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Template:QuoteDenethor fu un Re di razza elfica appartenente alla stirpe degli Elfi Verdi che visse nel Beleriand durante gli Anni degli Alberi. Figlio di Lenwë, Re dei Nandor della Valle dell'Anduin, guidò una numerosa schiera del suo popolo ad est degli Ered Luin e con essi si stabilì nella regione dell'Ossiriand. Fu amico e alleato di Thingol del Doriath. Fu ucciso in battaglia dagli Orchi durante la Prima Guerra del Beleriand nei pressi di Amon Ereb.

Etimologia

Denethor è una traslitterazione Sindarin di un termine del Nandorin che significherebbe letteralmente "Agile e Magro". Tuttavia è stata avanzata l'ipotesi che il nome in Nandorin significhi in realtà "Salvatore dei Nandor" dalle parole Ndani (Nandor) e Tharo (salvatore) e potrebbe essergli stato affibbiato dopo che condusse la sua gente nell'Ossiriand. Altre versioni del nome Denethor sono: Daintáro (Telerin), Nanisáro (Quenya), Dainthor (Noldorin) e Denipor (Doriathrin).

Storia

Origini e l'arrivo nel Beleriand

File:Elfo verde-0.jpg

Denethor era il figlio di Lenwë, Re di quegli Elfi noti come Nandor che non se l'erano sentita di attraversare le Montagne Nebbiose assieme agli altri Teleri, cui erano affini. Lenwë si era dunque stabilito assieme alla sua gente nella Valle dell'Anduin, che allora era ancora quasi interamente ricoperta da Boscoverde. Qui durante gli Anni degli Alberi nacque Denethor, che divenne un grande Principe di quel popolo. Quando fu più maturo con l'età Denethor si pose a capo di una numerosa schiera della sua gente e migrò verso nord, stabilendosi nella parte settentrionale di quello che in seguito divenne noto come l'Eriador. Qui venne in contatto con i Nani di Belegost e Nogrod, che gli narrarono della gloria di Thingol e della ricchezza del suo regno. Siccome gli orchi cominciarono a molestare la sua gente, Denethor fu colto dal desiderio di raggiungere il Beleriand e Thingol, di cui oltretutto era un lontano parente, per mettersi al sicuro. Nuovamente dunque si pose a capo della sua gente e la guidò attraverso gli Ered Luin, giungendo nella regione nota come Ossiriand. Qui furono accolti benevolmente dai Sindar, che li consideravano come dei parenti a lungo perduti e Thingol ricevette con piacere Denethor a Menegroth, concedendogli di stabilirsi nella Terra dei Sette Fiumi e di regnarvi in pace.

La Prima Guerra del Beleriand e la morte

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi la voce Prima Guerra del Beleriand.
File:Denethor Re degli Elfi Verdi.jpg

Denethor in tenuta da guerra

Come già detto, quando Morgoth fu liberato dalla sua prigionia nelle Aule di Mandos le malvagie creature e i suoi servitori che a lungo erano rimasti in attesa ad Angband, cominciarono a risvegliarsi e a dilagare nel nord della Terra di Mezzo. Per contrastare le incursioni degli orchi, Thingol e Denethor strinsero un'alleanza, impegnandosi a mobilitare i rispettivi eserciti in caso di attacco. L'occasione si presentò in quella che divenne nota come la Prima Guerra del Beleriand: un enorme esercito di orchi sciamò fuori da Angband e cominciò a devastare il Beleriand settentrionale. Fu così che i Sindar e i Nandor si mobilitarono per affrontare i nemici, tuttavia Denethor e la sua gente erano meno preparati dei sudditi di Thingol, che erano rivestiti di corazze di fattura superba e di forti armi forgiate con l'aiuto dei Nani, ed armati più alla leggera. Accadde dunque che mentre l'esercito dei Sindar disfaceva le schiere degli orchi presso le paludi di Serech, gli Elfi Verdi furono messi in difficoltà e respinti, finendo dunque accerchiati e senza nessuna via di fuga. Denethor guidò un'eroica resistenza, ma alla fine fu sopraffatto dal numero dei nemici e cadde combattendo. Proprio mentre l'esercito degli Elfi Verdi stava per essere sopraffatto, giunse Thingol che sbaragliò i nemici e li uccise tutti. Tuttavia la vittoria fu guastata dal dolore per la morte di Denethor e i suoi sudditi, disperati, dichiararono di non volere più un Re e si ritirarono nell'Ossidiana, per i successivi cinque secoli rimasero stanziati, completamente estraniati dalle vicende del mondo.

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