- "Non era nato nella Terra di Mezzo, ma proveniva dal Reame Beato: Oromë infatti l'aveva donato a Celegorm molto tempo prima in Valinor, e già lì, prima dell'avvento del male, aveva obbedito al corno del suo padrone. Aveva seguito Celegorm in esilio, restandogli fedele, sicché anche su di lui pesava la funesta sorte decretata ai Noldor, e stava scritto che anch'egli sarebbe andato incontro alla morte, non però prima di scontrarsi con il più forte lupo che mai avesse scorso il mondo."
- —Huan, Il Silmarillion, Di Beren e Luthien
Huan, noto anche come Mastino di Valinor, era un grande cane-lupo che visse tra Valinor e la Terra di Mezzo a cavallo tra gli Anni degli Alberi e la Prima Era. Nato come cane da caccia di Oromë, venne donato a Celegorm, il figlio di Fëanor che amava dilettarsi nella caccia assieme al Valar, e successivamente seguì il suo padrone nel Beleriand durante la Fuga dei Noldor.
Affezionatosi a Luthien, aiutò la fanciulla a fuggire dal Nargothrond e a salvare Beren dalla prigionia di Sauron, per poi abbandonare Celegorm, che assieme a Curufin aveva tentato di uccidere l'uomo, ed aiutare i due amanti nella loro impresa dei Silmaril, ricoprendo un ruolo fondamentale nel felice compimento della loro avventura.
In seguito si trasferì nel Doriath, ma morì nel 466 PE per le ferite riportate durante lo scontro con Carcaroth, il quale era stato allevato da Morgoth appositamente per affrontare il Mastino di Valinor, riuscendo a uccidere il feroce mannaro e vendicando così la morte di Beren.
Etimologia[]
Huan, sia nella lingua Sindar che in Quenya, significa letteralmente "grande cane" o "mastino". In Quenya questo nome è anche conosciuto con l'equivalente di Khugan o Hunen.
Descrizione[]
Aspetto e carattere[]
Non si conosce con esattezza l'aspetto di Huan, alcuni ipotizzano che si trattasse di un mastino, altri ancora di un cane-lupo o di un grande cane simile a un levriero irlandese; è certo tuttavia che fosse grande quasi come un piccolo cavallo, tanto che spesso Celegorm lo usava come proprio destriero. Aveva un manto di colore grigio, ed era dotato di possenti zanne e forti zampe, che gli permisero di uccidere Draugluin e sottomettere Sauron stesso quando questi si trasformò in un mannaro. Caratterialmente Huan possedeva le migliori qualità che un cane potesse avere: era infatti estremamente fedele al proprio padrone, protettivo verso gli amici e nemico di ogni malvagità. Tuttavia, in quanto appunto animale divino legato ai Valar, rifiutava di prendere parte ad azioni inique, tanto che si ribellò al suo primo padrone aiutando dapprima Luthien a fuggire dalla sua prigionia, e poi schierandosi contro i Figli di Fëanor quando Celegorm e Curufin tentarono di uccidere Beren, scegliendo di servire l'uomo e la sua amata ed assisterli nell'impresa di recuperare un Silmaril dalla Corona Ferrea.
Poteri e abilità[]
- "Ma né incantesimo né stregoneria, zanna o veleno, arte diabolica o forza belluina potevano soverchiare Huan di Valinor"
- —Huan contro Sauron, il Silmarillion
Huan, in quanto cane divino della schiera del Vala Oromë, oltre ad una grande forza fisica possedeva grandi qualità qualità magiche: era infatti immune agli incantesimi, non subiva influenze malvagie e possedeva una intelligenza superiore che gli permetteva di comprendere i linguaggi degli Elfi e degli Uomini ed elaborare strategie. Possedeva inoltre la facoltà di parlare, ma venne predetto da un'antica profezia che si sarebbe avvalso di questa solamente tre volte prima di morire, cosa che effettivamente avvenne.
