Nimloth era l'Albero Bianco di Númenor, discendente dall'albero Celeborn di Tol Eressëa, che si trovava nei Giardini del Re ad Armenelos. Fu donato dagli Eldar ai númenóreani all'inizio della Seconda Era come simbolo di alleanza e eterna amicizia tra gli Uomini dell'Ovesturia e gli Elfi di Aman.
Fu distrutto per ordine di Ar-Pharazôn, ormai plagiato da Sauron, ma Isildur riuscì a salvare un frutto di quell'albero che portò nella Terra di Mezzo e dal quale sarebbe disceso l'Albero Bianco di Gondor.
Nomi e etimologia[]
Nimloth è una parola Sindarin che significa letteralmente "Fiore Bianco".
Storia[]
Origini[]
Nimloth discendeva in linea diretta da Galathilion, il bianco albero costruito a immagine di Telperion che cresceva nella città di Tirion in Valinor. In seguito un arbusto dell'albero era stato donato dai Noldor agli elfi di Tol Eressëa e da esso si era originato l'albero Celeborn.
Durante la Seconda Era gli Elfi di Tol Eressëa, che sovente si recavano in visita a Númenor, donarono ai Dúnedain un arbusto di Celeborn in segno di amicizia; tale pianta venne piantata nel giardino del Palazzo Reale ad Armenelos e per millenni fu il simbolo del legame dei Númenóreani con gli Eldar e i Valar.
Il declino e la distruzione ad opera di Sauron[]
Col crescere dell'arroganza degli ultimi sovrani númenóreani e l'affermazione delle dottrine degli Uomini del Re, l'albero cominciò a deperire seccandosi man mano i suoi rami e le radici, quasi a simboleggiare il declino spirituale dei Dúnedain che sempre più si allontanavano dalla fedeltà ai Valar.
Durante il regno di Tar-Palantír, che cercò di porre rimedio alle mancanze dei suoi predecessori, l'albero tornò per un certo periodo a prosperare, tuttavia l'avvento al trono di Ar-Pharazôn interruppe il processo di ripresa e Nimloth tornò a deperire. Nel periodo della sua cattività a Númenor Sauron, che era riuscito a divenire il più ascoltato consigliere del Sovrano, riuscì a convincere Ar-Pharazôn a voltare definitivamente le spalle ai Valar e istigò il Re ad abbattere quel simbolo di alleanza e fratellanza con gli Elfi. Ar-Pharazôn decretò quindi che l'albero venisse sradicato dai giardini del Palazzo Reale e bruciato nel Tempio di Morgoth.
Ma Isildur, figlio di Elendil, non appena seppe della decisione del Re si introdusse nel palazzo reale e rubò uno degli ultimi frutti della pianta, riuscendolo a riportare a Rómenna nella dimora di suo nonno Amandil, nonostante le mortali ferite infertegli dalle guardie. Probabilmente il giovane Principe sarebbe morto ma l'arbusto benedetto nato dal seme, come ricompensa per il suo coraggio, compì un miracolo e guarì le ferite di Isildur salvandogli la vita. L'albero che nacque da quel seme venne portato da Isildur nella Terra di Mezzo quando, assieme al fratello e al padre, dovette fuggire da Númenor prima della sua caduta.
Dall'albero Nimloth discendono tutti gli Alberi Bianchi di Gondor.