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Questo articolo riguarda la conquista di Osgiliath da parte di Sauron nel 3019 TE. Per altre voci omonime, vedere Battaglia di Osgiliath (Disambigua).

La Seconda Battaglia di Osgiliath fu un breve quanto sanguinoso ed inutile scontro combattuto tra l'11 e il 12 Marzo 3019 TE durante la Guerra dell'Anello. Il giovane capitano Faramir e la guarnigione di Osgiliath tentarono di impedire la conquista della parte occidentale della città alle truppe di Mordor, tuttavia la sproporzione di forze era troppo grande e gli Uomini di Gondor furono costretti a ritirarsi alle mura del Rammas Echor lasciando la città in mano al nemico.

Tale scontro precedette di poco l'inizio dell'Assedio di Gondor.

Antefatti[]

Due giorni dopo essersi separato da Frodo nell'Ithilien, Faramir fece ritorno a Minas Tirith per portare notizie al padre Denethor: mentre stava raggiungendo la città lui e i suoi compagni vennero attaccati dalle Bestie Alate dei Nazgûl sui Campi del Pelennor, rischiando di essere catturati o uccisi, ma vennero salvati dal pronto intervento di Gandalf che a cavallo d Ombromanto si fece incontro ai servi del nemico e li scacciò servendosi dei suoi poteri.

Poco dopo Faramir s'intrattenne in un colloquio con suo padre e Gandalf (al quale partecipò anche Pipino), durante il quale mise a parte i due del proprio incontro con Frodo: Gandalf fu soddisfatto del resoconto fattogli dal giovane, ma Denethor invece non nascose il proprio disappunto e la delusione per la decisione del figlio di non portargli l'Unico Anello, arrivando ad insinuare che le sua azioni avessero condannato il suo popolo alla disfatta, ed ebbe un duro alterco con lo stregone.

Dopo il rimprovero al figlio, il Sovrintendente gli chiese la sua opinione sulla guarnigione di Osgiliath e Faramir rispose che essa non era abbastanza forte, nonostante avesse inviato i Raminghi dell'Ithilien a rafforzarla e che probabilmente non avrebbe resistito a lungo in caso di attacco. Preso atto dell'opinione del figlio Denethor lo mandò a riposarsi, informandolo che il giorno successivo lo avrebbe inviato ad Osgiliath per comandarne le difese.

All'alba dell'11 si ebbe notizia che le forze del nemico stavano cominciando a muoversi e Denethor tenne un consiglio di guerra con tutti i Capitani e Signori della città, tra cui Faramir e Gandalf; dopo aver vagliato la situazione, e nonostante le rimostranze del figlio, il Sovrintendente disse che Osgiliath avrebbe dovuto essere difesa ad oltranza, non fosse altro per ritardare il nemico in vista dell'arrivo dei rinforzi da Rohan.

Gandalf and Faramir by Anke Eißmann

«Tuo padre ti ama, Faramir, e se ne ricorderà prima della fine. Addio!», Anke Eißmann.

"«Ma non cederò il Fiume e il Pelennor senza combattere... Non mi arrenderò, se qui c’è un capitano che abbia ancora il coraggio di fare ciò che il suo sire comanda». Tutti tacquero. Dopo qualche minuto, Faramir parlò: «Sire, non mi oppongo alla tua volontà. Ora che sei privato di Boromir, andrò io, e farò ciò che potrò cercando di sostituirlo nel migliore dei modi... se tu lo comandi». «Io lo comando», disse Denethor. «Allora, addio!», disse Faramir. «Ma se io dovessi ritornare, abbi una migliore opinione di me!». «Dipende da come ritornerai», disse Denethor. Gandalf era stato l’ultimo a parlare con Faramir, prima che questi cavalcasse verso est. «Non gettar via la tua vita per troppa temerità, o per troppa amarezza», gli aveva detto. «C’è bisogno di te qui, e per ben altre cose che la guerra. Tuo padre ti ama, Faramir, e se ne ricorderà prima della fine. Addio!». E così Faramir era di nuovo partito, portando con sé tutti coloro che vollero accompagnarlo e di cui la Città poteva fare a meno."
Il Signore degli Anelli, libro V, cap. IV, "L'Assedio di Gondor"

Lasciato il Consiglio di Guerra, Faramir raccolse alcune centinaia di volontari e si diresse a Osgiliath per assumere il comando della guarnigione, in ossequio alla volontà del padre di tenere la città ad ogni costo.

La battaglia[]

Lo scontro fu terribile, benché fosse preventivato da Faramir: il nemico nelle settimane precedenti aveva avuto modo di costruire di nascosto centinaia di imbarcazioni, con le quali fece attraversare l'Anduin alle sue forze sbarcandole in diversi punti. I soldati di Gondor inizialmente ressero il colpo, riuscendo ad uccidere centinaia di nemici e ad affondare diverse chiatte, tuttavia la sproporzione di forze era immensa e la conquista avrebbe potuto solo essere ritardata.

Inoltre il Re Stregone e i Nazgûl, con i loro passaggi a bordo delle loro Bestie Alate, erano un potente vulnus al morale degli Uomini di Gondor che, quando ne udivano le orribili grida o li sentivano passare sopra la testa, venivano paralizzati dal terrore cessando di combattere dandosi alla fuga.

Alla fine Faramir, reputando inutile perdere uomini in una difesa troppo disperata, ordinò che i fossero fatti evacuare immediatamente i feriti e che ci si ritirasse combattendo verso il Rammas Echor, dove avrebbero potuto opporre una difesa migliore.

A mezzogiorno del 12 Marzo l'antica capitale di Gondor era interamente sotto il controllo delle forze di Sauron.

Conseguenze[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi la voce Assedio di Gondor.

Con la conquista della riva occidentale le forze di Sauron poterono agevolmente gettare ponti e passerelle che permisero di trasbordare facilmente le loro truppe e le macchine d'assedio da una riva all'altra del fiume, permettendogli così di colpire duramente le mura del Rammas Echor e aprirsi la strada verso Minas Tirith.

Adattamenti[]

Il Signore degli Anelli: il Ritorno del Re (2003)[]

La versione cinematografica de Il signore degli Anelli: Il Ritorno del Re di Peter Jackson condensa la battaglia di Osgiliath e la perdita del Rammas Echor (che viene totalmente omesso dalla pellicola) così da far sembrare Gondor molto più debole e impreparato a combattere per aumentare il senso di pathos e di disperazione.

Gli Orchi attaversano il fiume di notte con delle barche e iniziano a combattere contro gli uomini di Faramir, uccidendoli facilmente e brutalmente (all'opposto di quanto avviene nel libro, dove viene descritto che combatterono valorosamente).

La mattina seguente, le truppe di Gondor, dopo aver perso diverse centinaia di uomini, abbandonano la città e si ritirano verso Minas Tirith. I Nazgûl, inseguendo a cavallo delle loro creature alate i soldati in ritirata, uccidono altri soldati ma sono poi allontanati da Gandalf.

A Minas Tirith, Denethor II ordina a Faramir di riprendere Osgiliath. Faramir guida così una compagnia di cavalieri con i 100 uomini rimanenti e prova a riconquistare Osgiliath, ma vengono fermati da una pioggia di frecce degli orchi. L'intera compagnia viene sterminata eccetto per Faramir, che, privo di sensi, è trascinato indietro a Minas Tirith dal suo cavallo.

Viene dunque omesso l'importante ruolo ricoperto dai Cavalieri di Dol Amroth e dal principe Imrahil, zio di Faramir che salvò la vita al nipote.

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