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Il Signore degli Anell: La Terza Era è un videogioco di tipo RPG pubblicato nel 2004 e tratto dal libro de Il Signore degli Anelli per piattaforme Xbox, GameCube, Game Boy Advance e Playstation 2 per ragazzi dai 12 anni in su. Narra la storia di Berethor, un uomo di Gondor apparentemente mandato dal Sovrintendente Denethor per sorvegliare suo figlio Boromir e aiutarlo se ne avesse bisogno. Nel corso della vicenda Berethor incontrerá alcuni compagni che lo aiuteranno nella guerra che incombe e a scoprire il suo destino.

Trama[]

Berethor è un Uomo di Gondor, mandato dal sovrintendente a salvaguardare suo figlio Boromir quando Gandalf, lo Stregone Grigio, gli inizia a parlare nella mente della spaventosa situazione della Terra di Mezzo: di come gli Elfi la abbandonino sempre più in massa per rifugiarsi al di là dal Mare e di come gli spiriti elementali della terra, del fuoco, dell'aria e dell'acqua stiano svanendo. Ma non era sempre stato così: nell'Eregion, molto tempo prima, venivano forgiati gli Anelli del Potere e i più grandi di essi vennero distribuiti ai più importanti membri di tutte le razze. Ma essi vennero ingannati, perché venne creato un altro Anello, l'Unico, in grado di assoggettare tutti gli altri. Con esso, Sauron conquistò molti regni della Terra di Mezzo, ma alcuni opposero resistenza e lì, Isildur, figlio del re in esilio di Númenor, taglio l'Anello dalla mano di Sauron con la spada di suo padre. Ma egli si indebolì, iniziando il declino degli Uomini e, a seguito di un'imboscata degli orchi, Isildur morì e l'Anello fu perso. Ma un giorno lo trovò Gollum, creatura presto divorata dalla sua malvagità. I poteri maligni si rafforzarono di nuovo e quando finalmente l'Anello fu ritrovato, c'era ancora chi sperava nell'unità per fronteggiare le Tenebre; a Gran Burrone, gli Elfi radunarono i rappresentanti di ogni razza, tra cui Boromir, e lì, al Consiglio di Elrond, venne formulato un piano ardito e disperato: distruggere l'Anello.

Capitoli[]

Eregion[]

