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Questo articolo riguarda il Capitano di Gondor. Per altre voci omonime, vedere Boromir (Disambigua).

"Un po’ scostato dagli altri Frodo notò un uomo alto dal volto bello e nobile, dai capelli scuri e dagli occhi grigi, dall’espressione orgogliosa e severa. Portava mantello e stivali, come fosse reduce da un lungo viaggio a cavallo; infatti, benché gli abiti fossero sontuosi e la cappa foderata di pelliccia, le tracce della sua cavalcata erano piuttosto evidenti. Aveva una collana d’argento ornata da un’unica pietra bianca, e i capelli erano tagliati sopra le spalle. Appeso al balteo portava un grande corno dalla punta d’argento, che teneva ora posato sulle ginocchia. Guardava Frodo e Bilbo con grande meraviglia. «Questi è Boromir», disse Elrond rivolgendosi a Gandalf, «un uomo del Sud. E’ giunto nella grigia mattina e chiede consiglio. L’ho pregato di essere anch’egli presente, poiché questo consesso risponderà alle sue domande»."
Il Signore degli Anelli, libro II, cap. II, "Il Concilio di Elrond".

Boromir era un uomo della stirpe dei Dúnedain di Gondor appartenente alla Casa di Húrin che visse nella Terra di Mezzo sul finire della Terza Era. Figlio di Denethor II e fratello maggiore di Faramir, fu un valente generale e valoroso guerriero, che combatté più volte contro le armate di Mordor che minacciavano la sua patria.

Nel 3018 TE partì alla volta di Gran Burrone a seguito di un sogno premonitore; qui conobbe Aragorn figlio di Arathorn con il quale, dopo un iniziale ostilità, strinse una rispettosa amicizia. Assieme a Gandalf, Frodo, Pipino, Merry, Sam, Aragorn, Legolas e Gimli formò la Compagnia dell'Anello e con essi partì da Gran Burrone alla volta di Mordor.

Tuttavia non seppe resistere alla tentazione dell'Anello e, durante una sosta presso Amon Hen, tentò di convincere Frodo a portare l'Anello a Minas Tirith spaventando l'Hobbit che si diede alla fuga. Boromir alla fine trovò il modo di riscattarsi uccidendo molti degli Uruk di Saruman che avevano attaccato la Compagnia, morendo mentre cercava di difendere Merry e Pipino.

Non ebbe tomba poiché Aragorn temeva che avrebbe potuto essere profanata, così assieme a Gimli e Legolas decise di affidare il suo corpo alle acque dell'Anduin: l'eroico capitano di Gondor venne dunque rispettosamente adagiato su una delle barche di Lothlórien e affidato alla corrente che lo condusse fino al Grande Mare. In suo onore i suoi compagni intonarono il Canto Funebre per Boromir.

Etimologia[]

Come per il nome del fratello Faramir, l'etimologia del nome Boromir non è chiara.

Secondo alcuni esperti deriverebbe da un'antico nome Quenya, originario di Gondolin, che starebbe a significare "Gioiello Leale" dalle parole boron (leale, degno di fiducia) e mir (gioiello).

Descrizione[]

Aspetto e carattere[]

Boromir by Justin Sweet

Boromir in tenuta da guerra, Justin Sweet.

Boromir possedeva in sé molte delle caratteristiche della stirpe dei Dúnedain: fisicamente egli era alto (viene descritto poco più basso di Aragorn) muscoloso e ben piantato; aveva gli occhi grigi, i capelli neri tagliati sopra le spalle e un portamento nobile dall'espressione orgogliosa e severa.

Al Concilio di Elrond viene descritto come abbigliato in maniera sontuosa; indossava infatti una cappa foderata di pelliccia e alti stivali di pelle, mentre al collo aveva una collana d'argento ornata di un'unica pietra bianca. Era armato di una spada simile a Narsil ma di qualità inferiore, uno scudo, un elmo d'acciaio e, appeso al balteo, portava il Corno di Gondor: un grande corno da guerra dalla punta e dalle rifiniture d'argento e inciso con lettere antiche in oro.

