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"Ma, col progredire del tema, nel cuore di Melkor sorse l’idea di inserire trovate frutto della propria immaginazione, che non erano in accordo con il tema di Ilùvatar, ed egli con ciò intendeva accrescere la potenza e la gloria della parte assegnatagli. A Melkor tra gli Ainur erano state concesse le massime doti di potenza e conoscenza, ed egli partecipava di tutti i doni dei suoi fratelli. Spesso se n’era andato da solo nei luoghi vuoti alla ricerca della Fiamma Imperitura, poiché grande era in lui il desiderio di porre in Essere cose sue proprie, e gli sembrava che Ilùvatar non tenesse da conto il Vuoto, e la vacuità di questo gli riusciva intollerabile. Ma il Fuoco non l’aveva trovato, poiché esso è con Ilùvatar. Standosene solo, aveva però preso a concepire pensieri suoi propri, diversi da quelli dei suoi fratelli."
Il Silmarillion, Ainulindalë, La Musica degli Ainur.

Melkor, conosciuto anche come Morgoth o Oscuro Signore, è un potente Ainur appartenente alla schiera dei Valar e un tempo annoverato tra gli Aratar. Tuttavia, a differenza dei suoi fratelli, s'insuperbì deviando dalla Grande Musica e inserendovi temi che solo lui aveva pensato e gettando così il germe della corruzione nell'opera di Ilúvatar. Nacque in lui il desiderio di divenire il Signore di Arda ed impadronirsi del potere della Fiamma Imperitura, scalzando Eru dal suo trono.

Per tutta la sua vita egli divenne un maestro di distruzione ed inganni e causò molto dolore sia ai Valar che agli Elfi e agli Uomini, attirando a sé anche molti Maiar come Sauron e coloro che in seguito sarebbero stati noti come Balrog.

Fu il creatore della razza degli Orchi, ottenuta attraverso la corruzione di quelli che un tempo erano Elfi operata attraverso crudeli magie e orrende torture su alcuni disgraziati primogeniti da lui catturati e rinchiusi nelle segrete di Utumno. Tale azione viene ritenuta tra le più abiette mai compiute dall'Oscuro Signore in spregio a quella che è l'opera più bella di Ilúvatar.

Dopo la sua prima sconfitta nella Seconda Guerra delle Potenze, fu sempre Melkor a turbare la pace di Valinor distruggendo i Due Alberi e rubando i Silmaril di Fëanor, dando inizio a quella che successivamente divenne nota come la Guerra dei Gioielli.

Sconfitto a seguito della Guerra d'Ira, venne relegato nel Vuoto, dal quale però fuggirà per iniziare la Dagor Dagorath, nella quale troverà la morte definitiva per mano di Turin Turambar.

Nomi e titoli[]

Etimologia[]

Melkor è il nome con il quale era conosciuto all'inizio dei tempi, e il significato letterale è "Colui che si leva in possanza", essendo Melkor, infatti, il più grande di tutti i Valar per conoscenza, magnificenza e potenza.

L'uso di tale nome sarà poi abbandonato quando Fëanor, figlio di Finwë (che era stato assassinato da Melkor stesso), lo chiamerà per la prima volta Morgoth, epiteto il cui significato è "Nero nemico del mondo".

Da allora, il Signore Oscuro sarà sempre conosciuto con tale nome, e pian piano il suo vero nome sarà dimenticato dalle genti di Arda. Era conosciuto anche coi nomi di Bauglir (Oppressore), di Belegûr (Colui che si leva in grandezza), di Belegurth (Morte Oscura).

In Noldorin il suo nome è Belcha che significa "Fiamma".

Titoli[]

Nel corso degli anni Melkor si attribuì, o gli vennero attribuiti, diversi titoli, dei quali riportiamo l'elenco:

  • Oscuro Signore
  • Re del Mondo (autoattribuito)
  • Antico Re (autoattribuito)
  • Signore dei Destini di Arda (autoattribuito)
  • Re Oscuro
  • Re Nero
  • Signore del Fuoco
  • Fiamma di Udûn
  • Il Nemico
  • Nero Cacciatore
  • Signore delle Bugie
  • Maestro degli Inganni
  • Signore dell'Oscurità
  • Signore del Tutto e Donatore di Libertà (quest'ultimo gli venne attribuito da Sauron quando tentò di convincere i Numenoreani a voltare le spalle ai Valar e a convertirsi al culto di Melkor)

Descrizione[]

Poteri e abilità[]

Melkor nacque nella mente di Ilúvatar come il più potente della stirpe degli Ainur, superiore persino a Manwë, anche perché Eru lo aveva creato con una comprensione di tutti i campi di competenza dei suoi fratelli, anche se a differenza loro rifiutò sempre di collaborare utilizzando i suoi immensi poteri e conoscenze unicamente per il proprio tornaconto. Similmente ad Aulë egli esercitava un grande potere sulla terra e i suoi elementi, tranne che sull'acqua, ed era in grado di creare diversi oggetti essendo molto abile nella metallurgia e alle arti magiche; tuttavia ribellandosi a Eru, Melkor perse la facoltà di creare esseri viventi o altre cose dal nulla, perciò si ridusse a corrompere e pervertire le opere degli altri Valar.

Era inoltre terribilmente intelligente e astuto: uno dei suoi attributi è infatti Maestro di bugie e Inganni, poiché egli è in grado di instillare menzogne e malvagità nel profondo dell'animo senza che la vittima se ne renda conto e, anzi, penserà addirittura di averle partorite da solo certe idee.

Benché fosse il più potente di tutti gli Ainur, quando Melkor discese in Arda disperse la propria essenza nel mondo, impregnandone la terra stessa, risultandone tuttavia indebolito: infatti, alla fine della Prima Era e della Guerra d'Ira, quando l'Oscuro Signore fu trascinato fuori da Angband in catene, non poté resistere all'Esercito di Valinor.

Aspetto e carattere[]

L'aspetto di Morgoth era variabile in quanto, come del resto gli altri Ainur, essendo un essere di spirito non aveva bisogno di un corpo fisico per vivere ma cambiava forma a seconda della convenienza esattamente come per un vestito. All'inizio dei tempi e durante la sua prigionia a Valinor, egli era in grado di assumere forme bellissime e ammalianti, tuttavia quando la sua ribellione ad Eru divenne palese e assunse il titolo di Oscuro Signore egli preferì assumere aspetti oscuri e terribili, che incarnassero il terrore e la disperazione.

Morgoth vs Fingolfin by Rick Ritchie

L'aspetto di Morgoth durante il duello contro Fingolfin come appare in un'illustrazione

Nel corso degli anni egli travisò spesso il proprio aspetto in forme diverse, specialmente quando cercò di corrompere gli Uomini, tuttavia nelle poche manifestazioni che fece apparve sempre come un essere nero e imponente, dagli occhi fiammeggianti di malvagità, come durante il suo duello contro Fingolfin:

"E sbucò all'aperto, protetto da una nera armatura; e stette davanti al Re simile a torre, coronato di ferro, e il suo vasto scudo fosco e senza riflessi proiettava su Fingolfin un'ombra come di nube temporalesca. "
—L'apparizione di Morgoth durante il suo duello con Fingolfin, Il Silmarillion

Tuttavia Morgoth, nel corso degli eventi che portarono poi alla sua caduta, subì anche una serie di ferite che lo segnarono negli anni a venire: infatti, dopo il furto dei Silmaril, la luce benedetta dei gioielli gli piagò dapprima le mani e poi, dopo che li ebbe incastonati nella Corona Ferrea, la fronte; inoltre durante il suo duello contro Fingolfin l'Oscuro Signore ricevette sette ferite dal Re Elfico il quale, prima di spirare, riuscì a recidergli un tendine, cosa che rese per sempre Morgoth zoppo, dopodiché fu sfregiato dagli artigli di Thorondor, calato su di lui per impedire che facesse scempio del corpo dell'elfo per vendetta.

Caratterialmente Morgoth era molto esigente ed egoista, e covava il desiderio di distruggere tutto ciò che non poteva sottomettere al proprio servizio, come il mare di Ulmo, e tutto quello che considerava una minaccia al proprio dominio. La pietà era al di là della sua comprensione, come d'altronde anche il coraggio dato che egli, unico tra i Valar, conobbe la paura e più volte si comportò da codardo: persino quando accettò la sfida a duello di Fingolfin, nonostante il divario di potere, lo fece controvoglia e unicamente per non perdere la faccia di fronte ai suoi capitani.

Servi e alleati[]

  • Sauron (particolare)

    Sauron.

    Sauron: anticamente un Maia della schiera di Aulë, fu indubbiamente il più potente e intelligente servitore di Morgoth, tanto da divenire il suo secondo in comando nella Guerra dei Gioielli e il più temuto dei servitori di Angband. Dopo la sconfitta del suo padrone nella Guerra d'Ira, Sauron cercò il perdono presso Eonwë, ma il Capo dei Maiar non glielo concesse sostenendo che sarebbe dovuto tornare a Valinor ad implorare il perdono delle Potenze; non volendo subire questa umiliazione, l'ex-luogotenente di Morgoth fuggì dunque nell'estremo est della Terra di Mezzo e per oltre mille anni fece perdere le sue tracce. Durante la Seconda e la Terza Era si erse come il secondo Oscuro Signore, intenzionato a dominare la Terra di Mezzo e i popoli che vi vivevano; assieme a Celebrimbor forgiò gli Anelli del Potere e causò la rovina di Númenor, per poi venire definitivamente sconfitto durante la Guerra dell'Anello alla fine della Terza Era.
  • Goth

    Gothmog.

