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" [...] finalmente la possanza di Valinor uscì dall'Ovest, e la sfida delle trombe di Eönwë riempì il cielo; e il Beleriand fu tutto rutilante della gloria delle loro armi, ché l'esercito dei Valar era schierato in forme nuove, belle e terribili, e i monti risuonavano al suo passo. Lo scontro tra le armate dell'Ovest e quelle del Nord è detto Grande Battaglia nonché Guerra d'Ira. L'intero potere del Trono di Morgoth fu gettato nella mischia [...]."
Il Silmarillion, cap. XXVI, "Il Viaggio di Eärendil e la Guerra d'Ira".

La Guerra d'Ira, o Grande Battaglia, fu il conflitto finale della Guerra dei Gioielli combattuto tra l'Esercito dell'Ovest e le armate dell'Oscuro Signore Morgoth per circa quarant'anni, dal 545 PE al 587 PE. La guerra segnò la definitiva sconfitta di Morgoth e decise il fato dei Silmaril, ma causò tali devastazioni che il Beleriand ne fu completamente distrutto e sprofondò nel Grande Mare.

Antefatti[]

"Si dice che egli [Morgoth, ndr] non s'aspettasse l'assalto che gli fu sferrato da Ovest; tanto infatti era il suo orgoglio, da indurlo a ritenere che nessuno mai più avrebbe osato muovergli apertamente guerra. Inoltre, pensava di aver per sempre estraniato i Noldor dai Signori dell'Ovest e che, contenti nella loro beata contrada, i Valar più non si sarebbero curati del suo reame nel mondo esterno, e ciò perché, agli occhi di chi ignori la pietà, gli atti pietosi sono sempre insoliti e inaspettati."
Il Silmarillion, cap. XXVI, "Il Viaggio di Eärendil e la Guerra d'Ira".

Dopo più di cinque secoli dal primo sorgere del Sole, Morgoth era diventato il signore incontrastato della Terra di Mezzo. Aveva sconfitto in battaglia i suoi nemici e la maggior parte degli Elfi e degli Uomini del Beleriand erano stati catturati e presi come schiavi. I pochi sfuggiti al suo dominio vivevano presso le Bocche del Sirion o altrove nascosti nei boschi o nelle montagne.

In particolare, dopo la Caduta di Gondolin, i pochi sopravvissuti che erano riusciti a fuggire dalla città con la protezione di Ulmo raggiunsero le Bocche del Sirion. Tra questi, vi era anche Eärendil, figlio di Tuor e Idril, che in seguito divenne il Signore delle persone che abitavano le foci del Sirion e sposò Elwing, figlia di Dior e Nimloth.

Con l'aiuto di Círdan il Carpentiere, Eärendil costruì la nave Vingilot e salpò alla volta del Reame Beato per implorare aiuto alle Potenze di Arda. Raggiunto da Elwing dopo il Terzo Fratricidio, i due eroi si fecere guidare dalla luce del Silmaril recuperato da Beren e Lúthien riuscendo così a superare la barriera delle Isole Incantate e a raggiungere il continente beato di Aman, ottenendo un'udienza presso i Valar. Ricevuto al cospetto delle Potenze, Eärendil implorò il perdono dei Valar per le azioni dei Noldor durante la Prima Era e, illustrando le pene e le sofferenze delle Due Stirpi sotto la tirannia di Morgoth, chiese aiuto per liberare la Terra di Mezzo dalla maligna influenza dell'Oscuro Signore. Mossi da pietà, i Valar perdonarono i Noldor e promisero di inviare le proprie armate per sconfiggere l'Oscuro Signore.

