- "Credo che al giorno d'oggi gli Hobbit abbiano bisogno di essere in qualche modo descritti, dal momento che sono diventati rari e timorosi della Gente Alta, come ci chiamano. Sono (o erano) gente piccola, alti all'incirca la metà di noi, e più minuti dei Nani barbuti. Gli Hobbit non hanno barba. Del resto, poco o niente di magico c'è in loro tranne il modo comunissimo in cui spariscono silenziosamente e velocemente quando gente grossa e stupida come me e voi capita lì attorno, facendo il rumore di un elefante che essi possono sentire a un miglio di distanza. Tendono a metter su un po' di pancia; vestono di colori vivaci (soprattutto di verde e di giallo); non portano scarpe, perché i loro piedi sviluppano piante naturalmente dure come il cuoio e un vello fitto, caldo e scuro come quello che hanno in testa (che è riccioluta); hanno lunghe, abili dita scure, facce gioviali, e ridono con risa profonde e pastose (specialmente dopo il pranzo, che consumano due volte al giorno, se ci riescono)."
- —Lo Hobbit, cap. I, "Una festa inaspettata".
Gli Hobbit sono una razza umanoide che vive nella Terra di Mezzo, più precisamente nella regione dell'Eriador, in quella paese che loro chiamano Contea, e dove vivono pacificamente ignari dei grandi eventi al di fuori dei suoi confini. Tale territorio gli fu donato dal Re di Arnor Argeleb II con un regio decreto nel 1601 TE, anno 1 del calendario degli Hobbit, che istituì la Contea come entità vassalla del regno dell'Arthedain.
Sono un popolo allegro e gioviale, che ama godersi la vita e i piaceri che essa ha da offrire come il buon cibo e l'Erba pipa, della quale sono i più grandi estimatori della Terra di Mezzo.
A questa stirpe appartennero Bilbo e Frodo Baggins, i quali giocarono un ruolo fondamentale nella sconfitta di Sauron alla fine della Terza Era, e lo stesso Sméagol prima di trasformarsi in Gollum a causa del malefico influsso dell'Anello.
Nomi ed etimologia[]
Gli Hobbit hanno molti nomi nelle diverse lingue, benché pochi possano essere coloro nella Terra di Mezzo che li hanno conosciuti di persona a parte i Nani e i Raminghi. Hobbit è il termine hobbitish con il quale essi chiamano sé stessi, che a sua volta è derivato dall'antico Rohirrim Kûddûkan che significa letteralmente "Abitante dei Buchi" dal termine Kûduk. A Rohan essi sono conosciuti come Holbytla, che ha lo stesso significato di Kûduk. I Dúnedain si rivolgono loro col termine di Halflings che significa "Mezzuomini" ed è un adattamento dall'Ovestron Banakil. In Quenya e Sindarin sono conosciuti rispettivamente col nome di Periandi o Periannath.
Descrizione[]
Aspetto[]
Gli hobbit sono una razza umanoide di bassa statura (da 90 a 120 centimetri circa, mai di meno e raramente di più), dai grossi piedi ricoperti di una folta peluria e dalla pianta talmente spessa da rendere superflue le scarpe. Non portano barbe, salvo delle folte basette, e i colori dei capelli variano dal bruno al nero. Sono molto rari i casi di bambini hobbit biondi, e quando nascono vengono visti come un ottimo presagio.
Gli Hobbit raggiungono la maturità a 33 anni, infatti il trentatreesimo compleanno è molto importante per i giovani Hobbit, ma vengono considerati pienamente adulti intorno ai 50 anni; la loro aspettativa di vita è generalmente intorno all'età di 100 anni, anche se non sono rari quelli che arrivano a 110, mentre il Vecchio Tuc e suo nipote Bilbo Baggins vengono ricordati come gli Hobbit più longevi avendo compiuto rispettivamente 130 e 131 anni.
Stirpi degli Hobbit[]
La stirpe degli Hobbit è divisa in tre sotto-razze principali e queste sono:
- I Pelopiedi, più scuri e bassi, non hanno la barba e non portano calzature, hanno mani piccole e agili, e preferiscono la montagna alla pianura. Anticamente si dice che fossero grandi amici dei Nani, e furono i primi ad arrivare nella Contea attraversando l'Eriador. Sono i più numerosi, e vissero per lungo tempo in caverne scavate nella terra.
