La Battaglia del Fosso di Helm, o più correttamente Battaglia di Hornburg, fu una dura battaglia combattuta durante la Guerra dell'Anello nella notte tra il 4 e il 5 Marzo 3019 TE presso il Fosso di Helm, la più importante fortezza del regno di Rohan.
Tale battaglia vide contrapporsi i soldati di Rohan, guidati da Théoden con l'aiuto di Aragorn e altri membri della Compagnia dell'Anello, contro un grande esercito di Uruk-hai, Orchi e Dunlandiani fedeli a Saruman.
Questo fu il primo scontro durante il quale un esercito invasore sia riuscito a provocare una breccia nelle mura della fortezza, mettendo a repentaglio la vittoria dei difensori. Tuttavia la vittoria arrise alfine ai Popoli Liberi della Terra di Mezzo, grazie all'aiuto insperato di Erkenbrand e dei suoi soldati radunati da Gandalf, i quali attaccarono il nemico alle spalle massacrandolo e costringendolo alla rotta.
Altro ruolo importante ebbero gli Ucorni e gli Ent, i quali durante la battaglia si posizionarono all'imboccatura della Valle e poi sterminarono le migliaia di Orchi e Uruk-hai in fuga.
Antefatti[]
Liberato dalla maligna influenza di Saruman con la cacciata di Grima, Re Théoden decise di abbandonare la città di Edoras, ritenuta indifendibile, inviando il suo popolo nella fortezza di Dunclivo sotto la guida di sua nipote Éowyn, mentre lui e la guarnigione della città si sarebbero diretti al Fosso di Helm la più sicura fortezza del regno, per attirare così le forze di Isengard per affrontarle in un luogo dove la loro superiorità numerica avrebbe potuto ben poco.
Mentre Théoden, Éomer, Aragorn, Legolas e Gimli guidavano la ritirata verso la fortezza, Gandalf si diresse nell'Ovestfalda per radunare le forze dei Rohirrim disperse e portare aiuto agli assediati. La colonna della guarnigione di Edoras, forte di 1000 cavalieri, giunse nella fortezza dove al momento si erano rifugiati 1000 soldati (tra cavalieri, fanti e arcieri) particolarmente demotivati, poiché sembrava che Erkenbrand, Maresciallo dell'Ovestfalda, fosse stato ucciso e le sue truppe disperse. Dunque i guerrieri disponibili all'interno della fortezza ammontavano all'incirca a 2000 uomini che, tuttavia, sarebbero stati impossibilitati a resistere a un lungo assedio, anche per la presenza di buona parte della popolazione della regione rifugiatasi all'interno della fortezza.
Forze in campo[]
Rohan e alleati[]
I Rohirrim si trovano praticamente da soli ad affrontare le preponderanti forze di Saruman. A seguito della Seconda Battaglia dei Guadi dell'Isen, l'esercito di Rohan si trovava infatti completamente disorganizzato, con importanti comandanti come Théodred ed Erkenbrand caduti o dispersi e soldati demotivati o dispersi a loro volta. Prima dell'arrivo di Théoden assieme alla Guardia Reale e alla guarnigione di Edoras (equivalenti a circa un migliaio di cavalieri), all'interno della fortezza di Aglarond vi si trovavano poco più di mille soldati, anche se molti erano o troppo anziani oppure troppo giovani, e per questo erano stati lasciati da Erkenbrand a presidio della fortezza.
All'inizio della battaglia le forze di Rohan equivalevano dunque a poco più di duemila soldati, i quali solo alla fine vennero raggiunti da altri duemila fanti e cavalieri guidati da Erkenbrand e Gandalf.
Durante la notte dei combattimenti inoltre, mentre le forze di Isengard erano impegnate nell'assalto alla fortezza, centinaia di Ucorni guidati da 3 Ent si assieparono all'imboccatura della Valle Profonda.
Saruman e alleati[]
Contro la fortezza di Aglarond lo stregone Saruman riversò praticamente tutto il potenziale bellico di Orthanc: dalla fortezza di Isengard vennero inviati contro i Rohirrim più di quindicimila orchi tra Uruk-hai e Orchetti, oltre ad un grande numero di Uomini del Dunland, antichi nemici di Rohan alleatisi con Saruman per vendetta.
