- "Manwë e Melkor erano fratelli nella mente di Ilùvatar. Il più possente di quegli Ainur che vennero nel Mondo era, all'inizio, Melkor; Manwë però il più caro a Ilùvatar, quegli che più chiaramente ne intende i propositi. Egli era destinato a essere, nella pienezza dei tempi, il primo di tutti i Re: signore del reame di Arda e sovrano di quanto vi dimora. In Arda, il suo diletto sono i venti e le nuvole, e tutte le regioni dell'aria, dalle supreme altezze alle profondità, dagli estremi confini del Velo di Arda alle brezze che alitano tra l'erba. Sùlimo è i! suo soprannome, cioè Signore del Respiro di Arda. Tutti gli uccelli veloci, forti d'ala, egli ama, ed essi vanno e vengono al suo comando."
- —Il Silmarillion, Valaquenta, "I Valar".
Manwë è il più grande tra gli Ainur e il Primo e più saggio dei Valar. Nella mente di Ilúvatar egli è fratello di Melkor ed è la sua completa antitesi non riuscendo a concepire la malvagità ed essendo colui che meglio comprende i propositi dell'Uno.
Marito della Valier Varda, Manwë per volere di Eru e degli altri Valar è il Re Supremo di Arda. Assieme alla moglie egli vive a Valinor sopra il monte Taniquetil, la più alta montagna del mondo.
Suoi servitori sono Eönwë, il suo Araldo e Capitano, Olórin e le Aquile.
Etimologia e Titoli[]
Manwë è il suo nome Quenya che significa "Benedetto", mentre Súlimo è un titolo, sempre in Quenya, che significa "Signore dei Venti".
Il suo nome in Valarin è Mânawenûz, mentre in Sindarin è noto col nome di Aran Einior che significa "Antico Re". Nelle lingue degli Uomini era invece conosciuto col nome di Amân in Adûnaico ed Wolcenfréa ("Dominatore del Cielo") nei linguaggi degli Uomini del Nord.
Titoli[]
- Re di Arda;
- Signore del Respiro di Arda;
- Re dei Valar;
- Signore dell'Occidente;
- Signore delle Aquile.
Descrizione[]
Aspetto e carattere[]
- "Ma Manwë Sùlimo, il supremo e il santissimo dei Valar, se ne stava ai confini di Aman, non dimentico delle Terre Esterne. Ché il suo trono era collocato maestoso sul pinnacolo di Taniquetil, la più alta delle montagne del mondo, che si drizza al limite del mare. Spiriti in forma di falchi e aquile andavano e venivano di continuo volando alle sue aule; e i loro occhi potevano penetrare le profondità dei mari e fin le caverne nascoste sotto il mondo. Così essi recavano notizia a Manwë di tutto ciò che accadeva in Arda; pure, certe cose erano celate persino agli occhi di Manwë e dei suoi servi, poiché là dove Melkor sedeva immerso nei suoi scuri pensieri, si stendevano ombre impenetrabili. Manwë non si preoccupa del proprio onore, non è geloso del proprio potere, ma tutto governa in pace."
- —Il Silmarillion, cap.I , "L'Inizio dei Giorni".
Manwë appartiene alla stirpe degli Ainur, dunque non avrebbe bisogno di un corpo fisico, ma quando discese in Arda assieme agli altri Valar assunse l'aspetto di una figura maschile alta e imponente. Non si hanno molte descrizioni precise di Manwë all'interno delle opere di Tolkien: viene solamente detto che aveva gli occhi blu come il cielo e vestiva abiti anch'essi blu o azzurri come l'elemento sul quale esercitava la propria sovranità. Alcuni hanno ipotizzato che essendo il nero il colore dell'Oscuro Signore Melkor, che nella mente di Ilúvatar è suo fratello, in contrapposizione ad esso Manwë avesse invece i capelli bianchi.
Possiede uno scettro di zaffiri creato per lui dai Noldor, per muoversi utilizza un carro trainato dai più bianchi e forti stalloni di Oromë, mentre la sua arma è un arco in grado di scatenare tempeste con le sue frecce. Quando si muove il suo passaggio è annunciato dalle sue trombe, le quali hanno un suono fragoroso e al contempo portano seco un eco di quella che fu la Musica degli Ainur.
Caratterialmente Manwë è un guardiano gentile e generoso, talmente libero dal proprio potere da non essere in grado di concepire sentimenti come la gelosia, l'invidia o la brama di possesso. Per questo motivo egli non è in grado di cogliere la malvagità di Melkor e infatti, non percependo la falsità delle sue parole di pentimento, lo lascerà andare dopo la sua prigionia di tre ere nelle Aule di Mandos.
