Il Crissaegrim era un massiccio montuoso che costituiva la parte meridionale delle Ered Echoriath, le montagne che accerchiavano la valle di Tumladen e la città di Gondolin.
Etimologia[]
Crissaegrim in Sindarin significa "Picchi Montani Crepati" o "Fenditura tra Picchi Montuosi" ma veniva popolarmente chiamato "Dimora delle Aquile" (da non confondersi con Cirith Thoronath, la "Fenditura delle Aquile"). In Noldorin veniva chiamato Crisaegrim. Nella lingua dell'Ossiriand era noto come Gochressiel, parole che contiene hrassa ("precipizio").
Descrizione[]
Il Crissaegrim era costituito da una catena di monti più bassi rispetto al resto delle Ered Echoriath ma dalle pareti estremamente ripide e totalmente privi di passi in grado di fornire un accesso alla valle nascosta di Tumladen con l'unica eccezione dell'Orfalch Echor, percorsa dalla Via di Fuga. L'ingresso a questa stretta fenditura tra le montagne tuttavia era possibile solo agli Elfi della stirpe dei Noldor poiché su di esso era stato posto un incantesimo da Ulmo e dai Gondolindrim. L'Orfalch Echor inoltre fu pesantemente fortificata per ordine di re Turgon con i Sette Cancelli che oltre a rappresentare una barriera formidabile per qualunque esercito erano presidiati da centinaia di guardie ben armate ed addestrate. Sui picchi del Crissaegrim dimoravano alcune delle Aquile di Manwë, guidate dal possente Thorondor, pertanto veniva chiamata "Dimora delle Aquile". Le Aquile vi avevano stabilito i propri nidi quando Arda era ancora giovane e con la loro presenza e continua sorveglianza contribuivano a preservare la segretezza della valle di Tumladen e della città di Gondolin e fornivano informazioni in merito agli eventi del Beleriand ai Gondolindrim[1].
Storia[]
Thorondor si librò in volo da uno dei picchi di Crissaegrim prima di piombare su Morgoth sfregiandogli il volto e recuperando i resti di Fingolfin[2].
In seguito alla Dagor Bragollach, Húrin e Huor si trovarono tagliati fuori dai compagni e furono inseguiti dagli Orchi sino al guado di Brithiach dove furono salvati dall'intervento di Ulmo che fece sollevare una fitta nebbia dal Sirion. Si trovarono così a vagare per il Dimbar finché Thorondor ordinò a due delle sue Aquile di portarli a Gondolin dove furono gentilmente accolti da Turgon[3].
Note[]
- ↑ Il Silmarillion, Cap. XXII: La rovina del Doriath, p. 286
- ↑ Il Silmarillion, Cap. XVIII: La rovina del Beleriand e l'uccisione di Fingolfin, p. 191
- ↑ Il Silmarillion, Cap. XVIII: La rovina del Beleriand e l'uccisione di Fingolfin, pp. 195-196