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" [...] Lúthien era la più bella di tutti i Figli di Ilúvatar. Azzurro era il suo abito come il cielo senza nubi, ma grigi i suoi occhi come la sera stellata; il suo mantello era contesto di fiori dorati, ma i capelli erano scuri come le ombre del crepuscolo. Simili alla luce che resta sulle foglie degli alberi, alla voce di acque chiare, alle stelle che stanno sopra le brume del mondo, tali erano il suo splendore e la sua grazia; e il suo volto era luminoso."
Il Silmarillion, cap. XIX, "Beren e Lúthien"

Lúthien, detta Tinúviel (Usignolo) fu un'Elfa che visse nel Beleriand durante la Prima Era, unica figlia di Thingol, Re del Doriath e Re Supremo del Beleriand, e della sua sposa Melian la Maia. Grazie alla sua discendenza sia dalla stirpe degli Ainur che dai Primogeniti, Lúthien godette di grandi poteri magici ed era considerata la più bella tra tutti i Figli di Ilúvatar.

Viene ricordata soprattuto per la sua storia d'amore con l'umano Beren, assieme al quale penetrò nella fortezza di Angband, sottrasse uno dei Silmaril dalla Corona Ferrea dell'Oscuro Signore; in seguito Beren morì mentre cercava di uccidere il mannaro Carcharoth, il quale stava devastando il Doriath, e ciò provocò tanto dolore alla fanciulla che essa, prima della sua stirpe, morì di dolore. Giunta nelle Sale di Attesa ella si presentò davanti al trono di Mandos e si esibì in un canto talmente struggente che mosse a pietà l'implacabile Giudice dei Valar, il quale, dopo aver tenuto consiglio con Manwë, concesse a Luthien di ritornare nella Terra di Mezzo assieme all'amato Beren in cambio della rinuncia all'immortalità degli Elfi e senza la garanzia che la sua esistenza mortale sarebbe stata felice.

La tormentata storia d'amore di Beren e Luthien fu una delle più grandi storie epiche dei Tempi Remoti e fu in qualche modo rivissuta dai loro discendenti Aragorn e Arwen sul finire della Terza Era; dall'unione tra i due amanti nacque infatti un figlio che ebbe il nome di Dior, e dalla cui figlia discesero Elrond ed Elros.

Luthien si può dire quindi la capostipite della stirpe dei Re di Númenor, ed è grazie a lei che il sangue degli Ainur entrò a far parte del patrimonio della Casata, il cui ultimo discendente diretto fu appunto Aragorn Elessar.

Etimologia[]

Lúthien è una parola di origine Sindarin che significa letteralmente "Figlia dei Fiori". In Noldorin (un dialetto sviluppato dal Quenya) il nome Lūthien o Lhúthien significa "Incantatrice". Il nome Tinúviel è invece il nome datole da Beren e significa "Usignolo" o, più letteralmente "Figlia del Crepuscolo". Nella prima versione del Racconto di Tinúviel era chiamata Tynwfiel.

Descrizione[]

Luthien by kimberly80

Lúthien, kimberly80.

Aspetto e carattere[]

Lúthien è descritta come la più bella dei Figli di Ilúvatar. Era una fanciulla alta, snella, dai capelli sottili e corvini e pelle candida. Al primo incontro con Beren indossava un abito grigio-argento e perlaceo mentre prima di fuggire da Hírilorn un abito di un bianco luccicante, poi coperto dalla tunica nera intessuta con i suoi stessi capelli[2].

Poteri e abilità[]

Lúthien apprese molta dell'arte magica della madre Melian. Fu infatti in grado di farsi crescere i capelli fino ad una lunghezza tale da poter scendere da Hírilorn, riuscì ad addormentare non solo le guardie che la sorvegliavano ma perfino lo stesso Morgoth che fu ammaliato dalle movenze della sua danza. La sua voce riuscì a far commuovere persino l'impassibile Mandos.