Berethor ha appena sentito da Gandalf tutte le stravolgenti notizie della Terra di Mezzo quando al ponte sul Glanduin incontra dei Nazgûl, gli Spettri dell'Anello, che stanno cercando i Nove. Berethor gli intima di lasciarlo passare, ma il loro capo gli ordina di prostrarsi, se non vuole morire e dopo un breve combattimento, Berethor è ferito gravemente. Ma proprio quando vuole infliggergli il colpo di grazia, arriva Idrial, un'Elfa esperta di medicina e magia bianca, che evoca un destriero d'acqua che distrugge il ponte e annega i Nazgûl. Dopodiché intima a Berethor di seguirla fino a un'avamposto sorvegliato dagli Elfi di Gran Burrone. Lì prende cibo ed equipaggiamenti e si presenta a Idrial da cui apprende che serve Galadriel, la Bianca Dama di Lothlórien. La mattina dopo (lo si capisce dal cielo più chiaro), Berethor e Idrial vedono dei Crebain e capiscono che Saruman ha tradito i popoli liberi, alleandosi con Sauron e la carovana degli Elfi diretta a Gran Burrone è in pericolo. I due compagni si recano sul posto, dove trovano che solo un'Elfa è ancora in piedi. Dopo aver spacciato gli Orchetti, l'Elfa dice a Idrial che l'ha trovato. Berethor le domanda che cosa intenda, ma ella lo ignora e dice a Idrial che al Passo del Caradhras c'era stato un combattimento. I due allora accorrono, disperdendo anche le compagnie sanguinarie di Dunlandiani nei paraggi, e trovano un Uomo gravemente ferito che sta per essere ucciso da due Mannari. Berethor si affretta, riuscendo solo a peggiorare la situazione, quando l'Uomo si alza improvvisamente e uccide entrambi i Mannari con la sua spada. Berethor, molto perplesso, inizia subito a dubitare del ramingo Dùnedain, che dice dichiamarsi Elegost e pretende, per ripagare il fatto che per colpa loro era quasi morto, di farsi aiutare nella caccia ai Mannari. Essi, pur timorosi di perdere le tracce della Compagnia, accettano e, ben presto, i tre branchi di Mannari sono alle loro spalle. Berethor allora chiede a Elegost cosa stia facendo da quelle parti, ma egli si rifiuta di rispondergli finché non lo avessero accompagnato ad un altare curativo elfico. Il terzetto allora si dirige a quella volta, trovando nel frattempo le tracce dell'accampamento della Compagnia. Quando arrivano alle rovine del palazzo, trovano che vi si è stabilito un intero villaggio orchesco. Dopo aver eliminato tutti gli Orchetti Elegost chiede a Idrial come possa fidarsi di Berethor e lei gli risponde che garantisce in nome di Galadriel. A questo punto Berethor, furioso, chiede a Elegost come si possa fidare di lui, ma lui si limita a dire che un Orchetto di Mordor gli ha rubato un oggetto molto importante durante un combattimento e gli avrebbe rivelato i dettagli se lo avessero aiutato. Allora Berethor si rivolge a Idrial chiedendo con quale titolo può parlare in nome, di una signora degli Elfi, ma lei dice soltanto che deve tornare a Lothlòrien per informarla che le strade sono pericolose. La notte seguente, Elegost spiega che l'Orchetto di Mordor gli aveva rubato una mappa, dono di Elrond a Hadhod, il Nano compagno di Elegost che gli affidò la mappa poco prima di cadere per una frana (causata da Saruman, verso la Compagnia). Elegost soggiunge che la mappa conduceva a Moria e che probabilmente ora il Nano è da quella parte. Il terzetto prosegue, liberando intanto gli altri due altari della luce dagli Orchi e muovendo sempre più decisi verso l'altare del Nemico, dove dovrebbe trovarsi l'Orchetto con la mappa. L'Orchetto, nonostante dotato di poteri dell'ombra, non resiste a lungo e il gruppo di Berethor riesce a reimpossessarsi della mappa e con essa farsi strada verso Moria. A un certo punto però Elegost trova le tracce del Nano che conducono a una caverna. Lì lo trovano alle prese con un Troll di caverna e dopo un lungo scontro, riescono ad avere la meglio sulla creatura. Il gruppo prosegue fino al lago davanti ai cancelli di Moria dove intrattengono un feroce combattimento con l'Osservatore nell'Acqua, grazie ai cui potenti tentacoli riescono a riaprire l'ingresso occidentale di Moria.

Moria Occidentale[]

