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"E Aredhel partorì a Eol un figlio nelle ombre del Nan Elmoth, e in cuor suo gli diede un nome nella lingua proibita dei Noldor: Lómion, che significa Figlio del Crepuscolo, Il padre invece non gli diede nome alcuno finché non ebbe dodici anni, e allora lo chiamò Maeglin, cioè a dire Sguardo Tagliente, essendosi egli accorto che gli occhi di suo figlio erano più penetranti dei suoi, e che la sua mente era in grado di leggere i segreti dei cuori di là della nebbia delle parole."
Il Silmarillion, cap. XVI, "Maeglin".

Maeglin fu un Elfo, figlio di Eöl l'Elfo Scuro e di Aredhel figlia di Fingolfin e sorella di Turgon. Visse nel Beleriand durante la Prima Era e divenne uno dei grandi Signori delle Casate del Regno Nascosto di Gondolin.

Il suo nome viene associato a quello dei peggiori traditori, in quanto per colpa sua Morgoth riuscì a scoprire la posizione di Gondolin e a distruggerla.

Fu ucciso da Tuor nel 510 PE durante la battaglia per Gondolin, scaraventato giù dalle mura in un baratro.

Nomi e etimologia[]

Maeglin fu il nome affibiatogli dal padre, quando ebbe dodici anni: era di origine Sindarin e significa letteralmente "Dallo Sguardo Penetrante", infatti il padre si era accorto che gli occhi del figlio erano più penetranti dei suoi e che egli era in grado di leggere i segreti dei cuori al di là della nebbia delle parole.

La madre Aredhel invece, in ossequio al suo retaggio Noldor, scelse per lui il nome Lómion (in cuor suo), che in Quenya significa "Figlio del Crepuscolo".

Descrizione[]

Aspetto e carattere[]

Ne Il Silmarillion Maeglin viene descritto più simile ai Noldor che alla stirpe del padre, dal quale aveva tuttavia ereditato un carattere scontroso e orgoglioso allo stesso tempo. Viene inoltre affermato che egli amasse maggiormente sua madre e, quando suo padre era lontano nei suoi viaggi presso i Nani, egli le sedeva vicino, ascoltando tutto ciò che ella gli raccontava sulla sua stirpe, sulle gesta da questa compiute ad Eldamar e della potenza e del valore dei principi della casa di Fingolfin.

"Cresciuto che fu, Maeglin venne a somigliare, nel volto e nel sembiante, più che altro ai Noldor suoi consanguinei, mentre per modi e indole era proprio figlio di suo padre. Parlava poco, se non di faccende che lo toccassero da vicino, e allora la sua voce aveva il potere di smuovere coloro che lo stavano ad ascoltare e di vincere chi gli si opponeva. Era alto e nero di capelli; aveva gli occhi scuri, ma lucenti e penetranti come quelli dei Noldor, e bianca era la sua pelle. Sovente si recava con Eöl nelle città dei Nani, a est degli Ered Lindon, dove si mostrava bramoso di imparare ciò che quelli gli insegnavano, e soprattutto l'arte di scoprire i filoni di metalli fra i monti."
—Descrizione di Maeglin, Il Silmarillion, cap. XVI, "Maeglin".

Poteri e abilità[]

Maeglin, in quanto figlio di Eöl e al contempo discendente della Casa di Fingolfin, possedeva indubbie qualità che lo rendevano in qualche modo superiore agli altri elfi: dal padre e dai Nani aveva imparato grandi tecniche di metallurgia, e inoltre aveva una conoscenza quasi sconfinata dei minerali. È probabile che avesse appreso dal padre anche i segreti della fabbricazione del Galvorn, un metallo tanto resistente quanto duttile e malleabile. Pare che fosse anche un abile combattente, e che si sia reso protagonista di grandi atti di valore durante la Nirnaeth Arnoediad.

Biografia[]

Nascita e origini[]

Eöl Welcomes Aredhel by Ted Nasmith

L'incontro tra Eöl e Aredhel, Ted Nasmith.

Aredhel, sorella di Turgon Re dei Noldor, lasciò Gondolin per compiere un viaggio. Tuttavia mentre passava per le foreste di Nan Elmoth si perse e cominciò a vagare senza meta. Qui fu trovata dall'elfo Eöl, appartenente al popolo dei Teleri e lontano cugino di Thingol, che la prese con sé e ne fece la sua sposa.