Benché esteriormente fosse un uomo dell'Ovesturia in tutto, Boromir era assai diverso rispetto a suo padre Denethor, con il quale condivideva un grande orgoglio, o a suo fratello Faramir: era infatti meno saggio, possedendo un carattere impetuoso e temerario, ed era interessato più a dilettarsi con le armi e alla storia delle antiche battaglie che non allo studio delle antiche scienze e tradizioni di Gondor e Númenor. Lo stesso Éomer ebbe a dire che caratterialmente Boromir era "più simile ai rapidi figli di Eorl che non ai gravi uomini di Gondor".

A causa di questo suo carattere, Boromir non riusciva a capacitarsi che la Casa di Húrin si limitasse a custodire il Trono di Gondor e non prendesse il titolo di Re, tanto che Faramir raccontò a Frodo che una volta il fratello maggiore chiese al padre quanto tempo dovesse passare affinché i Sovrintendenti potessero essere considerati Re a tutti gli effetti e che Denethor rispose al figlio: "Pochi anni, forse, in luoghi ove la regalità è di rango inferiore, a Gondor non basterebbero diecimila anni”.

Sebbene intimamente fosse un uomo buono e leale alla causa del suo popolo, proprio il suo orgoglio e la sua ossessione di tenere al sicuro il proprio popolo, e la sensazione di impotenza nel portare a termine la sua missione, contribuirono alla corruzione del suo animo da parte della maligna influenza dell'Unico Anello, tanto che cercò addirittura di strapparlo a Frodo, anche se si pentì quasi immediatamente del suo gesto e ne fu disperato.

Abilità[]

Boromir viene descritto come un abilissimo spadaccino e pochi a Gondor potevano considerarsi al suo livello; era inoltre un esperto capitano, capace di trascinare i propri uomini alla vittoria, anche se pare fosse più un esperto di tattica e che difettasse di lungimiranza strategica, a differenza del padre e del fratello.

Biografia[]

Infanzia e giovinezza[]

The Gift 1 by Katarzyna Chmiel-Gugulska

La nascita di Faramir, Katarzyna Chmiel-Gugulska.

Boromir nacque nel 2978 TE da Denethor e Finduilas di Dol Amroth a Minas Tirith. Nel 2983 TE la madre dette alla luce un secondo figlio che fu chiamato Faramir.

Nel 2988 TE Findulias morì di una misteriosa malattia che,dopo una breve sofferenza, la portò via lasciando Denethor vedovo e i figli Boromir e Faramir orfani. Per il Sovrintendente la morte dell'amatissima moglie fu un colpo durissimo, che accentuò il suo carattere cupo e scontroso, portandolo a isolarsi e a riservare ai figli meno attenzioni del dovuto.

Trained for War by Magali Villeneuve

Boromir e Faramir bambini si esercitano a tirar di spada, Magali Villeneuve.

Boromir, che all'epoca aveva dieci anni, divenne quindi molto protettivo con il fratello minore e tra i due si instaurò un fortissimo legame, anche forse per compensare la distanza del padre, che non si risposò mai, e la mancanza della madre.

Egli fu sempre il preferito del padre, ma non fece mai pesare al fratello questo status privilegiato e spesso ebbe diversi alterchi col padre per difendere Faramir. Quando fu abbastanza grande, il padre gli affidò il comando di alcuni scaglioni dell'esercito di Gondor, che egli condusse di vittoria in vittoria, pur senza mai raggiungere un risultato decisivo, riuscendo a respingere per diversi anni gli attacchi dell'Oscuro Signore contro Gondor

La guerra dell'Anello[]

La Prima Battaglia di Osgiliath[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi la voce Prima Battaglia di Osgiliath.
Escape from Osgiliath by Anke Eißmann

Boromir e Faramir si ritirano dopo aver distrutto l'ultimo ponte sull'Anduin, Anke Eißmann.

Nel 3018 TE Boromir comandava la guarnigione di Osgiliath che, dopo la conquista dell'Ithilien da parte di Mordor, era diventata l'estremo caposaldo di Gondor e la parte orientale della città era l'ultimo possedimento rimasto a est del fiume Anduin.