Appena entrati a Moria vedono molti cadaveri di Nani a terra: la sua riconquista era fallita, ma Hadhod sapeva che nelle sale oscure si trovavano ancora le sette rune, vestige dell'antico potere nanico. Idrial si offre di aiutarlo e il gruppo si inoltra nelle tenebre. In un grande lago sotterraneo si scontrano un'ultima volta contro l'Osservatore, che riescono finalmente a scacciare dalla montagna e poco più in là fanno la conoscenza di un'altra specie di Mannari albini e più potenti, mandati da Saruman in Eregion, per sbaglio inoltrati a Moria e senza speranza di uscirne. Infine in una grande miniera hanno una dura lotta contro un capo Goblin, dotato di poteri dell'ombra. Una volta ucciso, perquisendolo trovano una mappa che illustra la via per le grandi miniere di Moria, che potrebbero essere l'unica via d'uscita. Il gruppo si fa strada tra necropoli e cunicoli, spesso abitati da Goblin, finché arrivano alle miniere. Ma proprio quando stanno per andarsene, dall'alto precipita un cadavere il quale porta con se una chiave che, secondo Hadhod, potrebbe aprire un libro segreto nella sala del trono. Il rumore però sveglia il Flagello di Durin che distrugge la via d'uscita e fa trovare ai Goblin la compagnia di Berethor, che trova il ritorno molto più complicato dell'andata. Dopo essersi sbarazzata di tutti i Goblin, il gruppo si affretta alla sala del trono, dove trova ad attenderli uno dei più forti capitani Goblin. Finalmente Hadhod apre il libro. Idrial sa pronunciare le parole, ma non riesce a trovare la porta; allora Hadhod rivela il segreto del trono e informa i suoi compagni del luogo esatto dove è celata la porta. Intanto Elegost trova un ascia e Hadhod la rivendica, essendo l'ultima forgiata a Moria. Finalmente la compagnia arriva alla cripta, che è anche la sede di una tomba che, se aperta utilizzando le rune, cela una potente cotta di maglia nanica presa da Hadhod in memoria di tutti i Nani di Moria. Lì si trova la porta e una volta aperta, c'è un lungo corridoio che conduce a Nanosterro, la principale città di Khazad-dûm, da dove la compagnia svolta per entrare nella Sala Grande dei Registri. Nella camera hanno un ultimo scontro con dei Goblin, prima di chiedersi dove si trovi Gandalf.

Moria Orientale[]

La compagnia è ancora alle prese con dei Goblin, quando arriva improvvisamente il Flagello di Durin che le lascia appena il tempo di nascondersi, prima di dare a fuoco all'intera stanza. Sicuri che è alla ricerca di Gandalf, i quattro amici cercano di seguirlo, ma sono rallentati dai Goblin e perfino da un Troll di Caverna, uno dei nove che dopo aver ucciso i figli di Hadhod gli sta dando la caccia per portare a termine il suo compito. Finalmente usciti da Nanosterro, trovano la stanza dove si trova la statua di Nàin al quale il Nano promette di vendicare l'onore, incominciando dal Troll e dal Goblin che li stavano spiando. Il gruppo continua a seguire il Balrog, ma è costretto a fare il giro lungo perchè la strada più breve è distrutta. Riescono così a uccidere un oscuro sciamano Goblin che offre sacrifici al Balrog, un tamburino che per poco non attirava tutta Moria sulla compagnia, a superare le vie degli Orchi e trucidare ben due Troll. Arrivano quindi a un mausoleo dove sono seppelliti tutti i grandi di Moria e dove incontrano un Troll particolarmente tenace. Lì scoprono che si trova la più alta concentrazione di Goblin del regno nanico, ma riescono a farsi strada tra le aule uccidendo il più potente capitano Goblin e raccogliendo due importanti manufatti: un arco del potere orchesco e l'Elmo-Drago del Dor-lómin. Giunti all'uscita del mausoleo, uccidono due Troll e si affrettano al ponte di Khazad-dûm, ma prima di poter aiutare lo stregone sono raggiunti dal capitano Troll e dal suo più fido guerriero, che trucidano, vendicando tutta la famiglia di Hadhod e acquisendo l'a lungo cercato elmo dorato di Lothlòrien. Finalmente arrivati al ponte, hanno un incontro col Balrog prima che, sconfitto da Gandalf, cada nel precipizio trascinando lo Stregone con lui. Berethor e i suoi amici, quindi, fuggono da Moria prima che i Goblin li inseguano.

