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"E parve a Thingol che quell'Uomo fosse dissimile da ogni altro Uomo mortale, e degno dei grandi di Arda, e che l'amore di Lúthien fosse cosa nuova e strana; e s'avvide che nessun potere al mondo avrebbe potuto opporsi alla loro sorte. E finalmente diede il proprio consenso e Beren ricevette la mano di Lúthien davanti al trono del padre di lei."
Il Silmarillion, cap. XIX, "Beren e Lúthien".

Beren, chiamato anche Beren Erchamion, fu un Uomo della stirpe degli Edain appartenente alla Casa di Bëor che visse nel Beleriand durante la Prima Era.

Fu uno dei più grandi eroi della Terra di Mezzo, entrando nella leggenda per la sua storia d'amore con Luthien del Doriath e per aver recuperato uno dei Silmaril dalla Corona Ferrea di Morgoth. Da lui e da Luthien discesero Elrond e la stirpe dei Re di Númenor, ed è un antenato comune sia di Aragorn che di Arwen.

Etimologia

Il nome Beren è di origine Sindarin che significa "Fiero/Baldanzoso".

In seguito gli furono affibiati ii nomi di Camlost (Mano Vuota) ed Erchamion (Monco).

Storia

Vita nel Dorthonion

File:Beren e compagni.jpg

Beren e alcuni suoi compagni sulle rive del lago in un'illustrazione di Ted Nasmith

Beren nacque nel Dorthonion nel 432 PE da Barahir e Emeldir della Casa di Bëor. Visse la propria gioventù nel Dorthonion e giovanissimo prese parte alla sanguinosa battaglia di Dagor Bragollach, che causò la rovina del suo regno.

Assieme al padre, ad alcuni compagni scampati e dei sudditi fedeli dette vita ad una grande banda di fuorilegge che condusse una guerriglia senza quartiere contro Morgoth e i suoi servitori, con grande frustrazione dell'Oscuro Signore che non riuscì mai a catturarlo. Tuttavia Morgoth decise un giorno di inviare il suo luogotenente Sauron per stanare i ribelli; questi servendosi del povero Gorlim, uno dei compagni di Beren che Sauron aveva catturato con l'inganno, riuscì a scovare il nascondiglio dei Fuorilegge di Barahir e a tendergli un'imboscata nella quale morirono tutti tranne Beren, il quale al momento dell'attacco si trovava in missione lontano dal covo.

File:Beren e gli Orchi by Andrea Piparo.jpeg

Beren si appresta ad assalire gli Orchi responsabili della morte dei suoi compagni in un'illustrazione di Andrea Piparo

Una volta ritornato e scoperto il massacro, Beren non si perdette d'animo e una volta seppellite le ossa del padre e dei suoi compagni, si lanciò all'inseguimento della truppa di orchi che aveva perpetrato l'eccidio. Li raggiunse mentre questi si erano fermati a bivaccare e, complice la notte, riuscì ad avvicinarsi abbastanza silenziosamente da non essere visto dalle sentinelle. Per un momento ascoltò i discorsi degli orchi che, soddisfatti della riuscita della missione affidatagli da Sauron, si divertivano rimembrando i particolari del massacro. Quando il loro capo estrasse la mano di Barahir con ancora al dito il suo Anello che si era tenuto come prova da esibire a Sauron, Beren saltò fuori dal suo nascondiglio piombando in mezzo agli orchi e uccidendone diversi; approfittando della confusione venutasi a creare, il giovane uccise l'orco e recuperò la mano di suo padre, per poi sparire nelle tenebre mentre i nemici si affannavano inutilmente a cercarlo.

Dopo questa impresa Beren continuò da solo la guerra di suo padre contro i servi dell'Oscuro Signore, nascondendosi nelle immense foreste del Dorthonion, dove strinse amicizia con gli uccelli e le creature che le popolavano. In questo periodo il giovane si astenne dal mangiare carne e da uccidere creature innocenti, conducendo la sua guerra personale contro tutte le creature di Morgoth che osavano avventurarsi nelle foreste. Non temeva la morte, bensì solo la cattività e, audace e disperato com'era, si sottrasse sia alla morte che ai ceppi; e le gesta di solitaria audacia che compì furono celebrate per tutto il Beleriand, e la loro fama giunse fino al Doriath.

Viaggio verso Sud

Shelob vs Beren

Beren e Shelob.

Morgoth, quando venne a sapere che Beren era sopravvissuto, mise sulla sua testa un'immensa taglia e sguinzagliò i suoi servi in una caccia spietata al comando di Sauron. Beren fu quindi costretto a fuggire dal Dorthonion, abbandonando la tomba del padre, e si diresse verso le alte regioni del Gorgoroth, i Monti del Terrore. Da qui egli scorse da lontano il Doriath e nacque nel suo cuore il desiderio di scendere nel Regno Celato, luogho che nessun piede mortale aveva ancora calpestato.