Il 20 giugno, mentre era assente dalla città per conferire con il padre a Minas Tirith, gli Orchi di Sauron attaccarono la città cogliendo di sorpresa la guarnigione in quel momento comandata da Faramir. Il giovane capitano tentò di resistere, ma la sproporzione era tale che ben presto le mura della riva orientale furono prese e la battaglia si trasformò in un furioso combattimento strada per strada, con i difensori costretti ad indietreggiare sempre più.

Boromir, ricevuta la notizia dell'attacco, lasciò immediatamente Minas Tirith portando con sé ogni uomo disponibile; quando giunse in città s'incontrò con il fratello, che continuava a resistere disperatamente sulla riva orientale, il quale gli disse che la città era ormai perduta e che era inutile tentare di riconquistare il lato orientale.

Boromir comprese che l'idea di riattraversare il fiume era pura follia, ragion per cui decise di abbattere l'ultimo ponte sull'Anduin per impedire al nemico di conquistare anche il resto della città: assieme ad alcune centinaia di uomini si lanciò dunque alla carica contro il nemico per dare tempo ai soldati di Faramir di abbattere i pilastri che reggevano il ponte. La sua furia era travolgente ed egli uccise molti nemici, fermando l'attacco e dando modo di abbattere il ponte.

La partenza per Gran Burrone e la Compagnia dell'Anello[]

Durante la notte prima dell'assalto Faramir, il fratello minore di Boromir, fece un sogno nel quale una voce gli parlava dicendogli:

"Cerca la Spada che fu rotta,
A Imladris la troverai;
I consigli della gente dotta
Più forti di Morgul avrai.
Lì un segno verrà mostrato,
Indice che il Giudizio è vicino,
Il Flagello d'Isildur s'è svegliato,
E il Mezzuomo è in cammino.
"
—Sogno di Faramir, Il Signore degli Anelli, libro II, cap. II, "Il Concilio di Elrond".

Il sogno si ripete più volte e una volta apparve anche a Boromir. Non riuscendo a risolvere l'enigma, i due fratelli chiesero consiglio al padre Denethor, il quale disse ai figli che Imladris era l'antico nome con il quale era conosciuta Gran Burrone, residenza del saggio Elrond Mezzelfo, e affermò che l'unica cosa da fare era inviare un messaggero al Nord per porre chiedere delucidazioni direttamente al signore elfico

Faramir avrebbe voluto partire, ma il padre non si fidava di lui e perciò decise di inviare Boromir da Elrond. Il giovane capitano di Gondor impiegò tre mesi per giungere a Gran Burrone.

Giunto nella Casa di Elrond, Boromir prese parte al Consiglio di Elrond che si tenne per decidere della sorte dell'Anello e fu tra coloro che si schierarono per utilizzare l'Anello contro lo stesso Sauron e suggerì di portarlo a Minas Tirith.

Tuttavia sia Gandalf che Elrond rifiutarono questa ipotesi, ritenendola pericolosa, e optarono invece per la distruzione dell'Unico affidando il compito di raggiungere Mordor ad un gruppo di Nove Viandanti che prese il nome di Compagnia dell'Anello. A questa Compagnia si unì anche Boromir, come rappresentante del regno di Gondor.

Il viaggio verso Moria e l'arrivo a Lothlórien[]

La Compagnia sul Caradhras by Denis Gordeev

Boromir e i suoi compagni sul Caradhras by Denis Gordeev

Il 25 dicembre 3018 la Compagnia lascia Imladris diretta a sud. L'intenzione di Gandalf sarebbe stata inizialmente attraversare il Cornorosso, nonostante la stagione sfavorevole. Tuttavia dopo un primo tentativo di attraversare il passo la compagnia fu respinta da una tremenda tempesta di neve (che Gimli attribuì alla magia maligna che aleggiava sul Cornorosso) e furono dunque costretti a ritornare indietro.

Posero dunque un accampamento ai piedi della Montagna e tennero consiglio su cosa fare: Boromir suggerì di prendere la Breccia di Rohan, ma il consiglio fu rifiutato in quanto li avrebbe portati troppo vicini a Saruman le cui spie non li avrebbero persi d'occhio, esponendoli a gravi pericoli. Durante la notte il campo fu attaccato da un branco di Mannari, che fu respinto dalla magia di Gandalf.

At the Bridge by Ted Nasmith

Gandalf affronta il Balrog, Ted Nasmith.