Gole dell'Estemnet[]

Il gruppo prosegue la sua avventura e dopo un breve soggiorno a Lothlórien è pronta a proseguire. Ma Aragorn ha un grande vantaggio sulla compagnia e le tracce sono tutte cancellate dagli Uruk-hai di Uglúk. Arrivati alle gole, un Uruk tenta di ucciderli di nascosto, ma un Elfo lo uccide per primo. Egli si presenta come Aranel, un Elfo che li stava seguendo da Eregion. Berethor all'inizio è contrariato, ma poi decide di aiutarlo. L'Elfo ha in mente di attaccare la retroguardia degli Uruk-hai di Isengard, ma per farlo ha bisogno degli Elfi che ha mandato in esplorazione per le gole. Il gruppo inizia la ricerca e presto trovano un avamposto rohirrim ormai abbandonato. Berethor crede che possa contenere armi preziose perciò cercano una via per raggiungerlo. Intanto liberano un Elfo vicino al fiume e, dopo aver ucciso il vecchio Mannaro a difesa della caverna, ne trovano un altro morto e uno quasi in fin di vita. Poi liberano una palizzata dagli Uruk-hai e finalmente trovano l'accesso all'avamposto Rohirrim. Qui trovano Gandalf il Bianco che li avvisa di una compagnia di Orchi. Una volta ripulito l'avamposto, seguono Gandalf attraverso una gola al termine della quale li lascia dicendo che, una volta giunti a Rohan, devono riunire i ribelli di Éomer, e mandarli al Fosso di Helm. Il gruppo di Berethor, dunque, salva un Elfo da alcuni Mannari, si inoltra nel cuore delle gole e insieme a un altro tende un imboscata a degli Uruk-hai. Finalmente, Berethor, i suoi amici e gli Elfi di Aranel muovono contro il blocco degli Uruk-hai, che riescono a distruggere: la strada per Rohan è libera. Nell'accampamento trovano un cavalire di Rohan, lo rianimano e scoprono che fa parte della compagnia di Éomer. Idrial offre il suo aiuto. Aranel si congeda da Berethor, ma lo informa che gli Elfi lo aiuteranno. Idrial dice che si rivelerà degno della loro fiducia, ma Hadhod, per nulla ottimista sulla sorte della faccenda, da un calcio a un elmo Uruk-hai.

Rohan, Dimora dei Signori dei Cavalli[]

Appena giunti a Rohan, i quattro amici conoscono Éomer. Egli li lascierà passare per Edoras solo se radunerà i ribelli dispersi. Berethor si avvia alla ricerca ma trova una donna inseguita dagli Orchi. Ella gli dice che nel villaggio vicino c'è un guerriero che ha bisogno di aiuto. La compagnia si affretta da quella parte e trova una fanciulla che sta per essere sopraffatta. Dopo averla aiutata si presenta: si chiama Morwen e la sua famiglia è fuggita verso Edoras. Idrial non si dimostra molto aperta, ma alla fine si Berethor accetta di accompagnarla. Il gruppo si mette in marcia e, finalmente, avvisa i ribelli di Éomer che lo lascia proseguire. Berethor e i suoi attraversano il ponte e sono raggiunti da un cavaliere di Rohan che li informa che Acquaneve è stata conquistata. La compagnia allora si reca al villaggio dove intraprendono continue battaglie con Orchi e Uruk-hai per aprire i numerosi portali fino alla Sala Grande. Lì trovano Grima che cerca di stregare Berethor, ma insieme lo sconfiggono, facendolo però fuggire. Finalmente lasciano Acqauaneve, ma Morwen è sempre più preoccupata per i suoi genitori. A una caverna trovano il ciondolo della madre di Morwen e sempre lì affrontano dei potenti Mannari. All'uscita aiutano un cavaliere in una battaglia. Egli è Eaoden, scorta Rohirrim che si offre di accompagnare il gruppo al Fosso. Ma al termine dei Monti Bianchi Morwen trova i suoi genitori morti. I sei compagni affrontano Sharku, l'assassino dei Genitori di Morwen, ma riesce a fuggire. I sei amici, più determinati che mai a vendicare i genitori della fanciulla, raggiungono il Fosso di Helm.

