sembrò giungere quando le trombe annunciarono la venuta di Turgon e Maeglin con diecimila guerrieri dell'Esercito di Gondolin, ma la sproporzione di forze era tale che il breve sbandamento causato dall'arrivo contemporaneo delle forze di Maedhros, venne subito recuperato dalle forze di Morgoth che si lanciarono nuovamente all'assalto dei nemici.

La morte di Fingon[]

Mentre tutto ciò accadeva Fingon e i suoi si trovarono ad un certo punto isolati, circondati da una forza a loro tre volte superiore, mentre Turgon e gli Edain della Casa di Hador venivano respinti verso sud nei pressi delle Paludi di Serech.

Death of Fingon by tuuliky

Morte di Fingon, tuuliky.

A guidare queste forze era Gothmog, il Signore dei Balrog e comandante degli Eserciti di Morgoth, il quale affrontó personalmente in duello il Re Supremo dei Noldor, vincendo in maniera sleale:

"Ma ecco che nel settore occidentale dello schieramento Fingon e Turgon furono assaliti da una marea di forze tre volte quelle rimaste loro. Era giunto Gothmog, signore dei Balrog, supremo comandante di tutte le forze di Angband, e Gothmog infisse un negro cuneo tra gli eserciti degli Elfi accerchiando Fingon e respingendo Turgon e Hurin verso le paludi di Senech. Poi si volse verso Fingon e fu un terribile scontro. Alla fine Fingon si ritrovò solo, le sue guardie morte attorno a lui; ed egli combatté con Gothmog, finché un altro Balrog lo prese alle spalle imprigionandolo con un laccio di fuoco. Gothmog allora lo abbatté con la sua nera ascia, e una fiamma bianca sprizzò dall'elmo di Fingon quando venne spaccato. Così cadde il Supremo Re dei Noldor; e i nemici lo sfracellarono nella polvere con le loro mazze, e nella pozza del suo sangue buttarono e calpestarono il suo stendardo azzurro e argento."
—Il Silmarillion, cap. XX, "La Quinta Battaglia, Nírnaeth Arnoediad"

La morte del loro Re gettò nel panico i Noldor dell'Hithlum, i quali in preda alla disperazione cercarono di aprirsi una via di fuga combattendo, ma ben pochi riuscirono a farsi largo tra le schiere di Angband e la maggior parte di loro trovò una onorevole morte sul campo oppure una greve prigionia nei sotterranei di Angband.

La ritirata di Turgon e la resistenza di Húrin Thalion[]

Vedendo che ormai le sorti della battaglia stavano volgendo al peggio Turgon, straziato nel cuore per la morte di così tanti Noldor e Edain, decise di ritirarsi dal campo di battaglia, così da risparmiare il massacro dei propri guerrieri in vista di un futuro nuvoletti confronto contro Gothmog. Tuttavia i nemici gli erano molto appresso e non sarebbe mai riuscito a ritirarsi senza essere seguito; ma ecco che presso il Passo del Sirion giunsero Húrin e Huor che, al comando degli uomini della Casa di Hador, si avventarono sui nemici con grande ferocia, riunendosi alle forze di Gondolin e tenendo a bada con loro le forze di Angband. Lo scontro però non poteva essere vinto, così i due fratelli esortarono il Re Elfico a ritirarsi e tornare a Gondolin, mentre loro gli avrebbero protetto la ritirata con i propri guerrieri.

"Perduta era la battaglia; ma Hurin e Huor, e quel che rimaneva della Casa di Hador, resistevano ancora a piè fermo con Turgon di Gondolin; e le schiere di Morgoth non riuscivano a impadronirsi dei Passi del Sirion. Allora Hurin parlò a Turgon e disse: «Vattene, signore, finché sei in tempo! Tu sei l' ultimo della Casa di Fingolfin e in te è riposta l'ultima speranza degli Eldar. Finché Gondolin resiste, il cuore di Morgoth conoscerà la paura». Rispose Turgon: «Ormai Gondolin non può più rimanere celata a lungo e, una volta scoperta, non potrà che cadere». Parlò dunque Huor e disse: «Eppure, se resiste ancora un po', ecco che dalla tua Casata verrà la speranza degli Elfi e degli Uomini. Questo è quel che ti dico, o signore, ora che sono al cospetto della morte: sebbene qui ci si debba separare per sempre e mai più rivedrò le tue bianche mura, da te e da me sorgerà una nuova stella. Addio!»"
—I Figli di Húrin, cap. II, "La Battaglia delle Innumerevoli Lacrime"

Salutato Turgon i due fratelli si posizionarono con ciò che rimaneva della propria gente a difesa del Passo del Sirion, conducendo una strenua resistenza contro le soverchianti forze di Morgoth e permettendo all'esercito di Gondolin di abbandonare il campo senza essere inseguito dai servi dell'Oscuro Signore.