In totale le forze di Saruman all'inizio della battaglia schieravano contro gli uomini di Rohan quasi ventimila guerrieri, in un rapporto di quasi 5 a 1 rispetto alle forze totali impiegate in battaglia dai Rohirrim.
La battaglia[]
L'assalto alle mura e la breccia[]
Nella notte tra il 3 e il 4 marzo 3019 TE le truppe di Saruman giunsero nella valle per dare l'assalto alle mura della fortezza. Questi presero quasi immediatamente d'assalto la Diga di Helm, la quale viene abbandonata quasi subito dai difensori ritenendola indifendibile, ma riuscendo comunque ad infliggere gravi perdite agli assedianti.
Riversatesi al di là della diga, le forze di Saruman attaccarono con ferocia le Mura Fossato, che vennero difese con tenacia dai soldati di Rohan, i quali, guidati da Éomer e da Aragorn, riversano sul nemico una pioggia di frecce e pietre uccidendo moltissimi nemici. Aragorn, Legolas, Gimli ed Éomer contribuirono ad uccidere un gran numero di orchi e a respingere diverse scale che nel frattempo il nemico riusciva ad appoggiare alle mura.
I primi assalti si risolsero in un nulla di fatto per l'esercito di Saruman, che subì pesanti perdite senza riuscire a sfondare i cancelli del Trombatorrione, anche grazie ad Aragorn Gimli ed Éomer che, attraverso una porta segreta, compirono tre sortite uccidendo decine di Uruk-hai e Uomini del Dunland,ed impedendogli così di sfondare la porta con gli arieti.
Nonostante la fiera resistenza dei difensori, che fino all'ultimo impedirono agli assedianti di prendere le mura, alla fine gli Uruk si risolsero ad utilizzare un pericoloso intruglio esplosivo creato da Saruman, detto "Fuoco di Isengard", per abbattere la grata che proteggeva il canale di scolo al centro delle mura fossato creando una breccia.
- "Mentre parlavano udirono uno squillo di trombe; poi un fragore, un bagliore di fiamma, e fumo. Le acque del Fiume Fossato si riversarono fuori le mura sfilando e spumeggiando: nulla più le conteneva, un grande buco si apriva nelle mura squarciate. Una schiera di figure nere irruppe all'interno della cinta. "Diavolerie di Saruman!" Esclamò Aragorn. "Mentre parlavamo sono di nuovo penetrati nel cunicolo, e hanno acceso il fuoco di Orthanc sotto i nostri piedi. Elendil! Elendil!", gridò lanciandosi giù a difendere la breccia"
- —Il Fuoco di Orthanc, Il Signore degli Anelli, libro III, cap. VII, "Il Fosso di Helm"
Aragorn e i Rohirrim cercarono di proteggere la breccia creata dalle diavolerie di Saruman, ma la pressione delle forze di Isengard si rivelò insostenibile e, pur sempre combattendo e facendo pagare caro al nemico il terreno conquistato, i difensori cominciarono ad arretrare verso l'interno.
Ormai liberi di penetrare all'interno delle mura, i guerrieri di Isengard aumentarono la pressione sui difensori: Aragorn e Legolas riuscirono a ritirarsi con una parte dei Rohirrim all'interno del Trombatorrione, mentre Éomer e Gimli furono separati dal gruppo e costretti a rifugiarsi all'interno delle Caverne Scintillanti assieme a coloro che non avevano fatto in tempo a raggiungere la fortezza principale, fortificando l'ingresso delle grotte grazie a massi preparati in precedenza sotto la guida del nano, per cercare di resistere e proteggere i civili ivi asserragliatisi.
All'interno del Trombatorrione dunque andò in scena l'ultima disperata resistenza degli Uomini di Rohan, che tuttavia cominciavano ad accusare la stanchezza e le perdite subite.