    Gothmog: il più potente dei Maiar che all'inizio dei tempi vennero sedotti dalla possanza di Melkor, fu uno dei primi Balrog, dei quali divenne il Signore, primo comandante delle forze di Angband sul campo di battaglia. Durante la Dagor Nuin Giliath ferì mortalmente Fëanor, mentre durante la Nirnaeth Arnoediad uccise il Re Supremo dei Noldor Fingon. Guidò le forze di Morgoth durante la Caduta di Gondolin ma venne ucciso in battaglia da Echtelion della Fonte che lo trascinò con sé nella Fontana del Re, le cui benedette acque spensero le malvagie fiamme che lo mantenevano in vita.
  • The Slaying of Glaurung by Ted Nasmith

    Glaurung, Ted Nasmith.

    Glaurung: conosciuto anche come il "Grande Verme" o "Padre dei Draghi, fu il primo drago mai creato da Morgoth ed uno dei suoi servitori più potenti e pericolosi. Prese parte alla Dagor Bragollach e alla Nirnaeth Arnoediad e guidò le forze di Angband che distrussero la fortezza del Nargothrond, oltre ad avere un ruolo molto importante nel portare a compimento Maledizione di Morgoth sulla Casa di Hurin. Fu infine ucciso dall'eroe Túrin Turambar in combattimento, ma prima di esalare il suo ultimo respiro inflisse ulteriore dolore alla Casa di Húrin spezzando l'incantesimo di oblio che aveva lanciato su Niënor.
  • Draugluin by Ted Nasmith

    Draugluin, Ted Nasmith.

    Draugluin: conosciuto anche come "Padre dei Mannari", fu il primo dei Mannari di Angband ad essere creato da Sauron e uno dei più fidati sottoposti del Luogotenente di Morgoth. Venne ucciso da Huan, il Mastino di Valinor, durante il salvataggio di Beren Erchamion da parte di Lúthien. In seguito Beren utilizzò la sua pelle per entrare di nascosto in Angband.
  • Carcharoth by Daniel Puerta

    Carcharoth, Daniel Puerta.

    Carcharoth: figlio di Draugluin, venne allevato e accresciuto da Morgoth in persona appositamente per opporsi a Huan. Posto a guardia dei Cancelli di Angband, mozzò la mano nella quale Beren custodiva il Silmaril sottratto a Morgoth, ma il gioiello benedetto gli fece perdere la ragione e fuggì nel Beleriand portando morte e distruzione in tutto il nord. In seguito raggiunse il Doriath, dove una compagnia di cacciatori formata da Thingol, Mablung, Beleg e lo stesso Beren lo affrontò, ma Carcharoth riuscì ad uccidere Beren; alla fine Huan affrontò personalmente il mannaro e lo sconfisse, ma morì poco dopo per le ferite riportate.
  • Thuringwethil: anticamente una Maia che aveva scelto di servire Morgoth, Thuringwethil ricopriva il ruolo di messaggera e araldo di Sauron, occupandosi dello scambio di messaggi tra Angband e Tol-in-Gaurhoth assumendo la forma di un orribile vampiro alato. Venne uccisa da Huan, impedendo così che Morgoth venisse a conoscenza del fallimento di Sauron, il quale poi dette la pelle del vampiro a Luthien così che la fanciulla potesse introdursi in Angband assieme a Beren.
  • Ancalagon: fu il più grande e potente dei Draghi Alati mai creati da Morgoth. Si rivelò molto tardi, non prendendo parte alla Guerra dei Gioielli, ma venendo poi utilizzato da Morgoth contro le armate dei Valar nella Guerra d'Ira. Venne ucciso da Eärendil dopo un duro combattimento nei cieli e il suo corpo cadendo abbatté i tre picchi del Thangorodrim, danneggiando gravemente la fortezza di Angband.
  • Othrod: fu un potente generale orchesco che comandò una legione di orchi durante la Caduta di Gondolin. Venne ucciso da Tuor durante i combattimenti nella città.
  • Lungorthin: secondo Balrog più potente dopo Gothmog, ricopriva il grado di comandante della Guardia di Angband e custode dei cancelli della fortezza. A seguito della morte di Gothmog durante la battaglia per Gondolin, Lungorthin divenne il nuovo Signore dei Balrog.
  • Fankil: fu il Luogotenente di Melkor nelle prime versioni del legendarium, ruolo che successivamente verrà in parte assunto da Sauron
  • Langon: l'Araldo di Melkor e uno dei suoi primi servitori
  • Ungoliant: possente creatura aracnoide che infestava Avathar

Biografia[]

Ainulindalë[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi la voce Ainulindalë.
Melkor by kimberly80

Melkor quando ancora conservava l'aspetto leggiadro degli Ainur, kimberly80.

Prima della creazione di , Melkor, il più potente tra gli Ainur creati da Eru, era oltremodo desideroso di dare vita a cose di sua immaginazione, e passò dunque lungo tempo, da solo, alla ricerca della Fiamma Imperitura, senza trovarla, perché non comprese che questa non era un artefatto materiale, ma si trovava con Eru, e ne costituiva la potenza creativa. Stando da solo, però, ottenne una ben scarsa comprensione degli altri Ainur e di Eru, in quanto raramente li ascoltava, e raramente partecipava ai loro canti intonati in onore di Ilùvatar. Col tempo prese a concepire dei pensieri diversi da quelli degli altri e di Eru e a provare dei sentimenti mai provati prima da nessun altro Ainur. Divenne invidioso del suo creatore, e dal momento che non poteva creare cose sue come faceva Eru, concepì l'idea della sottomissione degli altri a se stesso, idea che divenne un desiderio cardine della sua vita.

Arrivò dunque il momento in cui venne convocato da Eru insieme a tutti gli altri Ainur allo scopo di far loro intonare in coro, ognuno però secondo la propria personalità e creatività, quella che sarà la Musica degli Ainur, che avrebbe creato il mondo. Nel momento in cui questa fu pronta, venne intonata, ma durante il canto Melkor deviò dal tema predisposto da Ilùvatar, inserendovi cose immaginate solo da lui. Tali temi erano del tutto dissimili dal tema principale, e suonavano quindi come una dissonanza estremamente sgradevole, e tuttavia entrarono a far parte della Musica, originando il Male nel Mondo e però, al contempo, arricchendo la Creazione. In seguito al suo ingresso nel Canto, molti Ainur rimasero confusi e cessarono di cantare, mentre alcuni altri presero a modificare il loro canto iniziale, adattandolo a quello di Melkor sebbene la stragrande maggioranza degli Ainur continuò a perseverare nel proprio canto iniziale.

Melkor Weaves Opposing Music by Ted Nasmith

Melkor intona un tema differente da quello di Eru, Ted Nasmith.

"E sembrò alla fine che vi fossero due musiche che procedevano contemporaneamente di fronte al seggio di Ilùvatar, ed erano affatto diverse. L’una era profonda e ampia e bella, epperò lenta e impregnata di un’incommensurabile tristezza, onde soprattutto ricavava bellezza. L’altra aveva ora acquisito una coerenza sua propria; ma era fragorosa, e vana, e ripetuta all’infinito; e aveva scarsa armonia, ma piuttosto un clamoroso unisono come di molte trombe che emettessero poche note. Ed essa tentava di sovrastare 1’altra musica con la violenza della propria voce. [...] Ilùvatar si alzò una terza volta, e il suo volto era terribile a vedersi. Ed egli levò entrambe le mani e con un unico accordo, più profondo dell’Abisso, più alto del Firmamento, penetrante come la luce dell’occhio di Ilùvatar, la Musica cessò. Poi Ilùvatar parlò e disse: «Potenti sono gli Ainur, e potentissimo tra loro è Melkor, ma questo egli deve sapere, e con lui tutti gli Ainur, che io sono Ilùvatar, e le cose che avete cantato io le esibirò sì che voi vediate ciò che avete fatto. E tu, Melkor, t’avvederai che nessun tema può essere eseguito, che non abbia la sua più remota fonte in me, e che nessuno può alterare la musica a mio dispetto. Poiché colui che vi si provi non farà che comprovare di essere mio strumento nell’immaginare cose più meravigliose di quante egli abbia potuto immaginare»."
Il Silmarillion, Ainulindalë, La Musica degli Ainur.

La realizzazione delle dissonanze di Melkor sono le molteplici forme del Male: "Per mezzo suo, nello scontro fra le musiche soverchianti sono sorti dolore e sofferenza; la confusione dei suoni ha visto nascere la crudeltà, il saccheggio, le tenebre, il fango disgustoso e ogni marciume nei pensieri e nelle cose, foschie putride e fiamme violente, il freddo senza pietà e la morte priva di speranza". Tuttavia, neppure Melkor poteva essere contrario ai voleri dell'Uno, e infatti la sua competizione con i temi di Eru in un certo senso arricchì la creazione: per esempio, quando Ulmo immaginò le acque, Melkor tentò di distruggerle con immenso calore ed immenso freddo, ma in questo modo non fece altro che originare le nuvole e il ghiaccio.

