- " [...] e questi, andatogli vicino, scorse un solco simile a un'enorme scanalatura, che correva verso sud, d'ambo i lati del quale, qua semicancellate, lì invece nitide e indurite dal gelo, si vedevano le orme di grandi piedi muniti di artigli. «Guarda!» disse Voronwë, pallido di paura e disgusto. «Non è da molto che il Grande Verme di Angband, la più crudele di tutte le creature del Nemico, è stato qui! [...]»."
- —Voronwë a Tuor, Racconti Incompiuti, parte I, cap. I, "Tuor e il suo arrivo a Gondolin".
Draghi di Arda |
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Glaurung
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Glaurung, conosciuto anche con gli appellativi di Padre dei Draghi e Ingannatore, fu il primo drago di cui si ha notizia nella Terra di Mezzo. Creato probabilmente da Morgoth, apparve la prima volta durante una sortita da Angband duecento anni dopo la Dagon Aglareb, ma essendo ancora giovane e privo di squame fu facilmente sconfitto dai cavalieri Noldor e obbligato a tornarsene ad Angband con la coda tra le gambe.
Apparve una seconda volta durante la Dagor Bragollach, e una terza durante la Nirnaeth Arnoediad, durante la quale venne ferito da Re Azaghal di Belegost. Guidò poi le armate di Morgoth contro il Nargothrond che poi elevò a sua tana facendo dei tesori dei Noldor il suo letto.
Fu ucciso da Turin Turambar nel 499 PE, ma prima di morire si tolse la soddisfazione di spezzare l'incantesimo di oblio che aveva lanciato sulla sorella dell'eroe causandone il suicidio.
Nomi e etimologia[]
Glaurung è un nome di origine Sindarin che significa letteralmente "Verme Dorato". Nelle prime versioni del Silmarillion viene chiamato Glómund. Nei Racconti Perduti compaiono i suoi nomi in Noldorin, ovvero Glorund, Glorunt, Glorung e Glorunn e quelli in Quenya, ovvero Laurundo (anche Laurunto) e Undolaurë, che hanno sempre lo stesso significato di Glaurung. Altri epiteti di questa malvagia creatura furono Padre dei Draghi, il Dorato, Ingannatore[1].
Descrizione[]
Aspetto[]
Glaurung fu forse uno dei draghi più grandi della Prima Era, anche se non raggiunse certamente le dimensioni di Ancalagon il Nero. Le sue misure non vengono mai espresse con chiarezza ma si può ipotizzare che fosse lungo più di trenta metri e alto almeno quattro.
Le sue scaglie, che una volta sviluppatesi erano dure quasi quanto una corazza d'acciaio, erano di un colore dorato tendente all'arancione. Pare che emanasse un lezzo tale da essere sentito da lunghe distanze e che il suo strisciare avvelenasse il terreno su cui passava.
Era inoltre privo di ali e per spostarsi utilizzava quattro zampe possenti che tuttavia lo costringevano a trascinare gran parte del suo corpo come un verme.
Poteri e carattere[]
Glaurung oltre ad essere oltremodo forte fisicamente, con zanne e artigli più affilati delle spade dei Noldor, era dotato anche di grande intelligenza e malizia, caratteristica comune nei draghi ma che in lui era particolarmente sviluppata. Inoltre sembra che padroneggiasse la magia nera e fosse in grado di lanciare incantesimi paralizzati attraverso i suoi occhi.
Altra caratteristica di Glaurung era che egli fosse uno dei primi Urulóki, cioè era in grado di sputare fuoco dalle sue fauci.
Biografia[]
Origini[]
Glaurung fu un drago particolarmente malvagio e scaltro; egli portò a compimento le maledizioni che Morgoth aveva scagliato su Húrin e sulla sua progenie. La sua prima apparizione risale a duecento anni dopo la Dagor Aglareb, al termine della quale il Thangorodrim venne circondato dall'assedio degli Elfi. Morgoth, rendendosi conto che gli Orchi non reggevano il confronto con i soldati elfici, inviò Glaurung contro gli assedianti, anche se sembra che in realtà il drago si fosse rivelato prima di quanto l'Oscuro Signore avesse voluto.
Glaurung tuttavia era ancora troppo giovane e la sua corazza non del tutto formata, così dopo un attimo di iniziale sbandamento gli arcieri e i cavalieri dei Noldor si riorganizzarono e attaccarono il drago che, più volte colpito, fu costretto a ritirarsi precipitosamente ad Angband.