Aurë entuluva by Jenny Dolfen

«E ogniqualvolta menava un colpo Hùrin gridava: "Aure Entuluva! il giorno risorgerà!". Settanta volte lanciò quel grido» by Jenny Dolfen

Tuttavia si trattò di un gesto tanto eroico quanto suicida: gli uomini della Casa di Hador morirono quasi tutti e ben pochi riuscirono ad abbandonare il campo di battaglia illesi, mentre lo stesso Huor cadde al fianco di suo fratello, colpito ad un occhio da una freccia avvelenata.

Ormai rimasto solo Húrin decise quindi di mettere in campo un ultima disperata resistenza e, strappata un'ascia dalle mani dei nemici, tenne da solo il passo ormai preda di una follia combattiva:

"Rimase, ultimo superstite, Hùrin, il quale allora gettò lo scudo, brandendo un'ascia a due mani; e cantava mentre l'arma fumava del sangue nero dei giganti che costituivano la guardia del corpo di Gothmog, finché questa tutta si dissolse, e ogniqualvolta menava un colpo Hùrin gridava: "Aure Entuluva! il giorno risorgerà!". Settanta volte lanciò quel grido; ma lo presero vivo per ordine di Morgoth che pensava così di fargli più male che se lo avesse fatto uccidere."
—I Figli di Húrin, cap. II, "La Battaglia delle Innumerevoli Lacrime".

Nonostante l'eroica resistenza e il tentativo di cadere gloriosamente sul campo assieme ai suoi uomini, Húrin fu tuttavia catturato e tradotto in catene ad Angband su espresso ordine di Morgoth, il quale voleva strappare al Signore del Dor-lómin la posizione segreta della città di Gondolin.

La morte di Azaghâl e il ferimento di Glaurung[]

Mentre tutto ciò accadeva i guerrieri dell'Alleanza di Maedhros si trovarono a fare i conti con i terribili draghi sputafuoco di Morgoth, i quali erano guidati da Glaurung, il Padre dei Draghi in persona. Essi sparsero morte e terrore tra le schiere degli Uomini e dei Noldor, i quali non erano preparati a resistere a tanto orrore o alle fiamme draconiche. Tuttavia un soccorso giunse insperato dai Nani di Belegost guidati dal loro Re Azaghâl, il quale si era unito alle forze di Maedhros per combattere contro l'Oscuro Signore; infatti i Nani fin dalla prima apparizione di Glaurung avevano cominciato a forgiare corazze in grado di proteggere dalle alte fiamme e armi in grado di perforare le robuste scaglie; fu così che i guerrieri di Azaghâl riuscirono a resistere meglio al fuoco dei Draghi e a contenere il loro terribile assalto, dando modo ai loro alleati di cominciare a ritirarsi e salvando così molti Noldor e Edain dal totale annientamento.

Azaghal by Steamey

«Allora i Nani sollevarono il corpo di Azaghàl e lo portarono via; e andavano a passo lento, intonando un canto funebre con voci fonde, quasi fossero a un mortorio nella loro contrada, senza più badare ai loro nemici; e nessuno osò tentare di fermarli» La morte di Azaghâl by Steamey

Vedendo che il suo assalto veniva fermato, Glaurung si espose in prima linea sperando di intimorire i nemici con la sua presenza e farli indietreggiare, ma i Nani gli si fecero intorno e cominciarono a colpirlo duramente con le loro mazze e asce; ferito e infuriato il drago si lanciò contro il Re agguantandolo tra i suoi artigli e tentando di squarciarlo, ma Azaghâl era caparbio e, prima di morire per le ferite, riuscì a ferire gravemente Glaurung con la sua spada

