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Boromir2
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"Elfi e Uomini sono infatti i Figli d'Ilúvatar; e poiché non compresero appieno quel tema, grazie al quale i Figli entrarono nella Musica, nessuno degli Ainur osò aggiungere alcunché al loro modo d'essere. [...] I commerci degli Ainur sono stati in effetti soprattutto con gli Elfi, perché Ilúvatar li ha resi più simili per natura agli Ainur, ancorché minori per potenza e per statura. [...] Si dice infatti che, dopo che i Valar si furono dipartiti, vi fu silenzio, e per un'era Ilúvatar se ne stette solo a pensare. Poi parlò e disse: «[...] Ma i Quendi saranno le più leggiadre di tutte le creature terrene, e possiederanno e concepiranno e produrranno più bellezza di tutti i miei Figli; e avranno la maggior felicità di questo mondo.»"
Il Silmarillion, cap. I, "L'Inizio dei Giorni".

Gli Elfi, conosciuti come Primogeniti, furono la prima razza dei Figli di Ilúvatar a destarsi presso il lago di Cuiviénen (che in elfico significa appunto "Acque del Risveglio") e a popolare la Terra-di-mezzo.

Sono una stirpe di esseri immortali, nobili ed aggraziati. Il loro aspetto è simile a quello degli Uomini, ma essi rifulgono di un intimo splendore che ne tradisce lo spirito e le doti, uniche nella Terra-di-mezzo.

Nessuna razza è stata più privilegiata e nessuna ha dovuto sottostare ai crudeli giochi del Fato al pari degli Elfi.

Nomi e etimologia

Elfi è il nome con il quale sono conosciuti dalle altre razze di Arda, tuttavia ne hanno molti altri: nell'antica lingua ancestrale chiamavano se stessi Quendi, ovvero Coloro che hanno voce; in Quenya sono noti come Eldar (Popolo delle Stelle), in Sindarin usano l'espressione Edhel, solo per limitarsi alle lingue principali.

In Adûnaico, la lingua dei Dúnedain, erano noti come Nímir. Essi sono conosciuti anche coi nomi di Primogeniti di Ilúvatar, i Priminati oppure come Figli Maggiori.

Descrizione

Aspetto

Come detto, sono simili agli umani, ma vi sono alcune differenze essenziali, seppure lievi e dissimulate. Sono di solito più alti degli Uomini, ma anche meno robusti e dal corpo glabro: non hanno né barba né baffi. I lineamenti dolci e delicati, oltre allo sguardo acuto e penetrante, danno loro un'aria di incanto e di mistero. Sono dotati di una straordinaria destrezza e agilità; posseggono l'abilità di camminare con la massima leggerezza, senza lasciar tracce, perfino sulla neve fresca.

Nonostante il loro aspetto aggraziato, possiedono una grande forza; sono infatti capaci di resistere alle temperature più estreme e sono immuni a tutte le malattie o a ogni forma di contagio. Gli Elfi non hanno bisogno di dormire: si riposano meditando sulle memorie e sugli eventi del passato, il cui ricordo mai li abbandona. Cadono in questa sorta di trance per un paio di ore al giorno, ma se necessario possono privarsene per giorni e giorni. Quando cadono in trance, si risvegliano naturalmente dopo un certo tempo: ma prima dello scadere di questa sorta di sonno è difficilissimo svegliarli.

Questo modo di riposare è strettamente connesso con la natura notturna degli Elfi. Gli uomini li chiamano per questo "Popolo delle stelle". Infatti, nelle notti stellate, gli Elfi possono vedere meglio di quanto un umano in pieno giorno.

La particolare vista degli elfi è utile ed ideale nella parziale oscurità delle foreste ombrose e consente loro una mobilità superiore ad ogni altra razza. Nel buio completo, comunque, non possono vedere nulla come gli Uomini. Anche l'udito è sensibilissimo e questo può forse in parte spiegare il perché della loro abilità musicale.