Da questa unione nacque nel 320 PE un figlio di aspetto in tutto e per tutto rassomigliante ai Noldor, capelli neri e sguardo fiero, possente nel corpo, ma con l’animo irrequieto del padre che gli dette il nome di Maeglin.

Assieme al genitore Maeglin intraprese nella gioventù molti viaggi che lo portarono fino agli Ered Luin, in Belegost, presso i Nani, poiché da essi Eöl era tenuto in grande considerazione e massimo esperto nell’arte della fucina. Qui apprese moltissimo, ma il suo cuore era rivolto sempre alla madre, che lo attendeva a casa, poiché le era vietato uscire da Nan Elmoth.

Il padre faceva di tutto per instillargli l'odio per i Noldor, ricordandogli di continuo che gli apparteneva al popolo dei Teleri che per nessuno motivo avrebbe dovuto provare affetto per coloro che si macchiarono del sangue della sua stirpe nel Fratricidio di Alqualondë. Più volte L'Elfo Scuro rimproverò questo suo amore per i Noldor al figlio, arrivando anche a minacciarlo.

Il ritorno a Gondolin con la madre e la maledizione di Eöl[]

Aredhel and Maeglin by Ulla Thynell

La fuga di Aredhel e Maeglin da Eöl, Ulla Thynell.

"Ora, accadde che a mezza estate i Nani, com’era loro costumanza, invitassero Eöl a una festa in Nogrod; ed Eöl partì per recarvisi. Sicché Maeglin e sua madre si trovarono a essere liberi per qualche tempo di andarsene dove desideravano, e sovente si spingevano cavalcando fino ai margini del bosco, cercando la luce del sole; e crebbe nel cuore di Maeglin il desiderio di andarsene per sempre da Nan Elmoth. Disse quindi ad Aredhel: «Signora, andiamocene finché siamo in tempo! Che speranza c’è in questi boschi per te e per me? Qui siamo tenuti in custodia, e io non ne ricaverò alcun profitto; infatti, ho appreso tutto ciò che mio padre aveva da insegnarmi e i Naugrim intendevano rivelarmi. Perché non ci mettiamo in cerca di Gondolin? Tu sarai la mia guida e io la tua scorta»."
—La fuga di Maeglin e Aredhel, Il Silmarillion, cap. XVI, "Maeglin".

Nonostante le pressioni del padre, il giovane Maeglin grazie conversazioni con la madre venne a conoscenza della grandezza della sua stirpe, ma soprattutto parve interessato allo zio Turgon, venendo a sapere che egli era senza eredi, eccezion fatta per la figlia Idril Celebrindal.

Ecco che allora in lui maturò la decisione di partire di nascosto al padre: un giorno, approfittando dell'assenza di Eöl, prese con se la madre Aredhel e, dopo aver detto ai servitori che si sarebbero recati in visita ai Figli di Fëanor, attraversò il Celion e si diresse verso Neldoreth.

Infine, e con alle spalle Eöl che li inseguiva, i due giunsero ai cancelli esterni di Gondolin (PE 400) e vennero condotti da Re Turgon, il quale fu felice di rivedere la sorella a lungo creduta morta e al tempo stesso compiaciuto nel vedere Maeglin, vedendo in lui uno che meritava di essere inserito nel novero dei principi dei Noldor.

Quindi lo accolse come un figlio, deciso a farlo diventare il suo erede, in quanto non aveva figli maschi per succedergli. Dal canto suo il giovane Maeglin era estasiato da tutto ciò che vedeva, la sua immaginazione continuamente superata dalla bellezza che lo circondava, e finì per innamorarsi della cugina Idril.

Eöl attacks Maeglin by Luis F

Eöl attacca il figlio Maeglin, che viene protetto dalla madre, by Luis F. Bejarano.

Nel frattempo Eöl scovò l’entrata per il Reame Celato e, catturato dalle guardie, venne portato al cospetto del Re. Eöl pretese di riavere sua moglie e suo figlio, richiesta che gli viene negata sgarbatamente da Turgon, il quale tuttavia, per rispetto alla sorella più che per sua volontà, gli offrì due opzioni: rimanere per sempre a Gondolin tra i Noldor, dove con la sua arte avrebbe potuto contribuire alla crescita della città, oppure andarsene per tornare alle sue aule nel Nan Elmoth, con la proibizione però di fare ritorno a Gondolin.

