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Questo articolo riguarda il gioello. Per altre voci omonime, vedere Elessar (Disambigua).

L'Elessar, tradotta in Ovestron come Gemma Elfica o Pietra Elfica e conosciuta anche come Pietra di Eärendil, è il nome con il quale è noto un preziosissimo gioiello di fattura elfica Noldor. Ci sono diverse versioni discordanti sull'origine di questa gemma, inclusa la possibilità che ne furono create due.[1]

Etimologia[]

Elessar è una parola di origine Quenya che significa "Pietra Elfica". Il nome letteralmente sarebbe tradotto come "pietra stellare" (elen + sar) ma per gli Uomini la parola per "stella" tipicamente si riferisce agli Elfi.

Descrizione[]

L'Elessar era grande gemma verde e limpida, incastonata in una spilla d'argento a forma d'aquila con le ali distese, che sfavillava alla luce come il Sole tra le foglie della primavera.[2] Al suo interno era stata infatti imprigionata dal suo creatore la luce stessa del Sole.[1]

I Noldor amavano molto la gemma e si diceva che guardando attraverso la pietra tutte le cose vecchie o consumate apparissero di nuovo giovani e immacolate, e che le mani di chi aveva portato quel gioiello avessero il potere di guarire le ferite e alleviare le sofferenze.[1]

Storia[]

Origini[]

L'Elessar fu creata creata a Gondolin durante la Prima Era dall'artigiano Enerdhil. Enerdhil amava profondamente tutte le cose verdi e sopra ogni cosa amava guardare la luce del sole filtrare tra le foglie degli alberi. Fu così che concepì il desiderio di fabbricare una gemma che riflettesse la luce del sole, proprio come le verdi foglie degli alberi e, con meraviglia dei Noldor stessi, ci riuscì. Salvata dalla Caduta di Gondolin da Idril, la gemma fu data a Eärendil che la portò con sé nel suo viaggio a Valinor dove rimase.[1]

In una versione della storia, l'Elessar di Eärendil fu riportata nella Terra di Mezzo da Gandalf e consegnata a Galadriel, come pegno da parte di Yavanna che i Valar non avevano dimenticato gli Elfi ad Est del Grande Mare e le loro sofferenze. Durante l'incontro con Galadriel, Gandalf le profetizzò anche che avrebbe dovuto tenere la gemma solo per poco tempo, prima di passarla ad un altro che avrebbe assunto il nome di Elessar.[1]

Una versione successiva della leggenda afferma invece che durante la Seconda Era Celebrimbor, innamorato di Galadriel, la quale era profondamente sofferente per lo stato della Terra di Mezzo, creò per lei una copia del gioiello seppur con meno poteri di quella originale. In una nota a conclusione di questo testo, Celebrimbor viene indicato come il creatore del primo gioello a Gondolin, di fatto eliminando completamente il personaggio di Enerdhil.[1]

Terza Era[]

A prescindere dall'esatta origine della gemma in suo possesso, Galadriel cedette a sua figlia Celebrían che a sua volta la passò a sua figlia Arwen.[2]

Bilbo Baggins, durante il suo soggiorno a Gran Burrone, fu consigliato da Aragorn nell'includere una gemma verde nel suo Canto di Eärendil, anticipando forse l'importanza simbolica che la gemma avrebbe avuto nella sua vita. Bilbo Baggins, seguendo il consiglio di Aragorn ma apparentemente inconsapevole della storia della Pietra Elfica, inserì un riferimento generico ad uno smeraldo.[3]

Quando la Compagnia dell'Anello visitò il bosco di Lothlórien, l'Elessar era nuovamente in possesso di Galadriel. Quando la Compagnia ripartì, la gemma fu offerta da Galadriel come dono ad Aragorn.[2] Questo atto rappresentò il passaggio di una dote di nozze dalla famiglia della sposa al futuro sposo, presagendo il suo matrimonio con Arwen.[4]

"«Tuttavia ho qui qualcosa che forse porterà conforto al tuo cuore», disse Galadriel; «mi fu consegnata affinché te la dessi, qualora tu fossi passato dalle nostre terre». Tolse dal grembo una grande pietra verde e limpida, incastonata in una spilla d'argento a forma d'aquila con le ali distese; la tenne alla luce, e la gemma sfavillava come il sole tra le foglie della primavera. «Questa gemma io diedi a Celebrían, mia figlia, ed ella a sua volta la donò alla sua; giunge ora nelle tue mani in segno di speranza. In questo momento prendi il nome a te predestinato, Elessar, gemma elfica della casa di Elendil!». Aragorn prese la spilla e se l'appuntò al petto, e coloro che lo guardavano furono colti da meraviglia; mai infatti avevano notato il suo portamento eretto e regale, e parve loro che le spalle del capo della Compagnia si fossero alleggerite di molti anni logoranti."
Il Signore degli Anelli, libro II, cap. VIII, "Addio a Lórien".

Le Gemma Elfica fu indossata da Aragorn da quel momento in avanti e, come predetto, prese il nome di Elessar, gemma elfica della casa di Elendil.[2] Così, quando rivelò il suo sangue reale a Minas Tirith, usò Elessar come uno dei suoi nomi regali,[5] venendo incoronato come Re Elessar.[6]

Altre versioni del legendarium[]

Un idea prototipo della Pietra Elfica fu la "Pietra Verde di Fëanor". Questa gemma venne passata da Fëanor a suo figlio maggiore Maidros in punto di morte, e successivamente donata da Maidros a Fingon. Christopher Tolkien nota che questo fu un tentativo di suo padre di costruire una storia di origine per l'Elessar, benché questa versione della storia non fu elaborata ulteriormente e probabilmente abbandonata per le versioni del racconto presenti nei Racconti Incompiuti.[7]

Note[]

  1. 1,0 1,1 1,2 1,3 1,4 1,5 1,6 1,7 Racconti Incompiuti, parte II, cap. IV, "La storia di Galadriel e Celeborn e di Amroth Re del Lórien", "L'Elessar"
  2. 2,0 2,1 2,2 2,3 Il Signore degli Anelli, libro II, cap. VIII, "Addio a Lórien".
  3. Il Signore degli Anelli, libro II, cap. I, "Molti incontri"
  4. The History of Middle-earth, vol. X, "Morgoth's Ring", "Part Three. The Later Quenta Silmarillion: (II) The Second Phase: Laws and Customs among the Eldar", p. 211
  5. Il Signore degli Anelli, libro V, cap. VIII, "Le Case di Guarigione"
  6. Il Signore degli Anelli, libro VI, cap. V, "Il Sovrintendenti e il Re"
  7. The History of Middle-earth, vol. XI , "The War of the Jewels", "Part Two. The Later Quenta Silmarillion: Of the Siege of Angband (Chapter 10)"
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