Per l'incantesimo con cui si fece crescere i capelli, Lúthien domandò ai suoi servitori di raccogliere l'acqua più limpida possibile, raccolta a mezzanotte in un bacile d'argento e che colui che gliel'avrebbe consegnata non avrebbe dovuto proferire parola. Chiese poi del vino raccolto in una caraffa d'oro a mezzogiorno e di cantare a colui che gliel'avrebbe recato. Domandò infine ai servitori di chiedere alla madre di darle un filatoio. Rimasta sola, prese in mano il bacile d'argento e cantò un canto di crescita poi quello d'oro e ne intonò un altro dove enumerava ciò che vi era di più alto e lungo nel mondo: le barbe degli Indrafang ovvero i Nani di Nogrod, la coda di Karkaras, il corpo di Glorund, il tronco di Hírilorn, la spada del gigante Nan, la catena Angainu, il collo del gigante Gilim ed infine, più lunghi di ogni altra cosa, i capelli di Uinen.

Dopo aver mischiato acqua e vino, si lavò i capelli e nel farlo intonò un terzo canto che induceva un profondo sonno. I capelli di Lúthien nell'arco di dodici ore crebbero in modo tale da riempire la stanza e dopo che si fu riposata, inondarono tutta la casa sbucando persino dalle sue finestre. Si tagliò poi i capelli, li filò e li intrecciò, fabbricando una tunica di un nero opaco simile ad una nebbia oscura che, svolazzando, riempiva l'aria circostante con un incantesimo in grado di indurre il sonno in ogni creatura ed era considerata persino più potente di quella indossata dalla madre. Tale veste poteva essere ripiegata in modo tale da farla diventare delle dimensioni di un fazzoletto. Con il resto dei capelli realizzò una lunga corda per poter scendere dalla Regina delle Betulle, anch'essa dotata del potere di indurre un profondo sonno in qualunque creatura ne venisse a contatto[3].

Biografia[]

I genitori e la nascita[]

Nan Elmoth - Elwë and Melian by Elena Kukanova

Il primo incontro tra Thingol e Melian by Elena Kukanova [1].

" [...] e lì, nella foresta di Neldoreth, Lùthien fu data alla luce, e i bianchi fiori di niphredil sorsero dalla terra per salutarla come fosssero stelle."
Il Silmarillion, cap. X, "I Sindar".

Quando Elwë, come allora si chiamava Thingol, tornò da Valinor per convincere i suoi fratelli Elfi Teleri a trasferirsi nelle terre beate dei Valar, camminando per i boschi incontrò Melian la Maia ed entrambi si innamorarono follemente, tanto da rimanere immobilizzati per anni nel bosco di Nan Elmoth a causa di un potentissimo incantesimo di amore.

Una volta risvegliatisi dal torpore Thingol e Melian uscirono dai boschi e, dopo aver raccolto attorno a sé tutti quegli Elfi Teleri che si erano rifiutati di lasciare il Beleriand senza il proprio Re, fondarono il regno del Doriath, protetto dalla malvagità di Morgoth dalla Cintura di Melian.

Nel 1200 AA dall'unione di Thingol e Melian nacque una figlia che venne alla luce nella foresta di Neldoreth. Visto che ella univa in sé la bellezza delle stirpi degli Ainur e degli Elfi, fu a lungo considerata la più bella tra tutti i Figli di Ilùvatar.

Ella era solita danzare nei boschi, cantando la propria gioia mentre il suo amico Daeron, menestrello di Thingol, l'accompagnava al suono del suo flauto. Daeron alla fine arrivò ad amare profondamente Luthien, ma la fanciulla, benché apprezzasse la sua compagnia, non ricambiò mai il suo amore preferendo mantenere un semplice rapporto di amicizia.

L'incontro con Beren e la ricerca del Silmaril[]

Beren incontra Luthien by Denis Gordeev

L'incontro tra Beren e Luthien by Denis Gordeev

Nell'estate del 464 PE, mentre come suo solito ballava nei boschi du Neldoreth, Lúthien incontrò un uomo mortale: il nome di quell'uomo era Beren, della Casa di Bëor, il quale era in fuga dal Dorthonion e, non appena vide la fanciulla, s'innamorò perdutamente di lei, dimenticando tutte le fatiche delle sue avventure. Non conoscendone il nome, Beren la chiamò gridando: "Tinúvel! Tinúvel!" e Luthien, inizialmente spaventata, fuggì inseguita dall'uomo che, per diversi giorni, continuò a girovagare per i boschi chiamandola a gran voce. Alla fine Luthien vinse la sua paura e si avvicinò all'uomo e, come si guardarono negli occhi, i due s'innamorarono perdutamente e insieme trascorsero giorni molto felici, promettendosi amore eterno.