Forze in campo[]

Esercito di Valinor e Popoli del Beleriand[]

Ingwion parte alla volta del Beleriand

Ingwion parte da Valinor per guidare in guerra le schiere dei Vanyar, by Jenny Dolfen

Non si sa con precisione quale fosse l'entità dell'esercito che i Valar inviarono nel Beleriand, tuttavia viene detto che in questa grande armata vi erano Maiar, comandati da Eönwë, Noldor di Valinor, guidati da Finarfin, e lancieri dei Vanyar, guidati da Ingwion. I Teleri inizialmente, memori degli eventi del Primo Fratricidio, non avrebbero voluto partecipare, ma alla fine furono convinti dalle parole di Elwing a fornire le navi per trasferire l'armata nel Beleriand, rifiutandosi tuttavia di fornire guerrieri che combattessero al fianco dei Noldor.

Non viene fatto cenno alla partecipazione di Valar come Tulkas o Oromë nel conflitto tuttavia, considerato che Angband venne scoperchiata e Morgoth stesso rovesciato dal suo trono e nuovamente legato con la catena Angainor, è improbabile che i più acerrimi nemici di Morgoth tra le Potenze non abbiano preso parte alla spedizione.

Al conflitto parteciparono inoltre anche le Aquile di Manwë e le altre creature del cielo, guidate dallo stesso Eärendil a bordo della sua nave volante Vingilotë.

Per quanto riguarda i Popoli del Beleriand, questi uscivano dai gravi rovesci subiti nella Guerra dei Gioielli, ma l'arrivo delle armate di Valinor riaccese la speranza nei cuori dei nemici di Morgoth, convincendoli a rialzare la testa e a radunare nuovamente un'armata per combattere contro l'Oscuro Signore. Gli Edain superstiti si unirono dunque ai Noldor e ai Sindar e marciarono verso nord dalle Bocche del Sirion, respingendo le forze di Angband dai territori occupati dopo la caduta del Doriath e di Gondolin.

Non si hanno notizie di partecipazione degli eserciti dei Nani alla guerra.

Esercito di Morgoth[]

Non si ha un elenco preciso delle armate di Morgoth che si scontrarono con le forze di Valinor, tuttavia nel Silmarillion viene detto che l'Oscuro Signore, colto alla sprovvista dall'intervento delle Potenze, scatenò contro di loro tutte le forze che nel corso dei secoli aveva ammassato in Angband. Sterminate legioni di Orchi, guidate dai Balrog e affiancate da ogni genere di turpe creatura, tra le quali Troll, Mannari e draghi di fuoco, furono inviate contro le forze dei Valar e i popoli del Beleriand, nella speranza di ricacciarli immediatamente in mare.

Tuttavia queste forze, non potendo reggere il confronto con gli splendidi guerrieri di Valinor, venivano regolarmente falciate dalla furia degli eserciti dell'Ovest, quasi che fossero messi mature per il raccolto. Disperato Morgoth gettò nella mischia anche quella che considerava la sua arma segreta, ovverosia i Draghi Alati, tra i quali spiccava per malvagità e potenza Ancalagon il Nero.

Guerra[]

The armies of the west by ivanalekseich

L'Esercito dell'Ovest in marcia, ivanalekseich.

L'Esercito dei Valar era guidato dall'araldo di Manwe, Eönwë, ed era composto dalle schiere dei Maiar, dei Vanyar e dei Noldor che dimoravano in Aman. I Falmari garantirono l'utilizzo della propria flotta e inviarono marinai per governarla, ma non parteciparono direttamente nella guerra, poichè ricordavano ancora il Fratricidio di Alqualondë.

Le truppe di Eönwë approdarono nella Terra di Mezzo nel PE 545, annunciate da un fragoroso suono di trombe che scossero l'intero Beleriand, riaccendendo la speranza nei popoli soggiogati da Morgoth e precipitando nel terrore l'Oscuro Signore. "L'intero potere del trono di Morgoth"[1] fu schierato contro le armate dei Valar, e questo era diventato talmente grande da essere incommensurabile tanto che l'Anfauglith stesso non bastava più a contenerlo.

