- " [...] perché invero era noto a Glaurung e al suo padrone che nel Brethil ancora aveva dimora un resto di uomini liberi, gli ultimi delle Tre Casate che sfidavano il potere del Nord. E questo non erano disposti a tollerarlo, essendo proprio di Morgoth di sottomettere tutto li Beleriand e di non lasciarne angolo inesplorato, così che in nessuna tana o nascondiglio vi fosse chi non era suo schiavo."
- —I Figli di Húrin, cap. XVI, "L'Arrivo di Glaurung"
L'Invasione del Brethil, nota anche come Battaglia del Brethil, fu un sanguinoso scontro combattuto tra gli Haladin guidati da Turin Turambar contro le forze di Morgoth che avevano attaccato il Brethil per eliminare gli ultimi uomini liberi del nord.
Lo scontro si concluse con una grande vittoria degli Haladin, ma permise a Glaurung di capire dove si nascondesse la Spada Nera del Nargothrond e attirò il drago nel Brethil.
Antefatti[]
Nonostante fosse stato accolto come un semplice membro degli Haladin, alla fine Turin aveva finito per sovrastare l'autorità di Brandir, il quale predicava prudenza e segretezza, e alla testa degli Haladin aveva cominciato a condurre sortite contro gli Orchi che si avvicinavano al Brethil, pur avendo cura di non utilizzare Gurthang così da impedire ai suoi nemici di conoscere il suo nascondiglio.
Tuttavia le azioni degli Haladin risvegliarono l'interesse di Morgoth e Glaurung per il Brethil, che fino ad allora avevano ignorato. Fu così che inviarono una grossa forza con l'intenzione di distruggere l'ultimo rifugio degli uomini nel nord del Beleriand.
Lo scontro[]
I primi assalti e la renitenza di Turin[]
- "Ma quando giunsero all'Ephel Brandir le prime notizie della calata degli Orchi, [Turin] non andò in guerra e cedette alle preghiere di Níniel. Disse infatti questa: «Le nostre case non sono ancora assalite, e certo ti ricordi le tue parole. Dicono che gli Orchi non siano molti, e Dorlas mi ha detto che, prima che tu venissi, incursioni del genere erano tutt'altro che rare, e gli abitanti delle foreste dovevano respingerle». Gli Uomini dei Boschi però soccombettero, perché questi Orchi erano di una razza feroce, crudeli e astuti, ed erano calati col preciso scopo di invadere la Foresta del brethil, non già, come in precedenza, per superarne i limiti diretti poi ad altre imprese, né per cacciare in piccole bande. Sicchè Dorlas e i suoi furono respinti con perdite, e gli Orchi superarono il Teiglin, scorrazzando in lungo e in largo nei boschi."
- —I Figli di Húrin, cap. XVI, "L'Arrivo di Glaurung".
Inizialmente Turin non partecipò ai combattimenti, un po' perché temeva di rivelare la sua presenza ai propri nemici, un po' perché Dorlas aveva assicurato a Níniel che queste incursioni non erano infrequenti e già in passato gli Haladin le avevano affrontate e respinte vittoriosamente.
Tuttavia questa volta era molto diverso: le forze che aveva inviato Morgoth non erano una sparuta truppa di passaggio, ma un esercito inviato apposta per sottomettere il Brethil e uccidere gli ultimi uomini liberi. I primi scontri furono dunque un rovescio dietro l'altro e gli Haladin vennero respinti dai confini del Taeglin, mentre gli Orchi scorrazzavano liberamente per le foreste.
Il ritorno della Spada Nera e la vittoria[]
Alla fine fu quindi lo stesso Dorlas a venire da Turin e ad implorarlo di prendere il comando degli Haladin, i quali stavano ormai cedendo sotto la pressione dei nemici. Pur di suo riluttante e nonostante Níniel lo implorasse di non andare, l'eroe non potè rimanere inerte alla richiesta di aiuto, così trasse Gurthang dal nascondiglio in cui l'aveva nascosta e si mise a capo delle forze degli Haladin.
In poco tempo la situazione venne completamente ribaltata: gli uomini della Casa di Haleth, rinfrancati dalla presenza di Turin, annientarono le pattuglie di orchi, i quali spesso alla vista di Gurthang si davano alla fuga, scacciandole dalle foreste del Brethil e infine affrontando presso i guadi del Taeglin la principale forza di invasione che venne totalmente distrutta.
Conseguenze[]
Giustamente gli Haladin festeggiarono la vittoria ed elevarono cori di ringraziamento a Turin, tuttavia Brandir si mostrò scettico, sostenendo che dopo questa sconfitta Morgoth avrebbe probabilmente scatenato sul Brethil qualcosa di ben peggiore degli Orchi. Anche se non venne ascoltato (anzi alcuni lo derisero sostenendo che fosse solo invidioso di Turin), il Capo degli Haladin non si era sbagliato di molto: infatti, benché la battaglia si fosse conclusa con una grande vittoria e l'annientamento delle forze nemiche, i pochi superstiti infatti tornarono da Glaurung nel Nargothrond e gli riferirono che la Spada Nera, il più acerrimo nemico di Morgoth, si nascondeva tra gli Haladin.
Così il drago lasciò il suo antro ricolmo di tesori per iniziare la sua lenta e inesorabile avanzata verso il Brethil, affrettando così la fine di Turin e di Niënor.