Questo episodio fece decidere alla Compagnia di percorrere la strada che passava sotto le Montagne Nebbiose prendendo la via di Moria. Dopo aver attraversato le Porte di Durin ed essere sfuggita all'Osservatore nell'Acqua, la Compagnia viaggiò nelle profondità dell'antico reame di Khazad-dûm per alcuni giorni giungendo infine alla Camera di Mazarbul. Qui, dopo aver trovato la Tomba di Balin, vennero attaccati da una truppa di orchi accompagnati da un troll di caverna; nello scontro Boromir si comportò con valore e, assieme ad Aragorn, fu l'ultimo ad abbandonare la stanza. Sempre assieme ad Aragorn si pose al fianco di Gandalf quando questi si fermò per affrontare il Flagello di Durin presso il Ponte di Khazad-dûm, tuttavia lo stregone rimandò indietro sia lui che il ramingo, sostenendo che il balrog non fosse un nemico alla loro portata, e rimase da solo ad affrontare la creatura cadendo con essa nell'abisso.

La partenza da Lothlórien e il diverbio con Frodo[]

Dopo aver lasciato Lothlórien la Compagnia discese il fiume Anduin verso sud. L'intenzione di Aragorn era probabilmente quella di discendere il fiume fanno alle Cascate del Rauros e da lì dirigersi verso est attraversando gli Emyn Muil, ma Boromir non era d'accordo.

Egli avrebbe voluto infatti che la compagnia si dirigesse verso sud a Minas Tirith, poiché secondo lui la cosa più sensata da fare sarebbe stato usare l'Anello contro Sauron rafforzando la forza di Gondor ed erigendo così un formidabile baluardo contro la minaccia dell'est. Tuttavia, benché ammantate di buone intenzioni, le idee di Boromir erano molto pericolose e gli erano state probabilmente suggerite dall'influenza maligna dell'Anello.

Mentre discendevano il fiume sia Boromir che Aragorn si accorsero della presenza di Gollum che li seguiva, ed entrambi cercarono di catturarlo senza successo.

Durante la sosta a Rauros nei pressi di Amon Hen, il capitano di Gondor approfittò dell'allontanamento di Frodo dal campo per cercare di convincerlo a venire con lui a Minas Tirith, tuttavia l'hobbit si accorse che non era Boromir a parlare ma l'Anello e dunque rifiutò le esortazioni dell'uomo che andò su tutte le furie e cercò di strappare l'Anello a Frodo con la forza.

"Frodo sentì che la mano tremava d’eccitazione repressa. Fece un rapido passo indietro, guardando allarmato l’Uomo, alto quasi il doppio di lui, ed infinitamente più forte. «Perché sei così ostile?», disse Boromir. «Io sono un animo sincero, e non un ladro, né un predone. Ho bisogno del tuo Anello: ormai lo sai; ma ti do la mia parola che non desidero tenerlo per sempre. Perché non lasci che metta almeno alla prova il mio piano? Prestami l’Anello!». «No! No!», gridò Frodo. «Il Consiglio ha dato a me l’incarico di portarlo». «E’ per colpa della tua follia che il Nemico ci sconfiggerà», urlò Boromir. «Che rabbia mi fai! Idiota! Idiota e testardo! Corri caparbiamente a buttarti nelle braccia della morte, e rovini la nostra causa. [...]». Frodo non rispose, ma si allontanò tanto da mettere fra sé e Boromir la grande pietra piatta. «Suvvia, suvvia, amico!», disse con tono più dolce l’Uomo di Minas Tirith. «Perché non sbarazzartene? Perché non liberarti dal dubbio e dalla paura? Puoi far ricadere la colpa sulle mie spalle, se vuoi; dire, per esempio, che essendo molto più forte me ne sono impadronito con la violenza. Sappi che sono molto più forte di te, Mezzuomo», urlò; e d’un tratto si lanciò su Frodo, balzando al di là della pietra."
Il Signore degli Anelli, libro II, cap. X, "La Compagnia si scioglie".
Boromir aggredisce Frodo by Denis Gordeev

Boromir, soggiogato dal potere dell'Anello, cerca di strappare l'Unico a Frodo, Denis Gordeev.