La Dagor Bragollach e la Nirnaeth Arnoediad[]
Per approfondire, vedi la voce Nirnaeth Arnoediad. |
La seconda apparizione avvenne nel 455 PE durante la Dagor Bragollach, durante la quale il drago (ormai perfettamente formatosi) potè sfruttare appieno il suo potenziale mortifero, seminando terrore e morte sui campi di battaglia.
La terza apparizione di Glaurung non fu certo più "gloriosa": durante la rovinosa (per gli Elfi) Nirnaeth Arnoediad, Glaurung e gli Urulòki apparvero seminando il terrore. Ma Azaghâl, Signore dei Nani di Belegost, e i suoi guerrieri (i quali erano vestiti con armature resistenti al fuoco) lo affrontarono impavidamente. Nonostante le corazze, il drago causò molte perdite e allora Azaghâl si scagliò contro il drago con la sua ascia e gli inflisse una grave ferita; Glaurung riuscì infine a ucciderlo, ma per le ferite subite dovette tornare in Angband, dando così modo alle truppe dell'Alleanza di Maedhros di ritirarsi in maniera ordinata.
La distruzione del Nargothrond e la maledizione di Niënor[]
Per approfondire, vedi le voci Battaglia di Tumhalad e Sacco del Nargothrond. |
La sua quarta uscita di Glaurung da Angband fu la più terribile: Morgoth aveva infatti appreso che il suo nemico Túrin Turambar si nascondeva tra gli Elfi del Nargothrond, i quali aveva condotto diverse offensive contro i suoi servi, ed inviò contro essi un grande esercito di Orchi guidato dal Padre dei Draghi per sconfiggere una volta per tutte i suoi nemici.
Túrin e Orodreth, nonostante gli avvertimenti di Ulmo, marciarono contro Glaurung con il proprio esercito, ma vennero sconfitti nella Battaglia di Tumhalad, durante la quale lo stesso Re e molti Elfi persero la vita. Inseguendo i superstiti Glaurung e i suoi raggiunsero il Nargothrond che fu saccheggiato e molti Elfi morirono, e le donne (tra cui la Principessa Finduilas) furono prese prigioniere.
Túrin giunse al culmine del saccheggio e si scagliò contro Glaurung ma il drago, incrociando lo sguardo di Túrin, gli lanciò un incantesimo immobilizzante e gli rivolse parole meschine e piene di menzogne.
- "«Perverse sono state tutte le tue azioni, rampollo di Húrin. Ingrato figlio adottivo, bandito, uccisore del tuo amico, ladro d’amore, usurpatore di Nargothrond, capitano imprudente, traditore del tuo sangue. Quali schiave, tua madre e tua sorella vivono nel Dor-lómin, in miseria e angustie. Tu sei abbigliato come un principe, loro vestono di stracci. E bramano te, ma tu non te ne curi. Ben lieto può essere tuo padre di sapere che ha un tale figlio!» E Túrin, pur sempre sotto l’incantesimo di Glaurung, ne stette ad ascoltare le parole e si vide in uno specchio contraffatto da maligne arti, e detestò ciò che vi scorse.»"
- —Glaurung a Túrin, I Figli di Húrin, cap. XI, "La Caduta di Nargothrond".
Il drago mise nel cuore dell'eroe il dubbio che sua madre e sua sorella vivessero fra i tormenti nella sua vecchia casa nel Dor-lómin; cosìcchè Tùrin non salvò Finduilas, figlia di Orodreth, e partì verso il nord, dimentico della sorte del Nargothrond. Soddisfatto del male inferto a Túrin, il drago eresse a propria dimora la reggia di Orodreth e, ammucchiati i tesori nel salone principale, ne fece il proprio giaciglio.
L'eroe tuttavia non trovò sua madre e sua sorella, le quali erano da molto tempo dipartite da quel luogo ed erano state per diverso tempo ospiti di Thingol. Quando queste avevano sentito la storia della Spada Nera del Nargothrond, il quale altri non era che Túrin, decisero di cercare di mettersi in contatto col congiunto, nonostante la contrarietà di Thingol, fuggendo da sole dalla reggia di Menegroth.
Temendo ciò che poteva succedere alle due donne, il Re elfico allora inviò il suo capitano Mablung e una schiera di cavalieri affinché le riportassero indietro. I cavalieri di Thingol raggiunsero le due donne, ma vennero intercettati da Glaurung e i cavalli al sopraggiungere del drago si imbizzarrirono e Niënor e Morwen che vennero separate. La fanciulla spaventata a morte fuggì, ma nella fuga finì davanti a Glaurung che, con estrema malizia, le lanciò addosso un incantesimo di oblio obnubilandole la mente e togliendole i suoi ricordi.