La discesa in Arda e la Prima Guerra delle Potenze[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi la voce Prima Guerra delle Potenze.
"E i Valar trassero a sé molti compagni, alcuni minori, altri grandi quasi come loro stessi, ed essi s'impegnarono assieme per ordinare la Terra e per placarne i tumulti. Allora Melkor vide ciò che era stato fatto e che i Valar camminavano sulla Terra come potenze visibili, rivestite degli indumenti del Mondo, e che essi erano aggraziati e gloriosi da vedere, nonché beati, e che la Terra stava divenendo come un giardino per il loro diletto, essendone state domate le turbolenze. La sua invidia crebbe allora enorme dentro di lui; e anch'egli assunse forma visibile, ma, a causa del suo umore e della malvagità che gli bruciava dentro, quella forma fu oscura e terribile. Ed egli calò su Arda, maggiore, per potenza e per maestà, di ogni altro Valar, come una montagna che avanzi nel mare ergendo il capo sopra le nubi e sia rivestita di ghiaccio e coronata di fumo e di fuoco; e la luce degli occhi di Melkor fu come una fiamma che consuma con il calore e che trafigge con un freddo mortale. Ebbe così inizio la prima battaglia dei Valar contro Melkor per il dominio di Arda; e di quei tumulti gli Elfi conoscono ben poco."
Il Silmarillion, Ainulindalë, La Musica degli Ainur.

Quando poi Eru rivelò agli Ainur il risultato delle loro musiche (il mondo materiale, chiamato ), Melkor fu il primo ad entrarvi, a causa del suo desiderio di sottomettere interamente Eä stessa. Dopo circa un migliaio di Anni dei Valar, quando Arda non era stata ancora completamente formata, dopo la discesa dei Valar stessi in Arda (ed innumerevoli migliaia di anni dei Valar dopo l'entrata degli Ainur in ), Melkor ed i Maiar che era riuscito ad accattivarsi (tra cui i Balrog) lottarono per la prima volta per il controllo di Arda stessa, dando inizio ai primi grandi sconvolgimenti che ne mutarono la fisionomia in quella che viene ricordata come Prima Guerra delle Potenze.

La venuta di Tulkas

La discesa di Tulkas in Arda fu una delle principali ragioni della sconfitta di Melkor nella Prima Guerra delle Potenze

Il clamore di questo conflitto fu talmente grande da raggiungere uno degli Ainur che non aveva ancora seguito i suoi fratelli: era questi Tulkas il Valoroso, il quale discese in Arda annunciando la propria venuta con una fragorosa risata e prese parte alla lotta contro Melkor dando un rilevante contributo alla sua sconfitta. Perduta in questa Prima Guerra, l'Oscuro Signore allora fuggì oltre le "Mura della Notte", che segnano il confine del mondo, per sottrarsi alla cattura e alla probabile punizione che i suoi fratelli gli avrebbero inflitto. Alla fuga di Melkor fecero seguito diversi secoli di pace, durante i quali i Valar poterono dedicarsi alla modellazione di Arda secondo il loro piacimento: fu in questo periodo che le Potenze crearono i luminari Illuin e Ormal, le quali diffusero la luce in Arda e permisero lo sviluppo della vita e delle opere ideate dai Valar. Tuttavia il Vala Ribelle aspettava pazientemente, e quando i Valar (incluso Tulkas che prese in sposa Nessa la Danzatrice) finalmente si riposarono dalle loro fatiche ad Almaren, egli tornò segretamente in Arda e con i suoi seguaci costruì la sua prima fortezza, Utumno, al nord, nascosta sotto terra e sepolta da scure montagne, dove non poteva essere scorto dagli sguardi dei Valar. È in quel periodo che iniziò a spargere i propri semi di corruzione e avvelenamento, riuscendo così a guastare quasi tutte le cose con la propria essenza, corrompendo la Primavera di Arda.

Destruction of the Great Lamps by Linda Garland

La distruzione delle Lampade, Linda Garland.

Quando i Valar si avvidero della sua presenza in Arda, iniziarono subito la ricerca del suo nascondiglio, ma Melkor scatenò la propria offensiva e come supremo atto di sfida e spregio alle opere dei suoi fratelli, distrusse le Due Lampade. A causa di ciò, Arda fu gettata nell'oscurità, le terre deturpate e sconquassate, compresa la stessa dimora dei Valar, Almaren, che venne distrutta.

Nella confusione del buio che seguì la distruzione delle lampade, Melkor fuggì riuscendo a raggiungere Utumno prima che Tulkas gli fosse addosso; e qui si tenne nascosto dalla ira dei Valar, impossibilitati a catturarlo.

Le Potenze si ritirarono dunque all'Ovest nel continente di Aman, dove crearono il reame di Valinor, e Melkor ottenne per secoli il dominio praticamente incontrastato sulla Terra di Mezzo, salvo le battute di caccia di Oromë e l'opera di osservazione e preservazione di Ulmo.

Il Risveglio degli Elfi e la Seconda guerra delle Potenze[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi la voce Seconda Guerra delle Potenze.
Utumno by Silinde-Ar-Feiniel

La fortezza di Utumno, Silinde-Ar-Feiniel.

In questo periodo, Melkor raccolse tutti i suoi seguaci in Utumno e produsse mostri di diversi generi che per molto tempo turbarono il mondo. Costruì anche un'altra fortezza, Angband, non lontana dalle rive nordoccidentali del mare, per restistere da ogni assalto che venisse da Aman, e a comandare quel luogo forte era Sauron, luogotenente di Melkor.

Quando giunsero gli Elfi, Melkor fu il primo ad esserne consapevole ed inviò ombre e spiriti malvagi a irretirli. Sovente accadde che qualche primogenito scomparisse, e si diceva che il Cavaliere Oscuro li avesse presi. Fu così che Melkor, imprigionati alcuni Elfi nelle profondità di Utumno, compì l'azione più odiosa a Ilúvatar: la creazione degli Orchi. Egli infatti, per mezzo di lente e crudeli arti, li corruppe e li rese schiavi deturbando la loro natura.

Quando anche i Valar si accorsero della comparsa degli Elfi, diedero il via alla Seconda Guerra delle Potenze contro Melkor. Mai Melkor si dimenticò quella guerra, che fu la causa della sua rovina, poichè condotta dai Valar solo per amore degli Elfi. Melkor affrontò l'assalto dei Valar nella regione nordoccidentale della Terra di Mezzo.

Ma la vittoria dell'esercito di Valinor fu rapida: i servi di Melkor fuggirono davanti a esso e si ritirarono in Utumno. Lungo e duro fu il suo assedio, e molte le battaglie che si combatterono davanti ai suoi cancelli e in quel tempo la forma della Terra di Mezzo fu nuovamente mutata. Alla fine però le porte di Utumno furono infrante e le sua Aule scoperchiate e Tulkas, in veste di campione dei Valar, combattè contro di lui e lo atterrò.

Melkor fu catturato e legato con la catena Angainor, forgiata da Aulë appositamente per imprigionarlo, e condotto a Valinor dove, presso l'Anello del Destino, venne giudicato dai Valar e condannato a rimanere imprigionato per l'equivalente di tre ere nelle Aule di Mandos; solo una volta trascorso tale periodo Manwë avrebbe deciso se liberarlo o meno.

Ma, nella fretta del loro assalto, i Valar non avevano esplorato fino in fondo le voragini e le aule nascoste di Angband e Utumno e molte creature e servitori dell'Oscuro Signore, tra i quali anche Sauron e diversi Balrog, sopravvissero rimanendo in attesa del ritorno del loro padrone.

Prima cattività e la corruzione dei Noldor[]

Melkor Teaches Noldor Manufacture Arms by ivanalekseich

Melkor insegna ai Noldor a forgiare armi, ivanalekseich.

Una volta scontata la sua pena, Melkor venne condotto di fronte ai troni dei Valar; vedendone la gloria e la beatitudine, il suo cuore si riempì di invidia e di odio, soprattutto nei confronti degli Elfi che sedevano ai piedi delle Potenze. Ma egli tenne questi suoi sentimenti nascosti e si prostrò ai piedi di Manwë e implorò perdono. Manwe, che era immune al male e non riusciva a comprenderlo, non si accorse di cosa c'era veramente nel profondo dell'animo di Melkor.

"Ora, mentre Fëanor e gli artieri dei Noldor lavoravano gioiosi, intenti a fatiche di cui non vedevano la fine, e mentre i figli di Indis crescevano fino a raggiungere piena statura, il Meriggio di Valinor stava per giungere alla sua conclusione. Accadde infatti che Melkor, secondo quanto decretato dai Valar, terminò il tempo della sua prigionia dopo essere vissuto per tre ere, solitario in ceppi, a Mandos. E alla fine, come Manwë aveva promesso, fu ricondotto di fronte ai troni dei Valar. Ne vide la gloria e la beatitudine, e il suo cuore si riempì di invidia; guardò i Figli di Ilùvatar che sedevano ai piedi dei Possenti, e si colmò di odio; sogguardò la ricchezza delle gemme lucenti, e le bramò; ma tenne celati i propri pensieri, rimandando il momento della vendetta. Di fronte alle porte di Valmar, Melkor si prostrò ai piedi di Manwë e implorò perdono, promettendo che, se avesse potuto divenire anche solo l’ultimo dei liberi di Valinor, avrebbe aiutato i Valar in tutte le loro opere, specie nella cura delle molte ferite da lui inferte al mondo. E Nienna impetrò per lui; ma Mandos restò silenzioso. Manwë allora gli concesse il perdono"
Il Silmarillion, cap. VI, "Fëanor e la liberazione di Melkor".

Fu così che lo perdonò, ma ritenne necessario che, per poterlo vigilare meglio, non potesse varcare i confini di Valmar. In seguito, però, essendo il comportamento e gli atti di Melkor impeccabili, gli fu concesso di aggirarsi liberamente per il paese. Benchè alcuni Valar come Ulmo, Tulkas e Mandos non vedessero questa come una decisione molto saggia, si inchinarono comunque al comando di Manwe. Tulkas fu tra tutti il meno convinto di questa scelta e, ogni qualvolta gli capitava di incrociare Melkor per le vie di Valinor, serrava i pugni.

