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"L'ultimo dei battaglioni fu fornito dalla gente del Martello d'Ira, che comprendeva parecchi fra i migliori fabbri e artigiani: l'intera stirpe venerava Aulë il Fabbro più di tutti gli altri Ainur. Combattevano con grandi mazze simili a martelli e portavano scudi pesanti, poiché avevano braccia assai forti. Nei tempi antichi il loro numero era stato parecchio rinvigorito da Noldor in fuga dalle miniere di Morgoth, e l'odio della casata per le opere di quel malvagio e per i Balrog, i suoi demoni, era violentissimo. Il loro capo era Rog, il più forte tra i Noldor, appena secondo in valore a Galdor dell'Albero. L'insegna di questo popolo era l'Incudine Colpita e sugli scudi appariva un martello che le sprizzava scintille tutt'intorno; essi traevano diletto dall'oro rosso e dal ferro nero. Il battaglione era assai numeroso e nessuno dei combattenti aveva cuore debole, tanto che, fra tutte quelle splendide casate, essi si conquistarono la massima gloria nella lotta contro il fato; tuttavia ebbero la sorte avversa e nessuno di loro riuscì ad allontanarsi dal campo di battaglia, ma tutti caddero intorno a Rog e scomparvero dalla Terra: e con loro molta arte e maestria si sono perdute per sempre."
Racconti Perduti, parte III, "La Caduta di Gondolin".

La Casata del Martello dell'Ira fu una delle più nobili Casate di Gondolin. Essa raccoglieva i più abili fabbri e artigiani del popolo di Gondolin. Era guidata da Rog e i suoi membri erano noti per combattere con martelli da guerra, mazze e grandi scudi pesanti.

Stemma della Casata[]

Il loro emblema era l'incudine colpita, ma i loro scudi mostravano "uno martello che sprizzava scintille attorno ad esso".

Storia[]

Origini[]

La Casata del Martello dell'Ira era una delle Casate di Gondolin più antiche e maggiormente ente in considerazione. Il valore dei suoi guerrieri, primo tra tutti Rog capo della Casata, era tenuto in gran conto e la loro abilità nel maneggiare martelli e mazze da guerra era leggendaria e temuta da tutti i nemici.

La Caduta di Gondolin e la fine della Casata[]

The last battle of Folk of Hammer of Wrath by Righon

Rog guida i guerrieri della sua Casata in una carica suicida, Righon.

I membri della casata morirono tutti durante la Caduta di Gondolin, mentre cercavano di respingere le truppe di Morgoth che avevano sfondato i cancelli della città, ma si coprirono di gloria lanciando una disperata carica nella quale, oltre ad innumerevoli nemici, trovò la morte addirittura un Balrog.

"Rog esclamò allora con voce possente: « Chi ora avrà paura, per terribili che siano i demoni del Signore Scuro? Ecco dinanzi a noi i maledetti che hanno tormentato per anni i figli dei Noldor, e che ora con le frecce hanno appiccato il fuoco dietro di noi. Accorrete, voi del Martello d'Ira, e li ripagheremo di tutta la loro malvagità! » Al che levò la mazza dal lungo manico e, nell'impeto della collera, si aprì un passaggio fino alla porta crollata: l'intero popolo dell'Incudine Colpita, come un cuneo, lo seguì correndo, e ognuno mandava scintille dagli occhi per la furia dell'ira. Quella sortita fu un'impresa eroica, come ancora cantano i Noldor, e numerosi Orchi furono respinti nei fuochi di sotto; gli uomini di Rog balzarono persino sulle spire dei serpenti, affrontando il Balrog e colpendolo duramente, quantunque possedessero fruste di fiamma e artigli d'acciaio e fossero di statura enorme. Così lo annientarono a forza di percosse, o privandolo delle fruste, le impugnarono contro di lui, per ridurlo in pezzi come quello aveva fatto in precedenza con i Noldor; la morte di un Balrog fu oggetto di terrore e meraviglia per le schiere di Morgoth, poiché prima di quel giorno nessun Balrog era stato ucciso per mano di Elfi o Uomini."
Racconti Perduti, parte III, "La Caduta di Gondolin".
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