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Gli Ent sono una delle razze senzienti piú antiche di Arda, creati da Eru su richiesta della Valier Yavanna per proteggere gli alberi e le altre sue opere dai Figli di Ilúvatar, in particolare dai Nani.[1] Sono noti come i Pastori degli Alberi[2] e si occupano di preservare le foreste, sradicando erbacce, contenendo gli alberi maligni e proteggendole dalle asce degli Orchi o altre creature.

Durante gli Anni degli Alberi e la Prima Era vissero in maniera semi-nomade spostandosi nelle grandi foreste che si estendevano tra il Beleriand e la Terra di Mezzo, imparando a parlare grazie agli Elfi.[3] Ebbero poca parte nella Guerra dei Gioielli e si estraniarono progressivamente dalle vicende della Terra di Mezzo. Alla fine della Terza Era, gli Ent rimanenti abitavano sostanzialmente soltanto nella Foresta di Fangorn ma contribuirono in maniera decisiva alla sconfitta di Saruman e alla difesa di Rohan durante la Guerra dell'Anello.[2][4]

Nomi ed etimologia[]

"Ent" è il nome utilizzato dalle genti della Valle dell'Anduin e nella lingua di Rohan. Tolkien si ispirò probabilmente al termine Anglo-Sassone ent, che significa "gigante",[5] anche se l'esatto uso di questa parola in Old English è sconosciuto.[6]

Il nome Sindarin per gli Ent,[7][5] come razza,[8][9] è Onodrim[10][11][3] ("Ent-popolo")[7], e come individui Onod (plurale: Enyd)[9]. Il nome Quenya degli Ent è probabilmente Onyalië, mentre il singolo individuo è Onya.[12]

Descrizione[]

"«Siamo i pastori degli alberi, noi vecchi Ent. Ma ormai siamo rimasti in pochi. Le pecore diventano simili ai pastori, e i pastori alle pecore, dicono; ma è un processo lento, e né le une né gli altri sono al mondo da molto tempo. Invece per gli alberi e gli Ent accade molto più rapidamente, ed essi attraversano i secoli insieme. Gli Ent somigliano piuttosto agli Elfi: meno interessati a loro stessi degli Uomini, essi riescono molto meglio a mettersi nei panni degli altri esseri. Ma hanno molto degli Uomini, essendo più mutevoli degli Elfi, più veloci nel cambiare aspetto esterno, direste voi. E forse sono migliori sia degli uni che degli altri, poiché sono assai costanti nei loro pensieri e intenti.»"
—Barbalbero a Merry e Pipino, Il Signore degli Anelli, libro III, cap. IV, "Barbalbero"

Aspetto, carattere e abilità[]

L'aspetto di queste creature varia da Ent ad Ent: molti somigliano agli alberi che sono soliti accudire come querce, castagni o betulle. Hanno un numero variabile di dita, da tre a nove, sia delle mani che dei piedi; sono inoltre molto alti e forti, più dei Troll che Barbalbero afferma non essere altro che "Una brutta imitazione degli Ent che il Nemico fece nei Tempi Remoti, così come gli Orchi sono una brutta imitazione degli Elfi".

Oltre agli Ent esisteva comunque la loro controparte femminile, le "Entesse", con le quali generavano dei bambini detti anche "Entini".

Gli Ent sono essenzialmente "immortali" (benché possano essere danneggiati da asce e fuoco), nel senso che hanno una vita lunghissima e invecchiano molto lentamente; Barbalbero stesso all'epoca della Guerra dell'Anello, assieme ai suoi fratelli Scorzapelle e Ciuffofoglio, è probabilmente l'essere più antico a camminare nella Terra di Mezzo dopo Tom Bombadil. Con l'avanzare dell'età può capitare che un Ent possa diventare "sonnolento", nel senso che tende a muoversi sempre più di rado e a volte può capitare che mantenga periodi di immobilità così lunghi da mettere proprio radici nel terreno e diventare praticamente indistinguibile da un normale albero.