L'intero Nord del Beleriand divenne quindi un campo di battaglia. Poco è noto degli scontri tra le forze di Aman e quelle di Morgoth poiché nessuno di quegli Elfi che avevano dimorato e sofferto nel Beleriand e che composero le cronistorie di quei giorni vi partecipò direttamente. Infine, però, i Balrog furono annientati, salvo quei pochi tra loro che fuggirono e andarono a nascondersi in grotte inaccessibili alle radici della terra, e le brulicanti legioni di Orchi si consumarono tanto che in seguito per lunghi anni pochi rimasero ad assillare il mondo. Benché gli uomini delle tre Case degli Edain si unirono alle forze di Valinor, molti altri uomini combatterono per Morgoth guadagnandosi il disprezzo degli Elfi.

Eärendil affronta Ancalagon by Denis Gordeev

Eärendil affronta i Draghi Alati di Morgoth, Denis Gordeev.

Avendo visto la disfatta dei propri eserciti, Morgoth non ebbe il coraggio di uscire di persona ma scatenò contro i suoi nemici un ultimo disperato assalto con tutte le forze disponibili in Angband. Emersero quindi per la prima volta dai suoi abissi i Draghi Alati, che Morgoth aveva tenuto nascosti come arma segreta e che mai erano stati visti prima. L'esercito dei Valar fu colto di sorpresa e arretrò sopraffatto dal loro attacco che fu accompagnato da un grande tuono, fulmini e tempeste di fuoco. Giunse però Eärendil con la sua nave volante Vingilot, accompagnato da tutti i grandi uccelli del cielo e Thorondor alla loro testa, e per tutto un giorno e una notte pieni di incertezze si combatté in aria. Prima che il Sole sorgesse, Eärendil affrontò e uccise Ancalagon il Nero, il più forte della schiera dei Draghi, che cadendo abbatté le vette di Thangorodrim. La sconfitta di Ancalagon ribaltò la situazione e le armate dell'Ovest ebbero la meglio sui Draghi. Le aule di Angband furono quindi scoperchiate e le forze dei Valar penetrarono nella fortezza.

Morgoth fuggì nella più profonda delle sue segrete, dove fu catturato. Invece che affrontare i propri nemici, invocò pace e perdono ma le gambe gli furono troncate e cadde a terra. Venne quindi legato nuovamente con la catena Angainor e i due Silmaril in suo possesso furono presi da Eönwë per custodirli. Furono quindi liberati dalla carceri Angband innumerevoli schiavi che tornarono a vedere la luce del giorno.

Conseguenze[]

La geografia del mondo cambiò radicalmente, poiché la furia di entrambi gli schieramenti durante la guerra devastò gran parte del continente. Le regioni settentrionali furono rase al suolo, fiumi scomparvero o si scavarono nuovi letti, valli si sollevarono, monti vennero livellati, e il Sirion cessò di esistere. La devastazione della guerra fu immensa; la maggior parte delle terre a ovest degli Ered Luin sprofondò nel Grande Mare e il Beleriand fu distrutto. Il mare spezzò anche a metà gli Ered Luin formando il Golfo di Lhûn.

Eönwë ordering Sauron to go back to Valinor by Gerwell

Sauron implora il perdono di Ëonwë, ma questi glielo nega intimandogli di ritornare a Valinor e affrontare il giudizio dei Valar

I servitori di Morgoth superstiti fuggirono anch'essi: Sauron, il luogotenente più potente di Morgoth, si gettò ai piedi di Eönwë dichiarandosi pentito e implorando il perdono, tuttavia, quando l'Araldo di Manwë gli disse di tornare a Valinor e sottoporsi al giudizio dei Valar, fuggì nell'estremo est della Terra di Mezzo e di lui non si ebbero notizie per migliaia di anni.

Eönwë, araldo di Manwë, radunò tutto gli Elfi del Beleriand e comunicò loro che le Potenze gli avrebbero concesso il perdono ai Noldor e il permesso di lasciare la Terra di Mezzo per fare ritorno a Valinor, invito che fu esteso anche a tutti quei Sindar che avessero voluto raggiungere il reame beato. Molti dei Noldor e dei Sindar superstiti accettarono, tuttavia un grande numero di essi, non sentendosi ancora pronto ad abbandonare la Terra di Mezzo, rifiutarono l'invito dell'Araldo di Manwë, preferendo invece rimanere e fondare dei propri regni ad est, come Galadriel e Gil-galad.