Biografia[]
Vita a Valinor e la fuga nel Beleriand[]
Nato probabilmente a Valinor, Huan fu donato da Oromë il Cacciatore a Celegorm, uno dei figli di Fëanor che spesso lo accompagnava nelle sue cacce. In via eccezionale al mastino erano stati concessi dai Valar una parte dei loro poteri (grande forza, estrema intelligenza e immortalità) e fu previsto che Huan, prima di morire, avrebbe parlato tre volte per dare saggi consigli, ma che egli non sarebbe morto prima di affrontare il più grande e feroce Lupo che fosse mai vissuto. Quando i Noldor abbandonarono Aman per raggiungere la Terra di Mezzo, Huan seguì il suo padrone e con esso si stabilì nel Beleriand orientale quando i Figli di Fëanor fondarono la Marca di Maedhros. A seguito della Dagor Bragollach, Celegorm e Curufin furono costretti ad abbandonare le loro terre, troppo esposte alle incursioni delle forze di Angband, e si rifugiarono nel Nargothrond presso loro cugino Finrod Felagund, e Huan li seguì.
L'Avventura di Beren e Luthien e la separazione da Celegorm[]
Quando Beren venne catturato da Sauron assieme a Finrod e tradotto in Tol-in-Gaurhoth, Lúthien eluse la sorveglianza del padre e si mise in marcia per salvarlo. Venne tuttavia intercettata da Celegorm e Curufin, che ancora vivevano nel Nargothrond, durante una battuta di caccia. Fu Huan a fiutarla e catturarla, e a portarla di fronte a Celegorm. Il Principe Elfico e suo fratello Curufin non le rivelarono di aver mandato Beren incontro alla morte e, con la scusa di proteggerla, la riportarono a Nargothrond, dove Celegorm tramava segretamente di sposarla, essendosene invaghito, e di conseguenza, di stabilire con la forza un’alleanza con Thingol, rinchiudendola in una stanza segreta all'insaputa di tutti gli altri abitanti della roccaforte, lasciando Huan con il compito di sorvegliarla.
Tuttavia, Huan, essendosi affezionato a Lúthien, passava molto tempo presso di lei, e la ascoltava parlare di Beren, che era amico di tutti gli animali, e comprendeva tutto quello che gli veniva detto. Una notte, decise di agire, e per la prima volta parlò, istruendo Lùthien sul passaggio segreto per fuggire dal Nargothrond. Una volta fuori Huan umiliò il proprio orgoglio e permise alla fanciulla di cavalcarlo a mo’ di corsiero, così da correre in soccorso di Beren e Finrod, i quali in quel momento erano tenuti prigionieri di Sauron nella sua fortezza. Giunti a Tol-in-Gauroth, Huan si pose sul ponte uccidendo tutti i lupi mannari di Sauron che gli venivano mandati contro, arrivando a sconfiggere lo stesso Draugluin, padre dei mannari, il quale mortalmente ferito si trascinò davanti al trono di Sauron per annunciare la venuta del Mastino di Valinor ai cancelli e poi morire. Il Luogotenente di Morgoth era perfettamente a conoscenza del destino profetizzato per il cane di Valinor, così decise di darvi compimento egli stesso, assumendo le sembianze di un enorme lupo mannaro, il più grande e terribile che avesse mai camminato nel mondo. Quando Sauron apparve sul ponte Huan ebbe un momento di dubbio, ma si riprese immediatamente e affrontò con vigore l'avversario, rispondendo colpo su colpo ad ogni tentativo di abbatterlo. Fu una lotta lunga e terribile, con Sauron che tentava in ogni modo di soggiogare il Mastino di Valinor, ma alla fine fu Huan a prevalere e ad atterrare Sauron stringendogli le fauci intorno alla gola. Questi tentò di divincolarsi, anche mutando forma in un pipistrello per volare via, ma i denti di Huan ad ogni suo movimento si serravano sempre di più sulla sua gola soffocandolo; allora Lúthien, approfittando della paura del Luogotenente di Morgoth, intervenne e in cambio della vita costrinse Sauron a cederle il dominio dell’isola e a liberare tutti i prigionieri.
Liberato Beren, Huan lasciò i due amanti e fece ritorno al suo padrone, al quale si sentiva ancora legato dalla propria fedeltà. Mentre Lúthien e Beren erano in cammino per tornare al Doriath, poiché l'uomo non voleva che la sua amata corresse i suoi stessi rischi nell'impresa di penetrare ad Angaband, accadde che incapparono in Celegorm e Curifin, i quali erano stati banditi dal Nargothrond da Orodreth dopo che i prigionieri liberati dalla Tol-in-Gauroth avevano riferito della morte di Finrod e chiarito il ruolo dei due figli di Fëanor nell'ostacolare l'impresa di Beren. I due principi dei Noldor allora si scagliarono contro l'uomo nel tentativo di rapire nuovamente la fanciulla, ma in questa circostanza Huan si ribellò dunque a Celegorm e prese le parti di Beren e Luthien mettendo in fuga Celegorm e Curufin, i quali tuttavia riuscirono a ferire gravemente l'uomo con una freccia. Huan aiutò dunque Luthien a portare al sicuro Beren e la aiutò a prestargli le cure necessarie affinché potesse guarire e riprendere la propria impresa.
