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I Giardini di Vána erano il luogo di residenza preferito di Vána a Valinor.

Descrizione[]

Vána dimorava di rado in compagnia di Oromë nel suo palazzo a Valmar recandosi ogniqualvolta possibile presso i suoi giardini per fuggire dal chiasso. Si dice che siano lontani e a nord dalla città dei Valar, circondati da una grande siepe di biancospino candida come la neve. Nel mezzo si trovava il suo luogo prediletto, un profumato roseto al cui interno sorgeva una fontana progettata da Aulë sopra il calderone Kulullin che ne distribuiva la luce liquida in tutta i Giardini. La luce dorata che da esso si sprigiona illuminava ogni cosa, infondendo gioia in tutti coloro che lo frequentano e permaneva anche quando quella di Laurelin era al nadir. I Giardini erano popolati da uccelli che cantavano in un'eterna primavera e i prati erano cosparsi da una moltitudine di fiori tra i quali ronzavano numerose le api. Vána amava passeggiarvi e danzare leggiadramente accompagnata dal canto delle allodole.[1]

Storia[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi la voce Vána.

In seguito all'Ottenebramento di Valinor, Vána insieme Nessa, Arien e a molti spiriti minori si rifugiò piangendo nei suoi Giardini e per qualche tempo la fontana di Kulullin fu l'unica fonte di luce insieme a Silindrin, fatta eccezione per le stelle di Varda.[2]

Nei primi tempi dopo la creazione del Sole, siccome questo si trovava troppo basso nel cielo, i Giardini di Vána iniziarono ad appassire per il gran caldo, le rose persero il loro profumo e la luce di Kulullin ne risultò sbiadita. Dopo le rimostranze di Vána e Lórien a Manwë e su consiglio di Ulmo, venne in seguito creata la Luna in modo da permettere un'alternanza tra giorno e notte.[3].

Note[]

  1. The History of Middle Earth, Vol. I: The Book of Lost Tales Part One, cap. III, p. 77
  2. The History of Middle Earth, Vol. I: The Book of Lost Tales Part One, cap. VI, p. 170
  3. The History of Middle Earth, Vol. I: The Book of Lost Tales Part One, cap. VIII, pp. 204-208
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