Ma Frodo tuttavia non si fece prendere indossando l'Anello e fuggì invece più veloce che poté, cercando di mettere la maggiore distanza possibile tra lui e Boromir.

"Il suo bel viso amichevole era deformato dalla rabbia; un fuoco infuriava nei suoi occhi. Frodo si spostò, mettendo di nuovo il sasso fra loro. Vi era una sola cosa ch’egli potesse fare: tremando, tirò fuori l’Anello appeso alla catenella e se l’infilò velocemente al dito, proprio al momento in cui Boromir si lanciava nuovamente su di lui. L’Uomo rimase come boccheggiante, con lo sguardo per un momento fisso, e poi si mise a correre come un folle, cercando ovunque fra gli alberi e le rocce. «Sciagurato imbroglione!», urlò. «Lascia che ti metta le mani addosso! Ora capisco le tue intenzioni. Vuoi portare l’Anello a Sauron, e vendere tutti noi. Aspettavi solo il momento giusto per piantarci in asso. Che tu e tutti i Mezzuomini siate dannati alla morte ed all’oscurità!». Inciampò in un sasso, e cadde bocconi disteso per terra. Per qualche tempo rimase immobile, come fulminato dalla propria maledizione; poi scoppiò improvvisamente in lacrime. Alzandosi si passò una mano sugli occhi, asciugandosi le lacrime. «Che ho detto?», gridò. «Cosa ho fatto? Frodo, Frodo!», chiamò ripetutamente. «Torna! Sono stato colto da una crisi di follia, ma ora è passata. Torna!»."
Il Signore degli Anelli, libro II, cap. X, "La Compagnia si scioglie".

Per un po' Boromir rimase dove era caduto, piangendo e non avendo il coraggio di ritornare all'accampamento e raccontare i fatti; si vergognava tremendamente delle sue azioni e temeva l'ira di Aragorn.

Tuttavia dopo un po' prese coraggio e si avviò verso il campo, dove nel frattempo gli altri membri della Compagnia avevano cominciato ad agitarsi per la prolungata assenza di Frodo e per il fatto che sapevano della presenza di orchi nelle vicinanze. Vedendo arrivare Boromir da solo Aragorn si insospettì e gli chiese spiegazioni del fatto che fosse da solo e che Frodo non tornasse, ma la reticenza del giovane avvalorò i suoi sospetti facendolo infuriare e preoccupando gli altri membri della Compagnia che, quando seppero che Frodo era scomparso, si lanciarono di corsa nel bosco chiamandolo a gran voce e non prestando attenzione alle esortazioni di Aragorn che li esortava ad agire con prudenza e rimanere uniti.

Furibondo il Capitano dei Dúnedain si rivolse a Boromir dicendogli di provare almeno riscattarsi correndo dietro a Merry e Pipino per proteggerli, cosa che il giovane fece. I due hobbit erano infatti finiti dritti nel mezzo della banda di orchi che dava loro la caccia e stavano per essere catturati, quando Boromir apparve e lì salvò uccidendo diversi nemici e portandoli con sé.

Tuttavia non fecero molta strada: durante la fuga s'imbatterono nella truppa di Uruk-hai mandata da Saruman che li intrappolò. Boromir cercò di resistere, ma i nemici erano troppi e allora suonò il corno per chiamare aiuto, ma Aragorn, Legolas e Gimli giunsero troppo tardi per salvare l'uomo. Quando arrivarono sul luogo della scontro videro Boromir accasciato ad un albero con tre frecce nel petto: la sua spada e il suo corno spezzati giacevano vicino a lui e tutt'intorno vi erano i cadaveri di oltre venti nemici, segno che Boromir si era battuto con valore prima di essere sopraffatto.