Il suo viaggio a sud fu terribile per ripidità dei precipizi degli Ered Gorgoroth e la vicinanza con il deserto di Dungortheb, dove il potere di Sauron si scontrava con il barriera di Melian. Lì abitavano creature oscure, tra cui ragni della perfida razza di Ungoliant e altre creature nate prima della creazione del Sole. Sembra che durante l'attraversamento di questa regione abbia combattuto contro Shelob, ma non riuscì ad ucciderla. Nessuno sa come Beren riuscì a trovare una via attraverso sentieri che nè Uomo, nè Elfo percorsero mai, dal momento che egli non ne parlò mai a nessuno per paura che l'orrore gliene tornasse alla mente.

Incontro con Luthien

File:Beren e Luthìen.jpg

L'incontro tra Beren e Luthien

"Aggirandosi d'estate nei boschi di Neldoreth, si imbatté in Luthien, figlia di Thingol e Melian, ed era sera, nel momento in cui la luna saliva in cielo, e Luthien danzava sull'erba sempre verde nelle radure lungo le rive dell'Esgalduin. Ed ecco il ricordo di tutte le sue sofferenze abbandonò Beren, ed egli cadde in preda ad un incantesimo, poiché Luthien era la più bella di tutti i figli di Iluvatar. [...] Ma Luthien scomparve alla vista di Beren, il quale divenne sordo come chi sia in preda d'incantesimo, e a lungo s'aggirò per i boschi, selvaggio e vigile come una belva, cercandola. In cuor suo la chiamava "Tinuviel", che significa Usignolo, come vien detta nella lingua degli Elfi Grigi questa figlia del crepuscolo, perché non sapeva quale altro nome darle. E la scorgeva lontano come foglia ai venti d'autunno e, d'inverno, una stella sopra un colle, ma una catena gli gravava le membra. Vi fu un momento, poco prima dell'alba, la vigilia di Primavera, che Luthien danzava sopra un verde colle; e d'un tratto prese a cantare [...]; e il canto di Luthien sciolse i vincoli dell'inverno, e le acque gelate parlarono e i fiori balzarono su dalla fredda terra là dove si erano posati i suoi piedi. Allora Beren fu liberato dall'incantesimo del silenzio, ed egli la chiamò, invocando Tinuviel; e i boschi eccheggiarono del nome. Luthien si arrestò meravigliata e più non fuggì, e Beren venne a lei."
Il Silmarillion, cap. XIX, "Beren e Lúthien"

Così Beren entrò nel Doriath, nascondendosi per molti mesi nei boschi dei Sindar; una sera accadde che mentre era in cerca di cibo, essendo affamato da giorni, vide una ragazza solitaria in una radura: era Lúthien, principessa dei Sindar e figlia di Thingol e Melian, mentre felice e sorridente cantava e danzava alla luna, insieme agli uccelli del bosco sotto una limpida volta celeste, e Beren se ne innamorò perdutamente, dimentacando improvvisamente tutte le fatiche del viaggio. Lui, non conoscendone il nome, la chiamò a gran voce "Tinùviel, Tinùviel!!!" (usignolo della notte); lei lo sentì e si volse a lui, ma spaventata scappò via; tuttavia, col passare dei giorni, i due si incontrarono e avvicinarono sempre di più, finché un giorno si trovarono l'uno di fronte all'altra, e guardandosi negli occhi capirono che i loro destini sarebbero da quel momento stati uniti per sempre.

File:Beren e Luthien alla corte di Thingol, by Donato Gianicola.jpg

Beren e Luthien alla corte di Thingol

Per molto tempo Beren si nascose nei boschi del Doriath, incontrandosi in segreto con Lúthien, dapprima scambiandosi solo sguardi, e poi passando molto tempo insieme. Fu un periodo felice per entrambi, e Beren sembrava aver dimenticato le sofferenze che il suo popolo, come tutti i figli di Ilúvatar, stava patendo a causa di Morgoth. Ma questi incontri non rimasero segreti a lungo: infatti Thingol sospettava qualcosa dietro alle lunghe assenze della figlia, e le mise dietro delle guardie, che catturarono Beren e lo portarono a Menegroth, al suo cospetto. Lì, Beren si rivelò come erede di Barahir, e davanti allo stupore ed all'orrore generale, dichiarò il suo amore per Lúthien. Tale amore era impossibile, in quanto lui uomo mortale, lei elfa immortale e figlia di una Maiar.