Fosso di Helm[]

Il gruppo raggiunge così il Fosso di Helm, ma la strada viene loro bloccata. Fortunatamente Eaoden conosce la parola d'ordine e la compagnia viene lasciata passare. Qui ha la possibilità di parlare a Aragorn, Legolas e Gimli, oltre a re Théoden, a Gamling e ai vari rifugiati dentro le mura. Inoltre la compagnia può acquisire alcuni oggetti, corazze e armi e Hadhod, dopo una lunga ricerca, trova persino il martello di Helm Mandimartello. Quando tutto è pronto, il gruppo ritorna da Gamling che gli assegna una posizione sulle mura fossato. Ma improvvisamente giungono gli Elfi di Haldir che si schierano a fianco dei Rohirrim in onore dell'alleanza tra Elfi e Uomini. Poi giungono gli Uruk-hai che puntano sulle mura con le scale d'assedio. Ma Berethor e i suoi con Legolas respingono facilmente tutti i nemici. Ma i piani di Saruman sono astuti e quando esplode la bomba sotto le mura, persino la compagnia unita a Gimli non riesce ad arginare il flusso degli Orchi e fanno appena in tempo a ritirarsi nella fortezza, prima che gran parte degli Elfi incluso Haldir soccomba sotto i Berserker. Un Uomo informa la compagnia che Aragorn ha bisogno di rinforzi al cancello e sopraggiungono riuscendo a uccidere numerosi Troll di Montagna. Ma gli Uruk-hai riescono a penetrare e Aragorn ripiega verso il Trombatorrione. Tuttavia Berethor, per qualche strana ragione non vuole abbandonare la battaglia e continua a lottare uccidendo anche alcuni dei più potenti membri dell'esercito finché i suoi amici gli dicono di entrare nella fortezza. Lì Gandalf gli parla dicendogli che era stato sotto il giogo di Saruman e che egli gli aveva ordinato di rubare l'Anello a Boromir, ma grazie a Idrial era riuscito a resistere. Berethor allora le chiede se è tutto finito, ma lei gli risponde che, quando la Guerra sarà finita le loro vite potrebbero anche proseguire insieme. Berethor quindi carica insieme a re Théoden, ma proprio in quel momento arriva Gandalf con i ribelli di Éomer e insieme riescono a sconfiggere tutto l'esercito degli Uruk-hai. Gandalf però dice a Berethor di raggiungere Gondor perché si svolgerà lì la battaglia più importante della Guerra dell'Anello.

Osgiliath[]

Berethor, su consiglio di Gandalf, non si dirige direttamente a Minas Tirith, ma raggiunge prima Osgiliath, un tempo l'antica capitale di Gondor. Qui Berethor, poco prima dell'arrivo delle forze di Sauron, apprende da Eaoden, che un tempo aveva già combattuto nella città, di essere fuggito dalla battaglia e da Morwen di essere il suo promesso sposo. Berethor allora si getta nella mischia e insieme a Faramir, al comando delle difese dopo Boromir, il gruppo riesce a mettere in fuga Gothmog, comandante degli Orchetti di Minas Morgul. Poi, aiuta i difensori della città e uccide Orchetti di Morgul, Troll di Montagna e Mannari Grigi. L'intero esercito, infine, raggiunge il ponte che collega le due parti di Osgiliath, pronto a difendere la città da Gothmog. Ma, nonostante il valore dei gondoriani e della compagnia, l'esecito è costretto a fuggire. Idrial, intanto, è rapita dal Re Stregone di Angmar e Berethor corre in suo aiuto. Per non essere uccisi dalla carica orchesca gli amici raggiungono i tetti, ma vengono comunque attaccate dai feroci destrieri dei Nazgûl. Liberatosene, il gruppo prosegue dalle fogne, che trovano già invase, e sono costretti a farsi largo tra Orchetti e Troll dell'Ombra. Una volta usciti, Berethor va sull'isola a cercare Idrial, mentre il gruppo prende una barca. Sull'isola Berethor e Idrial affrontano due Nazgûl e poi il Re Stregone, che sembra però immune a Berethor. Egli scopre di avere allora la punta di una Lama Morgul nel petto che lo rende incapace di attaccare il Nero Re. Berethor la rimuove e insieme a Idrial mette in fuga il nemico. I due amici tornano alla barca e lì l'Elfa spiega a Berethor che è destinato a Morwen e che lo capirà prima della fine. Il gruppo si dirige quindi a Minas Tirith dove affronterà le armate di Sauron.