Morte[]

La morte di Boromir by Denis Gordeev

La morte di Boromir by Denis Gordeev

"Seduto con la schiena appoggiata a un grande albero, pareva dormire. Ma Aragorn vide che era trafitto da molte frecce dalle piume nere; stringeva ancora in mano la spada, rotta presso l’impugnatura; l’elmo, spaccato in due, giaceva al suo fianco. Tutt’intorno a lui, e ai suoi piedi, erano ammucchiati i corpi di molti Orchi. Aragorn gli si inginocchiò accanto. Boromir aprì gli occhi, sforzandosi di parlare. Infine, lente, gli uscirono di bocca queste parole: «Ho cercato di togliere a Frodo l’Anello. Chiedo perdono. Ho pagato». Il suo sguardo si posò sui nemici caduti: ve n’erano almeno venti. «Non ci sono più, i Mezzuomini: gli Orchi li hanno portati via. Credo che non siano morti. Gli Orchi li hanno legati». S'interruppe, e gli occhi, già spenti, si chiusero. Dopo qualche attimo parlò nuovamente: «Addio, Aragorn! Va’ tu a Minas Tirith e salva la mia gente! Io ho fallito». «No!», disse Aragorn, prendendogli la mano e posando un bacio sulla sua fronte. «Hai vinto. Pochi hanno conosciuto un simile trionfo. Rasserenati! Minas Tirith non soccomberà!». Boromir sorrise."
Il Signore degli Anelli, libro III, cap. I, "L'Addio di Boromir".

Con le ultime forze rimastegli, Boromir riconobbe Aragorn come suo Re e lo implorò di fare il possibile per salvare Gondor, dal momento che lui non avrebbe più potuto farlo. Dopo aver riferito che Merry e Pipino erano stati catturati dagli Orchi, il Capitano di Gondor morì tra le braccia del ramingo, il quale riconobbe che con la sua morte si era riscattato e gli promise che avrebbe fatto di tutto affinché Minas Tirith non cadesse.

"Rauros continuò a ruggire impassibile. Il Fiume si era preso Boromir, figlio di Denethor, e non lo rividero mai più a Minas Tirith, in piedi sulla Torre Bianca come soleva fare ogni mattino. Ma a Gondor, nei giorni che vennero, per lungo tempo si narrò che la barca elfica, oltrepassate le cascate e le acque spumeggianti, l'aveva portato attraverso Osgiliath, e al di là della foce dell'Anduin nel Grande Mare, di notte, al lume di stelle."
Il Signore degli Anelli, libro III, cap. I, "L'Addio di Boromir".
Addio di Boromir by Andrea Piparo

Il funerale di Boromir, Andrea Piparo [1].

Dopo che Boromir esalò l'ultimo respiro, Aragorn Gimli e Legolas portarono il suo corpo sulla riva del fiume; non lo seppellirono per timore che gli Orchi trovassero la tomba e ne profanassero il cadavere, ma lo adagiarono invece su una barca, assieme alle armi dei nemici uccisi, e lo affidarono alla corrente dell'Anduin intonando il Canto Funebre di Boromir. Il fiume portò Boromir fino al mare e durante il tragitto, mentre attraversava l'Ithilien, la barca fu vista da Faramir, il fratello minore, al quale la visione parve talmente surreale da sembrare un sogno.

"«Mi sedevo di notte sulle acque di Anduin, nella grigia oscurità sotto la giovane pallida luna, osservando l'eterno fluire delle acque; le tristi canne frusciavano. [...] Poi vidi, o credetti di vedere, una barca galleggiare sul fiume, grigia e scintillante, una piccola barca di forma strana e dalla prua alta, e non c'era nessuno a remare o a governarla. Fui colto da profondo stupore, perchè essa irradiava una pallida luce. Mi alzai recandomi sino all'argine, irresistibilmente attratto. Allora la barca si volse verso di me, e rallentando galleggiò lenta sino a portata di mano; tuttavia non osai toccarla. Era profondamente immersa nei flutti, come se carica di un pesante fardello, e vedendola passare sotto i miei occhi, mi parve che fosse quasi piena di limpida acqua dalla quale emanava la luce. Avviluppato dall'acqua giaceva un guerriero dormiente. Sulle sue ginocchia una spada rotta; sul suo corpo molte ferite. Era Boromir, mio fratello, morto. Riconobbi le sue vesti, la sua spada, il suo amato volto. Un'unica cosa mancava: il suo corno. Un'unica cosa tra quelle che aveva era a me ignota: una splendida cinta come di foglie d'oro intrecciate intorno alla sua vita»."
—Faramir racconta l'incontro con il corpo di Boromir, Il Signore degli Anelli, libro IV, cap. V, "La Finestra che si affaccia a Occidente".

