Tolkienpedia

Ciao! Benvenutə su Tolkienpedia banner black, la più grande enciclopedia italiana su Tolkien, scritta dai fan per i fan!

Vuoi scrivere o correggere un articolo? Vuoi fare qualche domanda nel nostro forum? Oppure vuoi semplicemente navigare sul sito senza pubblicità? Registrati, è gratis!

LEGGI DI PIÙ

Tolkienpedia
Advertisement
Boromir2
«...tanti timori e dubbi per una cosa così piccola. Un oggettino...»
Questo articolo è soltanto un abbozzo
Per favore, aiuta Tolkienpedia a espanderlo, se puoi.

La Fuga dei Noldor, conosciuta anche come Esilio dei Noldor, fu uno dei più importanti eventi della storia di Arda avvenuti sul finire degli Anni degli Alberi, che condizionò praticamente tutta la storia successiva.

Infatti, a seguito dell'Ottenebramento di Valinor e al furto dei Silmaril operato da Morgoth, il Noldo Fëanor, bramoso di vendetta e in parte plagiato dalle menzogne dell'Oscuro Signore, convinse il suo popolo a lasciare il reame beato di Valinor per raggiungere la Terra di Mezzo dove, secondo lui, i Noldor avrebbero potuto trovare vendetta per l'assassinio del loro Re e, soprattutto, la libertà dal giogo in cui i Valar li avrebbero costretti

Si trattò di un viaggio epico che i Noldor pagarono con molte perdite, ma alla fine giunsero nel Beleriand dove combatterono la secolare Guerra dei Gioielli, durante la quale si resero protagonisti sia di grandi ed eroiche imprese che di episodi assai efferati.

Antefatti[]

La liberazione di Melkor e la discordia tra i Noldor[]

Dopo essere stato liberato dalla sua prigionia nelle Aule di Mandos, il Vala ribelle Melkor fece atto di sottomissione a Manwë mostrandosi pentito delle sue azioni passate, e il Re di Arda, il quale non era in grado di concepire la malvagità, gli concesse il proprio perdono, nonostante le rimostranze di Ulmo e di Tulkas, consentendogli di vivere a Valinor in una sorta di "libertà vigilata". Sebbene esternamente desse prova di un comportamento impeccabile, in realtà Melkor lavorava per sabotare la felicità del Reame Beato e dei suoi abitanti.

Melkor Teaches Noldor Manufacture Arms by ivanalekseich

Melkor insegna ai Noldor a forgiare armi, ivanalekseich.

Poiché i Vanyar diffidavano di lui, mentre i Teleri li teneva in scarsa considerazione, Melkor concentrò la propria attenzione sui Noldor i quali invece erano soliti prestare attenzione alle sue parole in quanto bramosi di apprendere sempre nuove conoscenze e tecniche di costruzione.

"Allora Melkor bramò i Silmaril, e la memoria stessa della loro radianza fu un fuoco che gli smangiava il cuore. Da quel momento, infiammato da tale brama, tanto più alacremente si mise alla ricerca del modo di distruggere Fëanor e di metter fine all’amicizia tra i Valar e gli Elfi; ma dissimulò i suoi propositi con astuzia, e nulla della sua malizia traspariva dal suo sembiante. A lungo fu all’opera, e dapprima lente e vane furono le sue fatiche. Ma colui che semina, alla fine riuscirà bene a raccogliere, e presto potrà riposarsi dalla fatica, mentre altri raccolgono e seminano in sua vece. Sempre Melkor trovava orecchie disposte a udirlo, nonché lingue pronte a diffondere i suoi detti; e le sue menzogne passavano da amico ad amico, a guisa di segreti la cui conoscenza costituisca la riprova della saggezza di chi li propala. Amaramente i Noldor avrebbero scontato la follia delle loro orecchie troppo ben disposte, nei giorni che sarebbero venuti."
Il Silmarillion, cap. VII, "I Silmaril e le Agitazioni dei Noldor"

Senza farsi notare e con la scusa di condividere con essi la sua immensa conoscenza nella creazione di artefatti, Melkor insinuò tra i Noldor la sfiducia nei confronti dei Valar, rivelando loro anche della venuta degli Uomini Mortali: infatti la venuta dei Secondogeniti era nota solamente a coloro che avevano preso parte all'Musica degli Ainur, tuttavia i Valar non ne avevano parlato con gli Elfi non per malizia, ma perché loro stessi ne sapevano poco e ritenevano che per i Primogeniti sarebbe stato ininfluente saperlo o meno; ciò però generò alcuni sospetti tra i Noldor, che vennero sapientemente sfruttati e ingigantiti da Melkor, il quale prese anche a diffondere diffidenze persino tra gli stessi Elfi, insegnando pure ai Noldor a costruire spade e armature.