"Aggirandosi d'estate nei boschi di Neldoreth, si imbatté in Luthien, figlia di Thingol e Melian, ed era sera, nel momento in cui la luna saliva in cielo, e Luthien danzava sull'erba sempre verde nelle radure lungo le rive dell'Esgalduin. Ed ecco il ricordo di tutte le sue sofferenze abbandonò Beren, ed egli cadde in preda ad un incantesimo, poiché Luthien era la più bella di tutti i figli di Iluvatar. [...] Ma Luthien scomparve alla vista di Beren, il quale divenne sordo come chi sia in preda d'incantesimo, e a lungo s'aggirò per i boschi, selvaggio e vigile come una belva, cercandola. In cuor suo la chiamava "Tinuviel", che significa Usignolo, come vien detta nella lingua degli Elfi Grigi questa figlia del crepuscolo, perché non sapeva quale altro nome darle. E la scorgeva lontano come foglia ai venti d'autunno e, d'inverno, una stella sopra un colle, ma una catena gli gravava le membra. Vi fu un momento, poco prima dell'alba, la vigilia di Primavera, che Luthien danzava sopra un verde colle; e d'un tratto prese a cantare [...]; e il canto di Luthien sciolse i vincoli dell'inverno, e le acque gelate parlarono e i fiori balzarono su dalla fredda terra là dove si erano posati i suoi piedi. Allora Beren fu liberato dall'incantesimo del silenzio, ed egli la chiamò, invocando Tinuviel; e i boschi eccheggiarono del nome. Luthien si arrestò meravigliata e più non fuggì, e Beren venne a lei"
—Il Silmarillion, cap. XIX, "Beren e Lúthien"

Accadde però che un giorno il poeta Daeron, impensierito dalle frequenti assenze di Luthien, la seguì di nascosto; con grande sorpresa scoprì che la fanciulla s'incontrava con Beren nei boschi e subito, anche per la gelosia che lo dilaniava, corse ad avvertire Thingol; appena il Re venne a conoscenza del rapporto tra la figlia e un mortale, fece arrestare Beren e lo imprigionò, meditando di ucciderlo. Tuttavia fu convinto a risparmiarlo dalla moglie Melian la quale, essendo una Maiar, aveva il dono della preveggenza e sapeva che l'incontro tra la figlia e Beren era scritto nel destino. Tuttavia Thingol non volle arrendersi così facilmente all'idea di consegnare sua figlia ad un misero mortale e dunque pose come condizione al suo consenso per il matrimonio che Beren avrebbe dovuto recarsi nella fortezza di Morgoth e portargli uno dei Silmaril incastonati nella corona dell'Oscuro Signore, sperando che l'uomo morisse nell'impresa.

Beren accettò la sfida e partì diretto verso il Nargothrond, dove sperava di ottenere l'aiuto di Finrod Felagund, ma Lúthien non poté sopportare l'idea di non fare nulla per aiutarlo così, grazie ad un incantesimo con cui si fece crescere i capelli, fuggì dagli appartamenti su un flét dove l'aveva rinchiusa il padre e si mise sule tracce dell'amato. Accadde però che, mentre si trovava a passare nei pressi del Nargothrond, la fanciulla fu trovata e catturata da Celegorm e Curufin i quali la imprigionarono in una delle stanze della reggia di Finrod, essendo Celegorm intenzionato a sposarla. Luthien tuttavia aiutata dal cane divino Huan impietosito dalla sua sorte, riuscì nuovamente ad evadere e alla fine, accompagnata da Huan, raggiunse Tol-in-Gauroth, dove Beren e Finrod erano tenuti prigionieri da Sauron.

Sauron soggiogato da Huan by Denis Gordeev

Sauron soggiogato da Huan cede a Luthien la signoria di Tol-in-Gaurthot, by Denis Gordeev

Qui Huan uccise tutti i Mannari che il Luogotenente di Morgoth inviò contro di lui e tra questi vi fu anche Draugluin, il padre dei Mannari; allora Sauron, che conosceva la profezia sul destino di Huan. assunse la forma di un gigantesco e orrido mannaro e affrontò personalmente il Mastino di Valinor.