Colto dall’ira, l’elfo scuro estrasse quindi di un giavellotto dal suo mantello e lo scagliò verso il figlio per ucciderlo, dichiarando di preferirlo morto che saperlo tra gli odiati Noldor.

"Eöl allora affissò lo sguardo negli occhi di Re Turgon, e non era affatto intimorito, ma rimase a lungo immobile e muto, mentre un pesante silenzio scendeva nella sala; e Aredhel ne fu spaventata, perché lo sapeva pericoloso. All’improvviso, ratto come una serpe, Eöl diede di piglio a un giavellotto che teneva nascosto sotto il mantello e lo scagliò contro Maeglin, gridando: «La seconda opzione valga anche per mio figlio! Non ti terrai ciò che è mio!». Aredhel, però, si gettò a far da scudo al dardo che la colpì alla spalla; ed Eöl fu afferrato da molti e posto in ceppi, e via condotto mentre altri medicavano Aredhel. Maeglin però seguì con lo sguardo il padre, e restò muto."
—Eöl attacca Maeglin, Il Silmarillion, cap. XVI, "Maeglin".

Ma Aredhel gli fece scudo col corpo e fu ferita ad una spalla. Nonostante Turgon volesse mettere a morte l'elfo, la figlia Idril e Aredhel intercedettero per lui, quindi il Re si limitò a gettare Eöl in prigione in attesa di sottoporlo al suo giudizio.

Tuttavia il giavellotto di Eöl doveva essere avvelenato, in quanto la ferita di Aredhel si infettò e non fu possibile curarla, così la sorella del Re morì nella notte, vegliata dal fratello e da Maeglin.

Furibondo per la morte della sorella Turgon condannò a morte Eöl, ordinando che venisse gettato dalle mura della città in uno strapiombo.

Eöl is Led to the Walls by Ted Nasmith

Morte di Eöl, Ted Nasmith.

Prima di essere gettato nel Caragdûr, l’abisso senza fondo, Eöl gridò al figlio parole dure maledicendolo:

"Così dunque tu abbandoni tuo padre e la tua stirpe, figlio malnato! Che qui dunque tutte le tue speranze vadano in fumo, e che tu possa morire della mia stessa morte"
—Ultime parole di Eöl, Il Silmarillion, cap. XVI, "Maeglin".

Già da questo momento si scorge in Maeglin un atteggiamento ambiguo. Di certo non desiderava la morte del padre, ma nel contempo il desiderio di divenire un grande Noldor, essere un Principe ed entrare a far parte della famiglia reale a tutti gli effetti ebbe il sopravvento sul suo amore filiale.

Vita a Gondolin[]

Turgon, Idril and Maeglin

Maeglin assieme allo zio Turgon e alla cugina Idril

Maeglin divenne molto stimato tra gli abitanti di Gondolin, ed i suoi consigli erano ascoltati dai saggi. In più insegnò la sua arte di forgiatore e scopritore di metalli alla sua gente, rendendo le armi dei fabbri di Gondolin molto più efficaci.

Fondò quindi una propria casata, nota come Casato della Talpa, i cui membri erano riconosciuti per essere degli abili fabbri ed esperti minatori e il suo nome andò ad aggiungersi a quello dei signori di Gondolin.

Ma già nella sua mente e nel suo animo cominciavano a farsi strada sentimenti contrastanti ed esacerbanti, compreso il suo amore per Idril, amore che non era ricambiato. Anzi Idril non si fidò mai di Maeglin, poiché leggeva chiaramente nel suo cuore, intravedendo un conflitto interiore spasmodico.

Maeglin con Hurin e Huor

Maeglin con Húrin e Huor.

Nel 456 PE giunsero a Gondolin, portati dalle Aquile, i fratelli Húrin e Huor della Casa di Hador; il Re, vedendo nella loro venuta un segno di Ulmo, li ospitò per oltre un anno con grande disappunto di Maeglin: egli infatti non vedeva di buon occhio gli Uomini e non fece nulla per nascondere questa sua antipatia.

