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Beleg, conosciuto anche come Beleg Cúthalion (Arcoforte), fu un elfo del popolo dei Sindar che visse nel Beleriand durante la Prima Era. Assieme allo spadaccino Mablung fu uno dei campioni di Thingol del Doriath e un arciere infallibile. Partecipò alla Caccia a Carcharoth assieme a Beren e Thingol e prese parte alla Nirnaeth Arnoediad in qualità di rappresentante dei Sindar. Fu grande amico di Túrin Turambar, per il quale provò un affetto quasi paterno avendolo visto crescere nelle aule del Menegroth, e con esso combatté numerose battaglie unendosi alla sua banda di fuorilegge. Morì nel 489 PE, ucciso per errore da Túrin che lo pianse a lungo.

Etimologia[]

Il nome Beleg nella lingua Sindarin significa letteralmente "Poderoso". A causa della sua grande abilità con l'arco fu chiamato Cúthalion che in Sindarin significa "Arcoforte".

Biografia[]

Origini[]

Beleg nacque probabilmente nel Doriath durante gli Anni degli Alberi. Non si sa molto della sua giovinezza, ma è probabile che abbia preso parte alla Prima Battaglia del Beleriand contro le armate di Angband assieme a Thingol e a Mablung. Nel 20 PE lui e il suo amico parteciparono alla Mereth Aderthad, la Festa di Riconciliazione voluta da Fingolfin, in qualità di messaggeri del Doriath. Negli anni successivi Beleg ricoprì l'incarico di Protettore dei Confini Settentrionali del Doriath. Beleg si fece la fama di abilissimo arciere e guerriero: con il suo arco Belthronding non mancava mai il bersaglio e inoltre era un maestro nel maneggiare qualsiasi tipo di arma fosse una spada, un'ascia o una lancia. Era inoltre un abile guaritore specializzato nel curare le ferite di guerra e i veleni con cui gli orchi spesso e volentieri cospargevano le proprie armi.

La caccia a Carcharoth[]

Beleg assieme a Mablung fu tra coloro che accompagnarono Re Thingol e Beren Erchamion nella Caccia a Carcharoth. Il Mannaro di Morgoth infatti, grazie al Silmaril ingoiato assieme alla mano di Beren, era riuscito a superare la Cintura di Melian e stava spargendo il terrore dentro i confini del Doriath. Quando il lupo attaccò il gruppo lanciandosi su Beren, Beleg tentò di prendere la mira, ma non potevano scoccare perché timoroso di colpire l'eroe.

La Nirnaeth Arnoediad[]

Mablung e Beleg nella Nirnaeth Arnoediad

Mablung e Beleg durante la Nirnaeth Arnoediad

Nel 470 PE i Noldor formarono con i propri alleati l'Alleanza di Maedhros, con l'intenzione di attaccare Morgoth e ristabilire l'Assedio di Angband rotto anni prima dalla Dagor Bragollach. Thingol tuttavia, furioso con i Figli di Fëanor che avevano cercato di rapire Luthien, rifiutò di inviare il suo esercito a rinforzare i ranghi dell'Alleanza. Comunque Beleg e Mablung convinsero il Re a lasciarli partire perché secondo loro era giusto che qualcuno rappresentasse l'onore del Doriath. Furono gli unici guerrieri di Thingol a prendere parte alla battaglia della Nirnaeth Arnoediad, dove combatterono con valore ma come gli altri eserciti furono alla fine costretti a ritirarsi per non essere uccisi.

Compagno di Turin[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi le voci Gaurwaith, Dor-Cúarthol e Scontro di Amon Rûdh.
Beleg and young Túrin (fragment) by Elena Kukanova

Beleg e il giovane Túrin, Elena Kukanova [2].

Nel 473 PE mentre pattugliava i confini settentrionali, Beleg s'imbatté casualmente in Turin e nei suoi compagni che vagavano senza meta per la foresta e, confusi dagli incantesimi della Cintura di Melian, sarebbero certamente morti di inedia. L'elfo salvò dunque la vita al figlio di Húrin e lo portò nel Menegroth, dove Turin fu benevolmente accolto da Thingol che lo adottò come proprio figlioccio. Negli anni che seguirono Beleg e Turin strinsero una forte amicizia: l'elfo insegnò al giovane tutto ciò che sapeva, erudendolo nell'arte della caccia e del combattimento tanto che Turin divenne uno dei più abili spadaccini del Doriath e neppure un elfo poteva dire di stargli alla pari. Quando fu più grande, Turin fu per un periodo agli ordini di Beleg combattendo nei confini settentrionali e contribuendo a respingere le sempre più frequenti incursioni di Orchi.