Fëanor, figlio maggiore di Finwë e creatore dei Silmaril (i santi gioielli sui quali Melkor avrebbe voluto spasmodicamente mettere le mani), non prestò mai direttamente ascolto alle parole del Vala ribelle (ritenendosi a lui superiore), tuttavia le bugie diffuse da Melkor trovarono comunque terreno fertile nella mente dell'elfo, il quale già provava diffidenza nei confronti dei Valar. Inoltre l'Oscuro Signore cominciò a far leva sulla gelosia che Fëanor provava nei confronti del suo fratello minore Fingolfin: infatti cominciò a diffondere la voce che i Valar, ritenendo il primogenito di Finwë troppo riottoso ai loro voleri, stessero tramando con Fingolfin per sostituirlo a Fëanor nei suoi diritti di successione, mettendo così al comando dei Noldor qualcuno di più malleabile e allo stesso tempo impadronendosi dei Silmaril. Purtroppo Fëanor dette ascolto a queste voci e sempre con più insistenza cominciò a parlare contro i Valar, arrivando a proclamare la necessità per i Noldor di lasciare Valinor per tornare nella Terra di Mezzo, dove avrebbero potuto vivere la propria vita liberi dal controllo delle Potenze e costruire in pace i propri regni.

The Drawing of the Sword by Jenny Dolfen

Fëanor minaccia suo fratello Fingolfin nella casa del padre, Jenny Dolfen.

Queste dichiarazioni cominciarono a preoccupare sia i Valar sia coloro tra i Noldor che avevano un atteggiamento più prudente tra i quali lo stesso Fingolfin, il quale sollevò la questione direttamente al proprio padre:

"Vi fu allora grande subbuglio in Tirion, e Finwë ne fu turbato; e convocò tutti i suoi signori a concilio. Ma Fingolfin si precipitò nelle sue aule, e gli si piantò davanti e disse: « Re e padre, non vuoi tu mettere freno alla superbia di nostro fratello Curufinwë, che è detto lo Spirito di Fuoco, e fin troppo veracemente? Con quale diritto egli parla in nome di tutto il nostro popolo, quasi fosse Re? Sei stato tu che, tanto tempo fa, hai preso la parola davanti ai Quendi, esortandoli ad accogliere l’invito dei Valar a venire in Aman; tu, che hai condotto i Noldor per la lunga strada, attraverso i perigli della Terra di Mezzo, alla luce di Eldamar. Se ora non te ne pentì, hai almeno due figli disposti a comprovare la verità delle tue parole». Ma ancor mentre Fingolfin parlava, Fëanor entrò nella sala, ed era armato di tutto punto: l'alto elmo in capo, al fianco una gran spada. « Dunque, è proprio come sospettavo » disse. « Il mio fratellastro vorrebbe scavalcarmi ed essere il primo con mio padre, in questa e in ogni altra facenda.» Quindi, volgendosi a Fingolfin, snudò la spada gridando: «Fuori di qui, e statti al tuo posto! ». Fingolfin si inchinò a Finwë, e senza una parola o uno sguardo a Féanor uscì dalla stanza. Ma Fëanor lo seguì, e sulla soglia della casa reale lo fermò; e puntò contro il petto di Fingolfin la spada lucente. « Guardala bene, fratellastro» disse. «Questa è più tagliente della tua lingua. Provati una volta ancora a usurpare il mio posto e l'amore di mio padre, e può darsi che essa sbarazzi i Noldor di uno il quale vorrebbe essere signore di schiavi.» "
Il Silmarillion, cap. VII, "I Silmaril e le Agitazioni dei Noldor".

Dopo che Fëanor ebbe minacciato il fratello davanti a tutti, i Valar non poterono più ignorare le azioni del grande artigiano Noldo e lo convocarono in giudizio, assieme a tutti coloro che erano coinvolti per rispondere delle sue parole e delle sue azioni: posto di fronte a Mandos, l'implacabile giudice dei Valar, l'elfo fu obbligato a rispondere alle domande. Man mano che Fëanor e gli altri testimoni risposero alle domande di Mandos ecco che la rete di bugie e inganni ordita da Melkor fu smascherata, e Tulkas testo infuriato si mise alla ricerca del Vala ribelle per trascinarlo a sua volta in giudizio. Tuttavia, per quanto traviato dalle menzogne dell'Oscuro Signore, le azioni di Fëanor non potevano restare impunite poiché aveva infranto la pace di Valinor estraendo la spada e minacciando con essa un consanguineo, dunque Mandos condannò lui e i suoi figli a dodici anni di esilio da Tirion.

