Il Silmarillion è un'insieme di scritti di J. R. R. Tolkien raccolti e pubblicati postumi dal figlio Christopher Tolkien con l'aiuto dello scrittore fantasy Guy Gavriel Kay.
Il libro narra le vicende di Arda dalla sua creazione fino all'inizio della Quarta Era. L'opera rappresenta più che un romanzo una sorta di corpus mitologico ideato come cuore dell'universo tolkieniano, una serie di narrazioni e vicende a cui l'autore lavorò per tutta la vita, senza terminarle, utilizzandole nel frattempo quale base per sviluppare alcuni suoi capolavori, quali Il Signore degli Anelli o Lo Hobbit.
Struttura[]
Il Silmarillion si compone di cinque parti e ripercorre tutte gli eventi salienti della storia di Arda, a partire dalla sua creazione fino alla Quarta Era:
- Ainulindalë: la Musica degli Ainur e la creazione di Eä, l'universo tolkieniano.
- Valaquenta: una breve descrizione dei Valar e dei Maiar, gli esseri soprannaturali che popolano Eä.
- Quenta Silmarillion: nucleo principale dell'opera, tratta le vicende legate alla creazione, furto e ricerca dei Silmaril, descrivendo eventi che vanno dagli Anni dei Valar alla fine della Prima Era.
- Akallabêth: tratta gli eventi della Seconda Era legati al regno di Númenor e alla sua caduta.
- Gli Anelli di Potere e la Terza Età: nel quale vengono riassunti gli eventi di cui sono protagonisti gli Anelli del Potere, dalla Seconda alla Quarta Era.
Genesi dell'opera[]
Tolkien lavorò a "Il Silmarillion" per tutta la vita, è quindi impossibile definire una data di composizione di quest'opera. I suoi inizi possono essere fatti risalire al 1917, quando Tolkien era un ufficiale britannico combattente in Francia, nelle trincee della Somme, durante la Prima Guerra Mondiale. Colpito dalla "febbre delle trincee" fu ricoverato in ospedale e ritornò in patria. Il suo mondo immaginario, precedentemente solo abbozzato in pochi versi poetici e nomi di fantasia, prese una forma precisa dando luogo al primo nucleo dei Racconti Incompiuti, che sarebbero poi confluiti nell'ideazione di una grande opera sulla storia di Arda e dei suoi abitanti: "Il Silmarillion".
Tolkien lavorò al testo dedicandogli tempo e impegno in modo alterno. Nel 1937, dopo il successo de Lo Hobbit, lo propose al proprio editore per la pubblicazione. La risposta fu una netta stroncatura, seppure motivata: "Il Silmarillion" era considerato dall'editore un semplice "contenitore" di materiale fantastico da cui attingere per scrivere altri libri simili a Lo hobbit, inoltre impubblicabile per uno stile troppo distante da quest'ultimo. Tolkien fu molto addolorato dal rifiuto, seppur consapevole che "Il Silmarillion" era lontano dalle aspettative dei suoi lettori. Accanto alle altre opere, periodicamente rivedeva e integrava "Il Silmarillion". La stessa The History of Middle-earth è stata in parte spunto iniziale per quest'opera, ma soprattutto un'espansione dei molti temi in essa presenti.
Tolkien considerava quest'opera la più importante tra le sue creazioni, continuò così per tutta la vita a lavorare sui racconti in esso contenuti, affinando e rimaneggiando le proprie idee e il testo stesso, senza mai completarlo.
Pubblicazione postuma[]
Solo quattro anni dopo la morte dell'autore, nel 1977, "Il Silmarillion" fu pubblicato grazie al figlio Christopher. Egli aveva lavorato al testo raccogliendo molte bozze del padre, revisionandole ed unendole per farne un'opera ben amalgamata ed unitaria. Si avvalse dell'aiuto dello scrittore fantasy Guy Gavriel Kay su alcune parti più tarde del Quenta Silmarillion che erano in uno stato primitivo di bozza. Christopher Tolkien ha cercato di rispettare al massimo l'opera del padre, ma è indubbio che leggendo "Il Silmarillion" si debba tenere conto del suo intervento che, in molti casi, è stato notevole, dato lo stato abbozzato di molti testi.
Dopo l'uscita de "Il Silmarillion", Christopher Tolkien scoprì molto altro materiale scritto dal padre su Arda: bozze, versioni grezze e racconti in parte terminati. Alcuni anni dalla sua pubblicazione uscì quindi il The History of Middle-earth, 12 volumi in cui era raccolta la maggior parte degli scritti del padre. I primi due volumi di questa raccolta sono stati pubblicati in italiano come Racconti Ritrovati e Racconti Perduti. Molte delle differenze tra "Il Silmarillion" rielaborato da Christopher e queste versioni non sarebbero probabilmente esistite se fosse venuto prima a conoscenza dell'esistenza di questi scritti.
