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"Aulë è dotato di potenza poco inferiore a quella di Ulmo. il suo dominio si esercita su tutte le sostanze onde è fatta Arda. All'inizio molto ha operato di conserva con Manwë e Ulmo; e sua fattura è la plasmazione di tutte le terre. Egli è un fabbro maestro di tutti i mestieri, e trae diletto da lavori di abilità, ancorché minuti, non meno che dalla possente edificazione d'un tempo. Sue sono le gemme che giacciono nel profondo della Terra, suo l'oro bello da tenere in mano, non meno delle pareti dei monti e dei bacini dei mari. I Noldor hanno imparato soprattutto da lui, che è sempre stato loro amico. Melkor ne era geloso, perché Aulë era assai più simile a lui per mente e potere; [...]. Entrambi desideravano anche far cose proprie, le quali fossero nuove e impensate da altri, e ricavavano piacere dalla loro lode per la loro abilità. Aulë però restava fedele a Eru, assoggettando alla sua volontà tutto ciò che faceva; e non invidiava le opere altrui, ma domandava e offriva consiglio."
Il Silmarillion, Valaquenta, "I Valar".

Aulë è un Ainu appartenente alla schiera dei Valar, il più potente dopo Manwë e Varda e a pari merito con Ulmo, annoverato tra gli Aratar. Fu colui che fabbricò tutte le sostanze di cui Arda fu composta ed è il patrono di tutte le arti, i mestieri e della conoscenza stessa della materia; pur traendo piacere dalla creazione di cose nuove non è ossessionato dal dominio e ciò lo pone in completa antitesi con Melkor, il quale invece invidia le creazioni degli altri Valar e ha sempre cercato di assoggettarle alla sua volontà.

Egli è lo sposo si Yavanna, la patrona della natura e di tutto ciò che cresce, con la quale vive a Valinor nel Palazzo di Aulë.

Dopo la formazione di Arda, le prime grandi opere di Aulë furono i luminari di Illuin e Ormal, la catena che legò Melkor, Angainor, i vascelli per il Sole e la Luna.

Fu inoltre il padre della razza dei Nani, che creò prima della venuta dei Figli di Ilùvatar per l'impazienza di avere qualcuno a cui insegnare la sua arte, ma venne ripreso da Eru il quale comunque, capendo in fondo la buona fede di Aulë, adottò i Nani tra i suoi figli a condizione che si svegliassero dopo gli Elfi.

Etimologia[]

Aulë è un nome di origine Quenya che significa letteralmente "Colui che inventa le cose". Sempre in Quenya viene chiamato anche Návatar, ovverosia "Padre dei Nani".

Altri nomi con i quali è conosciuto sono Aȝūlēz in Valarin, Óli o Ôl in Sindarin, mentre i Nani si riferiscono a lui come Mahal, ovvero "Creatore".

Descrizione[]

Aspetto e carattere[]

Nelle opere di Tolkien non viene specificato l'aspetto di Aulë, tuttavia si può desumere che come i suoi fratelli, al momento di discendere in Arda abbia assunto la forma di una figura umana possente; alcuni ipotizzano che possegga una barba e una chioma fluenti, avendo egli a sua volta creato i Nani con lunghe barbe e capelli.

Caratterialmente Aulë aveva una personalità semplice, con una grande passione nel creare nuove cose e oggetti, ed essere lodato per questo ed in ciò era simile a Melkor, anche se ha sempre sottomesso le sue creazioni alla Volontà di Eru, senza mai voler dominare o invadere il campo dei propri fratelli. Altra differenza con Melkor era che Aulë non era mai invidioso delle creazioni degli altri, ma cercava e dava consigli da chiunque. Traeva gioia dalle sue creazioni, ma non ne era geloso e una volta finito un lavoro passava subito ad un altro, senza mai accaparrarsi o possedere nulla. Questo era motivo di conflitto con Melkor, che lo invidiava: infatti il Vala ribelle, ogni volta che ne aveva occasione, cercava di guastare le sue opere, costringendo Aulë a mettervi nuovamente mano per ripararle.

Poteri e attributi[]

Aulë tra tutti i Valar è colui che possiede i poteri più vicini a quelli di Ilùvatar; egli è infatti in grado di creare un innumerevole varietà di oggetti e, nonostante non abbia accesso alla Fiamma Imperitura, fu in grado addirittura di creare una nuova vita. È uno dei Valar più potenti, secondo per importanza solo a Manwë e Varda al pari di Ulmo, ed è stato lui ad aver creato le sostanze di cui è fatta Arda, oltre ad averla ricostruita dopo la distruzione causata da Melkor prima del Risveglio degli Elfi con la distruzione delle Lampade. La sua forza risiede nella costruzione di nuove cose, ed è vicina ad essere all'antitesi della forza di distruzione di Morgoth.

