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Beren, chiamato anche Beren Erchamion, è un Uomo della Terra di Mezzo, un eroe la cui storia d'amore con Lúthien, un'Elfa, fu una delle più grandi avventure della Prima Era.

Storia

Vita nel Dorthonion

File:Beren e compagni.jpg

Beren e alcuni suoi compagni

Beren era un Edain appartenente alla Casa di Bëor, figlio di Barahir e Emeldir. Visse la propria gioventù nel Dorthonion e giovanissimo prese parte alla sanguinosa battaglia di Dagor Bragollach, che causò la rovina del suo regno. Assieme al padre, ad alcuni compagni scampati e dei sudditi fedeli dette vita ad una grande banda di fuorilegge che condusse una guerriglia senza quartiere contro Morgoth e i suoi servitori, con grande frustrazione dell'Oscuro Signore che non riuscì mai a catturarlo. Tuttavia Morgoth decise un giorno di inviare il suo luogotenente Sauron per stanare i ribelli e questi, obbedendo al suo Signore, riuscì a scovare Beren e i suoi compagni e a tendergli un'imboscata nella quale morirono tutti tranne il Principe, dal momento che si trovava in missione fuori dal covo al momento dell'attacco. Scampato al massacro, Beren seppellì le ossa del padre e si nascose nelle immense foreste del Dorthonion, dove strinse amicizia con gli uccelli e le creature che le popolavano.

In questo periodo Beren si astenne dal mangiare carne e da uccidere creature innocenti, conducendo la sua guerra personale contro tutte le creature di Morgoth che osavano avventurarsi nelle foreste. Non temeva la morte, bensì solo la cattività e, audace e disperato com'era, si sottrasse sia alla morte che ai ceppi; e le gesta di solitaria audacia che compì furono celebrate per tutto il Beleriand, e la loro fama giunse fino al Doriath.

Viaggio verso Sud

Morgoth, quando venne a sapere che Beren era sopravvissuto, mise sulla sua testa un'immensa taglia e sguinzagliò i suoi servi in una caccia spietata al comando di Sauron. Beren fu quindi costretto a fuggire dal Dorthonion, abbandonando la tomba del padre, e si diresse verso le alte regioni del Gorgoroth, i Monti del Terrore. Da qui egli scorse da lontano il Doriath e nacque nel suo cuore il desiderio di scendere nel Regno Celato, luogho che nessun piede mortale aveva ancora calpestato.

Il suo viaggio a sud fu terribile per ripidità dei precipizi degli Ered Gorgoroth e la vicinanza con il deserto di Dungortheb, dove il potere di Sauron si scontrava con il barriera di Melian. Lì abitavano creature oscure, tra cui ragni della perfida razza di Ungoliant e altre creature nate prima della creazione del Sole. Nessuno sa come Beren riuscì a trovare una via attraverso sentieri che nè Uomo, nè Elfo percorsero mai, dal momento che egli non ne parlò mai a nessuno per paura che l'orrore gliene tornasse alla mente.

Incontro con Luthien

File:Beren e Luthìen.jpg

L'incontro tra Beren e Luthien

Così Beren entrò nel Doriath, nascondendosi per molti mesi nei boschi dei Sindar; una sera accadde che mentre era in cerca di cibo, essendo affamato da giorni, vide una ragazza solitaria in una radura: era Lúthien, principessa dei Sindar e figlia di Thingol e Melian, mentre felice e sorridente cantava e danzava alla luna, insieme agli uccelli del bosco sotto una limpida volta celeste, e Beren se ne innamorò perdutamente, dimentacando improvvisamente tutte le fatiche del viaggio. Lui, non conoscendone il nome, la chiamò a gran voce "Tinùviel, Tinùviel!!!" (usignolo della notte); lei lo sentì e si volse a lui, ma spaventata scappò via; tuttavia, col passare dei giorni, i due si incontrarono e avvicinarono sempre di più, finché un giorno si trovarono l'uno di fronte all'altra, e guardandosi negli occhi capirono che i loro destini sarebbero da quel momento stati uniti per sempre. Per molto tempo Beren si nascose nei boschi del Doriath, incontrandosi in segreto con Lúthien, dapprima scambiandosi solo sguardi, e poi passando molto tempo insieme. Fu un periodo felice per entrambi, e Beren sembrava aver dimenticato le sofferenze che il suo popolo, come tutti i figli di Ilúvatar, stava patendo a causa di Morgoth. Ma questi incontri non rimasero segreti a lungo: infatti Thingol sospettava qualcosa dietro alle lunghe assenze della figlia, e le mise dietro delle guardie, che catturarono Beren e lo portarono a Menegroth, al suo cospetto. Lì, Beren si rivelò come erede di Barahir, e davanti allo stupore ed all'orrore generale, dichiarò il suo amore per Lúthien. Tale amore era impossibile, in quanto lui uomo mortale, lei elfa immortale e figlia di una Maiar.

La ricerca dei Silmaril

Thingol rifiutò perciò energicamente e con convinzione di concedergli la mano di Lúthien. Ma in cuor suo, sapeva che non poteva andare contro quel destino così impetuoso, e allora pose una condizione in apparenza insormontabile: Lùthien e Beren avrebbero potuto sposarsi solo ed esclusivamente se l'uomo gli avesse portato uno dei Silmaril incastonati nella Corona Ferrea di Morgoth.

