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"Carcharoth, cioè Fauci Rosse, così è chiamato nei racconti di quei tempi, nonché Anfauglir, Mascelle Bramose. E Morgoth lo mise a insonne guardia delle soglie di Angband, per tema che venisse Huan."
Il Silmarillion, cap. XIX, "Beren e Lúthien"

Carcharoth, conosciuto anche con il nome Fauci Rosse, fu il più grande Mannaro della storia. Appartenente alla stirpe di Draugluin, visse durante la Prima Era ad Angband. Cresciuto personalmente da Morgoth per affrontare il divino mastino Huan, fu posto dall'Oscuro Signore a guardia dei Cancelli di Angband.

Sebbene non fosse riuscito ad impedire agli amanti Beren e Luthien di penetrare nella fortezza del suo padrone, gli si pose davanti per impedirgli l'uscita e con un morso tranciò di netto la mano con cui l'uomo reggeva il Silmaril sottratto alla Corona Ferrea; tuttavia il contatto del gioiello benedetto con le sue viscere gli provocò un bruciore così lancinante che lo fece impazzire e fuggire, provocando terrore e devastazione nel Beleriand sia ad amici che nemici.

Dopo che fu penetrato nel Doriath, superando la Cintura di Melian grazie al Silmaril, venne ucciso dal cane divino Huan durante una battuta di caccia guidata da Thingol nella quale trovarono tuttavia la morte anche Beren e Huan.

Etimologia[]

In Sindarin Carcharoth significa letteralmente "Fauci Rosse" dalla parola carch (fauci, zanne, denti) e roth (rosse). In Quenya era noto come Karkaras ovvero "Fila di Zanne" o "Fila di Spuntoni". Era anche conosciuto come Anfauglir, che significa letteralmente "Fauci Riarse".

Descrizione[]

Aspetto e carattere[]

Negli cronache viene riportato che Carcharoth aveva un manto nero (mentre è grigio nei Racconti Perduti[2]), occhi rossi e fauci che trasudavano effluvi velenosi. Apparteneva alla stirpe dei Mannari di Morgoth e suo padre era il possente Draugluin, signore e padre dei mannari, il che lo rendeva già di per sé superiore agli altri suoi simili di lignaggio inferiore; venendo allevato dall'Oscuro Signore in persona espressamente per affrontare Huan, gli venne probabilmente trasfusa una parte dell'immenso potere di Morgoth, cosa che gli permise di crescere enormemente sia di dimensioni che di malizia.

Nel momento in cui Beren e Lúthien giunsero ai cancelli di Angband, Carcharoth era indubbiamente il più grande e feroce mannaro esistente tra i servitori di Morgoth.

Poteri e abilità[]

Carcharoth era il più grande e feroce mannaro che mai avesse camminato nella Terra di Mezzo: possedeva una forza spaventosa, i suoi denti e i suoi artigli erano affilati come lame e la saliva che grondava dalle sue fauci era estremamente velenosa, cosa che rendeva il suo morso ancora più pericoloso. Era inoltre dotato di una maligna intelligenza, che lo rendeva molto più astuto dei normali mannari; tuttavia, a causa del Silmaril da lui ingoiato quando tranciò di netto la mano di Beren, impazzì dal dolore (poiché il gioiello benedetto gli bruciava le carni dall'interno) e per molto tempo vagò nel Beleriand settentrionale spargendo morte e distruzione sia tra i nemici che i servitori stessi di Morgoth.

Biografia[]

Origini[]

Morgoth and Carcharoth by Laurence James Gardiner

Carcharoth ai piedi di Morgoth, Laurence James Gardiner.