Stile[]
"Il Silmarillion" è un'opera multiforme e può essere letta come la descrizione di un mondo, uno sfondo per le avventure che sarebbero state narrate successivamente, una sorta di scenografia mitica ed epica creata ex-novo oppure come la narrazione approfondita dei fatti riguardanti le prime tre ere del mondo, come se fosse un'opera storica relativa ad una realtà storicamente esistente di cui nostra epoca non è altro che la continuazione.
Tolkien, grande saggista e studioso medievale, trasse ispirazione dai grandi autori del passato quali Omero e James Macpherson, da miti e saghe nordiche e persino dalla Bibbia. Tra le opere più importanti nella formazione del professore di Oxford sono da citare il Kalevala finnico e l' Edda poetica norrena. Riferimenti molto precisi sono poi nell'Ainulindalë, dove si ritrovano i tratti tipici della Genesi biblica e del "racconto degli inizi" presente in molte culture. L'Akallabêth rivisita il mito di Atlantide, già narrato da Platone nel Timeo, richiamando anche la biblica fine di Babele.
L'opera si mantiene per tutto lo sviluppo della narrazione su un tenore tecnico, linguistico e strutturale che risulta assolutamente superiore rispetto ai due romanzi successivi e che in certi passaggi risulta quasi aulico e di difficile lettura e comprensione.
Il tono epico si rispecchia anche nei valori, nelle gesta, nei sentimenti e nelle descrizioni: un contesto di luci intensissime che si contrappongono a tenebre inenarrabili, facendo da sfondo alle gesta epiche, ma senza speranza, di eroi che vivono intensamente il proprio destino, allo stesso tempo distanti e tormentati interiormente.
Trama[]
Ainulindalë[]
Per approfondire, vedi la voce Musica degli Ainur. |
In questo primo capitolo Tolkien descrive la genesi di tutto l'universo ad opera di Dio, Eru Ilúvatar, e di potenti spiriti, gli Ainur, nati dal suo pensiero. Ilúvatar dettò un tema sulla cui base tutti intonarono una melodia.
- "Del tema che vi ho esposto, ora io voglio che facciate, uniti in armonia, una Grande Musica. E poiché vi ho accesi della Fiamma Imperitura, voi esibirete le vostre potenze, adornando il tema stesso, se lo desiderate, ognuno con i propri pensieri e con i propri artifici."
- —Eru Ilúvatar, Il Silmarillion, "Ainulindalë"
Melkor, il più potente e saggio degli Ainur, che bramava il potere di Eru Ilúvatar, standosene da solo, concepì pensieri diversi da quelli dei fratelli, ovvero di distruzione anziché creazione, di ambizione anziché di conformità al volere di Eru e durante la Musica slegò la sua melodia da quella degli altri Ainur e da Ilúvatar stesso dando origine a discordanze e a imprevisti.
Tale melodia diede origine ad Eä e ad Arda dentro di esso, quando Ilúvatar decise di mostrare agli Ainur il corrispettivo visivo di quanto essi avevano suonato. Così Ilúvatar rese materiale ciò che era stato progettato dalla Musica degli Ainur. Dopo aver completato la creazione di Eä, Ilúvatar informò gli Ainur della venuta prossima dei suoi figli, gli Elfi (i Primogeniti, beneficiati dell'immortalità e della perfezione) e gli Uomini (i Successivi, inferiori agli elfi in molte caratteristiche quali bellezza e prestanza, ma beneficiari del Dono di Ilúvatar). Ilúvatar permise ad alcuni Ainur di recarsi nel mondo; essi presero il nome di Valar, cioè Potenze del Mondo. Gli spiriti trovarono non poche difficoltà, visto che le loro opere venivano o distrutte o rovinate dalla malvagia mano di Melkor, che voleva prendersi il mondo come suo regno.
Valaquenta[]
Per approfondire, vedi le voci Valar e Maiar. |
Nel secondo capitolo vengono annoverati i Valar, i Maiar e i nemici, che durante il libro verranno strenuamente combattuti dalle forze del bene.
I Valar sono in totale 14, 7 per genere. Il più potente è Manwë, signore dei venti e delle nuvole, e la sua compagna è Varda, Signora delle Stelle; essi risiedono sempre a Valinor nella torre più alta. Di poco inferiore a Manwë è Ulmo, Signore delle Acque, che non ha sede fissa ma continua a muoversi tra i mari e i fiumi. Il terzo per potere è Aulë, creatore di tutto quanto si possa toccare e modellatore delle terre; sua compagna è Yavanna, detta anche Dispensatrice di Frutti, in quanto ha a cuore il mondo con i suoi frutti. Poi vengono i Fëanturi, ovvero i fratelli Mandos e Lórien, chiamati così per i luoghi in cui risiedono; il primo, che è il Giudice dei Valar, ha come sposa Vairë la Tessitrice; il secondo, che è il signore dei sogni, ha come sposa Estë, che guarisce le ferite e le stanchezze. Sorella dei Fëanturi è Nienna, che vive da sola. Altro Vala è Tulkas, signore della lotta, la cui compagna è Nessa. Infine l'ultima coppia è formata da Oromë, che ama le foreste, e Vána.