La ricerca dei Silmaril

Thingol rifiutò perciò energicamente e con convinzione di concedergli la mano di Lúthien. Ma in cuor suo, sapeva che non poteva andare contro quel destino così impetuoso, e allora pose una condizione in apparenza insormontabile: Lùthien e Beren avrebbero potuto sposarsi solo ed esclusivamente se l'uomo gli avesse portato uno dei Silmaril incastonati nella Corona Ferrea di Morgoth.

File:Beren e Luthien al cospetto di Thingol by Anke Eißmann.png

Beren e Luthien al cospetto di Thingol e Melian

"Thingol però fissava in silenzio Lùthien; e in cuor suo pensava: “Infelici Uomini, figli di signori da nulla e di regoli, possibile che uno di costoro metta la mano su te, e continui a vivere? “. Poi, rompendo il silenzio, disse: «Vedo l’anello, figlio di Barahir, e m’accorgo che tu sei fiero e che ti ritieni forte. Ma le imprese di un padre, ancorché i suoi servigi siano stati resi a me, non sono sufficienti a conquistare la figlia di Thingol e di Melian. Ordunque, stammi a sentire! Anch’io desidero un tesoro che mi è negato. Infatti, rocce, acciaio e i fuochi di Morgoth custodiscono la gemma che vorrei possedere più di tutti i poteri dei regni degli Elfi. Ma ho udito dire che ostacoli del genere non ti sgomentano. Mettiti dunque per via! Portami, di tua mano, un Silmaril della corona di Morgoth; e quindi, se lo vorrà, Lùthien potrà darti la sua. Perché allora si che potrai avere la mia gemma; e, sebbene il destino stesso di Arda sia contenuto nei Silmaril, pure dovrai dirmi generoso»."
—Thingol sfida Beren a recuperare un Silmaril da Morgoth, Il Silmarillion, cap. XIX, "Beren e Lúthien".
File:Beren e Finrod by Anke Eißmann.jpeg

Belen chiede l'aiuto di Finrod.

Lasciato il Doriath, Beren si diresse nelle terre del Nargothrond intenzionato a chiedere aiuto a Finrod Felagund, che era stato amico di suo padre e si era impegnato ad aiutare i membri della Casa di Bëor. Grazie all'Anello di Barahir Beren riuscì a farsi portare nella reggia del Nargothrond dalle guardie di Finrod e a farsi ricevere dal Re: egli chiese dunque l'aiuto di Finrod Felagund, per portare a termine la sua impresa. Il Re che era di buon cuore e si sentiva vincolato alla promessa fatta a Barahir, accettò dunque di aiutarlo; tuttavia non poté fare affidamento sui suoi sudditi che, aizzati dai Figli di Fëanor, si dichiararono contrari all'impresa del giovane. Sdegnato Finrod rinunciò dunque alla signoria sul Nargothrond, che fu assunta dal nipote Orodreth, e con dieci compagni travestiti come un manipolo di Orchi si avventurarono verso Nord.

File:Beren e Finrod prigionieri by Anke Eißmann.jpg

Tuttavia furono scorti dalle sentinelle di Sauron, che si accorserodell'inganno e li catturarono e condurre a Tol-in-Gaurhoth. Qui Sauron li sottopose a orrende torture per estorcergli il motivo della loro impresa; vedendo però che non otteneva nulla escogitò un modo crudele per ucciderli: trasformatosi in un orrido lupo, Sauron si recava a intervalli regolari nelle celle e uccideva uno dei compagni di Finrod e Beren. Quando fu il turno di Beren Finrod si oppose Sauron e, sfoderando il suo grande potere, ingaggiò un duello di canti e magia contro di lui riuscendo a sconfiggerlo e a salvare Beren, ma soccombendo poco dopo per le ferite.

Nonostante la sconfitta di Sauron la morte per l'eroe, disperato per la morte dell'amico, sembrava solo rimandata, ma Beren fu salvato da Lúthien, la quale aveva sentito il pericolo che correva ed era fuggita dalla sorveglianza del padre. Ella con l'aiuto di Huan, il Cane di Valinor dopo varie peripezie riuscì a raggiungere il luogo dove Beren era prigioniero. Huan uccise Draugluin, signore dei Lupi Mannari di Angband, e Thuringwethil, la messaggiera di Sauron, e insieme a Lúthien scacciarono Sauron.

File:Beren.jpg

Beren estrae un Silmaril dalla Corona Ferrea di Morgoth.

Liberato Beren, essi usarono le spoglie di questi per penetrare con l'inganno in Angband, compiendo la più grande impresa che mai Uomini o Elfi abbiano tentato. Essi giunsero fino al trono di Morgoth, e Lúthien intonò un bellissimo e soporifero canto, che addormentò l'Oscuro Signore. Così Beren staccò con li suo pugnale un Silmaril dalla corona, ma nel tentativo di staccare la seconda gemma, dalla lama si staccò una scheggia che colpì Morgoth sulla gota, il quale lentamente si risvegliò, e il male si scosse nella fortezza.

