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Nan-tathren, la Terra dei Salici, era una regione del Beleriand situata tra il fiume Narog e il fiume Sirion.

Etimologia[]

Nan-tathren è un nome Sindarin che può essere tradotto sia come "Valle dei Salici" che "Terra dei Salici". In Quenya è conosciuta anche coi nomi di Tasarinan o Nan-tasarion che hanno pressappoco lo stesso significato del nome Sindarin.

Descrizione[]

Sorgeva attorno alla confluenza del Narog nel Sirion, circa a duecento miglia a sud-est del Nargothrond. Qui il Sirion scorreva lento tra bassi argini, formando ampie anse. Questa terra era ricoperta da erba verde e alta punteggiata da innumerevoli ranuncoli e vi crescevano salici secolari all'ombra dei quali spuntavano gli iris. Le acque del fiume erano ricoperte di ninfee e presso le sponde crescevano fitti giunchi e carici. Si dice che la Terra dei Salici fosse il luogo in cui nacquero le farfalle che erano presenti in gran numero. In estate vi erano una moltitudine di libellule e di mosche e il silenzio era interrotto dal canto dei grilli e dal ronzio delle api. La bellezza della Nan-tathren era tale che coloro che vi passavano troppo tempo ne finivano incantati e non volevano più abbandonarla; ciò accadde a Tuor prima di essere scosso dalla musica di Ulmo[1].

Storia[]

La Nan-tathren non venne mai abitata da grandi insediamenti di Sindar, né fu al centro di grandi eventi della storia del Beleriand. Dopo la sconfitta dell'Alleanza di Maedhros nella Nirnaeth Arnoediad subì una breve incursione da parte di pattuglie composte da orchi e lupi.

Nel 511 PE, a seguito della Caduta di Gondolin, i sopravvissuti alla distruzione della città, guidati da Idril e Tuor, si accamparono brevemente presso la Nan-tathren dove recuperarono le forze e resero gli onori ai propri caduti.

A seguito della Guerra d'Ira il territorio venne sommerso dal Grande Mare.

Barbalbero, in compagnia di Merry e Pipino, rimembrò nostalgicamente in una delle sue canzoni la bella terra di Tasarinan in cui era solito vagare durante la primavera[2].

Note[]

  1. La Caduta di Gondolin, pp. 39-40
  2. Il Signore degli Anelli, Le Due Torri, Barbalbero, p. 573
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