- "In terra sui gradini sedeva un Uomo avvizzito, dal pallido viso accorto e le palpebre pesanti."
- —Il Signore degli Anelli, libro III, cap. VI, "Il re del Palazzo d'Oro".
Grima Vermilinguo (Grima Wormtongue in originale) fu un uomo della stirpe dei Rohirrim che visse alla fine della Terza Era e per diversi anni ricoprì l'incarico di consigliere di fiducia di Re Théoden di Rohan.
Tuttavia, in un periodo imprecisato prima della Guerra dell'Anello, si mise al servizio di Saruman il Bianco, il quale gli promise una parte del tesoro del Re e la mano di Éowyn in cambio del suo tradimento. Grima divenne dunque l'agente di Saruman alla corte di Théoden, contribuendo all'indebolimento del regno, ad esempio lasciando che le forze di Isengard circolassero liberamente per Rohan, e alla circonvenzione del Re, facendogli sentire eccessivamente il peso dell'età e allontanando amici e consiglieri fidati dalla corte, come Gandalf.
A seguito dell'arrivo di Gandalf il Bianco a Edoras, il tradimento di Grima venne esposto dallo Stregone e allora l'uomo fuggì per raggiungere Saruman a Isengard, ma vi giunse quando orma gli Ent avevano già distrutto le forze dello Stregone e, controvoglia, venne costretto ad unirsi a lui nella prigionia a Orthanc.
Successivamente, dopo che Saruman fu liberato da Barbalbero, seguì il suo padrone nell'esilio nella Contea, ma dopo il ritorno di Frodo, Sam, Merry e Pipino e la sconfitta dei Ruffiani in uno scatto d'ira uccise lo Stregone tagliandogli la gola, per poi essere ucciso a sua volta da alcuni cacciatori Hobbit.
Etimologia[]
Il nome Grima deriva dall'antico islandese e significa letteralmente "maschera". In originale il suo soprannome era Wormtongue che deriva dall'antico inglese wyrm-tunge e vuol dire lingua di serpente.
Aspetto e carattere[]
Ne Il Signore degli Anelli Grima viene descritto come un uomo pallido e avvizzito dal viso accorto e dalle palpebre pesanti. Benché si possa supporre che sia abbastanza intelligente, egli viene raffigurato come un uomo vigliacco e meschino, sempre pronto al tradimento e a porsi al servizio di colui che ritiene più forte.
In origine probabilmente non era malvagio, ma venne sedotto e corrotto dall'influenza di Saruman, diventandone succube. Nel corso della storia si arriva a delineare meglio la sua personalità: egli è un debole e, benché ad un certo punto arrivi ad odiarlo, è incapace di staccarsi da Saruman tanto che, nonostante gli sia stata offerta per ben tre volte la possibilità di lasciarlo e servire una giusta causa, egli è troppo debole per cogliere l'occasione di staccarsi dal suo padrone.
Biografia[]
Prima della Guerra dell'Anello[]
Grima nacque a Rohan in un anno imprecisato dell'ultimo secolo della Terza Era da un Rohirrim di nome Gálmód e qualche anno prima della Guerra dell'Anello divenne il Consigliere di Re Théoden. Stando alle parole di Gandalf Gríma per un certo tempo fu un buon consigliere per il Sovrano, prestandogli anche dei buoni servigi.
In un periodo imprecisato tuttavia si pose al servizio di Saruman, diventando la sua spia e lo strumento dello stregone per influenzare le decisioni del Re. La sua ricompensa sarebbe dovuta essere la bella Éowyn, di cui Grima si era invaghito, e una parte del tesoro di Rohan. Ciò lo mise in contrasto sia con Théodred, figlio del Re, che con Éomer, i quali avrebbero voluto che Rohan si opponesse a Isengard con tutte le sue forze. Tuttavia Grima riuscì ad imporre la sua volontà su Théoden.
La venuta di Gandalf e la prigionia a Orthanc[]
- "I saggi parlano soltanto di ciò che sanno, Grima figlio di Gálmód. Sei diventato un verme dissennato. Perciò taci, e tieni la tua lingua forcuta tra i denti. Non ho attraversato fuoco e morte per scambiare parole contorte con un uomo servile sino al cadere del fulmine "
- —Gandalf zittisce l'arroganza di Grima, Il Signore degli Anelli, libro III, cap. VI, "Il re del Palazzo d'Oro".
Attraverso le sue parole e alla magia del suo padrone, riuscì ad indebolire la mente del re fino a prenderne il controllo, governando di fatto Rohan. Questo impedì, per un certo periodo, di organizzare un'armata Rohirrim atta a respingere gli invasori (Orchi, Uruk-hai e Dunlandiani) che, a poco a poco, stava conquistando la regione. La sua ricompensa sarebbe dovuta essere la bella Eowyn, nipote del re, tuttavia non riuscì mai a conquistarla, nonostante le promesse dello Stregone Bianco.
Riuscì a far imprigionare Éomer facendo credere al Re che il nipote avesse tradito Rohan, ma l'arrivo di Gandalf, accompagnato da Aragorn Legolas e Gimli, rovinò i suoi piani. Infatti lo Stregone riuscì a liberare la mente di Théoden dalle menzogne di Grima e a convincerlo a radunare i Rohirrim per affrontare Saruman.
