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Il Lungo Inverno fu un periodo di cinque mesi in cui un freddo glaciale si abbatté su tutta la Terra di Mezzo, tra l'autunno del 2758 TE e la primavera del 2759 TE. Le forze di Sauron approfittarono delle difficili condizioni climatiche per attaccare gli indeboliti regni alleati di Gondor e Rohan, mettendo quest'ultimo quasi in ginocchio.

Storia[]

Il Lungo Inverno colpì l'intera Terra di Mezzo, anche se con effetti diversi a seconda del luogo.

Gondor[]

Gondor non fu direttamente colpito dagli effetti del freddo glaciale, tuttavia ne subì comunque le conseguenze: infatti nel 2758 TE tre flotte di Corsari di Umbar attaccarono le coste del regno dei Numenoreani del Sud arrivando a colpire persino le foci dell'Isen. A causa dei gravi pericoli incombenti il Sovrintendente Beren, diciannovesimo custode del trono del Re, non fu in grado di inviare aiuti ai suoi alleati di Rohan, in quel momento sotto attacco da parte dei Dunlandiani guidati da Wulf.

Solo nella primavera del 2759 TE Beregond, valoroso figlio di Beren e grande capitano di Gondor, riuscì ad allontanare la minaccia dei Corsari dalle coste a sud delle montagne, dopodiché poté marciare a nord in soccorso dei Rohirrim.

Rohan[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi la voce Assedio di Hornburg.

Il regno dei Signori dei Cavalli fu probabilmente il più colpito sia dal freddo del Lungo Inverno, che dagli attacchi dei nemici: infatti Wulf, figlio del nobile Dunlandiano Freca, cercando vendetta per la morte del padre, partendo dall'antica fortezza di Isengard radunò un esercito e attaccò Rohan intenzionato ad impadronirsi del trono.

Il re Helm Mandimartello fu intrappolato a Hornburg, nel luogo che in suo onore verrà rinominato "Fosso di Helm", e qui organizzò una disperata resistenza contro i Dunlandiani, morendo congelato in una delle sue solitarie sortite notturne contro le forze assedianti. Gondor non poteva inviare aiuto, a causa dell'attacco che stava subendo dalle coste da parte dei Corsari.

Alla fine nel 2759 TE Fréaláf Hildeson, succeduto allo zio, grazie anche ai rinforzi provenienti da Gondor, riuscì a riconquistare Edoras e a uccidere Wulf, liberando dall'assedio coloro che si erano asserragliati nella fortezza di Hornburg. I Dunlandiani furono dunque respinti nelle loro terre e Fréaláf venne riconosciuto come Re di Rohan, inaugurando la Seconda Linea della Casa di Eorl.

Eriador e Contea[]

Sebbene la guerra avesse risparmiato l'Eriador, non per questo gli antichi territori del Regno di Arnor soffrirono meno di Gondor o Rohan. Infatti la terribile gelata non fu che il prodromo di una grave carestia che afflisse la regione almeno fino al 2760 TE.

Tale carestia colpì pesantemente la Contea e migliaia di Hobbit morirono, solo l'intervento di Gandalf e la loro innata capacità di unirsi e aiutarsi nelle difficoltà permise al popolo dei Mezzuomini di sopravvivere; nella storia della Contea tale periodo è ricordato dagli Hobbit come i "Giorni della Fame".

Conseguenze[]

A seguito del Lungo Inverno Rohan e Gondor cementarono la propria alleanza e furono più unite che mai. Inoltre il Sovrintendente Beregond si convinse a donare l'antica fortezza di Isengard a Saruman il quale, di recente ritornato dal suo lungo viaggio nell'est della Terra di Mezzo, si assunse l'incarico di sorvegliare il confine occidentale di Rohan e impedire il ritorno dei Dunlandiani.

Una conseguenza indiretta del Lungo Inverno fu poi che Gandalf cominciò per la prima volta ad interessarsi particolarmente del popolo degli Hobbit. Come in seguito ebbe a dire a Pipino, probabilmente nella disgrazia fu un segno della sorte:

"«E poi c’era la gente della Contea. Iniziarono ad avere un posto speciale nel mio cuore durante il Lungo Inverno che nessuno di voi può ricordare. Ne furono assai duramente provati: una delle peggiori situazioni che abbiano mai dovuto affrontare, morendo di freddo, e di fame nella spaventosa carestia che seguì. Pure, fu quello il momento per vedere il loro coraggio e la pietà l’uno verso l’altro. E fu grazie a questa, oltre che al loro duro, muto coraggio, che sopravvissero [...]»."
—Gandalf a Pipino, Racconti Incompiuti, parte III "La Terza Età", cap. III "La cerca di Erebor".
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