Cultura

Gli Elfi sono devoti ai Valar, dei quali, molti di loro, conoscono la vera natura. Venerano queste divinità con il canto e la poesia, ma non possiedono una vera religione formale; talvolta si riuniscono per celebrare la vita e i doni degli Dei, e il rispetto che manifestano per le cose naturali è giustificato dall'intima accettazione che il fato, segnato dal Gran Canto della Creazione (l'Ainulindalë) ha rivelato loro, attraverso la contemplazione intima e gioiosa del Creato, il modo di vedere e comprendere la natura come un dono dei Valar.

L'amore degli Elfi per il canto è senza pari nella Terra-di-mezzo: ne ha influenzato il linguaggio musicale come forse nessun altro, ed il modo tutto particolare di tramandare la tradizione orale attraverso canti struggenti e melodiosi.

Gli Elfi furono i primi ad usare la parola e hanno insegnato l'uso del linguaggio a tutte le altre razze. Da ciò il nome con cui chiamano se stessi: "Quendi", ovvero "gli Oratori, coloro che hanno voce". Il linguaggio elfico, vario, bello e sottile come l'acqua, si presta facilmente ad essere composto in versi e canzoni.

Gli Elfi inoltre sono il più abile di tutti i popoli in fatto di lingue e Finrod, nel suo incontro con gli uomini scopre che era in grado di leggerne i pensieri nelle menti, così era in grado di comprendere facilmente ciò che intendevano dire a parole.

La questione dell'immortalità

" [...] Gli Elfi rimangono sino alla fine dei giorni, e il loro amore per la Terra e per il mondo tutto è tanto più unico e profondo, e con il trascorrere degli anni sempre più intriso di malinconia. Gli Elfi infatti non moriranno fino a che il mondo non morirà, a meno che siano uccisi o si struggano di dolore (e a entrambe queste morti apparenti sono soggetti); né l'età ne indebolisce le forze, sempreché non si stanchino di mille e mille secoli; e, se muoiono, vengono accolti nelle Aule di Mandos in Valinor, donde col tempo possono tornare."
Il Silmarillion, cap. I, "L'Inizio dei Giorni".

Gli Elfi vengono descritti come esseri immortali, tuttavia il discorso è molto più complicato: benché essi siano dotati di una vita lunghissima e non possano morire se non per morte violenta, la loro non è un'immortalità classica come quella degli Ainur, i quali non hanno età e che il trascorrere del tempo lascia indifferenti.

È più corretto dire che gli Elfi invecchiano in modo impercettibile, senza che la loro proverbiale bellezza svanisca col tempo. Come detto, due sole cause possono portarli alla fine: una morte violenta o la stanchezza di vivere.

In quest'ultimo caso, si lasciano andare al tedio di un'esistenza infinita e perdono la volontà di vivere, tuttavia a differenza degli Uomini e dei Nani la loro non è la classica morte eterna: le loro anime infatti si recano nelle Aule di Mandos a Valinor, dalle quali hanno tuttavia la possibilità di tornare incarnandosi in un nuovo corpo.

Storia

Il risveglio

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi la voce Risveglio degli Elfi.
File:Il risveglio degli Elfi, Ted Nasmith.jpg

Il risveglio degli Elfi di Ted Nasmith.

" [...] in quell'ora si destarono i Figli della Terra, i Primogeniti di Ilúvatar. Presso il lago di Cuiviénen, illuminato appena dalle stelle, il cui nome significa Acqua del Risveglio, si riscossero dal sonno di Ilúvatar; e mentre se ne stavano ancora silenziosi sulla riva, i loro occhi scorsero per prima cosa le stelle del cielo. "
Il Silmarillion, cap. III: "L'Avvento degli Elfi e la Cattività di Melkor".

Gli Elfi si svegliarono durante gli Anni degli Alberi e si dice che, quando aprirono gli occhi per la prima volta, videro le stelle e dissero: "Ele!", cioè "Guarda!" in Elfico Primitivo.