Tra i Maiar è importante ricordare il potente Sauron, non tanto per il ruolo in questo libro, che risulta essere secondario, quanto più per quello che ricoprirà nel capolavoro Il Signore degli Anelli. Si narra che egli fosse originariamente di bella prestanza e assoluta bellezza ma che poi, lasciatosi irretire dalla malvagità di Melkor e messosi al suo servizio, divenne orribile a vedersi e si dotò di una potenza e malvagità senza eguali tra i servi di Morgoth; tra di essi annoveriamo i Balrog (Maiar corrotti da Melkor e trasformati in demoni del fuoco, il cui signore è Gothmog).
Inoltre altri Maiar sono Eönwë, alfiere di Manwë, e Ilmarë, ancella di Varda. Ma i più famosi sono Ossë, violento Signore dei Mari, e sua moglie Uinen. Altri due sono Melian e Olórin.
Quenta Silmarillion[]
Il terzo capitolo è la parte più corposa dell'opera, dove vengono narrate gli avvenimenti più importanti dall'entrata dei Valar in Arda alla fine della Prima Era del Sole. La maggior parte dei racconti verte intorno ai Silmaril, i tre gioielli forgiati da Fëanor a Valinor che racchiudono dentro di loro la luce dei Due Alberi di Valinor; ciò è anche il motivo del titolo dal momento che nel'elfico Quenya inventato da Tolkien significa "Storia (quenta) dei Silmaril (Silmarillion)"
Tali gemme vengono infatti rubate da Morgoth e sul loro recupero si snoda quasi tutta la trama dei racconti, che vedono protagonisti i grandi eroi degli Elfi e degli Uomini. In particolare, notevole spazio è dato alle vicende di Beren e Lúthien, Húrin, Túrin Turambar, Tuor e Eärendil.
La lotta per il recupero dei Silmaril, detta Guerra dei Gioielli, è segnata da cinque grandi battaglie che vedono l'iniziale vittoria degli Elfi e la loro progressiva sconfitta. Grazie però all'intervento dell'Esercito di Valinor, si giunge alla definitiva sconfitta di Melkor, che alla fine verrà confinato nel Vuoto fuori dallo spazio e dal tempo. Durante quest'ultimi scontri, noti come Guerra d'Ira, la geografia del mondo viene notevolmente sconvolta: gran parte del continente noto come Beleriand viene sommerso dal Grande Mare, portando la Terra di Mezzo nella forma in cui è nota negli scritti cronologicamente successivi, come Il Signore degli Anelli.
Akallabêth[]
Nel penultimo capitolo dell'opera si parla dell'ascesa e della caduta del regno di Númenor: Akallabêth in Adunaico (la lingua di Númenor) significa "La caduta" (in lingua Quenya si tradurrebbe con Atalantë).
Viene spiegata l'origine degli uomini che facevano parte della razza dei Númenóreani e i motivi per cui la loro crescente arroganza e la loro corruzione ad opera di Sauron, li portarono a sfidare la collera dei Valar dai quali furono puniti con la distruzione della loro isola e la prigionia nelle Grotte degli Obliati. Si prosegue poi con la narrazione della nascita dei regni dei Nùmenòreani in esilio, Gondor e Arnor, fondati da Elendil e dai suoi figli.
Gli Anelli di Potere e la Terza Era[]
Quest'ultimo capitolo contiene un riassunto degli eventi della relativi agli Anelli del Potere che Sauron consegnò ad Elfi, Nani e Uomini per poterli governare grazie al potere del suo Unico Anello, forgiato tra le fiamme del Monte Fato.
Viene inoltre raccontata la missione degli Istari e alcuni eventi chiave della Guerra dell'Anello, che trovano però respiro assai più ampio ne Il Signore degli Anelli, fino alla parte dei Portatori degli Anelli all'inizio della Quarta Era.
Adattamenti[]
Musica[]
"Il Silmarillion" è stato utilizzato nel corso degli anni come fonte di ispirazione e/o di nomi per diversi gruppi musicali, come ad esempio:
- I Blind Guardian, band metal tedesca, hanno composto un album ispirato a "Il Silmarillion" intitolato "Nightfall in Middle-Earth", che include brani come "The Curse of Fëanor", "Into The Storm", "Noldor" e "Mirror Mirror".
- I Marillion, gruppo scozzese progressive-rock, scelsero inizialmente il nome di "Silmarillion", accorciandolo in seguito all'azione legale della Tolkien Estate.
- Gli Ainur sono un gruppo italiano progressive-rock. "From Ancient Times" (2006) è il loro primo album ispirato all'opera di Tolkien.
Videogiochi[]
Nel videogioco La Terra di Mezzo: L'Ombra di Mordor (2014), sono presenti diversi riferimenti ad eventi della tarda Seconda Era, legati alla figura di Celebrimbor e agli Anelli del Potere. Tuttavia, il gioco devia molto rapidamente per seguire una trama completamente originale.