File:Beren e Finrod Felagund.jpg

Beren ottiene l'aiuto di Re Finrond

Lasciato il Doriath, Beren si diresse nel Nargothrond. Qui Beren chiese l'aiuto di Finrod Felagund, il quale conosceva le gesta della Casa di Beor e di suo padre Barahir. Accettò dunque di aiutarlo e con dieci compagni travestiti come un manipolo di Orchi si avventurarono verso Nord. Tuttavia furono scorti da Sauron, che si accorse dell'inganno e li fece catturare e condurre a Tol-in-Gaurhoth. Qui ebbe luogo lo scontro di canti di potere tra Sauron e Felagund ma, benchè quello del Re fosse potente, Sauron prevalse.

Essi furono dunque imprigionati, ma nessuno di loro rivelò il motivo del loro viaggio. Finrod e i compagni che aveva portato con sè morirono delle segrete, ma Beren fu salvato da Lúthien, la quale aveva sentito il pericolo che correva ed era fuggita dalla sorveglianza del padre. Ella con l'aiuto di Huan, il Cane di Valinor dopo varie peripezie riuscì a raggiungere il luogo dove Beren era prigioniero. Huan uccise Draugluin, signore dei Lupi Mannari di Angband, e Thuringwethil, la messaggiera di Sauron, e insieme a Lúthien scacciarono Sauron.

Liberato Beren, essi usarono le spoglie di questi per penetrare con l'inganno in Angband, compiendo la più grande impresa che mai Uomini o Elfi abbiano tentato. Essi giunsero fino al trono di Morgoth, e Lúthien intonò un bellissimo e soporifero canto, che addormentò l'Oscuro Signore. Così Beren staccò con li suo pugnale un Silmaril dalla corona, ma nel tentativo di staccare la seconda gemma, dalla lama si staccò una scheggia che colpì Morgoth sulla gota, il quale lentamente si risvegliò, e il male si scosse nella fortezza. I due, allora, presi dal panico scapparono e giunsero fino alle porte, dove il guardiano, il lupo mannaro Carcharoth - che in precedenza era stato addormentato da Lúthien - ora si era svegliato. Beren tirò fuori il Silmaril e lo rivolse verso il lupo, sperando di allontanarlo, ma Carcharoth spalancò le fauci e mozzò la mano di Beren insieme al gioiello (così fu che Beren venne chiamato Erchamionil Monco). Il lupo, le cui budella bruciavano della fiamma del Silmaril, impazzì ed iniziò a correre senza sosta, travolgendo e uccidendo chiunque trovasse davanti. Lúthien e Beren vennero poi tratti in salvo dalle aquile di Manwë. Beren allora tornò da Thingol, che vide ciò che era accaduto, e finalmente diede il proprio consenso alla loro unione, avendo compreso che Beren era degno dei più grandi di Arda e che nessun potere al mondo avrebbe potuto opporsi alla loro sorte. In seguito, Beren prese parte con Thingol, insieme a BelegMablung e Huan, alla caccia di Carcharoth, il quale avendo dentro di sè un Silmaril era riuscito a superare la Cintura di Melian inoltrandosi nel Doriath.

File:La morte di Beren.jpg

La morte di Beren e Huan

Quando il lupo fu trovato, Huan, il cane di Valinor, lottò con lui e lo uccise, ma a sua volta ne restò ucciso, spirando di fianco a Beren, anch'egli ferito mortalmente. A quel punto il Silmaril fu tratto da Carcharoth e messo nella mano che restava a Beren. Egli, grazie al contatto col gioiello, tornò in vita e lo consegnò a Thingol, compiendo così la sua promessa, e dopo morì definitivamente.

Seconda Vita

Per preghiera di Lúthien, lo spirito di Beren indugiò però nelle Aule di Attesa, riluttante ad abbandonare il mondo per sempre come stabilito dal Fato degli Uomini. Lúthien non poté reggere un tale dolore e ben presto anche la sua anima si allontanò dalla Terra di Mezzo. Arrivata alle Aule di Mandos, ai confini del mondo, ella si inginocchio di fronte al Vala e cantò per lui. Il canto di Lúthien fu il più bello e più triste che mai il mondo udrà, dal momento che ella intrecciò insieme due temi di parole, quello del dolore degli Eldar e quello della pena degli Uomini. Lo stesso Mandos, giudice impassibile, ne fu commosso, e convocò lo spirito di Beren che così si riunì a Lúthien al di là del Mare Occidentale.

Tuttavia, Mandos non aveva il potere di trattenere gli spiriti degli Uomini, nè poteva mutare i destiti dei Figli di Iluvatar. Egli si recò dunque da Manwë, signore dei Valar, che chiese consiglio al suo pensiero più intimo, dove la volontà di Iluvatar si rivelava. Fu così che ad essi fu permesso di tornare insieme nella Terra di Mezzo, ma senza alcuna certezza nè di vita, nè di gioia, e con la condizione che Lúthien rifiutasse l'immortalità del suo popolo.

Così i due vissero nuovamente, e abitarono in Tol Galen in mezzo al fiume Adurant dell'Ossiriand. Lúthien e Beren ebbero un figlio, chiamato Dior, erede di Thingol, considerato uno degli esseri più belli che mai vissero nella Terra di Mezzo, dal momento che in lui scorreva il sangue di Uomini, Elfi e Ainur.

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