Egli dunque, servendosi le sue sottili doti di persuasore e ingannatore, sfruttò la sua ritrovata libertà per corrompere i Noldor, la seconda delle tre stirpi di Elfi a Valinor, i quali erano bramosi di apprendere nuove conoscenze e l'Oscuro Signore contava proprio su questo. Infatti egli se li fece amici, dimostrando la volontà di insegnarli antiche e segrete conoscenze: tra le altre cose il Vala ribelle insegnò ai Noldor a forgiare delle armi e cominciò a diffondere malelingue e pettegolezzi, insinuando subdolamente che i Valar li avessero condotti in Valinor solo per paura delle loro abilità e che si ribellassero al loro dominio. Prima che i Valar se ne rendessero conto la Pace di Valinor era stata infranta.

I Noldor iniziarono a mormorare contro i Valar stessi e cominciarono ad avere screzi con gli altri Eldar in Valinor. Fu in quel periodo che i Noldor, su suggerimento di Melkor, iniziarono a forgiare armi: dapprima fabbricarono solo degli scudi, poi in segreto costruirono spade e lance che conservarono ben custodite nelle proprie case credendo ognuno di essere stato il solo a ricevere l'imbeccata.

Accadde che se anche Fëanor non dette confidenza a Melkor, le menzogne del Vala fecero comunque breccia nel suo cuore: egli si convinse che i Valar volessero sottrargli i Silmaril con la complicità di suo fratello Fingolfin, il quale in cambio avrebbe ricevuto la primogenitura e il dominio sui Noldor scavalcando il suo diritto. Benché queste cose fossero infondate, Fëanor accentuò i suoi atteggiamenti scontrosi verso il fratello arrivando a minacciarlo con la spada nel palazzo del padre a Tirion.

Melkor at the gates of Formenos by Nequarilj

Fëanor caccia Melkor dalla soglia di Formenos, Nequarilj.

Fu così che Fëanor dei Noldor e i suoi setti figli furono esiliati per aver alzato le armi contro i proprio fratelli e condannati a rimanere per dieci anni lontani da Tirion e ciò sembrò in un primo tempo confermare le menzogne di Melkor. Inizialmente nessuno pensava che il Vala ribelle avesse avuto un ruolo in tutto questo, ma quando i Valar interrogarono Fëanor e altri, e le sue menzogne vennero scoperte e Tulkas si lanciò alla sua ricerca, ma Melkor si era già dato alla macchia e dopo un po' di tempo si presentò presso Formenos, il luogo in cui Fëanor era stato esiliato, dove aveva tentato di convincere l'elfo ad abbandonare con lui Valinor e raggiungere con i Silmaril la Terra di Mezzo, probabilmente sperando di trovare un modo per rubarglieli alla prima occasione.

"Ora, il cuore di Fëanor era ancora amareggiato per l'umiliazione intimagli da Mandos, e guardò Melkor in silenzio, chiedendosi se davvero poteva fidarsi di lui al punto da affidarsi al suo aiuto per fuggire. E Melkor, avvedutosi che Fëanor titubava, e ben sapendo che i Silmaril tenevano avvinto il suo cuore, si decise a dire: «Questo è un luogo forte e ben guardato; non credere però che i Silmaril possano essere al sicuro in qual che sia tesoro entro il reame dei Valar!». Ma fu un'astuzia, la sua, che andò oltre il segno: parole, le sue, che andarono troppo a fondo, secondando un fuoco più furioso di quanto volesse; e Fëanor puntò su Melkor occhi che gli ardevano nel chiaro volto e trapassarono i velari della mente di quegli, indovinandovi la furibonda brama per i Silmaril. Allora l'odio ebbe la meglio sul timore di Fëanor, ed egli maledì Melkor e gli ingiunse di andarsene: «Via dalla mia soglia, galeotto di Mandos!». E sbattè l'uscio di casa sua in faccia al più possente tra quanti dimorassero in Eä."
—Il Silmarillion, cap. VII, "I Silmaril e le Agitazioni dei Noldor"

Tuttavia Fëanor, nonostante inizialmente si fosse mostrato interessato ai discorsi di Melkor, percepì nel cuore del Vala ribelle la brama per i suoi gioielli e s'infuriò cacciandolo in malo modo dalla sua fortezza e apostrofandolo con il nomignolo di "Galeotto di Mandos".

Il furto dei Silmaril e l'Ottenebramento di Valinor[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi la voce Ottenebramento di Valinor.
Melkor Calls Forth Ungoliantë by John Howe

Melkor si incontra con Ungoliant in Avathar, John Howe.

Dopo essere stato cacciato da Formenos, Melkor si diresse a sud di Aman verso la regione di Avathar per chiedere aiuto a Ungoliant, un grande e potente essere malvagio che, assunta la forma di ragno, si era rifugiato in quel luogo per rifuggire dalla luce degli Alberi. Ella era riluttante a sfidare le Potenze di Valinor, ma lui la convinse promettendole che, se dopo tutto quello che avrebbero fatto, non si fosse saziata le avrebbe dato tutto ciò che desiderava, senza alcun limite.

"Ora, Melkor giunse in Avathar e andò a cercarla. E riprese la forma che aveva rivestito quale tiranno di Utumno: buio Signore, alto e spaventevole. In tale forma poi sempre rimase. Lì, nelle nere ombre, invisibile agli occhi persino di Manwë nelle sue più eccelse aule, Melkor macchinò con Ungoliant la sua vendetta. Ma, se quella comprese i propositi di Melkor, era però scissa tra brama e grande paura; era infatti riluttante a sfidare i perigli di Aman e il potere dei terribili Signori, e non si decideva a uscire dal suo nascondiglio. Le disse allora Melkor: « Fa' come ti ho detto; e se avrai ancora fame quando tutto sarà fatto, io ti darò tutto ciò che la tua brama possa esigere. Proprio così, e a piene mani ». A cuor leggero pronunciò tale promessa, come del resto sempre faceva; e dentro di sé rise. Così il grande ladro preparava l'esca per il minore."
Il Silmarillion, cap. VIII, "L'Ottenebramento di Valinor".

Fu così che decisero di entrare in azione in un giorno di festa, quando tutti i Valar e gli Eldar si radurano in un sol luogo lasciando Valinor vuota. Anche Fëanor venne invitato, ma giunse senza gli abiti da festa e avendo lasciato i Silmaril nella propria dimora.

The Killing of the Trees by John Howe

Melkor e Ungoliant distruggono i Due Alberi di Valinor, John Howe.

Approffitando della distrazione di tutti causata dai festeggiamenti, Melkor e Ungoliant giunsero indisturbati presso il colle di Ezellohar dove distrussero i Due Alberi, gettando così nel caos e nel buio Valinor che venne avvolta dalla tela di oscurità tesa da Ungoliant, dopodiché prosciugarono i Pozzi di Varda.

"E proprio in quell'ora, Melkor e Ungoliant venivano di fretta sopra i campi di Valinor, così come l'ombra di una negra nube portata dal vento scivola sulla terra soleggiata; e giunsero davanti al verde tumulo Ezellohar. Poi il Buio di Ungoliant salì fino alle radici degli Alberi, e Melkor balzò sul tumulo; e con la sua nera spada percosse fino al midollo ambo gli Alberi, li ferì a fondo, e la linfa ne sgorgò quasi fosse sangue, e si sparse sul terreno. Ma Ungoliant la suc- ciò e, andando poi di Albero in Albero, accostò il suo nero becco alle loro ferite, fino a essiccarli affatto; e il veleno di Morte che era dentro di lei penetrò nei loro tessuti e li imbozzacchì, radici, rami e foglie; ed essi morirono. Ma la sete di Ungoliant non era ancora saziata, ed essa andò ai Pozzi di Varda e li prosciugò; e mentre beveva, erut- tava neri vapori, gonfiandosi fino ad assumere forma così vasta e orrenda, che Melkor ne fu spaventato"
Il Silmarillion, cap. VIII, "L'Ottenebramento di Valinor".

Una volta portato a termine il loro orrendo crimine, i due complici sfuggirono all'inseguimento dei Cacciatori di Oromë, i quali si persero nell'oscurità, e raggiunsero Formenos dove abbatterono le porte della fortezza di Fëanor, il quale era in quel momento assente, uccisero Finwë e rubarono i Silmaril dandosi poi alla fuga

Nel frattempo, nello scompiglio generale giunsero le notizie di quando era accaduto a Finwë e ai Silmaril e Fëanor maledisse Melkor di fronte a Manwë, denominandolo Morgoth, cioè "l'Oscuro Nemico del Mondo", nome con il quale fu poi noto nella Terra di Mezzo.

Il ritorno nella Terra di Mezzo e lo scontro con Ungoliant[]

Passando per l'estremo nord di Arda i due fuggiaschi raggiunsero la Terra di Mezzo, mettendo piede a nord del Fiordo di Drengist; intuendo che man mano che si avvicinavano alla sua antica roccaforte di Angband il suo complice avrebbe cercato di scaricarla, Ungoliant chiese a Morgoth che la promessa fattale in Avathar fosse mantenuta. Poiché il ragno si era enormemente ingigantito a causa del potere che egli le aveva ceduto, l'Oscuro Signore, volente o nolente, le consegnò molte delle splendide gemme del tesoro di cui si era impadronito a Formenos, le quali vennero divorate avidamente dall'orrido ragno, facendo scomparire per sempre la loro bellezza dal mondo. Tuttavia Ungoliant, la cui brama non era ancora sazia, volle che le fossero consegnati anche i Silmaril.

Ungoliant Demands the Silmarils by Ted Nasmith

Melkor tenta senza successo di sottrarsi alla morsa di Ungoliant, Ted Nasmith.