Alla fine però, Huan riuscì a sconfiggere Sauron e, tenendolo stretto con le fauci alla gola, lo sottomise impedendogli di scappare e lasciandolo alla mercé di Luthien: la fanciulla allora chiese a Sauron di cederle la signoria sulla fortezze e di abbandonare per sempre quelle contrade. Costretto dalle fauci di Huan che premevano sul suo collo, Sauron accettò e se ne andò nella forma di una nera nube temporalesca, mentre Luthien mondò la fortezza dall'influenza del male facendola crollare e liberando tutti i prigionieri.

"Ma né incantesimo né stregoneria, zanna o veleno, arte diabolica o forza belluina potevano soverchiare Huan di Valinor, il quale afferrò il suo nemico per la gola e lo inchiodò al suolo. Allora Sauron cambiò forma, da lupo divenendo serpente, e poi da mostro tornando al suo solito aspetto; ma gli era impossibile sfuggire alla presa di Huan senza abbandonare affatto il proprio corpo. Prima che il suo lurido spirito ne abbandonasse la tenebrosa carcassa, Lùthien gli si accostò e gli disse che il suo spettro, denudato della veste di carne, sarebbe tornato tremante da Morgoth; e poi soggiunse: «Là in eterno il tuo nudo essere subirà il tormento del disprezzo di Morgoth, dai cui occhi sarai trafitto, a meno che tu non ceda a me il dominio della tua torre ». Sauron allora si arrese, e Lùthien assunse la signoria dell’isola e di tutto quanto era in essa; e Huan lo lasciò. E immediatamente Sauron assunse la forma di un vampiro, vasto come una nube scura sulla faccia della luna, e fuggì, ruscellando sangue dalla gola sopra gli alberi, e giunse nella Taur-nu-Fuin, e ivi dimorò, riempiendola di orrore."
—Il Silmarillion, cap. XX, "Di Beren e di Luthien".

Tra le macerie ella trovò Beren che piangeva la morte di Finrod, sacrificatosi per salvarlo da un mannaro di Sauron, e impazzito da dolore invocava su di sé la morte. Tuttavia il contatto con l'amata fu sufficiente a Beren per riprendersi dal delirio e ritornare in sé.

Dopo aver seppellito le spoglie di Finrod sul luogo dove un tempo sorgeva la sua fortezza, Beren e Luthien ripresero la strada per il Doriath: l'uomo infatti era convinto che il viaggio sarebbe stato troppo pericoloso e volle riportare Luthien da suo padre prima di riprendere la via per Angband.

Beren's Leap by Ted Nasmith

Beren e Luthien affrontano Celegorm e Curufin, Ted Nasmith.

Mentre ciò accadeva, alcuni dei prigionieri liberati da Luthien avevano portato nel Nargothrond la notizia della morte di Finrod, assieme anche alla verità sulle malefatte di Celegorm e Curufin nei confronti di Luthien; ciò attirò su di loro il biasimo di tutti i Noldor della fortezza e alcuni cominciarono a parlare apertamente di vendicare la morte del Re rivalendosi su di loro. Così su suggerimento di Orodreth, i figli di Fëanor furono costretti a lasciare il Nargothrond per raggiungere i loro fratelli più a est, accompagnati da Huan che, dopo aver sconfitto Sauron, era ritornato dal suo padrone. Durante il viaggio incrociarono Beren e Luthien in marcia verso il Doriath e tentarono nuovamente di rapire la fanciulla e uccidere l'uomo; ma Beren, aiutato da Huan che si ribellò ai maligni propositi di Celegorm, affrontò e vinse i due figli di Fëanor, sottraendogli la daga Angrist e cacciandoli via a male parole; umiliati, i due elfi se ne andarono, ma non prima che Celegorm scagliasse una freccia contro Luthien, che tuttavia colpì Beren il quale si frappose tra il dardo e l'amata. Lúthien allora, aiutata da Huan, prestò le proprie cure a Beren, servendosi anche dell'Athelas, e per qualche tempo rimasero in un bosco, vegliati da Huan

Lùthien et Beren (Tolkien) by Pascal Vitte

Luthien danza al cospetto di Morgoth, Pascal Vitte.