Nel Cuiviénarna ci previene che in origine c'erano solo tre Elfi: Imin, Tele e Enel con le corrispondenti mogli; da loro, poi, venne alla luce tutto il popolo Elfico, diviso in Minyar (i primi, discendenti di Imin), Tatyar (discendenti di Tele) e Nelyar (discendenti di Enel).

Quando Melkor scoprì il loro risveglio, mandò tra di essi degli spiriti malvagi per far sì che temessero i Valar e ne trasse una parte a Utumno per ricavarne la razza degli Orchi.

All'arrivo di Oromë, infatti, si dimostrarono timorosi e non ascoltarono subito le sue parole. Tuttavia egli riportò la notizia del Risveglio degli Elfi a Valinor e i Valar concordarono di muovere guerra a Melkor per fare in modo che vivessero in pace.

Di questa Seconda Guerra delle Potenze gli Elfi seppero molto poco, a parte i terremoti e il fragore che venivano dal nord.

Il Grande viaggio verso Ovest e la divisione

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi la voce Grande Viaggio.


Gli Elfi del Beleriand

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi le voci Sindar, Elfi Silvani, Elfi Verdi, Menegroth e Thingol.


Gli Elfi di Valinor

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi le voci Vanyar, Teleri e Noldor.


Il ritorno dei Noldor e le guerre contro Morgoth

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi le voci Fuga dei Noldor e Guerra dei Gioielli.


La Guerra d'Ira e la Seconda Era

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi le voci Guerra d'Ira, Guerra tra Sauron e gli Elfi, Anelli del Potere e Guerra dell'Ultima Alleanza.


Lingue degli Elfi

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi le voci Quenya, Telerin, Vanyarin, Sindarin e Nandorin.

Gli Elfi all'inizio parlavano un'unica lingua conosciuta come "Elfico Primitivo", tuttavia con il passare degli anni e con le divisioni che intercorsero tra le varie stirpi questa lingua ancestrale si diversificò, dando origine ad un'infinità di lingue e dialetti. I principali gruppi e sottogruppi furono:

  • Avarin: lingua degli elfi Avari che si rifiutarono di intraprendere il Grande Viaggio verso Ovest.
  • Eldarin Comune: sviluppata dopo la partenza degli Eldar da Cuiviénen, questa lingua divenne poi il punto di partenza per tutte le loro lingue.
  • Quenya: conosciuta anche come latino elfico e Alto Elfico, da questa lingua derivarono due dialetti: il Quenya Vanyarin (lingua degli Elfi Vanyar), e il Quenya Noldorin (lingua degli Elfi Noldor).
  • Antico Noldorin o Gnomico: in origine sarebbe dovuto essere l'idioma dei Noldor, poi però lo scrittore abbandonò l'idea preferendo il Quenya.
  • Telerin Comune: benché meno nobile del Quenya, il Telerin conobbe grande diffusione in Arda diversificandosi in molti dialetti: il Telerin classico (tipico dei Falmari, i Teleri di Valinor) e il Sindarin (dal quale poi derivò il Doriathrin).
  • Telerin di Valinor: era la lingua dei Falmari ed era una variante del Telerin Comune, ancorché più bella perché coniata a Valinor. Non si sa se, dopo il ritorno degli Elfi, sia poi stata sostituita dal Sindarin.
  • Sindarin: era la lingua degli Elfi Grigi, nonché la più parlata nel Beleriand, durante la Prima Era e la più conosciuta durante le ere seguenti.
  • Doriathrin: era il dialetto del Doriath ed era definito come più bello e completo.
  • Ilkorin: in origine sarebbe dovuta essere la lingua di tutti gli Elfi della Terra di Mezzo, poi però lo scrittore decise di farne derivare la lingua dei soli Iathrim e la rinominò "Doriathrin".
  • Nandorin: era la lingua dei Nandor ovvero gli Elfi guidati da Lenwë che si stabilirono nella parte occidentale della Terra di Mezzo, degli Elfi Verdi dell'Ossiriand e degli Elfi Silvani di Lothlórien, di Eryn Lasgalen e di Dorwinion.
Evoluzione delle stirpi degli Elfi

Evoluzione delle stirpi degli Elfi.