Morgoth rifiutò e fu così che Ungoliant si levò contro di lui e lo avvolse in una rete con l'intento di strangolarlo.

"Ora Morgoth s'avvicinava alle rovine di Angband, là dove un tempo aveva sede la sua grande roccaforte occidentale; e Ungoliant ne intuì la speranza, seppe che avrebbe tentato di sfuggirle, e lo fermò, chiedendogli di mantenere la promessa fattale. «Cuor nero! » gli disse. «Ho fatto come volevi. Ma io ho ancora fame.» «Che altro vuoi? » chiese Morgoth. « Desideri forse il mondo intero onde riempirti la pancia? Mica ho promesso di dartelo. Io ne sono il Signore.» «Non chiedo tanto » replicò Ungoliant. « Ma a Formenos ti sei impadronito di un grande tesoro; lo voglio tutto. Già, a piene mani tu me lo darai.» E allora, volente o nolente, Morgoth le consegnò le gemme che portava con sé, una a una, mugugnando; ed essa le divorò, e la loro bellezza scomparve dal mondo. Ancora più brutta e scura divenne Ungoliant, ma la sua brama era insaziata. « Con una mano sola hai dato,» disse «soltanto con la sinistra. Apri la destra.» Nella destra, Morgoth teneva stretti i Silmaril e, benché fossero chiusi in uno scrigno di cristallo, avevano cominciato a ustionarlo, e il suo pugno chiuso era dolente; ma non voleva aprirlo"
Il Silmarillion, cap. IX, "La Fuga dei Noldor".

Morgoth naturalmente oppose resistenza, rifiutandosi di aprire la mano con cui teneva il cofanetto dei gioielli nonostante il contatto con tale oggetto benedetto gli ustionasse la mano. Tuttavia il potere di Ungoliant era diventato assai grande mentre lui si era indebolito, e probabilmente sarebbe stato sopraffatto e strangolato dalla sua ormai ex-complice.

Into the Storm by Sebastian Rodriguez

I Balrog soccorrono il loro signore liberandolo dalla stretta di Ungoliant, Sebastian Rodriguez.

L'Oscuro Signore lanciò in un terribile grido, che giunse fino alle aule crollate di Angband, dove i Balrog rimanenti lo attendevano; essi, accortisi che il loro signore era in pericolo, emersero dalle profondità della terra e giunsero in suo soccorso attaccando tutti insieme Ungoliant servendosi delle loro fruste ed armi fiammeggianti.

"Ma Ungoliant era divenuta grande, ed egli s'era rimpicciolito per via del potere che aveva ceduto; ed essa gli si levò contro, e la sua nube gli si serrò attorno, e Ungoliant lo avvolse in una rete di corregge avvinghianti con l’intento di strangolarlo. Allora Morgoth diede in un terribile urlo e ne riecheggiarono i monti. Ragion per cui la regione fu chiamata Lammoth, poiché gli echi della sua voce vi dimorarono per sempre, sì che chiunque gridasse alto in quella terra li risvegliava, e l'intero deserto tra le alture e il mare si riempiva di un clangore come di voci angosciate. L'urlo lanciato da Morgoth a quel punto fu il più alto e il più spaventoso che mai si fosse udito nel mondo settentrionale; tremarono i monti, e la terra tremò, e rocce si fendettero. Fin nelle profondità di luoghi dimenticati, il grido fu udito. Laggiù lontano, sotto le aule crollate di Angband, in sotterranei dove i Valar, nella fretta del loro assalto, non erano scesi, ancora stavano all’agguato dei Balrog, in attesa del ritorno del loro Signore; e in gran fretta si levarono e, superato Hithlum, giunsero in Lammoth come una tempesta di fuoco. Con i loro staffili di fiamma spezzarono i lacci di Ungoliant, la qual si sgomentò e volse in fuga, vomitando neri vapori per celarsi"
Il Silmarillion, cap. IX, "La Fuga dei Noldor".

Sgomenta dal numero degli avversari e dalle loro armi, l'orrida creatura lasciò andare Morgoth e fuggì nel sud nascondendosi in quelli che poi sarebbero divenuti gli Ered Gorgoroth.

Iron Crown by Audrey Corman

La Corona Ferrea di Morgoth, Audrey Corman.

Liberato dalla morsa di Ungoliant, l'Oscuro Signore raccolse attorno a sé tutti i suoi servitori (tra i quali vi erano Sauron e Gothmog) e raggiunse la sua vecchia fortezza, iniziando a scavarla nuovamente: sopra le porte drizzò i tre picchi di Thangorodrim, ampliò le aule sotterranee installandovi nuove fucine e inviò i suoi emissari in tutta la Terra di Mezzo per annunciare il suo ritorno e radunare tutte le creature del male. Una volta fatto ciò, Morgoth forgiò per se stesso una grande Corona Ferrea autonominadosi Re del Mondo, e a prova di ciò, vi incastonò i Silmaril nella propria corona. Le sue mani erano nere a causa del contatto con i sacrosanti gioielli e per sempre così rimasero; nè mai più si liberò dal dolore delle scottature e dall'irritazione che gliene veniva. E nemmeno si tolse mai la corona, benchè il suo peso diventasse un angoscioso fardello.

La Guerra dei Gioielli[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi la voce Guerra dei Gioielli.

Mentre Morgoth forgiava la propria corona nelle profondità di Angband Fëanor, il quale dopo la morte del padre si era imposto alla guida dei Noldor, convinse il suo popolo ad inseguire l'Oscuro Signore fin nella Terra di Mezzo, trascinandolo in una aperta ribellione contro i Valar, poi nota come Fuga dei Noldor, nella speranza di recuperare i Silmaril. Questa azione innescò quella che in seguito sarebbe divenuta nota come Guerra dei Gioielli e che provocò infiniti lutti a tutti i popoli della Terra di Mezzo.

Prima Battaglia del Beleriand[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi la voce Prima Battaglia del Beleriand.

Dopo il ritorno di Morgoth le oscure creature e i suoi Orchi, che a lungo erano rimaste in attesa, cominciarono a sciamare fuori dalla fortezza di Angband e, al riparo delle nuvole inviate da Morgoth penetrarono silenzionsamente negli altopiani del Nord. Da qui, improvvisamente un grande esercitò piombò sul Beleriand e sul regno di Re Thingol. La serie di scontri che seguirono è detta Prima Battaglia del Beleriand che si concluse con una vittoria per le forze degli Elfi, ma molto dolore ne derivò con la morte di Re Denethor degli Elfi Verdi.

Dagor-nuin-Giliath[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi la voce Dagor-nuin-Giliath.
Fëanor by Neerachar Sophol

Fëanor sbarca nella baia di Losgar e dà fuoco alle navi poco prima della Dagor-nuin-Giliath, Neerachar Sophol.

Dopo essere giunto a conoscenza dell'arrivo dei Noldor nella Terra di Mezzo, Morgoth inviò armate di Orchi contro l'esercito di Fëanor, sperando di distruggerli prima che potessero apprestare qualche difesa. La battaglia che ne seguì fu combattuta sui grigi campi del Mithrim e viene detta Dagor-nuin-Giliath, o Battaglia-sotto-le-Stelle, poichè la Luna non era ancora sorta. Benchè le forze di Angband fossero superiori in numero rispetto ai nemici, i Noldor sconfissero completamente e velocemente gli Orchi, di cui solo un piccolo manipolo riuscì a fare ritorno ad Angband. Imbaldanzito da questa prima vittoria, Fëanor pensò di essere sul punto di raggiungere il proprio obiettivo di recuperare i Silmaril e vendicarsi dell'Oscuro Signore, dunque inseguì gli Orchi superstiti fin sotto i cancelli di Angband. Tuttavia egli e la sua avanguardia si staccarono dal corpo principale dell'esercito, portandosi troppo avanti e gli Orchi, vedendolo isolato e con pochi guerrieri al suo fianco, si voltarono e diedero battaglia davanti ai cancelli della fortezza.

The death of feanor color by isilion72

La morte di Fëanor

Data la vicinanza ai cancelli di Angband, molti Balrog emersero dall'oscurità per aiutare gli Orchi e molti dei cavalieri elfici vennero presto uccisi o messi in fuga. Fëanor si trovò dunque a combattere da solo assieme a pochi altri ma, nonostante il proprio valore e la sua furia, fu alla fine atterrato da Gothmog, il Signore dei Balrog, il quale lo ferì mortalmente. Nonostante il resto dell'esercito fosse giunto in tempo per sottrarre Fëanor e i suoi dalla furia dei Balrog e degli Orchi, le ferite inflitte al signore Noldor erano troppo gravi e questi morti poco dopo, non prima però di aver maledetto tre volte il nome di Morgoth e imposto ai propri figli di rispettare il Giuramento.

Humiliation by Jenny Dolfen

Maedhros viene catturato e tradotto in Angband, Jenny Dolfen.

Poco dopo la morte di Fëanor, Morgoth inviò un'ambasciata ai Noldor offrendo i termini della sua resa e promettendo anche di concedere i Silmaril. Maedhros acconsentì ad un incontro per discuterne ma entrambi, aspettandosi un tradimento, giunsero con forze più ingenti di quante fossero state stabilite. Sfortunatamento per gli Elfi, le forze di Morgoth erano maggiori, ed erano anche accompagnate da Balrog. La compagnia elfica fu velocemente massacrata con l'eccezione di Maedhros, che fu catturato e incatenato per il polso della mano destra ad uno dei picchi di Thangorodrim, tra atroci sofferenze. Morgoth inviò poi un messaggio ai Noldor, promettendo di rilasciare Maedhros a condizione che gli Elfi lasciassero il Nord e cessassero ogni ostilità nei suoi confronti. Tuttavia i Figli di Fëanor sapevano che Morgoth non avrebbe onorato la sua parola e dunque non mandarono alcuna risposta.