Il Re si sentì magnanimo e, benché Éomer suggerisse di ucciderlo, gli offrì invece una scelta: o cavalcare al suo fianco e affrontare i nemici di Rohan, oppure prendere un cavallo e andarsene. Dopo un momento di indecisione Grima scelse la seconda opzione e galoppò alla volta di Isengard per informare il suo padrone. Tuttavia quando vi giunse gli Ent avevano già distrutto le mura e allagato la fortezza, costringendo Saruman a rinchiudersi ad Orthanc. L'uomo cercò nuovamente di cavarsi d'impiccio ingannando Barbalbero dicendo di essere un messaggero di Théoden, ma l'Ent non si fece ingannare anche perché Gandalf, che era passato qualche ora prima a cavallo di Ombromanto, lo aveva già informato del suo arrivo e sapeva benissimo chi era.
Barbalbero dunque pose nuovamente all'uomo una scelta: raggiungere a nuoto la torre e unirsi a Saruman, oppure attendere il Re di Rohan con lui e sottoporso al suo giudizio. Alla fine Grima scelse di raggiungere Saruman e lì rimase. Quando Théoden giunse a Isengard fu visto e riconosciuto, ma si tenne in disparte durante il colloquio tra Saruman e Gandalf. Alla fine del discorso lanciò il Palantír di Orthanc da un terrazzo, ma non si capisce se volesse colpire Saruman o Gandalf.
La liberazione da Isengard e la morte nella Contea[]
Dopo qualche mese alla fine Barbalbero si convinse a lasciar andare i suoi prigionieri, così Saruman e Grima lasciarono Isengard diretti ad ovest.
Durante il tragitto incontrarono Gandalf, gli hobbit Éomer e Aragorn, e nuovamente a Grima fu offerta la possibilità di lasciare lo stregone e tornare a Rohan, ma l'uomo, ormai completamente soggiogato da Saruman, rifiutò la possibilità offertagli e continuò a seguire il suo padrone nella sua disgrazia. Alla fine giunse con lui nella Contea e si stabilì con esso a Casa Baggins, continuando comunque ad essere maltrattato da Saruman.
Sembra sia stato Grima ad uccidere lui Lotho Sackville-Baggins su istigazione dello Stregone, il quale ormai non aveva più bisogno dell'hobbit per estendere il proprio potere sulla Contea. Dopo la Battaglia di Lungacque, Frodo offrirà per l'ultima volta a Grima la possibilità di lasciare Saruman, ma lo Stregone umiliò nuovamente l'uomo tirandogli un calcio in faccia.
Alla fine, incapace di subire oltre, Grima aspettò che Saruman gli desse le spalle per saltargli addosso e tagliargli la gola. Dopo l'assassinio cercò di fuggire, ma venne abbattuto dalle frecce dei calciatori hobbit che, incuranti delle parole di Frodo, lo stesero morto stecchito.
Adattamenti[]
Il Signore degli Anelli (1978)[]
Nella versione animata del 1978, Grima è doppiato nella versione originale da Michael Deacon ed appare in poche scene tratte dal romanzo Le due Torri.
Nonostante alcune modifiche il personaggio sembra abbastanza fedele all'originale delineato nel romanzo, anche se la mancanza di un seguito ha impedito di giudicare più approfonditamente il suo sviluppo.
Trilogia de Il Signore degli Anelli (2002-2003)[]
Nella trilogia di Peter Jackson tratta dall'opera di Tolkien il personaggio di Grima Vermilinguo è interpretato da Brad Dourif, il quale ha ricevuto diversi elogi sia dai fan che dalla critica per la sua interpretazione. Nel corso delle riprese Peter Jackson incoraggiò Dourif a radersi le sopracciglia, in modo che il pubblico notasse subito il disagio presente nel personaggio.
Diversamente da quanto narrato nel libro, Grima muore ad Orthanc, ucciso da una freccia di Legolas, mentre stava pugnalando Saruman, in seguito agli insulti e gli scherni dello stregone. Tale scena è presente soltanto nella versione estesa del film Il Ritorno del Re, mentre nella versione uscita al cinema viene fatto intendere come Grima sia ancora rinchiuso nella torre di Orthanc. Diversamente dal libro, inoltre, il Palantír non viene gettato da Grima, bensì cade dal corpo morente di Saruman. Questo solo nella versione estesa, mentre in quella uscita al cinema il Palantír viene trovato da Pipino a terra. Inizialmente la scena della morte di Grima sarebbe dovuta comparire nel secondo film, ma Peter Jackson decise di inserirla nel terzo per dare più spazio alla vicenda.
L'eliminazione di Grima e di Saruman ha comportato l'eliminazione dal film delle vicende narrate nei capitoli 7 e 8 de Il Ritorno del Re, eliminando così dalla trama la conquista della Contea da parte dello Stregone Bianco (Battaglia di lungacque) e, contemporaneamente, anche i riferimenti di cannibalismo riguardo Grima.
Un'altra curiosità, non specificata nel film, riguarda la morte di Théodred il quale nel film sembrerebbe essere stato ucciso, o almeno aiutato a morire, proprio da Grima. Tale deduzione viene confermata in parte durante una discussione tra Vermilinguo ed Éowyn e quest'ultimo, riferito a Théodred, afferma «Egli dev'essere morto durante la notte...» con fare maligno.