- Gli Sturoi invece sono più tozzi, hanno mani e piedi più grandi e preferiscono le pianure e le sponde dei fiumi. Essi si stabilirono per molto tempo sulle rive dell'Anduin prima di seguire i pelopiedi verso ovest. A volte portano la barba. Gollum e la sua gente discendono da questa razza.
- I Paloidi, infine, sono i più alti e sono chiari di pelle e capelli, amano soprattutto i boschi e le foreste, ma sono i meno numerosi. Erano più dotati per il canto e la poesia che per l'artigianato, e preferivano la caccia all'agricoltura. Dopo aver valicato le montagne, giunsero nell'Eriador, dove si mescolarono ad altre razze. Essendo i più spericolati e avventurosi, furono spesso loro a guidare i pelopiedi e gli sturoi.
Cultura e lingua[]
Per approfondire, vedi le voci Hobbitish e Erba Pipa. |
- "Il popolo hobbit è discreto e modesto, ma di antica origine, meno numeroso oggi che nel passato; amante della pace, della calma e della terra ben coltivata, il suo asilo preferito era una campagna scrupolosamente ordinata e curata. Ora come allora, essi non capiscono e non amano macchinari più complessi del soffietto del fabbro, del mulino ad acqua o del telaio a mano, quantunque abilissimi nel maneggiare attrezzi di ogni tipo. Anche in passato erano estremamente timidi; ora, poi, evitano addirittura con costernazione la "Gente Alta", come ci chiamano,ed è diventato difficilissimo trovarli. Hanno una vista e un udito paricolarmente acuti, e benchè tendano ad essere grassocci e piuttosto pigri, sono agili e svelti nei movimenti. Sin da principio possedevano l'arte di sparire veloci e silenziosi al sopraggiungere di genti che non desideravano incontrare, ma ora quest'arte l'hanno talmente perfezionata, che agli Uomini può sembrare quasi magica. Gli Hobbit,invece, non hanno mai effettivamente studiato alcun tipo di magia; e quella loro rara dote è unicamente dovuta ad abilità professionale che l'eredità, la pratica, e un'amicizia molto intima con la terra hanno reso inimitabile da parte di razze più grandi e goffe. Essi sono infatti minuscoli; anche i più alti fra loro sono più piccoli dei Nani, sebbene meno tozzi e robusti. [...] Per quanto riguarda gli Hobbit della Contea essi erano, nei tempi di pace e di benessere, un popolo allegro e spensierato; portavano vestiti di colori vivaci, preferendo il giallo ed il verde, ma calzavano raramente scarpe, essendo i loro piedi ricoperti di un pelo riccio, folto e castano come i loro capelli ,e le piante dure e callose come suole. Perciò l'unica forma di artigianato che praticassero poco era la fabbicazione di calzature, benchè avessero lunghe dita abilissime, capaci di creare tanti altri oggetti utili ed artistici. Più che belli, i loro visi erano generalmente gioviali, illuminati da occhi e guance colorite, con la bocca fatta per ridere, bere e mangiare. Ed era proprio ciò che facevano: mangiavano, bevevano e ridevano con tutto il cuore, amavano fare a tutte le ore scherzi infantili, e pranzavano sei volte al giorno, quando ne avevano la possibilità. Erano ospitali: feste e regali, che offrivano con grande generosità ed accettavano con entusiasmo, costituivano il loro massimo divertimento. La parentela che unisce gli Hobbit, malgrado la loro recente ostilità, è più che evidente e molto più stretta che non quella che ci unisce agli Elfi o perfino ai Nani. In tempi lontani parlavano le lingue degli Uomini,a modo loro, ed avevano le stesse preferenze e le stesse antipatie. Quale sia però la nostra esatta parentela, ormai nessuno lo può dire: gli albori della civiltà hobbit sono persi nei Tempi Remoti caduti nell'oblio; solamente gli Elfi conservano ancora questi ricordi della loro storia, ove gli Uomini hanno poco posto e gli Hobbit niente del tutto. Eppure è un fatto che gli Hobbit siano vissuti tranquilli e pacifici nella Terra di Mezzo per anni e anni prima che gli altri popoli si accorgessero della loro presenza; e, dato che il mondo è pieno zeppo di strane creature, questi piccoli esseri sembravano ben poco importanti. Fu ai tempi di Bilbo e del suo erede Frodo che essi acquistarono improvvisamente, senza desiderarlo per nulla, importanza e fama, importunando non poco i consigli dei Saggi e dei Grandi."
