La Battaglia delle Mille Caverne fu un sanguinoso scontro combattuto tra i Nani di Nogrod e i Sindar del Doriath per il possesso della Nauglamír e del Silmaril incastonatovi, nel 503 PE. La battaglia si concluse con la vittoria dei Nani e la morte di molti insigni capitani dei Sindar, tra cui il valoroso Mablung. Questo scontro segnò l'inizio del declino del regno del Doriath.
Antefatti[]
Dopo la morte di Thingol ad opera degli artigiani Nani da lui chiamati a lavorare sulla Nauglamír, le guardie del Doriath guidate da Mablung diedero una caccia spietata agli assassini del Re, uccidendone la maggior parte e recuperando il gioiello da essi rubato. Tuttavia non tutti i Nani vennero uccisi e due superstiti, invasati dalla brama di possedere la collana e desiderosi di vendetta, riuscirono a raggiungere Nogrod dove raccontarono una storia falsa, sostenendo che gli Elfi avevano teso loro un vile agguato. Il Re di Nogrod Naugladur, persuaso da queste bugie, mobilitò dunque il suo esercito e lo preparò a marciare contro il Doriath e chiese ai Nani di Belegost di unirsi a lui nella vendetta, ma questi, comprendendo che c'erano molte lacune nel racconto dei due artigiani, rifiutarono il loro aiuto e anzi cercarono di convincere Naugladur a non intraprendere azioni avventate, ma rimasero inascoltati. Nel frattempo Melian, disperata per la morte del marito, dopo diversi giorni di lutto abbandonò il proprio corpo mortale e il suo spirito se ne andò a Ovest del Mare e con lei si dissolse la Cintura di Melian, che impediva al Doriath di essere invaso dai nemici del Re.
La battaglia[]
Senza la cintura a proteggerne i confini, il Doriath fu dunque invaso dalle schiere di Naugladur che giunsero inattese a Menegroth e colsero di sorpresa i Sindar, ancora impegnati nel lutto per la morte di Thingol. Mablung e Celeborn cercarono di organizzare una resistenza e combatterono duramente i Nani nelle aule sotterranee di Menegroth, ma questi, oltre ad essere molto numerosi, erano esperti nei combattimenti in gallerie e, nonostante le gravi perdite, riuscirono a spezzare la resistenza dei Sindar e uccisero Mablung costringendo alla fuga i superstiti e saccheggiando le aule di Thingol, impossessandosi della Nauglamír. Fu un giorno estremamente luttuoso per tutti gli Elfi che da allora provarono un sordo rancore nei confronti dei Nani.
Conseguenze[]
Dopo il saccheggio i Nani di Nogrod, che avevano perso almeno la metà dei propri guerrieri, ritornarono verso gli Ered Luin carichi di bottino e, soprattutto, con la Nauglamír. Ciò che non avevano messo in conto era che alcuni messaggeri del Doriath avevano raggiunto Tol Galen e avvertito Beren e suo figlio Dior del massacro di Menegroth. Padre e figlio dunque, desiderosi di vendicare Thingol e i Sindar caduti nella battaglia, radunarono un esercito di Elfi Verdi, abilissimi arcieri, e attesero i Nani al guado del fiume Gelion e li massacrarono tutti, mentre i superstiti che cercarono scampo nelle foreste caddero vittime degli Ent. Beren dunque recuperò il SIlmaril, mentre Dior si recò nel Doriath per rivendicare il trono che era stato di suo nonno. Alcuni ritengono che dietro questo scontro vi sia stata la mano di Morgoth, maestro in questi inganni, che in questo modo indebolì i suoi avversari creando tra i Nani e gli Elfi un profondo rancore che perdurò nelle ere successive, e creò le condizione per il declino del Doriath, il regno che dopo Gondolin più intralciava i suoi piani di dominio.