"Ma neppure Fëanor fu assolto, poiché aveva infranto la pace di Valinor e minacciato con la spada un consanguineo; e Mandos gli disse:«Hai parlato di servaggio. Se servaggio deve essere, orbene, tu non puoi sottrarti a esso; che Manwë è Re di Arda, e non della sola Aman. E questo tuo atto è stato contro la legge, in Aman come altrove. Ragion per cui, questo è il verdetto: per dodici anni, te ne andrai da Tirion dove la tua minaccia è stata pronunciata. In questo periodo consigliati con te stesso, e rammentati chi e che cosa sei. Dopo tale periodo, la questione sarà chiusa e dimenticata, posto che altri non nutrano rancori nei tuoi confronti». Disse allora Fingolfin: «Io non nutro rancore verso mio fratello». Fëanor però nulla rispose, e rimase in silenzio davanti ai Valar. Poi si volse, e lasciò il concilio e si diparti da Valmar."
—Il Silmarillion, cap. VII, "I Silmaril e le Agitazioni dei Noldor".

In questo modo le menzogne di Melkor trovano una falsa conferma, nonostante non fosse stata la volontà dei Valar ma le stesse azioni di Fëanor a provocare questa situazione. Il grande artigiano si trasferì dunque a nord di Aman assieme ai suoi figli e ai Silmaril, costruendo una grande fortezza nota come Formenos, dove fu raggiunto dal padre Finwë il quale delegò il figlio Fingolfin a governare i Noldor di Tirion.

Dopo qualche tempo di latitanza Melkor, che aveva eluso la caccia di Tulkas, raggiunse Formenos e si abboccò con Fëanor professando amicizia e offrendogli il suo aiuto per fuggire da Valinor e raggiungere la tanto agognata Terra di Mezzo dove avrebbe potuto vivere libero dal giogo delle potenze. Siccome Fëanor benché allettato dalla proposta era titubante, Melkor pensò di smuoverlo dalla sua indecisione facendo leva sulla gelosia che il Noldo provava verso i Silmaril; tuttavia la sua fu un'astuzia che gli si rivoltò contro: infatti Fëanor, punto sul vivo, fissò il suo sguardo fiammeggiante su Melkor e lesse nel suo cuore la brama di impadronirsi dei suoi più preziosi tesori. Inferocito, il Noldor rifiutò il falso aiuto che il Vala Ribelle gli offriva e lo scacciò brutalmente dalla sua dimora.

L'Ottenebramento di Valinor e il furto dei Silmaril[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi le voci Ottenebramento di Valinor e Giuramento di Fëanor.

Passarono i dodici anni dell'esilio decretato nei confronti di Fëanor ma, nonostante la serrata caccia e la stretta sorveglianza dei confini settentrionali, di Melkor si erano perse le tracce e i più pensarono che l'Oscuro Signore se ne fosse dipartito verso l'estremo est della Terra di Mezzo, anche se le indagini di Oromë e di Tulkas ad est del Grande Mare non avevano prodotto risultati. In realtà Melkor non aveva mai lasciato Aman, ma aveva semplicemente finto di dirigersi a nord, per poi dirigersi a sud nella regione nota come Avathar.

Melkor Calls Forth Ungoliantë by John Howe

Melkor visita Ungoliant, John Howe.

Egli non si era tuttavia recato in questa landa desolata per caso, ma vi si era diretto apposta poiché sapeva che vi avrebbe trovato l'alleato ideale per compiere i suoi propositi di vendetta e distruzione. Infatti in queste terre aveva dimora il grande demone Ungoliant, un antico e potente essere che aveva assunto la forma di un grande ragno e quivi ora risiedeva tessendo le sue tele di oscurità, bramando ma al contempo temendo la luce generata dagli Alberi di Valinor.

"Lì, nelle nere ombre, invisibile agli occhi persino di Manwë nelle sue più eccelse aule, Melkor macchinò con Ungoliant la sua vendetta. Ma, se quella comprese i propositi di Melkor, era però scissa tra brama e grande paura; era infatti riluttante a sfidare i perigli di Aman e il potere dei terribili Signori, e non si decideva a uscire dal suo nascondiglio. Le disse allora Melkor: « Fa' come ti ho detto; e se avrai ancora fame quando tutto sarà fatto, io ti darò tutto ciò che la tua brama possa esigere. Proprio così, e a piene mani ». A cuor leggero pronunciò tale promessa, come del resto sempre faceva; e dentro di sé rise. Così il grande ladro preparava l'esca per il minore."
Il Silmarillion, cap. VIII, "L'Ottenebramento di Valinor".