It ends in flame by Jenny Dolfen

La morte di Maedhros, Jenny Dolfen.

Maedhros e Maglor, ultimi superstiti dei Figli di Fëanor, chiesero ad Eönwë di consegnare loro i Silmaril, ma egli rifiutò replicando che avevano perso il diritto a possederli a causa dei crimini che avevano commesso nel perseguire il giuramento del padre e che qualora avessero insistito nel rivendicare i gioielli, avrebbero dovuto tornare a Valinor e sottoporsi al giudizio delle Potenze, nella remota possibilità che queste sarebbero state clementi e gliene avessero riconosciuta la proprietà. Di fronte alla prospettiva di perdere definitivamente l'eredità paterna i due figli di Fëanor, pur essendo stanchi del vincolo al giuramento paterno ma sentendo ancora forte l'obbligo verso la volontà di Fëanor, decisero di tentare il tutto per tutto: una notte s'introdussero dunque nel campo di Eonwë e uccisero le guardie che sorvegliavano la tenda dove erano custoditi i Silmaril, rubando lo scrigno contenente gioielli e cercando poi di fuggire; la loro azione venne però scoperta e in breve i due fëanoriani si trovarono addosso l'intero accampamento, preparandosi a vendere cara la pelle.

Maglor Casts a Silmaril into the Sea by Ted Nasmith

Maglor getta il Silmaril nel mare, Ted Nasmith.

Prima che le spade dell'esercito dei Valar si abbattessero su di loro intervenne però Eönwë, il quale affermò che non sarebbe stato responsabile della fine della Casa di Fëanor e che già abbastanza sangue era stato sparso; ordinò dunque che i due venissero lasciati andare coi gioielli, ma vaticinò ai due fratelli che nulla di buono gli sarebbe sarebbe venuto dal possesso dei gioielli. Maedhros e Maglor si allontanarono quindi dal campo, ma non appena si divisero l'eredità paterna si accorsero quanto vere fossero state le parole dell'Araldo di Manwë: infatti, non appena presero in mano i Silmaril, questi cominciarono a bruciar loro le mani. Maedhros, non sopportando il dolore e tormentato dal rimorso per la consapevolezza di tutti i crimini commessi, si gettò con la gemma in una voragine infuocata, che si richiuse sopra di esso; Maglor invece lanciò il suo gioiello nel mare, per poi cominciare a peregrinare da solo nella Terra di Mezzo. I Silmaril trovarono quindi le loro dimore nelle arie del cielo, nel cuore della terra e nelle acque profonde.

The Captivity of Morgoth by Jacek Kopalski

Morgoth tradotto in giudizio davanti ai Valar, Jacek Kopalski.

Gli Edain furono ricompensati per aver combattuto con i Valar durante la guerra e ricevettero in dono l'isola di Númenor a metà strada tra la Terra di Mezzo e la terra di Aman: qui Elros, figlio di Eärendil, fondò un nuovo regno e i suoi sudditi furono da allora in poi conosciuti durante la Seconda Era come Dúnedain, gli "Uomini dell'Ovest". Gli uomini sopravvissuti che invece combatterono per Morgoth fuggirono ad est della Terra di Mezzo.

Le città dei Nani Nogrod e Belegost furono danneggiate quando la catena degli Ered Luin fu rotta, obbligando gli abitanti a fuggire.

Dopo la sconfitta, Morgoth fu portato al cospetto dei Valar, i quali lo giudicarono per le sue nequizie e nel 590 PE lo scaraventarono attarverso la Porta della Notte, fuori dalle Mura del Mondo, nel Vuoto Atemporale. Questo evento segnò la fine della Prima Era.

Note[]

  1. Il Silmarillion, "Quenta Silmarillion", cap. XXII, "Il viaggio di Eärendil e la Guerra d'Ira"
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