Quando Beren si riprese cercò nuovamente di convincere Lúthien a tornare nel Doriath e lasciarlo proseguire da solo nella propria impresa, arrivando addirittura a cercare di partirsene di nascosto dall'amata e da Huan pur di raggiungere da solo Angband. Tuttavia Luthien salì di nuovo a cavallo di Huan e in breve tempo raggiunse nuovamente Beren e allora Huan parlò per la seconda volta, consigliando l’eroe di non tenere più la fanciulla fuori dalla Cerca del Silmaril, poiché i loro destini erano legati da un fato più potente che voleva che portassero a termine l'impresa assieme.
- "Ormai non puoi più preservare Lúthien dall'ombra della morte, poiché essa le è consegnata dal tuo amore. Puoi volgere le spalle al tuo destino, e menarla in esilio, invano cercando pace finché la sua vita duri. Ma, se tu non vuoi venire meno alla tua sorte, Lúthien da te abbandonata morirà certamente da sola, o insieme a te deve sfidare il fato che ti sta di fronte: disperato ma non ineluttabile. Altro consiglio non posso darti, né posso seguirvi ulteriormente lungo la vostra strada. Il cuore però mi dice che ciò che troverete al Cancello io stesso lo vedrò. Tutto il resto mi è oscuro; non è escluso che i nostri tre sentieri conducano in Doriath e che noi ci si possa incontrare nuovamente prima della fine"
- —Huan parla per la seconda volta, Il Silmarillion, Di Beren e Luthien
Dopodiché Huan si recò nuovamente dove sorgeva la fortezza di Sauron assieme ai due amanti e recuperò le pelli di Draugluin e Thuringwethil, con le quali Beren e Lúthien poterono travestirsi per penetrare in Angband, dopodiché si ritirò nelle terre selvagge, non desiderando più tornare al fianco di Celegorm.
Lo scontro con Carcharoth e la morte[]
Dopo che Beren ebbe recuperato il Silmaril al costo della mano contro Carcharoth, Huan si unì a Beren e visse con lui e Luthien nel Menegroth per qualche tempo. Accadde tuttavia che Carcharoth, impazzito dal dolore a causa del Silmaril che gli bruciava le viscere, dopo aver sparso caos e distruzione nel nord del Beleriand colpendo indistintamente sia i nemici di Morgoth che i suoi servitori, penetrò nel reame del Doriath grazie al potere del gioiello che gli permise di attraversare la Cintura di Melian, spargendo terrore tra i sudditi di Thingol.
Per mettere fine al terrore della bestia, Thingol organizzò una grande spedizione di caccia al lupo assieme a Beren, Beleg e Mablung e alla quale si unì anche Huan. Il gruppo di cacciatori individuò Carcharoth nei pressi di un fiume, dove cercava di placare la sua inestinguibile sete, e l'affrontò con Huan che provvide a stanarlo; ma la bestia era feroce e intelligente e, dopo aver disperso il gruppo ed evitato Huan, si avventò su Thingol e Beren, ma l'uomo fece da scudo al suocero venendo gravemente ferito. Huan allora si scagliò contro Carcharoth e i due combatterono a lungo e ferocemente, ma alla fine ad uscire vincitore fu il primo, anche se rimase mortalmente ferito. Esausto si trascinò al fianco di Beren e, compiendo così la profezia del suo destino, parlò per la terza e ultima volta dicendo addio all'amico spirando nello stesso momento.
Altre versioni del Legendarium[]
In una precedente versione del Legendarium tolkieniano Huan viene descritto come il "Capitano dei Cani", rivale del malvagio Tevildo Principe dei Gatti (la prima versione di Sauron). Anche in questa versione Huan viene presentato come alleato di Luthien, e l'aiuta nella sua lotta contro Tevildo.
In altri documenti, principalmente Morgoth's Ring, Huan viene indicato da Tolkien come un Maiar che ha assunto la forma di un animale similmente a Thorondor il Re delle Aquile.