- " [...] ma vicino al coperchio frantumato di uno dei forzieri giacevano i resti di un libro. Era stato strappato e tagliato da pugnali ed in parte bruciato, ed era macchiato di nero e di altri segni scuri che parevano sangue vecchio, a tal punto da renderne pressochè impossibile la lettura. Gandalf lo sollevò con cura; tuttavia i fogli crepitarono sbriciolandosi quando lo posò sulla lastra."
- —Il Signore degli Anelli, libro II, cap. V, "Il ponte di Khazad-dûm".
Il Libro di Mazarbul era il registro della Spedizione di Balin a Moria, nel quale il nano Ori riportò tutti i fatti e gli eventi principali della colonia. Danneggiato durante l'Ultima Resistenza dei Nani, venne ritrovato oltre vent'anni dopo dalla Compagnia dell'Anello. Il testo venne poi affidato a Gimli che lo riportò a Erebor una volta conclusa la Guerra dell'Anello.
Descrizione e struttura[]
Il libro si presenta come un grosso e pesante tomo di pergamena rilegata, con una copertina in pelle. É ipotizzabile che più diversi autori vi abbiano lasciato la propria testimonianza, visto che è stato scritto utilizzando diversi linguaggi: vi sono rune elfiche dell'alfabeto Cirth, rune di Dale e rune naniche e l'alfabeto Khuzdul; gli unici della Compagnia in grado di leggere quest'ultime erano Gimli e Gandalf. Al momento del suo ritrovamento il tomo era molto danneggiato: era stato probabilmente colpito con un'arma da un orco e macchie di sangue e bruciature rendevano difficoltosa la lettura.
Terza pagina[]
- "Cacciammo gli Orchi dal grande cancello e la sala delle guardie e abbiamo conquistato la Prima Sala. Ne uccidemmo parecchi nel luminoso sole della vallata. Flói fu trafitto a morte da una freccia. Egli uccise i grandi [...] Flói sotto l'erba vicino al Mirolago [...] Abbiamo scelto di vivere nella ventunesima sala dell'estremità Nord. C'è buona aria [...] che può essere facilmente osservato [...] il pozzo è libero [...] Balin ha instaurato la sua dimora nella Camera di Mazarbul [...] ha raccolto [...] oro [...] Ascia di Durin [...] elmo d'argento. Balin è ora signore di Moria. [Gandalf presuppone che questa sia la fine di un capitolo] [...] trovammo argentovero [...] benforgiato [...] cotta fatta di mithril [...] Óin alla ricerca delle armerie superiori del Terzo Abisso [...] andare a ovest [...] al cancello dell'Agrifogliere."
- —Annotazioni nell'Angerthas di Erebor, autore sconosciuto, Il Signore degli Anelli, libro II, cap. V, "Il ponte di Khazad-dûm".
Quinto anno[]
Ultima pagina[]
- "Non possiamo uscire. Non possiamo uscire. Hanno preso il ponte e la Seconda Sala. Frár, Lóni e Nálin caddero ivi. [...] andarono cinque giorni fa [...] l'acqua dello stagno sale al muro del Cancello Ovest. L'Osservatore nell'acqua ha preso Óin. Non possiamo più uscire. Giunge la fine [...] tamburi, tamburi negli abissi."
- —Ultime annotazioni di Ori sul libro, Il Signore degli Anelli, libro II, cap. V, "Il ponte di Khazad-dûm".
Storia[]
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Per approfondire, vedi la voce Spedizione di Balin a Moria. |