Il duello con Turin e la morte[]
Per alcuni anni il drago rimase nel Nargothrond, dal quale diresse le operazioni dei suoi orchi e divenne conosciuto come il "Re-drago del Nargothrond". Nel 499 PE Glaurung uscì dalla sua tana per raggiungere il Brethil poiché gli era giunta notizia che da lì Túrin, assunto il nome di Turambar, guidava la resistenza degli Haladin contro i servi di Morgoth e aveva appena sconfitto le forze del drago in una grande battaglia.
La notizia dell'arrivo del drago gettò sgomento nel cuore degli Haladin e molti accusarono l'eroe di aver portato su di loro la rovina; Túrin tuttavia non si perse d'animo e, con i due prodi compagni Dorlas e Hunthor, partì per affrontarlo. Accadde però che Túrin perse i due compagni (Hunthor morì ucciso da una roccia, mentre Dorlas scappò alla vista del mostro) e dovette uccidere Glaurung da solo. Sfruttando il fatto che il mostro per attraversare un crepaccio si fosse lanciato col corpo sull'altro lato, esponendo dunque il ventre, Túrin risalì la parete del crepaccio e lo trafisse con la propria spada sventrandolo. Tuttavia le esalazioni del drago e il suo sangue velenoso gli dettero alla testa facendolo svenire.
Proprio in quel momento sul luogo dello scontro giunse Niënor, seguita a breve distanza dallo zoppo Brandir, la quale vedendolo a terra lo credette morto e cominciò a piangere disperatamente. Allora Glaurung, che non era ancora morto, usò le sue ultime forze per infliggere ulteriore dolore al suo nemico.
- "Perché, alle grida di Níniel, Glaurung ebbe un ultimo sussulto, il suo corpo fu percorso da un fremito; e il Drago socchiuse gli occhi malvagi, che balenarono alla luna, e ansimando parlò e disse: «Salve, Niënor figlia di Húrin. Ci rivediamo, finalmente. Mi congratulo con te che hai trovato tuo fratello. E ora sappi chi è: uno che colpisce nell'ombra, sleale con i nemici, infido con gli amici, e una maledizione per tutti i suoi, questi è Túrin figlio di Húrin! Ma la peggiore delle sue azioni, la sentirai in te stessa.» E Niënor restò seduta, stordita, ma Glaurung morì. E come spirò, il velo della sua perfidia cadde da lei, e tutti i ricordi le tornarono nitidi, giorno dopo giorno, senza che mancasse nulla di tutto ciò che le era accaduto da quando era crollata sull'Haudh-en-Elleth. E tremò in tutto il corpo di orrore e angoscia."
- —Il Silmarillion, cap. XXI, "Túrin Turambar".
Glaurung spezzò il suo incantesimo di oblio e rivelò alla fanciulla che il suo amato sposo era in realtà il fratello e che dunque il figlio che portava in grembo era frutto dell'incesto; la fanciulla inorridita impazzì e si uccise gettandosi da un dirupo prima che Brandir potesse fermarla. In seguito Túrin rinvenne, ma quando tornò a Ephel Brandir in cerca della moglie e Brandir gli riferì le parole del drago non ci credette e lo uccise per poi scappare. In seguito però Túrin incontrò l'amico Mablung che confermò le parole dell'ucciso: allora disperato l'eroe estrasse la spada Gurthang e si tolse la vita.
Le sue apparizioni[]
La vicenda che coinvolge Glaurung e Turìn è narrata nel libro I Figli di Húrin a cura di Christopher Tolkien, mentre viene citato ne Il Silmarillion, e in genere viene anche identificato con il drago che appare nelle Avventure di Tom Bombadil.
Curiosità[]
- Glaurung è uno dei luogotenenti di Morgoth durante la Guerra dei Gioielli ad essere nominato più volte all'interno del Silmarillion, figurando come uno dei principali antagonisti.
- Glaurung è riuscito quasi sempre a portare a termine le missioni assegnategli da Morgoth, ciò lo rende uno dei pochi antagonisti del ciclo tolkeniano ad aver raggiunto i propri obiettivi.
- Gli Ainur, gruppo progressive rock italiano, hanno composto un brano intitolato Glaurung's Death, contenuto nel loro secondo disco Children of Hurin del 2007.
Note[]
- ↑ The History of Middle Earth, Vol. II: The Book of Lost Tales Part Two, Turambar and the Foalóke, p. 85