Una volta che Beren si fu rimesso, egli riportò Luthien nel Doriath e, affidatola alle cure di Huan, mentre la fanciulla dormiva ripartì da solo verso Angband. Tuttavia l'elfa non volle abbandonare l'amato e con l'aiuto di Huan raggiunse Tol Sirion dove recuperarono le pelli di Draugluin e Thuringwethil per poi raggiungere, così travisati, Beren che era in cammino verso la fortezza di Morgoth. Una volta raggiunto l'uomo Huan parlò una seconda volta, dicendogli di rinunciare al proposito di riportare Luthien a Menegroth, poiché essi erano legati da un fato più potente, dopodiché dette a Beren la pelle di Draugluin e i due amanti usarono le spoglie di questi per penetrare con l'inganno in Angband, compiendo la più grande impresa che mai Uomini o Elfi abbiano tentato. Dopo aver addormentato Carcharoth, il figlio di Draugluin che l'Oscuro Signore aveva posto a guardia dei Cancelli di Angband, Beren e Luthien, nella guisa di Draugluin e Thuringwethil, discesero uno ad uno i livelli sotterranei della fortezza e giunsero fino al trono di Morgoth.

Al cospetto del Nero Trono Lúthien si liberò della pelle di Thuringwethil presentandosi di fronte a Morgoth in tutta la sua bellezza e intonò un bellissimo e soporifero canto magico, che addormentò l'intera fortezza, compreso l'Oscuro Signore il quale, dopo aver fantasticato pensieri turpi sull'elfa, cadde lungo disteso dal suo trono, addormentato in un sonno profondo.

Una volta che la magia di Luthien ebbe effetto, Beren potè disfarsi del suo travestimento e, con la daga che aveva sottratto a Celegorm, si avvicinò alla Corona Ferrea e cominciò a lavorare per staccare uno dei Silmaril. Dopo aver ottenuto uno dei gioielli, pensò che forse avrebbe potuto recuperarli tutti, ma non era questo il piano del fato: infatti, mentre lavorare per staccare la seconda gemma dalla corona di Morgoth, dalla lama si staccò una scheggia che colpì Morgoth sulla gota, e il dolore fece lentamente destare l'Oscuro Signore dall'incantesimo di Luthien e con lui l'intera fortezza cominciò a destarsi dal sonno.

Beren vs Carcharoth by Denis Gordeev

Beren si oppone a Carcharoth by Denis Gordeev

Spaventati i due amanti si dettero alla fuga ma, mentre si apprestavano ad uscire, gli si parò davanti nuovamente Carcharoth a sbarrargli la strada; Luthien non aveva la forza di addormentare nuovamente il Mannaro, così Beren tentò il tutto per tutto e ostentando il sacro gioiello dinanzi a sé intimò alla creatura di cedergli il passo. Carcharoth tuttavia non batté ciglio e con un morso mozzò la mano in cui Beren teneva il Silmaril ma, siccome si trattava di un gioiello benedetto, il contatto con le sue viscere gli provocò un tale dolore da farlo impazzire e abbandonarsi ad una corsa disperata per il Beleriand.

Beren si era accasciato per la ferita ed era svenuto, ma a sottrarre lui e Luthien dai servitori di Morgoth giunsero le aquile Gwaihir e suo fratello Landroval, i quali portarono i due amanti lontano da Angband e poggiandoli su un colle al nord del Doriath. Qui Luthien si prese cura di Beren e, servendosi dell'Athelas e della sua magia, mondò la sua terribile ferita permettendogli di riprendersi.

Dopo che si fu rimesso, nonostante Luthien non volesse, Beren le disse che era tenuto a ritornare nel Doriath e a onorare il giuramento che aveva fatto a Thingol e assieme all'amata e a Huan si recò nella reggia di Menegroth. Quando giunse al cospetto del Re, Thingol gli chiese dove fosse ciò che gli aveva chiesto, Beren mostrò il moncherino della sua mano e raccontò al sovrano tutte le prove che aveva dovuto affrontare dopo aver lasciato il Doriath, non risparmiando nessun particolare. Dopo aver ascoltato la storia di Beren, Thingol comprese che l'uomo era degno dei più grandi di Arda e che nessun potere al mondo avrebbe potuto opporsi alla sua sorte, dunque, sebbene l'impresa non fosse stata del tutto portata a termine, egli dette il proprio consenso all'unione tra sua figlia e l'uomo, accettando finalmente Beren come proprio genero.