L'esilio dei Noldor[]

La partenza da Valinor, la Sorte dei Noldor e la riluttanza di Finarfin[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi le voci Primo Fratricidio e Maledizione di Mandos.


L'Abbandono di Fingolfin e l'Incendio delle Navi[]

Dopo aver lasciato che Finarfin e altri Noldor ritornassero a Valinor, Fëanor e Fingolfin proseguirono il viaggio. Siccome le navi non bastavano a portare tutto il popolo, una parte proseguiva a terra mentre l'altra conduceva i natanti navigando lungo la costa. Fëanor tuttavia fremeva d'impazienza e si rese conto che una marcia di tale genere avrebbe richiesto troppo tempo, che sarebbe stato sottratto alla sua vendetta, così cominciò ad elaborare un piano progettando di lasciare indietro tutti coloro che erano fedeli agli altri principi dei Noldor ma non a lui. Giunti all'Helcaraxë i Noldor si concessero una sosta e fu allora che mise in atto il suo disegno: raccolte le sue schiere mentre i fedeli di Fingolfin dormivano, s'impadronì delle navi e con i suoi figli raggiunse le coste del Beleriand, prima schiera dei Noldor ad arrivare nell'estremo ovest della Terra di Mezzo, sbarcando nella baia Losgar, nella terra di Lammoth dove poco tempo prima erano transitati Morgoth ed Ungoliant.

Burning Ships by Rami-fon-Verg

Fëanor ordina di bruciare le navi nel Fiordo di Drengist, Rami-fon-Verg.

Qui Fëanor ordinò di bruciare i vascelli, abbandonando così Fingolfin e le sue schiere a morire di freddo e stenti nelle regioni settentrionali.

" [...] e lo sbarco di Fëanor avvenne all'imboccatura del fiordo che era detto di Drengist e che penetrava in Dor-lómin. Ma, preso che ebbero terra, Maedhros, il maggiore dei suoi figli, e che era stato amico di Fingon prima che tra loro si interponessero le menzogne di Morgoth, parlò a Fëanor dicendo: « E ora, quali navi e quali rematori intendi destinare al ritorno, e chi porteranno per primo di qua? Fingon il valoroso?». Rise allora Fëanor quasi a un'insensatezza, e gridò: «Nessuno, e ancora nessuno! Ciò che mi son lasciato alle spalle, non lo considero una perdita: inutile fardello lungo la strada, tale si è dimostrato. Che coloro che hanno maledetto il mio nome, continuino a maledirmi, e gemendo se ne ritornino alle gabbie dei Valar! Brucino le navi!». Al che il solo Meadhros si tirò da parte, mentre Fëanor faceva dare alle fiamme le candide navi dei Teleri. E così, in quel luogo che fu detto Losgar, all'imboccatura del Fiordo di Drengist, finirono i più bei vascelli che mai avessero solcato il mare, in un grande incendio lucente e terribile."
Il Silmarillion, cap. IX, "La Fuga dei Noldor".

Sembra che i suoi Figli non fossero informati dell'intenzione del padre di abbandonare gli altri della loro stirpe: infatti una volta sbarcati Maedhros chiese al padre quali equipaggi sarebbero ritornati indietro a prendere Fingolfin e suo figlio Fingon, ma Fëanor rise in faccia al primogenito dicendo che coloro che erano rimasti indietro erano dei deboli e meritavano la loro sorte. Essendo la Terra in quei giorni piatta, le fiamme furono avvistate da Fingolfin e dai suoi, che compresero così di essere stati traditi e che l'unica possibilità di giungere alla Terra di Mezzo era passare attraverso le distese ghiacciate dell'Helcaraxë.

L'impresa fu terribile, e compiuta a prezzo di enormi sacrifici e gravi perdite, tra le quali anche l'amatissima moglie di Turgon, ma alla fine Fingolfin e le sue schiere giunsero a destinazione, e la loro acredine nei confronti di Fëanor ed i suoi figli era enorme. La loro venuta coincise con la prima alba del Sole e con il risveglio degli Uomini nell'estremo est. Fingolfin avanzò fino ai cancelli di Angband, ma nessuno rispose alla sua sfida. Così torno al Mithrim dove quelli che, tra i seguaci di Fëanor, erano sopravissuti si ritirarono, sulla riva meridionale, evitando ulteriori disordini.

Conseguenze[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi le voci Guerra dei Gioielli e Guerra d'Ira.
Advertisement