Minas Tirith[]

Le armate di Sauron attaccano la città e subito il gruppo deve lottare contro Troll e orchetti. Ma i Gondoriani vengono sopraffatti e Berethor è costretto ad aiutare i suoi fratelli. Poco dopo incontra Gandalf che gli dice di raggiungere il settimo livello. Berethor si fa strada uccidendo molti feroci troll, ma ai bastioni è costretto a combattere contro un'Ombra Alata, venendo rallentato. Ma la compagnia lo scaccia, aziona la catapulta e si affretta a raggiungere il secondo livello. Qui incontra un soldato che lo avverte che i cancelli sono in mano al Nemico. Dopo molte battaglie, Berethor uccide un'altra Ombra Alata e raggiunge Gandalf che sta lottando contro il Re Stregone di Angmar. Nonostante la sua forza il gruppo prevale e raggiunge il Settimo Livello. Qui incontrano Denethor II in fiamme che si sta per buttare dalla Torre di Echtelion. Gandalf informa Berethor che deve recuperare lo stendardo del Re nella sala del trono, che è sotto assedio. Il gruppo raggiunge la sala, uccide tutti gli Orchetti e prende lo stendardo. Idrial informa la compagnia che Aragorn è su una nave dei Corsari di Umbar. Tutti allora si precipitano nei Campi del Pelennor in soccorso del Re di Gondor.

Campi del Pelennor[]

Mentre Berethor si affanna verso i Campi del Pelennor, arrivano i Rohirrim che caricano gli eserciti di Mordor. Il gruppo allora si riprende d'animo e si fa strada, appiedato, tra Orchetti e Troll. Ma ora i nemici sono più potenti sul loro campo e sarà ancora più difficile ucciderli. Inoltre i nostri eroi vengono attaccati da un'avanguardia Nazgûl e da un Olifante di Harad. Dopo essersi sbarazzati faticosamente degli esseri, assistono Éowyn contro il Re Stregone riuscendo a ucciderlo. Berethor cerca allora di raggiungere Aragorn, ma è rallentato da Olifanti, Esterling, Orchetti di Mordor e Troll di Montagna. Ma finalmente si ricongiunge a Aragorn e con lui e il suo Esercito dei Morti, vince la battaglia.

Mordor, torre di Barad-dûr[]

La compagnia, Aragorn e i Morti riescono così a uccidere gli ultimi Troll, ma Morwen viene colpita da un Nazgûl. Gli amici si voltano a fronteggiare un'ultima volta gli Spettri dell'Anello e riescono a sconfiggerli. Aragorn cura Morwen e Berethor gli giura fedeltà capendo che lei diventerà la sua sposa. Poi lo raggiunge Gandalf che lo invita al consiglio dove verrà svelata la questione dell'Anello. Berethor si offre di raggiungere l'Occhio per dare a Sam e a Frodo un'ulteriore possibilità di difesa. Il potere del Signore degli Anelli è molto più grande di quello di Berethor, ma fortunatamente riesce a tenerlo occupato abbastanza a lungo per permettere a Frodo di distruggere l'Anello, riuscendo così a salvare la Terra di Mezzo.

Personaggi[]

Il gioco utilizza oltre ai personaggi del film, alcuni di propria invenzione.

Protagonisti[]

Berethor[]

Per approfondire, vedi la voce Berethor.

È un capitano della Guardia della Cittadella di Minas Tirith. È stato inviato dal Sovrintendente a proteggere suo figlio Boromir II, ma la sua ricerca sarà vana. Durante l'avventura Berethor scoprirà di essere incantato da Sauron e che tutte le missioni che gli erano state affidate avevano lo scopo di liberarlo. Berethor è uno dei personaggi più potenti del gruppo e oltre a poter utilizzare varie combinazioni e abilità con la spada può anche effettuare comandi che aumentano delle statistiche dei suoi compagni. Berethor non può usare spade elfiche.