Dagor Aglareb e l'assedio di Angband[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi le voci Dagor Aglareb e Assedio di Angband.

Fu in questo periodo che l'armata di Fingolfin, che era stato tradita ed abbandonata da quella di Fëanor ad Aman, giunse infine nella Terra di Mezzo. La tensione tra i due gruppi si accentuò velocemente e Morgoth, vedendo che i Noldor erano divisi, iniziò a pianificare come annientare i suoi nemici in lotta tra loro. A sua sorpresa e sgomento però, i Valar rivelarono la creazione del Sole e della Luna, che confusero Morgoth e i suoi servitori per un certo tempo. Per contrastare queste due nuove luci, Morgoth inviò una nube di fumo impenetrabile dai Monti di Ferro per oscurare l'Hithlum. Durante il periodo di confusione e smarrimento causato tra le forze di Morgoth dalla comparsa delle due nuove luci, Fingon si recò ad Angband, aiutato dalla stessa oscurità che Morgoth aveva calato sull'Hithlum, e salvò Maedhros. Facendo così, egli mise in moto una serie di eventi che unirono i Noldor e consentirono loro di stabilire una forte alleanza con i Sindar del Doriath il cui Re Thingol gli permise di fondare potenti regni nel Beleriand e nell'Hithlum.

Third Battle by Karen Wynn Fonstad

Mappa che illustra lo svolgimento della Dagor Aglareb, Karen Wynn Fonstad.

Quando Morgoth diede inzio alla sua offensiva successiva, i Noldor annientarono velocemente e completamente le sue forze in quella che viene detta Dagor Aglareb, cioè Battaglia Gloriosa. La vittoria consentì agli Elfi di rafforzare e consolidare la vigilanza, cingendo Angband di un assedio (che durò per i successivi quattrocento anni), nella speranza di contenere la malvagità di Morgoth per sempre. A lungo, dopo la Dagor Aglareb, nessuno dei servi di Morgoth s'avventurò fuori dalle porte di Angaband, per la paura dei signori dei Noldor; e Fingolfin proclamò che soltanto in caso di tradimento tra le loro file Morgoth avrebbe potuto rompere l'assedio. Tuttavia, i Noldor non riuscirono mai a impadronirsi di Angband né a recuperare i Silmaril; e la guerra mai cessò durante l'assedio, poiché Morgoth macchinava nuove malvagità e di tanto in tanto saggiava i suoi nemici. Né d'altro canto riuscirono mai ad accerchiare completamente la sua fortezza, poiché i Monti di Ferro la difendevano da entrambi i lati ed erano insuperabili dai Noldor per la neve e i ghiacci.

In questo periodo, Morgoth ordinò agli Orchi di catturare vivi quanti tra gli Elfi potevano, e di portarli ben legati ad Angband; qui alcuni di essi, spezzati nella loro volontà dal suo potere oscuro, vennero lentamente corrotti e resi suoi servitori. Questi Elfi divennero le sue spie tra i Noldor, e lo tennero informato sui movimenti e i piani dei suoi nemici.

Un centinaio di anni più tardi, Morgoth inviò un'armata verso Nord-ovest tentando di penetrare nell'Hithlum da quello che riteneva una via poco sorvegliata, ma un esercito di Noldor sotto il comando di Fingon scoprì la manovra e annientò gli orchi nella feroce Battaglia del Fiordo di Drengist.

A questo punto l'Oscuro Signore comprese che gli Orchi da soli non erano in grado di reggere il confronto con i Noldor e iniziò quindi a sperimentare modi per creare creature più micidiali per i suoi nemici. E dopo altri cent'anni, Glaurung, il primo dei Draghi, dimostrò il risultato del suo lungo lavoro. L'improvvisa comparsa di Glaurung mise in fuga gli elfi nelle immediate vicinanze di Angband, ma una compagnia di arcieri guidata da Fingon lo affrontò prima che potesse compiere altro che spaventare gli Elfi. Dato che Glaurung non era ancora completamente cresciuto, non era ancora coperto da tutta la sua corazza e non potendo reggere i dardi degli Elfi si riparò nuovamente ad Angband. Morgoth fu irritato per il fatto che Glaurung si fosse rivelato prima del tempo, e dopo la sua "sconfitta" si ebbe la Lunga Pace, periodo durante il quale non si ebbero che scontri minori lungo i confini, e il Beleriand prosperò e si arricchì.

Qualche tempo dopo, quando i primi Uomini arrivarono nel Beleriand, fu rivelato che Morgoth aveva lasciato Angband e camminato tra i padri degli Uomini. Sperando di corromperli al suo servizio, egli diffuse le sue menzogne tra di loro, e scoprì che erano molto più facilmente influenzabili di quanto fossero stati gli Elfi. Tuttavia, il rafforzarsi dei Regni Elfici preoccupò Morgoth, ed egli ritornò ad Angband prima che il suo lavoro fosse completato. Nondimeno, la maggior parte degli Uomini credette in parte o del tutto alla sue menzogne e o partirono dal Nord o si unirono alle sue forze. Tuttavia, un piccolo gruppo di Uomini, che divennero noti come Edain, si opposero a lui. Essi fornirono agli Elfi informazioni vitali sui movimenti di Morgoth nel Nord, dato che molti dei loro più valorosi scelsero di vivere in vista dei cancelli di Angband.

Dagor Bragollach[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi le voci Dagor Bragollach e Duello tra Fingolfin e Morgoth.
The Fourth Battle by Karen Wynn Fonstad

I movimenti degli eserciti nella Dagor Bragollach, Karen Wynn Fonstad.

L'Assedio di Angband fu rotto nel PE 455, quando Morgoth diede inizio alla Dagor Bragollach, o Battaglia della Fiamma Improvvisa. Una fredda notte d'inverno, quando la sorveglianza degli Elfi era meno vigile, Morgoth riversò fiumi di fuoco e di lava da Thangorodrim su tutte le terre circostanti Angband e gas velenosi dai Monti di Ferro. Gli Elfi si trovarono completamente impreparati per un assalto del genere, ed una grande moltitudine di Noldor trovarono la morte nella pianura di Ard-galen la quale, da allora, prese il nome di Anfauglith dato che i fuochi la consumarono e la trasformarono in una distesa senza vita. Con l'eccezione di Maedhros e la sua fortezza sul Colle di Himring, i Figli di Fëanor e Finarfin furono sopraffatti e annientati del tutto. Fingolfin e Fingon riuscirono solamente a difendere l'Hithlum dalla furia di Morgoth, dato che le montagne che lo circondano funsero da barriera contro i fuochi di Morgoth. Gli Elfi vennero cacciati del tutto dalle foreste del Dorthonion, e molti degli Elfi Grigi abbandonarono del tutto la guerra e si diressero nel Doriath. Quando giunse a Fingolfin la notizia della sconfitta delle forze degli Elfi, una profonda disperazione scese su di lui. Credendo che i Noldor fossero stati sconfitti oltre ogni speranza di recupero, cavalcò da solo dall'Hithlum ai cancelli di Angband con una furia così grande che le forze di Morgoth fuggirono davanti a lui,convinti che fosse ritornato Oromë. Una volta arrivato, urlò davanti ai cancelli della fortezza di Morgoth, sfidando l'Oscuro Signore a uscire fuori per affrontarlo in duello. Benchè Morgoth non lo desiderasse, la sfida di Fingolfin risuonò per tutta Angband, e fu lanciata con così tanto ardore che ignorarla sarebbe stato come perdere la faccia di fronte ai suoi generali. Morgoth uscì fuori da Angband in armatura nera per affrontare Fingolfin.

Fingolfin vs Morgoth by Matt Leese

Fingolfin affronta Morgoth, Matt Leese.

Brandendo il suo terribile martello Grond, Morgoth provò ripetutamente a schiacciare il Re Elfico, ma riuscì soltanto a scavare profondi buchi nel terreno con i suoi colpi mancati. A lungo Fingolfin riuscì ad evitare i colpi di Morgoth, e ferì l'Oscuro Signore sette volte. Ma alla fine, Fingolfin si stancò, e Morgoth tre volte lo mise in ginocchio. Fingolfin si rialzò ogni volta per continuare lo scontro, ma infine cadde all'indietro in una delle buche formate dagli attacchi mancati di Morgoth. Morgoth allora mise il proprio piede sul collo di Fingolfin per schiacciarlo, ma non prima che questo, con il suo ultimo colpo, infilzò il piede di Morgoth con la spada Ringil. In seguito Morgoth spezzò il corpo del Re Elfico, ma Thorondor, il Re delle Aquile, piombò in picchiata su Morgoth, deturpando il suo volto con i propri artigli, e salvò il corpo di Fingolfin. L'ultimo colpo di Fingolfin rese Morgoth zoppo, e il dolore delle sue sette ferite non potè essere guarito, nè mai scomparvero le sue cicatrici.

Dopo la battaglia, Morgoth inviò molte spie, e finse pietà nei confronti degli Uomini. Quando gli Edain rifiutarono le sue false offerte di pace, chiamò gli Esterlings da oltre gli Ered Luin. Tuttavia, realizzò presto che aveva sottostimato la determinazione e il valore dei suoi nemici, dato che gli Elfi e gli Edain, riprendendosi dallo shock iniziale della carneficina, avevano iniziato a fare piccoli progressi contro le sue forze schierate. Egli dunque controllò la sua avanzata, e ritirò l'esercito principale di Orchi di nuovo ad Angband, poiché, anche se la sua vittoria era stata enorme, le sue stesse perdite erano state numerose quasi quanto quelle degli Elfi. Sette anni passarono prima che Morgoth rinnovò la sua offensiva. Assaltò l'Hithlum con forze ingenti ma giusto quando era sull'orlo della vittoria, Círdan e un esercito sotto il suo comando giunse all'ultimo momento e aiutò Fingon a respingere indietro gli Orchi.