- —Il Signore degli Anelli, Prologo, parte I, "A proposito degli Hobbit".
Storia[]
Origini e la migrazione nell'Eriador[]
Gli Hobbit sono un popolo misterioso dalle origini pressoché sconosciute: non compaiono infatti in alcuna cronaca prima della seconda metà della Terza Era, dunque è alquanto difficile determinare se essi abbiano avuto in qualche modo origine nell'Hildórien assieme agli Uomini oppure se appartengano ad una razza completamente diversa. Tuttavia la maggior parte dei saggi è concorde nell'attribuire alla Gente Piccola una parentela più stretta con gli Uomini rispetto agli Elfi e ai Nani, annoverandoli dunque tra i Secondogeniti di Ilúvatar; prova ne è il fatto che essi siano soggetti al Fato degli Uomini e, una volta morti, lascino questo mondo.
Comunque le prime notizie sul popolo degli Hobbit si hanno intorno all'undicesimo secolo della Terza Era e si collocano nell'alta Valle dell'Anduin. Qui si suppone che inizialmente fossero un popolo nomade e in qualche modo "selvaggio", ma vennero in contatto con alcuni gruppi di Uomini del Nord e si civilizzarono; una prova di questo antico incontro si risconterebbe nel rohirric: infatti il termine "hobbit" è molto simile alla parola holbytan, che significa letteralmente "abitante dei buchi", ed è il nome con il quale i Signori dei Cavalli chiamano i Mezzuomini benché la loro esistenza sia relegata alle antiche leggende degli Éothéod.
A causa delle sempre più frequenti incursioni degli Esterlings e all'addensarsi dell'Ombra sul Bosco Atro, intorno al 1300 TE i primi gruppi di hobbit, prevalentemente della stirpe dei Pallidi, attraversarono le Montagne Nebbiose e si stabilirono nella regione del Rhudaur e presso le Colline del Vento. Tuttavia l'influenza di Angmar e i continui combattimenti tra le forze dei Dúnedain e gli Uomini delle Colline, spinsero gli Hobbit a spostarsi nuovamente: una piccola parte riattraversò le Montagne Nebbiose e si stabilì di nuovo nella Valle dell'Anduin, in prossimità del Campo Gaggiolo, mentre la parte più numerosa si spostò a ovest e scelse di stabilirsi in quella che già all'epoca era conosciuta come Terra di Brea. Qui, dopo un'iniziale diffidenza, furono ben accolti dai Breatini e dettero inizio ad un caso più unico che raro di convivenza civile e pacifica tra la Gente Alta e la Gente Piccola.
La colonizzazione della Contea e storia successiva[]
L'attraversamento del Brandivino e la fondazione della Contea[]
Nel 1601 TE i fratelli Paloidi Marcho e Blanco si posero alla testa di un numeroso gruppo di Hobbit e attraversarono il Brandivino per stabilirsi nelle terre ad ovest del fiume, che un tempo facevano parte di una grande riserva di caccia reale ma che da tempo non erano più frequentate. Quello stesso anno Re Argeleb II dell'Arthedain concesse per decreto reale quelle terre agli hobbit, sancendo in tal modo la nascita della Contea ed è da quell'anno che i Mezzuomini fanno cominciare il Calendario della Contea con il quale tengono il computo degli anni; in cambio il Re chiese ai suoi nuovi sudditi di pagargli un tributo annuo e di mantenere le strade e i ponti in efficienza, così da facilitare il lavoro dei messaggeri e il passaggio delle merci. In seguito la maggior parte degli hobbit che viveva a Brea scelse di seguire l'esempio di Marcho e Blanco e stabilirsi ad ovest del Brandivino, anche se non tutti se la sentirono e preferirono rimanere nella Terra di Brea; si ebbe così l'ennesima divisione tra il popolo degli hobbit.