"Delle forze orientali, gli ultimi a tener duro furono i Nani di Belegost, che s'acquistarono grande fama. [...] E, non fosse stato per i Nani, Glaurung e la sua stirpe avrebbero sterminato quanto restava dei Noldor. I Naugrim però gli fecero cerchio attorno quand'esso li assalì, e neppure la sua possente corazza valse a difenderlo appieno dai colpi delle loro grandi azze; e quando nel suo furore Glaurung si volse, abbattè Azaghàl Signore di Belegost e lo calpestò, con le ultime forze Azaghàl gli piantò un coltello nel ventre, e siffattamente lo ferì che il drago fuggì dal campo di battaglia e le belve di Angband sgomente volsero le terga seguendolo. Allora i Nani sollevarono il corpo di Azaghàl e lo portarono via; e andavano a passo lento, intonando un canto funebre con voci fonde, quasi fossero a un mortorio nella loro contrada, senza più badare ai loro nemici; e nessuno osò tentare di fermarli."
—Il Silmarillion, cap. XX, "La Quinta Battaglia, Nirnaeth Arnoediad"

La morte di Azaghâl fu l'ultimo atto della grande tragedia della Nirnaeth Arnoediad, ma il sacrificio del Re dei Nani costrinse alla ritirata Glaurung e i suoi draghi, permettendo così ai superstiti dei Noldor e Edain di ritirarsi dal campo senza essere totalmente annientati dalle forze di Angband.

Conseguenze[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi le voci Haudh-en-Ndengin, Maledizione di Morgoth sulla Casa di Húrin e Caduta del Falas.
The Hill of Slain by Ted Nasmith

Rían in lacrime presso la Haudh-en-Ndengin, Ted Nasmith.

"Ora, per ordine di Morgoth, gli Orchi, con grande fatica, raccolsero tutti i corpi senza vita dei loro nemici e, accumulandone equipaggiamenti e armi, eressero nel cuore della piana dell'Anfauglith un enorme tumulo che era come una collina visibile di lontano. Haudh-en-Ndengin, così la chiamarono gli Elfi. Ma l'erba vi crebbe alta e verde, ricoprendo di erba la collina, unica in tutto quel deserto; e nessuno dei servi di Morgoth calpestò in seguito la terra sotto la quale le spade degli Eldar e degli Edain si sgretolavano per la ruggine."
—La Haudh-en-Ndengin, I Figli di Húrin

La Battaglia delle Innumerevoli Lacrime fu la più grave sconfitta mai subita dai Noldor e dai loro alleati, mentre segnò il trionfo di Morgoth: i Noldor furono scacciati dall'Hithlum che venne occupato dagli Esterling, i quali schiavizzarono ciò che restava della genti della Casa di Hador, con la Marca di Maedhros che fu distrutta, i Figli di Fëanor si ritirarono a sud, mentre il regno del Falas cadde poco dopo la battaglia lasciando l'Oscuro Signore praticamente l'incontrastato padrone del Beleriand Settentrionale. Ormai restavano ad opporsi ad Angband solamente i regni di Gondolin, del Nargothrond e del Doriath, ma nessuno di essi, nemmeno se si fossero coalizzati, avrebbe mai avuto la forza di ricacciare indietro le armate di Morgoth.

Una sacca di resistenza gli Edain la mantennero nelle foreste del Brethil, dove la Casa di Haleth resisteva opponendo raffinate tattiche di guerriglia allo strapotere di Morgoth, ma gli Edain che non erano stati uccisi o schiavizzati fuggirono nel profondo sud del Beleriand, mentre alcuni addirittura riattraversarono gli Ered Luin cercando scampo nell'est della Terra di Mezzo.

Dopo la battaglia Morgoth ordinò ai suoi servi di accatastare in un unico punto i corpi e le armi dei suoi nemici: i morti erano così tanti che il loro accumulo impiegò molti giorni e fatica ai servi di Angband e il risultato fu che al centro della piana dell'Anfauglith sorse un alto colle che prese di nome di Haudh-en-Ndengin, che in Sindarin significa letteralmente "Collina del Massacro". Qui in seguito Morgoth vi portò Húrin, dove cercò inutilmente di tentarlo e convincerlo con le minacce a rivelargli la posizione di Gondolin, così come in seguito vi giunse Rían, la moglie di Huor, la quale vi si lasciò morire per disperazione.

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