L'impresa di Beren e Luthien[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi le voci Beren Erchamion e Luthien.
Lùthien et Beren (Tolkien) by Pascal Vitte

Luthien balla al cospetto di Morgoth, Pascal Vitte.

Qualche tempo dopo la Dagor Bragollach l'Elfa Lúthien ed il suo amante Beren, riuscirono a penetrare in Angband con l'obbiettivo di rubare uno dei Silmaril dalla Corona Ferrea in quanto Thingol, padre della fanciulla, aveva condizionato il proprio assenso alle nozze solo a patto che Beren gli portasse uno dei gioielli della corona di Morgoth, sperando segretamente che l'uomo rimanesse ucciso nell'impresa. Travestitisi con le pelli di Draugluin e Thuringwethil, i due innamorati riuscirono a introdursi nella fortezza e a giungere fino al cospetto di Morgoth nella sala del trono.

L'Oscuro Signore fu in grado di vedere attraverso il travestimento della fanciulla e fissò gli occhi su di lei, ma Lúthien non fu intimorita dal suo sguardo, e si offrì di cantare per lui. Allora Morgoth, ammirandone la bellezza, concepì in cuor suo una sconcia brama e un disegno più oscuro ancora di quanti non gli fossero nati dentro da quando era fuggito da Valinor. Così accadde che fosse ingannato dalla sua stessa nequizia e stette ad osservarla, lasciandola per qualche tempo libera e concedendosi segreti piaceri nella propria mente. All'improvviso, Luthien scomparve alla sua vista e dall'ombra intonò un canto di così grande potere e bellezza che Morgoth non potè non ascoltarlo.

Tutta la fortezza cadde in preda al sonno per il canto di Luthien e i fuochi si attenuarono e spensero, ma i Silmaril al contrario arsero di una luce folgorante, e il peso della corona e dei gioielli fece chinare il capo di Morgoth, quasi che il mondo gravasse sopra. Sopraffatto dall'incantesimo, Morgoth cadde dal suo trono e la Corona Ferrea gli rotolò echeggiando dal capo. Una volta che Morgoth fu addormentato, Beren uscì fuori dal proprio nascondiglio e, servendosi della daga Angrist, avulse un Silmaril dalle grinfie del ferro della corona. Tuttavia, invece che fuggire immediatamente con il bottino, fu tentato di portare via anche gli altri gioielli di Fëanor. Mentre tentava di estrarre il secondo gioiello, il coltello si spezzò e un frammento della lama colpì il viso di Morgoth, il quale gemette e si agitò, risvegliandosi lentamente dall'incantesimo insieme al resto di Angband. Beren e Lúthien fuggirono, ma il lupo Carcharoth mozzò la mano di Beren, e con essa ingoiò il Silmaril.

Allora Morgoth finalmente si riprese e furioso si mise all'inseguimento, solo per vedere Thorondor portarli via in volo. La rabbia di Morgoth per la perdita del Silmaril provocò un'eruzione di fuoco e fumo dai Monti di Ferro, terrificante per tutti coloro che la videro. Tuttavia, L'Oscuro Signore non riuscì mai a recuperare il Silmaril perduto dato che Carcharoth, reso pazzo dal dolore del fuoco sacro della gemma che aveva ingoiato, corse via uccidendo qualsiasi creatura sul suo cammino.

Nirnaeth Arnoediad[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi la voce Nirnaeth Arnoediad.
Turgon e Glorfindel Nirnaeth Arnoediad

Le forze di Turgon scendono in battaglia al fianco dell'Alleanza di Maedhros

In seguito, Morgoth venne a sapere che Maedhros stava costituendo una lega contro di lui, spingendo gli Orchi indietro verso i monti settentrionali. A seguito di questo preparò le sue forze per un grande scontro. L'armata di Elfi, Uomini e Nani giunse nella piana di Anfauglith e l'avanguardia dell'esercito di Fingon, guidata da Gwindor, arrivò persino di fronte ai cancelli di Angband e Morgoth tremò sul suo trono nelle profondità sentendoli battere ai suoi usci. Al quarto giorno di scontri, però, gli eventi presero una piega inaspettata e disastrosa ed ebbe inzio la Nírnaeth Arnoediad, la Battaglia delle Innumerevoli Lacrime. Una volta che i suoi nemici ebbero schierato le proprie armate, Morgoth, attraverso gallerie e uscite nascoste, fece uscire allo scoperto da Angband il suo sterminato esercito che, oltre ai soliti Orchi e Balrog, contava anche diverse decine di Draghi, Troll e Mannari ed era enormemente superiore di numero all'esercito dei suoi nemici.

Death of Fingon by tuuliky

Fingon trova la morte per mano di Gothmog, tuuliky.

Tuttavia, ciò che portò del tutto la battaglia in favore di Morgoth fu il tradimento di una parte degli Uomini, i seguaci di Ulfang, il comandante delle truppe Esterlings, che in quel momento tenevano la retroguardia dello schieramento degli Elfi. Morgoth infatti, già prima che l'alleanza si formasse, aveva compiuto un'opera di persuasione nei confronti degli Esterlings che, al contrario degli Edain, credettero alle sue e passarono dalla sua parte. Ciò, unito agli attacchi a sorpresa degli Orchi e dei draghi, creò un grande scompiglio tra le truppe degli Uomini ed Elfi e in breve la situazione si fece terribilmente caotica. Le schiere di Gwindor furono massacrate e Gwindor stesso catturato; le truppe di Fingon si trovarono circondate, oltre che dagli Orchi, dagli Esterlings che rivoltarono le proprie armi contro di loro; Turgon e Maedhros riuscirono a condurre avanti le proprie falangi e a riunirsi a Fingon dove, assieme ai superstiti delle sue truppe, riuscirono ad opporre una certa resistenza, ma tuttavia lo stesso Fingon trovò la morte nei combattimenti che seguirono, ucciso da Gothmog, il capitano dei Balrog.

Aurë entuluva by Jenny Dolfen

Húrin durante Nírnaeth Arnoediad, Jenny Dolfen.

Allo stesso modo molti uomini dell'Hithlum trovarono la morte nei combattimenti e il loro contingente fu quasi annientato e i superstiti furono poche decine. Huor trovò la morte sul campo cercando di proteggere Re Fingon, mentre Húrin venne ferito e fatto prigioniero. Bor e i suoi fratelli caddero dopo aver ucciso molti nemici, ma sopraffatti dal numero degli Orchi e dal tradimento degli Esterling.I Nani, che possedevano le migliori corazze in assoluto, riuscirono a resistere meglio al fuoco dei Draghi, ma Glaurung si scagliò contro il loro Re Azaghal e lo immobilizzò sotto la sua zampa; Azaghal non si diede per vinto e, presa la sua daga, inferse una tremenda ferita a Glaurung, pur senza ucciderlo, costringendolo a ritirarsi ad Angband. Il resto delle truppe dell'Alleanza di Maedhros si diede ad una disastrosa ritirata.

In definitiva, la battaglia fu una vittoria completa e decisiva per Morgoth. Le possibilità per gli Elfi e i loro alleati Edain di muovere nuovamente guerra contro Morgoth furono definitivamente cancellate. I Noldor nel nord del Beleriand, e tutti i loro grandi regni, a parte Gondolin, furono distrutti.

La Maledizione di Húrin[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi la voce Maledizione di Morgoth sulla Casa di Húrin.
Morgoth e Húrin sulla Collina delle Lacrime

Morgoth conduce Húrin sulla Collina delle Lacrime per cercare di tentarlo

Dopo la Nírnaeth Arnoediad, Húrin fu portato al cospetto di Morgoth, perché questi sapeva, grazie alle proprie arti e spie, che Húrin godeva dell'amicizia del Re Turgon di Gondolin; e tentò d'intimidirlo con lo sguardo per ottenere la posizione del regno nascosto. Ma Húrin, pur sempre indomabile, sfidò Morgoth, il quale pertanto lo fece incatenare e sottoporre a lente torture; dopo un po' andò da lui e gli offrì di scegliere di andarsene libero dove volesse, oppure di avere i poteri e il grado del massimo tra i suoi comandanti, a patto che rivelasse dove Turgon aveva la propria fortezza e quant'altro sapeva delle intenzioni del Re. Ma Húrin il Costante se ne fece beffe dicendo:

"«Cieco sei, Morgoth Bauglir, e cieco sarai sempre, poiché vedi solo il buio. Ignori ciò che governa il cuore degli Uomini, e se lo sapessi non potresti dirlo. Ma stolto è colui che accetta quel che Morgoth offre. Perché ti prenderesti il premio per poi ritirare la promessa; e io avrei solo morte se ti dicessi quel che mi chiedi»"
—Húrin a Morgoth, I Figli di Húrin, cap. III, "Le parole di Húrin e Morgoth".