Trascorso un anno i due fratelli espressero il desiderio di ritornare dalla loro gente, giurando tuttavia di mantenere il segreto della posizione della città. Derogando alla sua legge Turgon glielo concesse con soddisfazione di Maeglin, il quale non poté esimersi dal lanciare una frecciata sprezzante verso i due fratelli:

"Però Maeglin, il figlio della sorella del Re, il quale in Gondolin era potente, non era affatto dispiaciuto che se ne andassero, non solo perché li invidiava per il favore concesso dal Re, ma anche perché non nutriva affetto per nessuno della stirpe degli Uomini; e disse a Húrin: "La grazia a te concessa da Re è maggiore di quanto tu non creda; e qualcuno potrebbe domandarsi perché la legge sia divenuta meno severa di un tempo per due bricconi figli di Uomini. Sarebbe più sicuro se essi non avessero altra scelta che dimorare qui come nostri servitori fino alla fine dei loro giorni.""
—Maeglin a Húrin, I Figli di Húrin, cap. I, "L'infanzia di Túrin".

Húrin però non raccolse l'insulto e lui e suo fratello s'impegnarono solennemente anche dinnanzi a Maeglin a non rivelare mai i segreti di Gondolin.

Nel 472 PE seguì Re Turgon e l'esercito di Gondolin partecipando alla Nirnaeth Arnoediad, compiendo atti assai valorosi e spiccando tra gli altri per coraggio e forza. Tuttavia alla fine l'Alleanza di Maedhros fu sconfitta e i Gondolindrim furono costretti alla ritirata: tuttavia questa fu possibile senza danni solo grazie all'eroismo degli Uomini della Casa di Hador che, guidati da Húrin e Huor resistettero fino all'ultimo uomo proteggendo la ritirata di Turgon.

La venuta di Tuor e l'odio di Maeglin[]

L'arrivo di Tuor a Gondolin

Gli anni passarono fino a che nel 499 PE non giunse a Gondolin Tuor, figlio di Huor, in qualità di messaggero di Ulmo che predisse l'inevitabile fine del regno celato.

Il figlio di Huor fu bene accolto da Turgon e per ripagare il suo debito nei confronti della Casa di Hador, gli concesse di restare in città e acconsentì al suo matrimonio con la figlia Idril, la quale di lì a poco diede alla luce Eärendil Mezz’elfo.

L’odio di Maeglin crebbe e l’invidia prese il sopravvento, tanto che egli parlò contro Tuor, convincendo addirittura il re nel diffidare dei consigli del messaggero di Ulmo, il quale aveva riferito al Re che il tempo di Gondolin era concluso e che i Valar lo invitavano a mettere in salvo la sua gente; grazie alla sua influenza e facendo leva sull'amore di Turgon per le sue opere, Maeglin convinse il Re a rigettare il consiglio del Vala.

Idril tuttavia, intuendo ciò che sarebbe avvenuto di lì a poco e non fidandosi interamente del cugino, convinse il marito a formare una propria compagnia di guerrieri, che divenne nota come Casato dell'Ala Bianca, e fece approntare una via di fuga segreta attraverso l’Amon Gwareth.

Il tradimento di Maeglin e la morte[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi la voce Caduta di Gondolin.
Maeglin captured

Maeglin catturato dagli Orchi

"Ora accadde che, Eärendil essendo ancora piccolo, Maeglin si perdesse, lui che, come s'è detto, amava le percezioni minerarie e la ricerca di metalli più di ogni altra arte; ed era maestro e guida degli Elfi che lavoravano tra i monti attorno alla città, estraendo metalli da fucinare per opere di guerra come di pace. Sovente Maeglin si recava però, con scarso seguito, oltre la cerchia delle alture e il Re ignorava che il suo ordine non veniva rispettato; e accadde così, secondo volle il destino, che Maeglin fosse catturato da Orchi e tratto in Angband. Egli non era né un debole né un pusillanime, ma i tormenti onde fu minacciato né piegarono lo spirito, e si comprò vita e libertà rivelando a Morgoth l'esatta localizzazione di Gondolin e come fare a reperirla e assalirla. Grandissima fu la gioia di Morgoth, che promise a Maeglin la signoria di Gondolin quale suo vassallo, nonché il possesso di Idril Celebrìndal, una volta presa la città; e in effetti, il desiderio per Idril e l'odio per Tuor resero più facile a Maeglin il tradimento, il più infame di cui si abbia traccia nelle cronistorie degli Antichi Giorni."
—Il tradimento di Maeglin, Il Silmarillion, cap. XXIII, "Tuor e la Caduta di Gondolin".