La sortita di Théoden e l'arrivo di Gandalf e Erkebrand[]
Proprio quando gli Uruk stanno per sfondare il cancello Théoden, rifiutando di morire "come un tasso in trappola", decise di lanciare una grande sortita contro il nemico in modo di dare tempo ai civili di fuggire attraverso i passaggi che dalle Caverne Scintillanti portavano alle montagne e al contempo guadagnarsi una morte gloriosa sul campo qualora le cose fossero andate male. Egli offrì a Aragorn e a Legolas la possibilità di cavalcare al proprio fianco nell'ultima carica, e il ramingo accettò. Prima che venissero suonati i corni della carica, Aragorn volle recarsi davanti al cancello per lanciare la propria sfida alle forze di Saruman che si preparavano all'assalto finale.
- "Ma mentre cadeva il cancello e gli Orchi tutt’intorno urlavano preparandosi alla carica, un mormorio si levò dietro di loro, come un vento lontano, e divenne tosto il clamore di molte voci che gridavano all’alba strane notizie. Gli Orchi sulla Roccia, udendo gemiti e lamenti, esitarono e si voltarono a guardare. Allora, improvviso e terribile, dalla torre sopra di loro squillò il grande corno di Helm. Tutti coloro che lo udirono tremarono. Molti Orchi si gettarono in terra bocconi coprendosi le orecchie con le grinfie."
- —Il Signore degli Anelli, libro III, cap. VII, "Il Fosso di Helm".
Così all'alba del 4 marzo Théoden dette ordine ai suoi uomini di suonare il Corno di Helm, il cui potente boato terrorizzò e disorientò gli Orchi e, assieme a Aragorn, Éomer, Legolas e alcune centinaia di uomini si lanciò in una disperata carica contro i nemici respingendoli dal Trombatorrione ed inseguendoli nella piana.
- "In mezzo al clamore apparve il re. Il suo cavallo era bianco come neve, d’oro era lo scudo e lunga la lancia. Alla sua destra cavalcava Aragorn, l’erede di Elendil, e dietro di lui i signori della Casa di Eorl il Giovane. La luce si diffuse nel cielo. La notte scomparve. «Avanti Eorlingas!». Con un urlo e un grande fragore partirono alla carica. Come un boato giù dai cancelli, come un uragano sul ponte, come vento fra l’erba travolsero nel loro galoppo le schiere di Isengard. Dal Fosso alle loro spalle giunsero le grida risolute degli uomini che irrompevano fuori dalle caverne scacciando il nemico. Tutti coloro che si trovavano sulla Roccia si riversarono giù nella vallata, mentre fra le colline continuava a echeggiare il suono di trombe squillanti. Cavalcarono senza sosta il re ed i suoi compagni. Capitani e campioni cadevano o fuggivano innanzi a loro. Né Uomini né Orchi potevano resistere. Le loro schiene erano rivolte verso le spade e le lance dei Cavalieri, e le loro facce verso la vallata. Gridavano e gemevano, perché il giorno era giunto recando terrore e meraviglia."
- —Il Signore degli Anelli, libro III, cap. VII, "Il Fosso di Helm".
Tuttavia l'azione di Théoden contro nemici ancora superiori di numero, si sarebbe potuta trasformare in un massacro se, proprio nel momento in cui i guerrieri di Saruman si stavano riavendo dalla sorpresa, da est non fosse giunto il suono dei corni dei Rohirrim: Gandalf infatti, mentre la battaglia per la difesa di Aglarond infuriava, era riuscito a trovare Erkenbrand e, percorrendo le pianure dell'Ovestfalda a cavallo di Ombromanto a radunare una forza di 2000 cavalieri e fanti per correre in soccorso degli assediati.
Mentre ciò accadeva i soldati intrappolati nelle Caverne Scintillanti si lanciarono a loro volta in una sortita guidati da Éomer e Gimli, prendendo il nemico tra tre fuochi. Disorientati e disorganizzati gli Uruk-hai e gli Orchi cominciarono a sbandarsi e, mentre pochi gruppi ostinati di Dunlandiani e Uruk-hai cercavano di opporre resistenza, la maggior parte dell'esercito di Saruman si diede a una disordinata fuga.