Rise allora Morgoth e portò Húrin allo Haudh-en-Nirnaeth, che era stato appena eretto e vi stagnava sentore di morte; Morgoth mise Húrin in cima al tumulo e gli ordinò di volgere lo sguardo a ovest, verso lo Hithlum, e di pensare a sua moglie, a suo figlio e agli altri del suo sangue. Replicò Húrin:

"«Ma non arriverai da Turgon tramite loro. Essi infatti ne ignorano i segreti». Allora Morgoth montò in collera e disse: «Ma posso mettere le mani su di te e sulla tua maledetta casa e sarai spezzato per mio volere, fossi anche tu di acciaio!»."
—Húrin a Morgoth, I Figli di Húrin, cap. III, "Le parole di Húrin e Morgoth".

Morgoth prese quindi una lunga spada che lì stava, e la spezzò sotto gli occhi di Húrin, che fu ferito al volto da una scheggia. Ma Húrin non batté ciglio. Allora Morgoth, puntando il lungo braccio in direzione del Dor-lómin, maledisse Húrin, Morwen e la loro discendenza, dicendo:

"«Stolto, piccolo tra gli Uomini, i quali sono gli ultimi ad avere la parola! Hai mai visto i Valar o misurato il potere di Manwë e Varda? Conosci la portata del loro pensiero? O credi forse che il loro pensiero sia su di te e che da lungi possano proteggerti?»"
I Figli di Húrin, cap. III, "Le parole di Húrin e Morgoth".

Aggiunse poi Morgoth:

"«Sono io l'Antico Re. Melkor, primo e più possente di tutti i Valar, che era prima del mondo e che l'ha creato. L'ombra del mio disegno copre Arda, e tutto quanto è in essa lentamente e sicuramente si piega alla mia volontà. Ma su tutti coloro che ami il mio pensiero graverà come una nube di Sorte e li getterà nella tenebra e nella disperazione. Ovunque andranno, sarà male. Ogni qualvolta parleranno le loro parole saranno foriere di cattivo consiglio. Qualsiasi cosa facciano si rivolterà contro di loro. Moriranno di disperazione, maledicendo sia la vita che la morte.»"
I Figli di Húrin, cap. III, "Le parole di Húrin e Morgoth".
Morgoth maledice Hurin by Denis Gordeev

Morgoth incatena Húrin sulla vetta del Thangorodrim obbligandolo ad assistere alla rovina della sua famiglia

E, riportato Húrin in Angband, Morgoth lo mise su un seggio di pietra in un luogo elevato delle Thangorodrim, dal quale poteva scorgere lontana la terra dello Hithlum all'ovest e le contrade del Beleriand al sud. Lì fu avvinto dal potere di Morgoth, e Morgoth standogli accanto ancora lo maledì e lo coprì del proprio potere, sì che non potesse né allontanarsi da quel luogo né morire finché Morgoth non lo avesse liberato. Gli disse:

"«Stattene qui seduto «e guarda le contrade dove male e disperazione piomberanno su coloro che tu hai consegnato nelle mie mani. Che hai osato farti beffe di me, e hai messo in dubbio il potere di Melkor, Padrone dei destini di Arda. Pertanto, con i miei occhi vedrai, e con le mie orecchie udrai, e nulla ti sarà celato.»"
I Figli di Húrin, cap. III, "Le parole di Húrin e Morgoth".

La distruzione del Doriath[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi le voci Battaglia delle Mille Caverne e Secondo Fratricidio.


La Caduta di Gondolin e il trionfo di Morgoth[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi le voci Caduta di Gondolin e Terzo Fratricidio.
La Caduta di Gondolin by Denis Gordeev

Benchè non fosse stato in grado di obbligare Húrin a rivelare la posizione dell'ultima grande regno elfico di Gondolin, Morgoth catturò infine Maeglin, figlio della sorella di Turgon, il Re di Gondolin. Minacciato con tormenti inimmaginabili, Maeglin offrì i segreti delle difese di Gondolin in cambio della sua vita. In più, promise di uccidere egli stesso Tuor, e ottenne il permesso da Morgoth di tenere Idril per sè. Con la promessa di avere Idril, Maeglin divenne di sua volontà un servitore di Morgoth, e Morgoth lo inviò di nuovo a Gondolin così che potesse aiutare l'invasione dall'interno. Poco dopo, Morgoth assaltò Gondolin, l'ultimo grande regno dei Noldor, con forze numericamente superiori e le informazioni ottenute da Maeglin. La città fu assediata e cadde velocemente.

Con la Caduta di Gondolin e la sconfitta dei Noldor e i loro alleati, il trionfo di Morgoth fu completo. Tutti i grandi regni degli Elfi erano caduti, eccetto per i Porti di Círdan e i sopravvissuti alle Bocche di Sirion, che erano governati da Eärendil; ma Morgoth li stimava come innocui.

Giunse anche a non interessarsi più del Silmaril che gli era stato sottratto, e rise quando s'avvide dell'ultimo e più crudele Fratricidio, durante il quale i Figli di Fëanor distrussero le dimora di Arvernien.

Guerra d'Ira e Seconda Cattività[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi la voce Guerra d'Ira.
The Captivity of Morgoth by Jacek Kopalski

Morgoth tradotto in giudizio davanti al Cerchio del Destino, Jacek Kopalski.

Quando Eärendil giunse a Valinor assieme a Elwing, questi mosse a pietà i Valar per le sofferenze che Morgoth infliggeva ai Popoli del Beleriand del quale, a seguito della Nirnaeth Arnoediad e alla caduta di Gondolin e del Doriath, era divenuto praticamente il signore incontrastato. I Valar dunque mossero guerra a Morgoth con tutta la loro potenza: lo scontro tra la armate dell'Ovest, guidate dalla tromba di Eönwë, e quelle del Nord viene detto Guerra d'Ira o Grande Battaglia. Tale e tanta fu la foga di questa guerra che il Beleriand ne fu devastato ma, benchè fosse stato impiegato l'intero potere del Trono di Morgoth, a nulla gli valse: i Balrog furono annientati, salvo quei pochi che fuggirono a nascondersi in grotte inaccessibili nelle profondità della terra, e le brulicanti legioni di Orchi si consumarono come stoppia in una grande incendio.

Allora, vedendo che i suoi eserciti venivano annientati e il suo potere schiacciato, Morgoth tremò e non ebbe il coraggio di uscire di persona. Scatenò tuttavia contro i suoi nemici un'ultimo e disperato assalto, rivelando dagli abissi di Angband un'orda di Draghi alati, che mai prima si erano veduti; e così improvviso e rovinoso fu l'attacco di quella terribile flotta che l'esercito dei Valar arretrò. Ma giunse Eärendil, e attorno a Vingilot, si radunarono tutti i grandi uccelli del cielo, Thorondor alla loro testa, e vi fu grande battaglia nell'aria. Ancalagon il Nero, il più forte dei draghi, fu ucciso da Eärendil e precitò sui torrioni di Thangorodrim, facedoli crollare.

Angband fu scoperchiata e Morgoth cercò rifugio nella più profonda delle sue segrete e, spaventato, implorò pietà ma le gambe gli furono troncate, ed egli cadde a faccia in giù. Poi fu legato con la catena Angainor, e la sua Corona Ferrea divenne un collare da mettergli al collo. I due Silmaril vennero rimossi dalla corona e presi in custodia da Eönwë. Poi Morgoth fu trascinato davanti al Cerchio del Destino, dove tutti i Valar lo giudicarono e lo condannarono. Egli fu quindi scaraventato, attraverso la Porta della Notte, fuori dalle Mura del Mondo, nel Vuoto Atemporale.

"«Quanto a Morgoth, i Valar lo scaraventarono , attraverso la Porta della Notte, fuori dalle Mura del Mondo, nel Vuoto Atemporale; e scolte vigilano eternamente su quelle mura, ed Eärendil non perde di vista i contrafforti del cielo. Pure le menzogne che Melkor, il Possente e Maledetto, Morgoth Bauglir, la Potenza di Terrore e di Odio, aveva seminato nei cuori di Elfi e Uomini, è una pianta che non muore nè può essere svelta, e che anzi di continuo rispunta e darà tenebrosi frutti fino agli ultimissimi giorni."
Il Silmarillion, cap XXIV, "Del viaggio di Eärendil e della guerra dell'Ira".

Dagor Dagorath[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi la voce Dagor Dagorath.

In due differenti versioni di alcuni scritti del Silmarillion, troviamo la descrizione dell'Ultima Battaglia (che, nel Silmarillion, è solo vagamente accennata); questa descrizione si trova nella Seconda Profezia di Mandos. Essa rivela che, allorché il mondo sarà vecchio, Morgoth ritornerà in Arda, e distruggerà il Sole e la Luna. Eärendil riuscirà a trascinarlo a terra, ed allora si svolgerà in Valinor la Dagor Dagorath, l'Ultima battaglia. Morgoth sarà affrontato da Tulkas, da Finwë e da Túrin; e sarà quest'ultimo a dargli la morte, compiendo così infine la sua vendetta. Fëanor recupererà i Silmaril e ne farà dono a Yavanna, che grazie al loro fuoco potrà rigenerare i Due Alberi; e la loro luce renderà i Valar nuovamente giovani.

Inoltre, ne Il Signore degli Anelli, lo Spettro dei Tumuli allude al possibile avvento di un nuovo Oscuro Signore, o, come molti credono, al ritorno di Melkor/Morgoth, con queste parole:

"Fredda la mano e il cuore e le ossa,
Freddo anche il sonno è nella fossa:
Mai vi sarà risveglio sul letto di pietra,
Mai prima che muoia il Sole e la Luna tetra.
Nel vento nero le stelle anch'esse moriranno,
Ed essi qui sull'oro ancora giaceranno,
Finché L'oscuro signore non alzerà la mano
Sulla terra avvizzita e sul mare inumano
"
Il Signore degli Anelli, libro I, cap. VIII, "Nebbia sui Tumulilande".


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