La divisione degli Elfi

Avari

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi la voce Avari.

Gli Elfi che non seguirono i Valar in Valinor sono detti Avari o Riluttanti. Insieme ai Nandor e ai Sindar, essi sono detti Moriquendi (Elfi scuri) perché non videro mai la luce degli Alberi di Valinor.

Eldar

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi la voce Eldar.

Gli Eldar sono coloro che accettarono il viaggio. Tale nome, letteralmente Popolo delle stelle, fu dato loro da Oromë quando si risvegliarono, appunto sotto le stelle, nel loro stesso linguaggio. Questo termine ha finito poi per indicare la totalità degli elfi.

Le stirpi degli Eldar

Erano divisi in tre gruppi: i Vanyar, i Noldor ed i Teleri.

Teleri

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi le voci Teleri, Nandor e Sindar.
File:Osse and teleri by steamey.jpg

Ossë e i Teleri.

I Teleri, furono la terza e più numerosa stirpe elfica. Abili cantori e discreti artigiani, essi amano molto la natura, soprattutto le acque e i Vala Ulmo e Yavanna, assieme al Maia Ossë, sono da loro assai riveriti. Essi erano a loro volta divisi in più stirpi:

  • I Sindar rappresentavano quegli Elfi che non vollero partire dalla Terra-di-mezzo senza il loro Re Thingol. Sotto la guida di Melian diventano gli Elfi più belli e più saggi della Terra-di-mezzo.
  • I Falmari furono invece quei Teleri che decisero di proseguire il Viaggio verso Ovest scegliendo come proprio Re Olwë, fratello di Thingol, e fondarono la città di Alqualondë ad Aman.
  • I Nandor sono coloro che, sotto la guida di Lenwë, abbandonarono il Grande Viaggio verso Ovest e si stabilirono presso l'Anduin. Un parte di essi raggiunse il Beleriand sotto la guida di Denethor e furono chiamati Laiquendi ("Elfi Verdi"). Gli altri Nandor vennero conosciuti come Elfi Silvani, vivendo nelle foreste del Rhovanion. Si unirono là ad alcune genti degli Avari.

Noldor

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi le voci Noldor e Gondolindrim.
File:Guerrieri Noldor.jpg

Guerrieri Noldor.

I Noldor furono la seconda schiera a giungere a Valinor, dopo il risveglio degli Elfi presso il lago Cuiviénen, sotto la guida di Re Finwë. Assai saggi ma anche orgogliosi, furono indubbiamente i migliori artigiani della razza degli Elfi ed erano per questo molto cari al Vala Aulë. ll grande fabbro Fëanor, che creò i Silmaril, apparteneva proprio a questo popolo.

Dopo la distruzione degli Alberi e il furto dei Silmaril dal parte di Melkor, i Noldor si divisero: la maggior parte di essi seguì Fëanor e Fingolfin nel Beleriand per combattere Morgoth e recuperare i Silmaril, mentre la parte minoritaria decise di rimanere nel Reame Beato sotto la guida di Finarfin, il quale divenne Re Supremo dei Noldor in Valinor.

Vanyar

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi la voce Vanyar.
Ingwe

Re Ingwë dei Vanyar.

I Vanyar furono la prima tra le tre stirpi degli Elfi a giungere a Valinor, sotto la guida del loro Re Ingwë. Essi erano indubbiamente la più nobile delle tre stirpi degli Elfi, tanto che i loro Re vennero riconosciuti come Re Supremi di tutti gli Elfi. Furono coloro che più amarono Aman e i maggiori adoratori dei Valar, assorbendone i costumi e la mentalità. Manwë li amava a tal punto che li invitò a vivere nella città di Valimar ai piedi del Taniquetil, un onore che veniva concesso a pochissimi.

Non presero parte alla fuga da Valinor intrapresa dai Noldor, ma diedero comunque il loro contributo nella Guerra d'Ira, inviando migliaia di guerrieri a combattere contro le armate di Morgoth.


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