Tuttavia i fuggiaschi ebbero la malaugurata idea di cercare riparo in un bosco poco distante, misteriosamente materializzatosi durante la notte, non sapendo che in realtà gli alberi di quel bosco erano centinaia di terribili Ucorni di Fangorn i quali, bramosi di vendetta per gli alberi tagliati dagli orchi di Isengard, fecero strage dei nemici senza lasciare nessun superstite.
Esito e conseguenze[]
Nonostante le pesanti perdite, tra i quali anche Háma, comandante della Guardia Reale, alla fine i Rohirrim riuscirono ad infliggere una secca sconfitta a Saruman e a sterminare praticamente tutto il suo esercito: infatti tutti gli Uruk-hai e orchetti vennero uccisi o in combattimento, oppure ad opera degli Ucorni, mentre centinaia di Dunlandiani caddero prigionieri nelle mani dei Rohirrim.
Costoro ricevettero un trattamento inaspettatamente magnanimo, anche perché Saruman li aveva convinti che i Rohirrim non facessero prigionieri: sotto la sorveglianza dei soldati di Erkenbrand, gli Uomini del Dunland vennero costretti a separare i cadaveri umani da quelli degli Orchi e degli Uruk, e a riparare la breccia nelle mura inferiori. Una volta svolti questi incarichi i Dunlandiani, scalzi e disarmati, vennero poi riaccompagnati sotto scorta armata nelle loro terre di origine.
Dopo l'annientamento del proprio esercito Isengard, che mentre infuriava la battaglia era stata attaccata dagli Ent, cessò di rappresentare una minaccia per i Popoli Liberi della Terra di Mezzo, permettendo a Rohan di radunare le forze e correre in aiuto di Gondor contro Sauron.
Adattamenti[]
Film[]
Il Signore degli Anelli (1978)[]
In questo adattamento di Bakshi si è cercato rendere la battaglia piuttosto fedelmente, alternando scene animate a scene girate al rotoscopio. Tuttavia, sebbene fedele allo spirito non è stata molto apprezzata né dalla critica né da molti fan, i quali l'hanno ritenuta a lungo una zuffa confusa e priva di coordinazione.
Inoltre in questo film Éomer non combatte all'interno della fortezza ma giunge assieme a Gandalf con i soccorsi al posto di Erkenbrand, similmente a quanto accadrà nella trilogia di Peter Jackson.
Il Signore degli Anelli: Le Due Torri (2002)[]
La scena della battaglia è nel secondo film della trilogia di Peter Jackson una delle scene madri. Tuttavia nonostante l'ambientazione piuttosto fedele e la spettacolarità delle scene di battaglia, è stata uno degli episodi de Il Signore degli Anelli ad essere stato più rimaneggiato nella versione cinematografica rispetto a quella cartacea.
Mentre nel libro l'idea di rifugiarsi nella fortezza era stata addirittura suggerita da Gandalf, nel film Théoden decide di rifugiarvisi assieme alla popolazione di Edoras, che nel libro invece raggiungeva Dunclivo guidata da Éowyn, scatenando il disappunto dello stregone che avrebbe voluto che il Re affrontasse l'esercito nemico sul campo, una scelta che a posteriori si sarebbe rivelata suicida. Inoltre nel film si dice che i difensori della fortezza erano poco più di 300, quando nel romanzo viene detto che sono almeno 2000, e vengono raggiunti da un battaglione di 300 Elfi guidati da Haldir, inviato da Elrond su pressione di Galadriel.
Altra mancanza che spicca nel film è la totale assenza degli Uomini del Dunland, che pure rappresentavano una parte cospicua dell'esercito di Saruman, e la scelta del regista di presentare l'esercito di Isengard come composto unicamente da Uruk-hai.
In comune con l'adattamento di Bakshi è l'assenza di Éomer all'interno della fortezza, che giungerà invece al posto di Erkenbrand assieme a Gandalf e ai rinforzi.
Altra differenza è la sortita finale: mentre nel libro è lo stesso Théoden a proporla poiché si rifiuta di morire come "un tasso intrappolato nella sua tana", nel film è Aragorn a spronare un Théoden, ormai sfiduciato e rassegnato, a caricare il nemico.