Gli Ent sono una razza che pensa e parla molto lentamente, e ancora più lentamente passano all'azione: il semplice scambio di convenevoli tra due Ent può richiedere anche parecchie ore. Per questo motivo sono anche molto lenti ad andare in collera, tuttavia una volta scatenati diventano estremamente pericolosi e la loro ira può essere paragonata a un fiume in piena.

Società[]

La società degli Ent non è centralizzata come le altre civiltà della Terra di Mezzo: essi non hanno un Re o un Capo, anche se Barbalbero essendo uno dei più anziani gode di un certo rispetto, e quando devono prendere delle decisioni si riuniscono nell'Entaconsulta per decidere collegialmente il da farsi. Da quanto si legge nel Signore degli Anelli, sembra che gli Ent siano articolati su un sistema di famiglie, ognuna delle quali ha la responsabilità di una determinata parte della foresta; Bregalad ad esempio appartiene alla famiglia di Scorzapelle, ed ha la responsabilità delle foreste di castagni e betulle che crescevano a nord di Isengard, prima che i servi di Saruman le bruciassero per ottenere legna da ardere o per semplice cattiveria.

Lingua[]

Gli Ent parlano una propria lingua, l'Entese, che tuttavia non ha uguali nella Terra di Mezzo: si tratta di un linguaggio talmente lungo e incomprensibile che neppure i più dotti tra gli Elfi, quando ancora vi erano rapporti abbastanza frequenti tra le due razze, riuscirono mai a metterlo per iscritto. Dai loro rapporti con gli Elfi tuttavia gli Ent hanno tratto una vera passione per le lingue, che sono in grado di imparare in brevissimo tempo, con una predilezione particolare per il Quenya, il latino elfico.

Storia[]

Origini[]

Gli Ent vennero creati da Eru Ilúvatar quando il mondo era ancora giovane per venire incontro ai desideri della Vala Yavanna; essa infatti era molto preoccupata per il fatto che i Figli di Ilúvatar e i figli di Aulë avrebbero avuto piena potestà sulle sue opere e temeva che, se non fossero stati in qualche modo frenati, avrebbero distrutto tutte le foreste. Ella si rivolse dunque a Manwë, il più grande tra i Valar, affinché parlasse a Eru di queste sue preoccupazioni e gli esprimesse i suoi dubbi. Eru tuttavia le disse che già aveva previsto questo suo cruccio durante l'Ainulindalë e che vi aveva già posto rimedio: quando i Primogeniti si sarebbero svegliati sulla terra sarebbero apparsi degli spiriti che avrebbero preso forma e protetto gli alberi dall'eccessiva distruzione, preservando così parte delle opere di Yavanna.

Anni degli Alberi e Prima Era[]

Ents (fragment) by Steamey

L'incontro tra Ent ed Elfi, steamey.

Nel corso delle ere successive non si seppe molto sugli Ent né sul ruolo che giocarono negli eventi che scossero il mondo durante la Prima e la Seconda Era. Durante gli Anni degli Alberi vennero in contatto con gli Elfi che svegliarono in loro la voglia di esprimersi e gli insegnarono a parlare. Si sa che durante la guerra tra il Doriath e i Nani di Nogrod, causata dall'assassinio di Thingol, gli Ent che abitavano quelle foreste massacrarono i superstiti dell'esercito dei Nani che aveva invaso il Doriath, schierandosi dalla parte di Beren e Dior.

Non si sa se gli Ent presero parte alla Guerra d'Ira, anche se è improbabile che queste creature siano rimaste neutrali ad un conflitto che coinvolse anche i Valar. Dopo che Morgoth fu sconfitto e il Beleriand distrutto, gli Ent che vivevano in quella terra attraversarono gli Ered Luin e posero la propria dimora nell'immensa foresta che da Boscoverde arrivava fino agli estremi confini occidentali dell'Eriador.