Túrin Returns to Find Beleg Being Held Captive by Ted Nasmith

Túrin trova al suo ritorno Beleg prigioniero dei Gaurwaith, Ted Nasmith.

A seguito della morte di Saeros, temendo di essere accusato di assassinio, Turin lasciò il Doriath per il Brethil e si unì ad una banda di fuorilegge noti come Gaurwaith e nel giro di pochi mesi ne divenne il capo. A Beleg questo dispiacque molto e, ottenuta licenza da Thingol, lasciò il Doriath per mettersi in cerca dell'amico: raggiunto il nascondiglio dei fuorilegge mentre Turin era assente, fu da questi catturato e torturato e l'avrebbero probabilmente ucciso se non avessero deciso di aspettare il ritorno dell'eroe che, non appena riconobbe l'amico, ordinò di liberarlo immediatamente. Beleg disse all'amico che Thingol lo aveva perdonato e che poteva ritornare nel Doriath, ma Turin non volle sentire ragioni sostenendo che ormai la sua missione era definita. Così Beleg tornò da Thingol e Melian riferendogli la decisione di Turin, tuttavia chiese nuovamente di partire per unirsi ai Gaurwaith e proteggerlo; Thingol acconsentì e cedette al suo capitano la spada Anglachel, che era stata forgiata per lui da Eöl.

Two Captains by Jenny Dolfen

Beleg e Túrin, Jenny Dolfen.

Beleg si riunì dunque a Turin ad Amon Rûdh e insieme condussero una lotta senza quartiere contro le forze di Morgoth, liberando un'ampia regione dalla sua influenza che divenne nota come Dor-Cúarthol cioè la Terra di Arco e Elmo. Beleg s'inserì bene nella banda dei fuorilegge anche grazie alle sue doti di guaritore che salvarono la vita a molti di loro; tuttavia s'attirò l'ostilità del nano Mîm, che già di suo odiava gli Elfi, quando salvò la vita all'arciere Andróg rendendo vana la maledizione del nanerottolo. L'eco delle gesta di Turin e Beleg si sparse per il Beleriand e molti guerrieri sia Elfi che Edain giunsero nel Dor-Cúarthol ad ingrossare le file dei Gaurwaith, che divennero una vera spina nel fianco per Morgoth. Tuttavia la gloria durò poco: nel 489 PE il nanerottolo Mîm tradì i Gaurwaith rivelando il loro nascondiglio alle forze di Morgoth e guidandole contro di loro. Ci fu una feroce battaglia nella quale tutti i Gaurwaith morirono mentre Turin fu messo ai ceppi e portato via, mentre Beleg venne lasciato indietro ferito e in balia di Mîm che l'avrebbe certamente ucciso se Andróg, il bandito cui aveva salvato la vita, non avesse utilizzato le sue ultime forze per mettere in fuga il nano e liberare l'elfo dalle corde che lo costringevano prima di morire.

La morte[]

Morte di Beleg by Denis Gordeev

Liberatosi grazie al sacrificio di Andróg, Beleg si mise dunque all'inseguimento degli Orchi che avevano attaccato Amon Rûdh e rapito Túrin, sperando di riuscire a salvare l'amico dalle grinfie dei nemici prima che giungesse ad Angband. Durante l'inseguimento s'imbatté in Gwindor, un nobile elfo del Nargothrond che era stato catturato da Morgoth durante la Nirnaeth Arnoediad, il quale era da poco riuscito a fuggire dalle miniere di Angband. Questi indirizzò Beleg sulle tracce degli Orchi che avevano rapito Turin e si fece convincere a seguirlo per tentare di salvare il figlio di Húrin. I due elfi raggiunsero la banda degli orchi durante una sosta e Beleg, preso il suo arco, uccise tutti i mannari che montavano la guardia al perimetro dell'accampamento. Dopo aver spacciato le sentinelle l'elfo s'introdusse non visto nel campo e portò via Túrin che giaceva incosciente a causa delle sevizie inflittegli dagli Orchi durante la marcia. Giunti in una radura poco distante, Beleg estrasse la spada e cominciò a tagliare i legacci che tenevano avvinto Turin, ma per sbaglio ferì di striscio l'amico con la lama. Túrin svegliatosi di soprassalto confuso, temendo che gli Orchi volessero ancora torturarlo, si destò e come una furia si scagliò contro l'amico e, rubatagli la spada, lo uccise prima che Gwindor potesse fermarlo. Così morì Beleg Cúthalion grande arciere e il più fedele degli amici. Turin non si perdonò mai di aver ucciso l'amatissimo amico e da quel momento un'ombra di malinconia calò sul suo spirito.

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