Poteri e Attributi[]
Tra tutti i Valar è il più caro ad Eru e quello che meglio ne intende i propositi, tanto da essere stato scelto da lui come suo supremo rappresentante in Arda. Egli è il signore dei venti e delle correnti d'aria, dal Velo di Arda alla più tenue delle brezze e tutti gli uccelli, dalle grandi Aquile di Thorondor agli usignoli, sono i suoi servi.
È l'unico tra i Valar ai quali Eru abbia concesso il potere di volare dopo che gli Ainur entrarono in Eä
In quanto rappresentante di Eru, Manwë è la più grande autorità tra tutti i Valar e ne è il Re, anche se non come potere essendo infatti Melkor più forte.
É inoltre un grande pensatore e oratore, oltre ad essere il patrono della poesia e della musica: fu lui infatti ad insegnare agli Elfi a comporre poesie e canzoni. Tra tutti gli Elfi, egli ama di più i Vanyar che vivono con lui e Varda sul monte Taniquetil. Assieme a Mandos è l'unico che sappia dove si recano le anime degli Uomini dopo la morte ed è l'unico che in una certa misura possa concepire opere che eguaglino o superino quelle di Fëanor.
Dimora di Manwë[]
Per approfondire, vedi le voci Ilmarin e Taniquetil. |
Manwë dimora assieme alla sua sposa Varda sulla cima del monte Taniquetil (la montagna più alta di Arda), in quelle che sono note come Aule di Ilmarin. Edificate dal Vala Aulë, le aule di Ilmarin sorgono tra le nevi perenni della montagna, le mura e le colonne sono costruite in marmi bianchi e azzurri, mentre il tetto è formato dall'aria di Ilmen plasmata da Manwë stesso e decorato dalle stelle di Varda. Il palazzo era dotato di un'alta torre di guardia e di immensi balconi dai quali Manwë poteva scorgere tutto ciò che accadeva nel mondo, e dove spesso gli uccelli suoi servitori si recavano per portargli notizie
Maiar e altri servitori[]
Pur essendo il Re Supremo di Arda, e dunque tutti gli debbono obbedienza, anche Manwë come i suoi fratelli ha al suo servizio una propria schiera di Maiar, i quali sono i suoi vassalli, ma similmente a Ulmo annovera anche altri spiriti tra i suoi servitori. I più famosi sono indubbiamente:
- Eonwë: egli è l'Araldo di Manwë, e il più forte tra tutti i Maiar nel maneggio delle armi. Oltre all'incarico di messaggero dei Valar, ricopre anche quello di comandante supremo delle armate di Valinor.
- Olórin: mite spirito che amava gli Elfi e inviava sogni di speranza in coloro che vedeva tristi. Spesso si recava in visita nei Giardini di Lórien e nelle aule di Nienna, dalla quale apprese la pietà e la pazienza. In seguito verrà scelto come uno degli Istari inviati nella Terra di Mezzo per aiutarne gli abitanti contro Sauron, e da questi sarà conosciuto come Gandalf.
- Thorondor: Re delle Aquile.
Biografia[]
Manwë è, come Melkor, il più anziano tra tutti gli Ainur e l'unico che comprende meglio di tutti la volontà di Eru. Quando Melkor creò la dissonanza nella Musica degli Ainur, fu Manwë ad assumere la direzione del tema principale del canto della Musica. Dopo la formazione di Arda, Eru gli diede il compito di governarla in sua vece, e assunse quindi il titolo di Supremo Sovrano di Arda.
Manwë fu un Guardiano gentile e misericordioso, estraneo al proprio potere, tanto da non riuscire a comprendere la malvagità sotto la forma di suo fratello. Rilasciò infatti Melkor da Mandos, permettendogli così di causare la diffidenza di Fëanor, l'avvelenamento dei Due Alberi, l'uccisione di Finwë, il ratto dei Silmaril e la rivolta dei Noldor.
In seguito, per preservare la luce dei Due Alberi fece realizzare da Aulë il Sole e la Luna, anche perché sapeva dell'avvicinarsi del risveglio degli Uomini, e per lo stesso motivo mandò Thorondor e le Aquile, suoi servitori, a proteggerli. Dopo la caduta di Morgoth, Manwë lo gettò nel vuoto al di fuori dei confini del mondo. Nell'Ultima Battaglia, quando Melkor tornerà, si dice che lui ed il Signore Oscuro lotteranno sui Campi di Valinor, sebbene non si sconfiggeranno.