La morte di Beren, la resurrezione e la rinuncia all'immortalità[]

La disperazione di Luthien

Luthien piange la morte di Beren

Quando si venne a sapere che Carcharoth stava devastando il Beleriand e grazie al gioiello nella sua pancia era riuscito a superare le difese di Melian, Thingol, Beren e Huan presero parte alla grande caccia contro di esso. Tuttavia nel corso della lotta Beren venne mortalmente ferito e Huan, per proteggerlo rimase a sua volta ucciso, ma non prima di aver squarciato il ventre di Carcharoth e averne recuperato la mano di Beren che, intatta, ancora stringeva il Silmaril e fu consegnata a Thingol. Quando a Lúthien venne riportato il corpo senza vita dell'amato entrò in un tale stato di disperazione che si lasciò quindi morire e un grande lutto scese nel Doriath.

Lúthien’s Lament Before Mandos by Ted Nasmith

Luthien canta al cospetto di Mandos, Ted Nasmith.

Giunta nelle Aule di Mandos, la fanciulla elfica intonò un canto così bello, triste e struggente allo stesso tempo che commosse a tal punto Mandos che il Vala intercedette personalmente presso il suo Re Manwë affinché i due innamorati potessero tornare insieme. Manwë, che non aveva come nessun Vala il potere di influenzare il fato di uomini o elfi, si consultò con Ilùvatar che consentì ai Valar di proporre una scelta a Lúthien: rimanere in Valinor per sempre e dimenticare quanto sofferto finora, senza però Beren, in quanto a quest'ultimo, come Uomo, non era concesso di recarsi fino alle Terre Imperiture; o tornare con Beren alla Terra di Mezzo, ma vivendo una vita mortale senza certezza né di gioia né di dolore. La fanciulla scelse quest'ultima opzione e tornò con l'amato nella Terra di Mezzo assieme a Beren, l'unico uomo al quale sia mai stato concesso di risorgere per stare con la propria amata.

Il ritorno nella Terra di Mezzo e gli ultimi anni[]

Il ritorno di Beren e Luthien nel Beleriand fu fonte di grande gioia nel Doriath, ma i due amanti decisero di non rimanere a Menegroth, ma di trasferirsi nell'Ossiriand sull'isola di Tol Galen, dove stabilirono un proprio regno che divenne noto con il nome di Dor-Fin-i-Guinar, ovverosia "Terra della Morte che vive".

Lúthien at Tol Galen by Ted Nasmith

Lúthien a Tol Galen con il Silmaril, Ted Nasmith.

Su quest'isola nacque il loro unico figlio, il quale fu chiamato Dior Eluchíl (cioè "Erede di Thingol") e che venne ricordato come la più bella creatura vivente, in quanto nel suo sangue scorreva l'essenza degli Ainur, degli Elfi e degli Uomini. Nel 502 PE Beren e suo figlio Dior vendicarono la morte di Thingol e la rovina del Doriath attaccando e uccidendo tuttI i Nani che avevano preso parte al saccheggio di Menegroth, in quella che viene ricordata come la Battaglia di Sarn Athrad.

Dopo la battaglia Beren recuperò la Nauglamír, sulla quale Thingol aveva fatto incastonare il Silmaril da lui sottratto a Morgoth, e la portò a Luthien, la quale la indossò e la storia vuole che, illuminata dalla luce del Silmaril, rifulgesse di una bellezza ancora più grande e splendida, anche se alcuni affermano che il gioiello ne affrettò il trapasso; i due amanti infatti morirono nel 505 PE e furono sepolti assieme su Tol Galen, mentre la Nauglamír passò a loro figlio Dior, che nel frattempo era diventato il nuovo Re del Doriath.

Altre versioni del Legendarium[]

Nella prima versione della storia apparsa nei Racconti Perduti, Daeron era il fratello di Lúthien.[4]

Note[]

  1. Nell'ipotesi che 1 Anno del Sole corrisponda a 9.58 Anni degli Alberi
  2. The History of Middle Earth, Vol. II: The Book of Lost Tales Part Two, The Tale of Tinúviel, p. 9
  3. The History of Middle Earth, Vol. II: The Book of Lost Tales Part Two, The Tale of Tinúviel, pp. 17-18, 27
  4. Racconti Perduti, "I. Il racconto di Tinùviel", p. 41
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