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La Battaglia di Azanulzibar, conosciuta anche come Battaglia di Nanduhirion fu l'ultimo e il più sanguinoso scontro combattuto nella Guerra tra i Nani e gli Orchi.

La battaglia avvenne nel 2799 TE, nella valle di Azanulbizar presso Cancelli Orientali di Moria e vi presero parte i guerrieri di quasi tutte le stirpi dei Nani, unitisi per vendicare la morte di Thrór per mano di Azog il Profanatore. A questo scontro parteciparono anche Thorin e suo fratello Frerin, il quale trovò la morte durante un feroce corpo a corpo contro gli Orchi, mentre il primo si guadagnò il soprannome di Scudodiquercia.

Inizialmente i Nani vennero messi in difficoltà dalla preponderanza numerica dei nemici, ma l'arrivo dei Nani dei Colli Ferrosi (guidati da Náin e suo figlio Dáin) fece volgere le sorti dello scontro a favore delle Sette Casate e Azog stesso trovò la morte per mano di Dáin.

Tuttavia, nonostante la vittoria, le perdite dei Nani erano state tanto pesanti che nessuno volle festeggiare; inoltre la presenza del Flagello di Durin e il rifiuto degli altri clan nanici impedì a Thráin II di tentare la riconquista di Khazad-dûm.

Antefatti[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi la voce Secondo Saccheggio del Monte Gundabad.


Dopo l'uccisione di Thrór da parte di Azog, riferita dall'amico e servitore del re Nár, Thráin II inviò immediatamente dei messi che recassero la notizia a nord, est e ovest; ma ci vollero tre anni per radunare il loro esercito, al quale parteciparono folte schiere inviate dalle Casate di altri Padri; perché questo disonore subìto dall’erede del più anziano della loro razza li empiva di furore.

Quando tutto fu pronto, essi attaccarono e saccheggiarono una dopo l’altra tutte le fortezze degli Orchi, da Gundabad al Gaggiolo. Ambedue le parti erano spietate, e vi furono morti e stragi di notte e di giorno. Ma i Nani avevano la vittoria in pugno grazie alla loro forza, alle loro insuperabili armi e al fuoco della loro ira; essi inseguirono Azog in tutte le conche e le valli delle montagne. 

La battaglia[]

Infine, tutti gli Orchi superstiti si rifugiarono a Moria, e l’esercito dei Nani, inseguendoli, giunse ad Azanulbizar. Era questa una grande valle che giaceva fra i contrafforti delle montagne intorno al lago del Kheled-zâram e faceva parte dell’antico reame di Khazad-dûm. Quando i Nani videro il cancello delle loro ancestrali dimore lanciarono un urlo che rimbombò come un tuono nella valle.

Ma un grosso esercito nemico era radunato sulle pendici tutt’intorno, e dal cancello si riversò una moltitudine di Orchi che Azog aveva tenuti di riserva. Sulle prime la fortuna fu contro i Nani, perché era un cupo giorno d’inverno senza sole, e gli Orchi erano temerari, decisi e assai superiori di numero; inoltre disponevano della posizione più favorevole. Iniziò così la Battaglia di Azanulbizar, al ricordo della quale ancor oggi gli Orchi rabbrividiscono e i Nani piangono.

Il primo assalto dell’avanguardia condotta da Thràin II fu respinto con molte perdite, ed egli costretto a ritirarsi in un bosco di grandi alberi che s’innalzavano non lungi dal Kheled-zâram. Lì caddero Frerin, suo figlio, e Fundin suo parente, e molti altri; sia Thràin che Thorin rimasero feriti.

Vengeance by Steamey

Dáin mostra la testa mozzata di Azog, Steamey.

Altrove le sorti della battaglia oscillavano in mezzo a grandi carneficine, finché all’improvviso arrivarono le schiere provenienti dai Colli Ferrosi e decisero le sorti della battaglia. Giunti dopo gli altri e ancora freschi, i guerrieri di Náin, figlio di Grór, caricarono gli Orchi sterminandoli fin sulle soglie di Moria. Fu allora che Azog fece la sua sortita da Moria con la sua guardia di Uruk lanciando la sua sfida contro Náin che lo affrontò in duello ma venne ucciso.

Fu allora che Dáin, il giovane figlio di Náin, si fece avanti e combatté contro Azog riuscendo infine ad ucciderlo e a tagliargli la testa. Gli orchi, disorientati per la morte del loro capo, caddero dunque in preda al terrore e quelli che non furono uccisi fuggirono. Dáin entrò nei cancelli di Moria ma uscì quasi subito, sconvolto dalla vista del Flagello di Durin, che aveva visto acquattato nei corridoi ringhiante e terribile.

Thráin II, ormai nuovo Re del Popolo di Durin, incitò i Nani a riconquistare Moria ma i capi degli altri clan rifiutarono dicendo che non era ancora giunto il momento e che la vittoria di quel giorno aveva richiesto un prezzo troppo alto. Così i Nani si ritirarono: spogliarono i propri morti, così da non lasciare nulla nelle mani degli orchi, e bruciarono i corpi per impedirne la profanazione. La testa di Azog fu mozzata e posta in cima ad una picca: nella sua bocca fu infilato il sacchetto di monete di rame che Azog aveva lanciato a Nár in segno di scherno.

Conseguenze[]

A seguito della battaglia le Montagne Nebbiose e il nord della Terra di Mezzo conobbero un lungo periodo di pace, dovuto al fatto che gli orchi avevano subito perdite così pesanti da non rappresentare più una minaccia per quasi un secolo e mezzo.

Adattamenti[]

Lo Hobbit: un Viaggio Inaspettato (2012)[]

Azanulbizar battle 2012

La Battaglia di Azanulbizar, nella Trilogia de "Lo Hobbit".

Nella seconda trilogia di Peter Jackson la battaglia viene presentata in alcuni flashback di Thorin e alti Nani membri della sua Compagnia ma con sensibili differenze rispetto al libro: innanzitutto Thrór muore combattendo contro Azog nella battaglia, mentre nel libro era stato assassinato alcuni anni prima; viene fatto sembrare inoltre che solo il Popolo di Durin, e non la coalizione delle Sette Casate dei Nani, abbia partecipato alla battaglia e viene inoltre omesso l'arrivo di Náin e Dáin con i Nani dei Colli Ferrosi.

Altre differenze fondamentali sono che Azog sopravvive alla battaglia, seppur mutilato da Thorin che guida la riscossa dei Nani, e che molti dei personaggi che in seguito faranno parte della Compagnia di Erebor (come Dwalin, Óin e Gloin) vi avrebbero partecipato, anche se in realtà all'epoca dei fatti erano troppo giovani o addirittura bambini.

Nel complesso, la battaglia presentata nel film di Jackson non rispecchia in alcun modo, salvo alcune piccole parti, quella descritta nel libro de Lo Hobbit e nelle appendici de Il Signore degli Anelli, risultando qualcosa di completamente diverso.

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