La fine di Arnor e l'istituzione del Conteato[]
Nel 1636 TE la Grande Epidemia flagellò la Terra di Mezzo e colpì anche la Contea, causando pesanti perdite tra gli Hobbit che tuttavia furono in grado di colmare in pochi anni per poi tornare a prosperare. I secoli successivi furono per i Mezzuomini anni di relativo isolamento, limitandosi ai contatti strettamente necessari con il Re per pagargli i tributi e agli scambi commerciali con i Nani e i Breatini. Nel 1974 TE inviarono una compagnia di arcieri hobbit per combattere al fianco delle truppe reali nella Battaglia di Fornost, tuttavia si suppone che nessuno di essi abbia mai fatto ritorno. Con la caduta definitiva di Arnor i Mezzuomini elessero un Conte che facesse le veci del Re in attesa del suo ritorno nella figura di Bucca della Palude, appartenente alla famiglia Vecchiobecco, il quale trasmise poi il titolo ai propri discendenti. In totale si ebbero ben dodici Conti della famiglia Vecchiobecco, finché nel 2430 TE Gorhendad non decise di cedere il titolo ai parenti Tuc per poi attraversare il Brandivino e fondare la Terra di Buck, cambiando pure il proprio cognome da Vecchiobecco a Brandibuck.
La Battaglia di Terreverdi e il Lungo Inverno[]
Per approfondire, vedi le voci Battaglia di Terreverdi e Lungo Inverno. |
Negli anni successivi alla caduta dell'Arthedain gli Hobbit vissero una specie di felice isolamento: mentre nell'est si combattevano cruente battaglie e le forze dei Popoli Liberi cercavano di rintuzzare le trame di Sauron, il popolo dei Mezzuomini rimaneva beatamente isolato da tutto questo nella loro Contea, protetti anche dalla attenta guardia dei Raminghi del Nord, i quali si occupavano di tenere alla larga pericolose creature come orchi e troll. Nel 2740 TE tuttavia, un'orda di orchetti guidata dall'orco Golfimbul riuscì a sfuggire alla sorveglianza dei Dúnedain e a penetrare nella Contea; a salvare la situazione intervenne Bandobras "Ruggitoro" Tuc (che le cronache descrivono come abbastanza alto da riuscire a montare su un normale cavallo), il quale radunò l'esercito degli hobbit e affrontò gli invasori, uccidendo personalmente il loro capo e volgendoli in fuga. Stando alle cronache Bandobras caricò Golfimbul e lo uccise spiccandogli la testa dal corpo con un colpo della sua mazza e mandandola a finire in una tana di coniglio; si dice che allora nacque il gioco del golf, del quale i Mezzuomini sono assai patiti.
Dieci anni dopo l'invasione degli Orchi gli abitanti della Contea subirono la pesante prova del Lungo Inverno, il quale provocò una dura carestia che causò migliaia di morti per fame e freddo. Solo grazie all'aiuto di Gandalf e dei Raminghi del Nord gli Hobbit riuscirono a sopravvivere a quelli che vengono tristemente ricordati come i Giorni della Fame. Fu anche allora che Gandalf, colpito dalla loro generosità e pietà reciproca, cominciò ad interessarsi di questo popolo tanto piccolo quanto tenace e coraggioso nelle avversità.
- "«E poi c’era la gente della Contea. Iniziarono ad avere un posto speciale nel mio cuore durante il Lungo Inverno che nessuno di voi può ricordare. Ne furono assai duramente provati: una delle peggiori situazioni che abbiano mai dovuto affrontare, morendo di freddo, e di fame nella spaventosa carestia che seguì. Pure, fu quello il momento per vedere il loro coraggio e la pietà l’uno verso l’altro. E fu grazie a questa, oltre che al loro duro, muto coraggio, che sopravvissero [...]»"
- —Gandalf a Pipino, Racconti Incompiuti, parte III "La Terza Età", cap. III "La cerca di Erebor"
Il Crudele Inverno e l'Impresa di Bilbo Baggins[]
Per approfondire, vedi le voci Crudele Inverno (Terza Era) e Bilbo Baggins. |
Guerra dell'Anello e Quarta Era[]
Per approfondire, vedi le voci Festa di Compleanno di Bilbo e Battaglia di Lungacque. |
Hobbit nel Signore degli Anelli[]
Gli hobbit più importanti che vengono menzionati all'interno del Signore degli Anelli sono:
- Bilbo Baggins
- Frodo Baggins
- Samvise "Sam" Gamgee e sua figlia Elanor
- Meriadoc "Merry" Brandibuck
- Peregrino "Pipino" Tuc
- Fredegario "Grassotto" Bolgeri
- Sméagol (che divenne la creatura Gollum)
- Déagol
- Lotho Sackville-Baggins