"Voce era giunta a Morgoth che qualcosa si tramava tra i principi degli Elfi, e le navate della foresta echeggiavano dell’abbaiare di Huan, il grande cane da guerra, sguinzagliato tanto tempo prima dai Valar. Allora Morgoth si ricordò del destino di Huan, e scelse uno dei cuccioli della razza di Draugluin; e lo nutrì di sua propria mano con carne viva, e pose il proprio potere su di lui. Rapidamente il lupo crebbe, fino a non poter più entrare in nessuna tana, ma giaceva, enorme e famelico, ai piedi di Morgoth. Così il fuoco e la furia dell'inferno entrarono in lui, ed egli fu repleto di uno spirito divorante, tormentato, terribile e forte."
Il Silmarillion, cap. XIX, "Beren e Lúthien"

Quando a Morgoth giunse notizia della presenza di Huan tra i suoi nemici egli si ricordò dell'antica profezia, la quale diceva che il mastino dei Valar avrebbe incontrato la morte combattendo contro il più grosso dei suoi Mannari; per tale motivo si recò dunque nelle tane dei Mannari e tra i cuccioli di Draugluin, il Padre dei mannari, scelse quello gli sembrava più promettente e lo allevò personalmente, infondendogli una parte del proprio potere così da crescerlo rapidamente in dimensioni e malizia tanto da non poter più entrare in alcuna tana ma vivendo accucciato ai piedi del grande trono di Morgoth nelle profondità della sua fortezza.

Quando gli parve che Carcharoth avesse raggiunto le dimensioni ideali, Morgoth lo pose di guardia ai Cancelli di Angband, in attesa di eventuali incursioni da parte di Huan.

L'avventura della cerca del Silmaril[]

Luthien e Beren affrontano Carcharoth by Ivan Alekseich

Beren (travestito da Draugluin) e Luthien affrontano Carcharoth ai Cancelli di Angband

"Ora, Carcharoth scorse Beren e Lùthien da lontano, e si sentì in preda al dubbio; già da un pezzo infatti era giunta notizia in Angband che Draugluin era morto. Per cui come s’accostarono, vietò loro l’ingresso ordinando l’alt; e s’avvicinò minaccioso, annusando nell’aria attorno a loro qualcosa di strano. Ma all’improvviso un potere di antica origine, disceso da razza divina, sorse in Lùthien la quale, gettando la sua sconcia spoglia, avanzò, piccola al cospetto dell’enormità di Carcharoth, e però radiosa e terribile. Levando la mano, gli ordinò di dormire dicendo: «O spirito generato dal male, precipita dunque nell’oscuro oblio, e dimentica per un poco la spaventosa sorte di vivere». E Carcharoth precipitò al suolo quasi che un fulmine l’avesse stroncato. "
Il Silmarillion, cap. XIX, "Beren e Lúthien"

Quando Beren e Lúthien, travestiti da Draugluin e Thuringwethil, giunsero alle porte della fortezza di Morgoth, Carcaroth capì subito che qualcosa non andava non riconoscendo l'odore del padre e si parò davanti ai due per sbarragli il passo. Tuttavia Lúthien fece ricorso alla sua potente magia per addormentare il mannaro, riuscendo così a entrare ad Angband e a giungere nella sala del trono per rubare il Silmaril dalla Corona Ferrea.

Beren vs Carcharoth by Denis Gordeev

Beren si contrappone a Carcharoth, Denis Gordeev.

"Prima che si accorgessero della sua presenza, Carcharoth li vide, e balzò loro addosso mentre fuggivano. Lùthien era sfinita, e non ebbe né il tempo né l’energia sufficiente per domare il lupo. Beren però gli si pose davanti e nella mano destra teneva alto il Silmaril. Carcharoth si fermò, e per un istante ebbe paura. «Vattene, fuggii,» gridò Beren «poiché qui c’è un fuoco che ti consumerà e con te ogni perfida creatura.» E piantò il Silmaril in faccia al lupo. Ma Carcharoth non fu affatto intimidito dalla vista della santa gemma, anzi lo spirito divorante che era in lui si ridestò con subitaneo ardore; e, spalancando le fauci, di colpo acchiappò la mano e la mozzò all’altezza del polso. Ed ecco di repente le sue interiora riempirsi di una fiamma di tormento, e il Silmaril ne squarciò la carne maledetta. Ululando fuggì Carcharoth, e le mura della valle del Cancello echeggiarono dei suoi clamorosi tormenti. Così terribile egli divenne nella sua pazzia, che tutte le creature di Morgoth che abitavano in quella valle o percorrevano una delle strade che vi adducevano, fuggirono lontane; perché Carcharoth uccideva tutti gli esseri viventi che gli si paravano dinanzi, e irruppe nel mondo dal Nord arrecando rovina."
Il Silmarillion, cap. XIX, "Beren e Lúthien"

