- "Molti tuttavia respinsero l'invito, preferendo la luce delle stelle e i vasti spazi della Terra-di-mezzo al fruscio degli Alberi; e sono questi gli Avari, i Riluttanti, i quali allora si divisero dagli Eldar, né più si ricongiunsero prima che molte ere fossero passate."
- —Il Silmarillion, cap. III, "L'Avvento degli Elfi e la Cattività di Melkor".
Gli Avari erano una stirpe di Elfi di cui facevano parte tutti quei Quendi, appartenenti sia alla stirpe dei Teleri che dei Noldor, che preferirono rimanere presso le sponde del Cuiviénen piuttosto che intraprendere il Grande Viaggio verso Aman. Furono con tutta probabilità i primi Elfi con cui vennero in contatto gli Uomini e dai quali questi impararono la favella e la musica. Sembra inoltre che Morgoth abbia creato i Moriondor e gli altri Orchi servendosi di Avari da lui tradotti prigionieri in Utumno e Angband.
Nomi ed etimologia[]
Il nome Avari deriva dal Quenya e significa letteralmente "I Riluttanti". In Telerin sono noti anche come Abari o Moripendi (equivalente del Quenya Moriquendi). In Sindarin sono altresì noti coi nomi di Evair, Morben o Mornedhel.
Descrizione[]
Aspetto e carattere[]
Come tutti i Primogeniti di Ilúvatar gli Avari sono immortali e amano la natura in tutte le sue forme. Il loro popolo era composto per metà da Elfi appartenenti alla stirpe dei Noldor e per l'altra da Teleri, dunque in loro erano presenti le caratteristiche di entrambe le stirpi. Dalle poche informazioni conosciute su di essi si sa che avevano perlopiù i capelli neri e gli occhi grigi, oltre ad essere piuttosto alti e aggraziati.
Caratterialmente erano più diffidenti rispetto ai loro parenti che avevano conosciuto lo splendore della Luce di Valinor, anche se solo di riflesso, ma con tutti gli altri Elfi condividevano l'amore per la musica e la natura.
Lingua e cultura[]
Gli Avari parlano una propria lingua detta Avarin, che discende dalla lingua comune di tutti i Quendi e in particolare da quella parlata dai primi Teleri.
Non essendosi essi recati a Valinor ed essendo rimasti praticamente estranei all'influenza degli Eldar più civilizzati, gli Avari hanno un modus vivendi decisamente più "primitivo" rispetto ai loro parenti partiti per l'Ovest.
Storia[]
Origini[]
Per approfondire, vedi le voci Risveglio degli Elfi e Grande Viaggio. |
All'inizio essi si svegliarono assieme agli altri Elfi nei pressi del Cuiviénen nell'anno 1050 AA e Morgoth fu il primo tra i Valar a venirne a conoscenza; ne approfittò così per instillare il terrore nei loro cuori, apparendo nelle vesti di un grande cavaliere nero e facendo rapire coloro che si addentravano nei boschi da soli. Fu da questi prigionieri che l'Oscuro Signore, per mezzo di terribili e crudeli arti, creò la razza degli Orchi in spregio a quella che era l'opera di Ilúvatar e dei suoi fratelli. Quando Oromë giunse tra loro alcuni, spaventati dalle menzogne e dalle apparizioni di Melkor, fuggirono nei boschi all'arrivo del Valar mentre altri rimasero sospettosi nei confronti dell'essere.
Quando nel 1104 AA, a seguito di quella che era stata la Seconda Guerra delle Potenze, Ingwë, Finwë ed Elwë ritornarono da Valinor non tutti si lasciarono convincere così, mentre le tre stirpi degli Eldar intrapresero il Grande Viaggio, una parte corposa di Elfi appartenenti alle stirpi dei Noldor e dei Teleri scelse di rimanere presso le acque del Cúivienen. Da allora essi vennero detti "Avari", ovverosia "i Riluttanti".
Prima Era[]
Dei secoli successivi al Grande Viaggio degli Avari si sa molto poco, anche perché furono praticamente isolati dalle vicende della Terra di Mezzo che si svolgevano tra il Beleriand e le terre ad est degli Ered Luin, e i loro unici contatti erano con le casate dei Nani che vivevano nelle montagne del lontano Est. Viene tuttavia detto che essi furono coloro che per primi incontrarono gli Uomini, quando questi si svegliarono nella regione dell'Hildorien; ad essi gli Avari insegnarono i rudimenti della lingua e della musica e inoltre parlarono loro delle Grandi Potenze che vivevano nel lontano Ovest, instillando negli antenati degli Edain la curiosità e la voglia di raggiungere la Luce di Valinor.