Idrial[]

Per approfondire, vedi la voce Idrial.

È il primo personaggio che si unisce a Berethor. Idrial è un'Elfa di Lothlórien mandata da Galadriel a vegliare su Berethor. Idrial sarà un punto di riferimento importante per Berethor dato che per un certo periodo si ameranno. Idrial usa molte spade di diverso tipo, ma è meno forte di Berethor. Idrial sfrutta anche i poteri dell'acqua e della luce per coadiuvare e attaccare (uno dei suoi incantesimi è molto simile a quello evocato da Gandalf e Elrond nel libro e da Arwen nel film).

Elegost[]

Per approfondire, vedi la voce Elegost.

È un Ramingo Dùnedain, uno dei superstiti dell'antico reame di Arnor. Quest'uomo è molto enigmatico e non concede la sua fiducia molto in fretta a Berethor, poiché ricorda il rifiuto della corona di Gondor a Arvedui, ultimo Re di Arnor. Elegost è un'ottimo Arciere e sfrutta mosse che indeboliscono diversi gruppi di nemici. Inoltre può utilizzare la sua abilità da Ramingo attivando effetti speciali su nemici e alleati.

Hadhod[]

Per approfondire, vedi la voce Hadhod.

È un Nano e il migliore amico di Elegost. A lui Elrond consegnò una mappa contenente le indicazioni per raggiungere Moria. Mentre il Nano e Elegost erano in viaggio, però, vennero attaccati da un gruppo di Orchi che gli rubarono la mappa. Ora il gruppo deve recuperarla, ma Hadhod scoprirà a Moria qualcosa che gli gelera il cuore. Hadhod è molto abile con ascia e martello e può evocare spiriti del fuoco e della terra come aiuto o attacco.

Morwen[]

Per approfondire, vedi la voce Morwen (gioco).

È una fanciulla gondoriana che fu esiliata a Rohan per aver rifiutato di sposarsi con Berethor, che al tempo era stato bandito da Minas Tirith. Ora solo quest'ultimo potrà salvare la ragazza dal ghiaccio penetrato nel suo cuore da quando i suoi genitori sono morti. Morwen usa due asce in combattimento, può velocizzare i suoi attacchi e impadronirsi di caratteristiche e oggetti degli avversari.

Eaoden[]

Per approfondire, vedi la voce Eaoden.

Era la scorta di un villaggio di Rohan che fu sterminato sui Monti Bianchi dai Warg di Sharku. Egli un tempo combatté a Osgiliath, dove vide Berethor fuggire dalla battaglia. Eaoden è un implacabile cavaliere munito di lancia che ha anche la possibilità di sfruttare le risorse di compagni e nemici a favore del gruppo.

Alleati giocabili[]

  • Gandalf: questo Istar parla spesso nella mente di Berethor per dargli consigli e informazioni.
  • Aranel: un fantastico arciere che aiuterà la compagnia a trovare la strada per Rohan.
  • Legolas e Gimli: due grandi amici che aiuteranno il gruppo nel Fosso di Helm.
  • Aragorn: il futuro re combatterà con Berethor in numerose battaglie.
  • Faramir: il fratello di Boromir è deciso ad uccidere Gothmog per il bene del suo popolo.
  • Éowyn: quest'implacabile guerriera sconfiggerà il temutissimo Re Stregone di Angmar.

Nemici[]

Principali[]

Comuni[]

Oggetti[]

Modalità di gioco[]

Il Signore degli Anelli: La Terza Era è un RPG. Il gioco è caratterizzato da battaglie a turni che consentono un alto livello di strategia. I personaggi utilizzano abilità e oggetti ottenuti in modalità avventura. C'è anche una modalità malvagia che consiste nell'affrontare i protagonisti nei panni dei nemici.

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