Seconda e Terza Era[]

Gandalf Moria memoria
«...non ho memoria di questo posto...»
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Exquisite-kfind Per approfondire, vedi le voci Guerra dell'Anello e Attacco degli Ent a Isengard.
The Wrath of the Ents by Ted Nasmith

Gli Ent guidati da Barbalbero attaccano la fortezza di Isengard, Ted Nasmith.

A metà circa della Seconda Era, durante le guerre tra Sauron e gli Elfi, gli Ent persero le Entesse. Esse per motivi ignoti si allontarano dai loro compagni. A lungo gli Ent le cercarono in lungo e in largo, ma alla fine, richiamati dai propri doveri di Pastori degli Alberi, dovettero rallentare la ricerca.

Durante la Guerra dell'Anello giunsero nella Foresta di Fangorn due Hobbit, Merry e Pipino, che risvegliarono la furia degli Ent raccontandogli del tradimento di Saruman e la sua alleanza con Sauron. Inferociti per gli alberi abbattuti da Saruman gli Ent dettero l'assalto a Isengard distruggendone le mura e le fucine di Saruman, oltre ad uccidere tutti gli Orchi.

Dopo la fine della Guerra Aragorn, oramai divenuto Re Elessar, donò agli Ent Isengard e i territori circostanti investendo Barbalbero della signoria su quei luoghi. Non si sa se con la sconfitta di Sauron e l'apertura di nuove strade ad Est gli Ent abbiano ripreso a cercare le Entesse, ma la cosa è alquanto probabile e forse potrebbero aver avuto successo nella loro ricerca, anche se nulla è noto in proposito. Tutta via, alcune Entesse sembrano avere preso dimora nella Contea. Barbalbero ricorda che a esse piaceva la contea. Tale cosa è stata confermata da Tolkien stesso, poichè quando i primi Hobbit giunsero nella contea, essi incontrarono le Entesse e furono esse a insegnare loro le tecniche del giardinaggio che poi gli hobbit tramandarono ai loro discendenti. Le Entesse infatti, a differenza dei loro compagni gli Ent, amano coltivare orti e crescere giovani alberi da frutto, cosa che fanno gli Hobbit, confermando che gli Ent spingeranno le loro ricerche nella contea per cercarle. Altri indizi che indichino la presenza delle Entesse nella contea e un discorso dei cugini di Sam all'inizio della Compagnia dell'Anello.

Note[]

  1. 1,0 1,1 Il Silmarillion, "Quenta Silmarillion", cap. II, "Aulë e Yavanna"
  2. 2,0 2,1 Il Signore degli Anelli, libro III, cap. IV, "Barbalbero"
  3. 3,0 3,1 Il Signore degli Anelli, Appendice F, "Popoli e lingue della Terza Era", "A proposito delle altre razze"
  4. Il Signore degli Anelli, Appendice B, "I Grandi Anni"
  5. 5,0 5,1 Wayne G. Hammond, Christina Scull, The Lord of the Rings: A Reader's Companion, "Nomenclature of The Lord of the Rings", voce "Ent", p. 756-757
  6. Michael D.C. Drout, "An Anglo-Saxonist Gets his Fifteen Minutes: or, what happens when the media briefly pay attention", Old English Newsletter Online (consultato il 26 giugno 2023)
  7. 7,0 7,1 Parma Eldalamberon, vol. XVII, "Words, Phrases and Passages in Various Tongues in The Lord of the Rings", voce S Onodrim, p. 83
  8. Lettere (1914-1973), Lettera 144, datata 25 Aprile 1954
  9. 9,0 9,1 Lettere (1914-1973), Lettera 168, datata 7 Settembre 1955
  10. Il Signore degli Anelli, libro III, cap. II, "I Cavalieri di Rohan"
  11. Il Signore degli Anelli, libro III, cap. V, "Il Cavaliere Bianco"
  12. Patrick H. Wynne, Analisi della frase Anaxartaron Onyalië
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