Adattamenti[]

Il Signore degli Anelli (1978)[]

Boromir (1978)

Boromir (1978).

Nel lavoro di Bakshi il personaggio di Boromir è doppiato da Michael Graham Cox.

Nell'adattamento animato il personaggio di Boromir è stato completamente stravolto: anziché con i tipici tratti numenoreani, in questo cartone animato il capitano di Gondor è stato reso come un nerboruto vichingo dalla folta barba rossa e dall'elmo munito di corna.

Questa scelta è stata oggetto di non poche polemiche sia tra i fan che nella critica.

Trilogia de Il Signore degli Anelli (2001 -2003)[]

Boromir

Boromir, interpretato da Sean Bean.

Nell'adattamento cinematografico di Peter Jackson il personaggio di Boromir è interpretato dall'attore Sean Bean. Sebbene fisicamente il personaggio appaia completamente diverso rispetto al romanzo (biondo e con gli occhi blu anziché che con i tipici tratti numenoreani) psicologicamente l'interpretazione di Sean Bean è abbastanza attinente al profilo definito da Tolkien.

Nel corso del film inizialmente si dimostra abbastanza diffidente nei confronti di Aragorn, molto più che nel libro, e addirittura arriva a mettere in dubbio il diritto al trono del Ramingo, affermando che a Gondor non serve un Re. Durante il viaggio viene più volte tentato dal potere dell'Anello, ma si nota come con il procedere dell'avventura arrivi a maturare rispetto nei confronti di Aragorn, tanto da prospettargli, in una scena della versione estesa del film, il ritorno a Minas Tirith assieme a lui come compagni.

Nel romanzo, egli muore nel secondo volume, ossia ne Le Due Torri (dove viene specificato che, attorno a lui, v'erano una ventina di corpi di nemici), mentre nella versione cinematografica Boromir muore nel finale de La Compagnia dell'Anello.

Boromir appare successivamente anche nelle versioni estese dei due successivi film della trilogia, anche se solamente in alcuni flashback di Faramir e allucinazioni di Denethor. Ne le Due Torri, versione estesa, vengono mostrati i ricordi di Faramir: in uno si vede Boromir in qualità di Capitano vittorioso, che ha guidato la riconquista di Osgiliath alla fine della prima battaglia, e il suo commiato da Faramir e dal padre, con il quale ha un'aspra discussione per difendere il fratello, prima di partire per Gran Burrone. Successivamente si vede Faramir sulle rive dell'Anduin che osserva la barca dove Aragorn, Gimli e Legolas hanno adagiato il suo corpo discendere il fiume Anduin in una sorte di visione onirica.

Nella versione estesa del terzo film della Trilogia, mentre Denethor rimprovera Faramir di aver abbandonato Osgiliaht, arrivando a dire che avrebbe preferito che fosse il secondogenito a morire al posto di Boromir, il Sovrintendente ha una breve allucinazione dove vede il primogenito comparire sorridente alle spalle di Faramir per un breve momento.

Albero Genealogico[]

   
   
   
   
Húrin dell'Emyn Arnen
Sovrintendente di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Pelendur
Sovrintendente di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Vorondil il Cacciatore
Sovrintendente di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Mardil Voronwë
I Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Eradan
II Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Herion
III Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Belegorn
IV Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Húrin I
V Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Túrin I
VI Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Hador
VII Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Barahir
VIII Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Dior
IX Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
Rían
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Denethor I
X Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Due figlie
   
   
Boromir I
XI Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Cirion
XII Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Hallas
XIII Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Húrin II
XIV Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Belecthor I
XV Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Orodreth
XVI Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
Morwen
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Ecthelion I
XVII Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
Sconosciuto
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Egalmoth
XVIII Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Beren
XIX Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Beregond
XX Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Belecthor II
XXI Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Thorondir
XXII Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Túrin II
XXIII Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Turgon
XXIV Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Ecthelion II
XXV Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Due figlie
   
   
Denethor II
XXVI Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
Finduilas di Dol Amroth
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Boromir
Capitano di Gondor
   
   
Faramir
Sovrintendente di Gondor
Principe dell'Ithilien
   
   
Éowyn di Rohan
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Elboron
Sovrintendente di Gondor
Principe dell'Ithilien
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Barahir
Sovrintendente di Gondor
Principe dell'Ithilien
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