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Danuin fu un Ainur, personificazione del giorno, presente solo nelle prime versioni del legendarium tolkeniano.

Etimologia[]

Danuin è un nome Noldorin che significa "giorno". Era chiamato anche Danos o Dana.

Descrizione[]

Il suo aspetto era quello di un uomo molto anziano ma vigoroso, di statura molto bassa e corporatura esile, con capelli e barba corta.

Storia[]

In seguito alla creazione del Sole e della Luna, i Valar si riunirono in concilio per perfezionare il corso degli astri quando all'improvviso comparvero tre esseri che si presentarono a Manwë dicendo di essere i fratelli Danuin, Ranuin e Fanuin senza però rivelare la loro sfera d'influenza. Si offrirono di risolvere il problema del corso degli astri e qualora i Valar avessero accettato la loro proposta, gli avrebbero rivelato chi fossero, da dove venissero e dove fossero diretti. I Valar ne discussero e al fine decisero di accettare. Allora i tre chiesero di poter disporre di una sala e gliene venne offerta una nel palazzo di Aulë, dove si misero a tessere in segreto. Dopo un giorno Danuin ne uscì e donò a Manwë ciò che aveva prodotto, che però risultava invisibile. Quando però il Sole tramontò e venne trascinato in Faskala-númen, Danuin ne toccò la prua e quando Ulmo cercò di trascinarla verso la Porta della Notte per inabissarla (come accadeva al termine di ogni giorno), ecco che la sua forza fu vana e il Vascello non si mosse. Danuin alla fine lo rilasciò e si mischiò ai Valar con diverse sembianze, tali che non si riuscì più a trovarlo. Quando anche l'opera di Ranuin e Fanuin fu compiuta, Danuin riapparve e consegnò a Manwë una sottile corda con la quale avrebbe potuto governare il corso del Sole. Tale corda aveva la proprietà di essere costituita nel più resistente "materiale" conosciuto (il tempo) e garantiva che il Sole impiegasse sempre lo stesso tempo per compiere il suo corso. Quando anche Ranuin e Fanuin ebbero donato le loro corde, i tre svelarono ai Valar la loro identità per poi scomparire.[1]

Note[]

  1. The History of Middle Earth, Vol. I: The Book of Lost Tales Part One, cap. IX, pp. 244-247