I due, allora, presi dal panico scapparono e giunsero fino alle porte, dove il guardiano, il lupo mannaro Carcharoth - che in precedenza era stato addormentato da Lúthien - ora si era svegliato. Beren tirò fuori il Silmaril e lo rivolse verso il lupo, sperando di allontanarlo, ma Carcharoth spalancò le fauci e mozzò la mano di Beren insieme al gioiello (così fu che Beren venne chiamato Erchamionil Monco). Il lupo, le cui budella bruciavano della fiamma del Silmaril, impazzì ed iniziò a correre senza sosta, travolgendo e uccidendo chiunque trovasse davanti. Lúthien e Beren vennero poi tratti in salvo dalle aquile di Manwë. Beren allora tornò da Thingol, che vide ciò che era accaduto, e finalmente diede il proprio consenso alla loro unione, avendo compreso che Beren era degno dei più grandi di Arda e che nessun potere al mondo avrebbe potuto opporsi alla loro sorte. In seguito, Beren prese parte con Thingol, insieme a BelegMablung e Huan, alla caccia di Carcharoth, il quale avendo dentro di sè un Silmaril era riuscito a superare la Cintura di Melian inoltrandosi nel Doriath.

File:La morte di Beren.jpg

La morte di Beren e Huan

Quando il lupo fu trovato, Huan, il cane di Valinor, lottò con lui e lo uccise, ma a sua volta ne restò ucciso, spirando di fianco a Beren, anch'egli ferito mortalmente. A quel punto il Silmaril fu tratto da Carcharoth e messo nella mano che restava a Beren. Egli, grazie al contatto col gioiello, tornò in vita e lo consegnò a Thingol, compiendo così la sua promessa, e dopo morì definitivamente.

Seconda Vita a Tol Galen

Per preghiera di Lúthien, lo spirito di Beren indugiò però nelle Aule di Attesa, riluttante ad abbandonare il mondo per sempre come stabilito dal Fato degli Uomini. Lúthien non poté reggere un tale dolore e ben presto anche la sua anima si allontanò dalla Terra di Mezzo. Arrivata alle Aule di Mandos, ai confini del mondo, ella si inginocchio di fronte a Mandos e cantò per lui. Il canto di Lúthien fu il più bello e più triste che mai il mondo udrà, dal momento che ella intrecciò insieme due temi di parole, quello del dolore degli Eldar e quello della pena degli Uomini. Lo stesso Mandos, giudice impassibile, ne fu commosso, e convocò lo spirito di Beren che così si riunì a Lúthien al di là del Mare Occidentale.

Tuttavia, Mandos non aveva il potere di trattenere gli spiriti degli Uomini, nè poteva mutare i destiti dei Figli di Iluvatar. Egli si recò dunque da Manwë, signore dei Valar, che chiese consiglio al suo pensiero più intimo, dove la volontà di Iluvatar si rivelava. Fu così che ad essi fu permesso di tornare insieme nella Terra di Mezzo, ma senza alcuna certezza nè di vita, nè di gioia, e con la condizione che Lúthien rifiutasse l'immortalità del suo popolo. Così i due vissero nuovamente, e abitarono in Tol Galen in mezzo al fiume Adurant dell'Ossiriand. Lúthien e Beren ebbero un figlio, chiamato Dior, erede di Thingol, considerato uno degli esseri più belli che mai vissero nella Terra di Mezzo, dal momento che in lui scorreva il sangue di Uomini, Elfi e Ainur.

Beren recupera Nauglamír by Steamy

Beren recupera la Nauglamír dal corpo del Re dei Nani dopo la battaglia

Dopo la morte di Thingol per mano dei Nani e il saccheggio del Doriath a seguito della Battaglia delle Mille Caverne, Beren e il figlio Dior radunarono un esercito di Elfi Verdi e tesero un'imboscata all'armata dei Nani uccidendoli quasi tutti, mentre i superstiti furono dispersi nelle foreste e divennero preda degli Ent. Dal corpo del Re di Nogrod Beren recuperò la Nauglamír nella quale era stato incastonato il Silmaril e la portò a Luthien a Tor Galen, mentre il figlio Dior andò a Menegroth a reclamare il trono che era stato di suo nonno. Alcuni dicono che il possesso della gemma di Fëanor abbia accelerato lo sfiorire della loro vita e i due sposi si spensero insieme nel 503 PE, venendo sepolti a Tol Galen, mentre la Nauglamír fu portata nel Doriath a Dior.

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