Durante un viaggio di esplorazione Maeglin venne catturato dagli Orchi e portato in Angband, dove fu portato al cospetto dell'Oscuro Signore: benché non fosse un debole né un pusillanime, lo spirito di Maeglin venne piegato dalla minaccia di indicibili sofferenze e dalle torture, e si comprò dunque la libertà svelando a Morgoth la posizione di Gondorlin, dietro la promessa della signoria della città e la mano di Idril, e spiegando come l'esercito di Angband avrebbe potuto trovare e attaccare la città senza essere visto dalle sentinelle. Questo è tra i tradimenti delle cronache quello che viene considerato il più infame in assoluto. Maeglin fece infatti ritorno alla città senza dire nulla a nessuno, e finse che la vita procedesse come al solito.

Nell’anno PE 510, mentre veniva celebrata la festa del Tarnin Austa, Gondolin venne attaccata dalle truppe di Angband guidate da Gothmog il Capitano dei Balrog, le quali sciamarono all'interno della Valle di Tumladen attraverso i passaggi che Maeglin aveva loro rivelato. Durante il consiglio di guerra tenuto da Turgon assieme ai Signori delle Casate di Gondolin, Tuor propose al Re di radunare l'esercito e dare battaglia alle forze di Morgoth fuori dalla città, così da dare modo alla popolazione di Gondolin di fuggire sui monti e mettersi in salvo a sud. Tuttavia Maeglin parlò contro il piano di Tuor: egli infatti, in accordo con Morgoth, voleva fare sì che nessuno tra i Gondolodrim fuggisse alla morsa di Angband, così facendo leva sull'amore del Re per la città suggerì invece di attendere l'assalto dietro le possenti mura di Gondolin, venendo spalleggiato da Salgant della Casa dell'Arpa. Alla fine il suo piano fu quello che venne accolto dal consiglio e, mentre le forze delle altre Casate si disponevano a difesa della mura, Maeglin si mantenne invece in disparte assieme ai guerrieri della Casata della Talpa, aspettando il momento propizio per intervenire.

Approfittando dell'infuriare dei combattimenti, Maeglin si diresse dunque verso la casa di Tuor e rapì Idril ed Eärendil (allora al settimo anno di vita) trascinandoli in cima alle mura con il crudele intento di scaraventare il bambino giù dai bastioni davanti agli occhi della madre. Tuttavia lui e i suoi seguaci vennero intercettati da Tuor e dai guerrieri della Casata dell'Ala Bianca, i quali si gettarono su di loro e li massacrarono tutti. Maeglin tentò di fuggire trascinando con sé Idril e Eärendil, ma Tuor fu su di lui e, dopo avergli spezzato un braccio, lo scaraventò giù dalle mura facendolo precipitare in un baratro e cagionandogli la morte, esattamente come le parole di Eöl avevano predetto.

Tuor affronta Maeglin

Tuor affronta Maeglin.

"Maeglin teneva Idril per i capelli e cercava di trascinarla fino ai bastioni, per crudeltà del cuore, affinché vedesse Eärendil precipitare nelle fiamme; ma il bimbo lo ostacolava e lei, per quanto sola, combatteva come una tigre, seppure bella e sottile. Egli ora lottava tra le imprecazioni e perdeva tempo, mentre la gente dell'Ala s'avvicinava - ed ecco che Tuor lanciò un grido così possente che gli Orchi lo udirono di lontano e ondeggiarono a quel suono. Come uno scoppio di tempesta la guardia dell'Ala piombò in mezzo agli uomini della Talpa, che furono dispersi. Quando Maeglin vide, tentò di pugnalare Eärendil con un suo stretto coltello; ma il bimbo gli morse la mano sinistra, affondandovi i denti, e quello vacillò e colpì debolmente, cosicché la lama fu respinta dalle maglie della piccola armatura: al che Tuor fu su di lui, e la sua ira era terribile a vedersi. Afferrò Maeglin per il braccio che reggeva il pugnale e glielo spezzò torcendolo, quindi lo sollevò per la vita e balzò con lui sulle mura, da dove lo scagliò lontano. Tremenda fu la caduta del suo corpo, che rimbalzò tre volte su Amon Gwareth prima di precipitare nel mezzo delle fiamme; e tra Eldar e Noldor il nome di Maeglin è scomparso per la vergogna."
—Morte di Maeglin, Racconti Perduti, cap. III, "La Caduta di Gondolin".

A seguito della caduta il nome di Maeglin venne maledetto dalle stirpi degli Eldar, diventando sinonimo del più bieco tradimento e non venendo più utilizzato.

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