Quando però Lúthien e Beren uscirono fuggendo il Mannaro si era ormai destato e l'elfa era troppo debole per addormentarlo nuovamente; allora si fece avanti Beren che alzando il gioiello intimò all'orrida creatura di cedere il passo. Carcharot per tutta risposta lo azzannò tranciandogli di netto la mano con la quale reggeva il Silmaril; tuttavia questo cominciò a bruciargli le carni e allora impazzito dal dolore fuggì verso sud, lasciando in pace Beren e Lúthien che di lì a poco vennero soccorsi da Gwaihir.

Lo scontro con Huan e la morte[]

Huan's Leap by Ted Nasmith

Huan affronta Carcharoth, Ted Nasmith.

In seguito Carcharoth si aggirò per il Beleriand seminando morte e distruzione, a causa della follia provocata dal dolore derivante dal Silmaril, uccidendo indiscriminatamente sia i servi che i nemici di Morgoth. Fu proprio grazie al fatto di possedere con sé uno dei gioielli che il mannaro riuscì a violare la Cintura di Melian e entrare nel Doriath.

Allora Thingol, Beren, Beleg e Mablung organizzarono una battuta di caccia per abbattere l'animale, venendo accompagnati da Huan. In prossimità di un fiume, dove il mannaro cercava di placare la propria inestinguibile sete, furono attaccati da Carcharoth che si avventò su Beren ferendolo a morte.

The quest fulfilled by Anke Eißmann

Morte di Beren e Huan, Anke Eißmann.

Intervenne dunque Huan e i due colossi lottarono l'uno contro l'altro. Huan uccise Carcharoth, ma fu ferito mortalmente.

Dopo lo scontro Huan andò a morire vicino a Beren, mentre Mablung con il proprio coltello squarciò il ventre di Carcharoth e vi rinvenne il Silmaril con intorno la mano di Beren ancora incorrotta, ma quando la toccò essa si dissolse come polvere al vento.

Ispirazione[]

L'incatenamento di Fenrir by Patten Wilson

Il Lupo Fenrir della mitologia norrena, al quale si pensa che Tolkien si sia ispirato nella creazione del personaggio di Carcharoth.

Il dettaglio del confronto tra Beren e Carcharoth, in cui l'eroe perse la mano, ricalca per certi aspetti il sacrificio del dio Tyr (dio della Guerra e della Giustizia) il quale, secondo la mitologia norrena, al fine di convincere il lupo demoniaco Fernir a farsi legare con una corda appositamente preparata per lui, si offrì di porre la sua mano destra tra le fauci del lupo a garanzia del fatto che gli dei non stessero cercando di ingannarlo. Ovviamente quando Fenrir non riuscì a liberarsi e si accorse dell'inganno perpetrato nei suoi confronti, tranciò di netto la mano del dio che comunque per il suo coraggioso sacrificio venne sempre onorato dagli altri dei del Valhalla.

Tolkien potrebbe essersi ispirato anche al cane o lupo Garmr, incatenato in Gnipahellir, che sorvegliava i cancelli del reame infernale di Hel.

Note[]

  1. The History of Middle Earth, Vol. II: The Book of Lost Tales Part Two, The Tale of Tinúviel, p. 37
  2. The History of Middle Earth, Vol. II: The Book of Lost Tales Part Two, The Tale of Tinúviel, p. 19
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