Opere[]

Nel corso delle ere Aulë si è prodigato nella creazione di diverse opere tra cui le più famose sono:

Maiar di Aulë[]

Come tutti i Valar, tranne Niënna, anche Aulë ha al suo servizio una schiera di Maiar che lo aiutano nel compimento della sua opera. In quanto addentro a molti dei segreti di Arda ed esperti dei segreti della creazione, i Maiar di Aulë sono considerati tra i più potenti della loro stirpe. Famosi Maiar che servirono Aulë furono:

  • Mairon: in seguito noto come Sauron, fu tra i più potenti, se non il più potente, tra i Maia che servirono Aulë. Egli si servì della suo conoscenza della struttura di Arda sia nella Prima Era come luogotenente di Morgoth, sia nella Seconda e nella Terza come padrone di sé stesso. Quando tentò di corrompere gli Elfi nella Seconda Era, uno dei nomi che assunse fu Aulendil, che significa "Devoto ad Aulë".
  • Curumo: in seguito noto come Saruman, fu inviato nella Terra di Mezzo come Capo degli Istari e, almeno nelle intenzioni dei Valar, avrebbe dovuto aiutare i Popoli Liberi nella loro lotta contro le forze del male. Tuttavia lo studio delle arti del Nemico ne corruppe l'animo e alla fine tradì la sua missione tentando d'impadronirsi dell'Unico Anello con l'obiettivo di sostituirsi a Sauron come nuovo Signore degli Anelli.

E' interessante notare che due dei più grandi Maia inviati nella Terra di Mezzo e che caddero nell'Oscurità erano in origini entrambi associati ad Aulë. La ragione di questo è che probabilmente questo è l'ordine più associato con la creazione, l'abilità e, tramite questi, con il potere. Gli spiriti di volontà più debole spesso nelle opere di Tolkien cadono preda della brama di potere, e questi non fanno eccezione.

Biografia[]

La creazione di Arda e il rapporto con Melkor[]

Essendo egli un Fabbro, è il Vala con pensieri e poteri più simili a Melkor, per il fatto che entrambi amavano creare cose proprie che fossero nuove e impensate da altri e ricavavano piacere dalla lode per queste; ma Aulë rimaneva fedele a Eru, assogettando tutto ciò che faceva alla sua volontà, e non invidiava le opere altrui mentre Melkor ne era invidioso e desiderava controllarle e sovvertirle.

Durante la Musica degli Ainur Aulë fu uno dei maggiori artefici della creazione delle sostanze che componevano Arda, lavorando in stretta collaborazione con Manwë e Ulmo. Fu colui che immaginò e dette origine alla sostanza di cui è fatta la terra, e quando discese in Arda si schierò al fianco dei suoi fratelli contro la perfidia di Melkor: tra i due infatti vi fu una lotta serrata, poiché per ogni cosa che Aulë creava, Melkor tentava di corromperla o distruggerla, costringendo il Valar a mettere nuovamente mano alle proprie opere per cercare di porre rimedio ai danni.

Durante la Prima Guerra delle Potenze si prodigò assieme a Uinen per riportare alla ragione il Maia Ossë, allora in aperta ribellione a Ulmo e tentato di unirsi a Melkor, e alla fine riuscì a convincerlo a riconciliarsi con il Signore delle Acque.

A seguito della prima sconfitta di Melkor, Aulë sposò Yavanna, la Valar della Natura e delle cose che crescono, e fu l'artefice di molte cose tra cui le più importanti furono senza dubbio le Due Lampade (Iluin e Ormal), le prime luci a illuminare Arda, e le dimore dei Valar sull'isola di Almaren. Tutte queste opere furono però rovinate quando Melkor ritornò in Arda e distrusse le Lampade, convincendo i Valar a ritirarsi a Valinor e obbligando nuovamente Aulë a porre mano al suo lavoro per cercare di riparare i danni

Il trasferimento a Valinor e la Creazione dei Nani[]

Dopo che Melkor ebbe distrutto Almaren, i Valar si trasferirono nel lontano continente occidentale di Aman, e qui edificarono il proprio reame noto come Valinor. Tutti dettero il proprio contributo e Aulë fu un lavoratore instancabile, costruendo la maggior parte delle case dei suoi fratelli, tra cui spiccavano la reggia di Ilmarin sulla cima di Taniquetil, dimora di Manwë e Vardam e le Aule di Mandos.

Egli stesso edificò per sé una dimora immensa, dotata di grandi fucine, dove con i Maiar del suo seguito si dedicava alla creazione di molte cose belle, che subito condivideva con i propri fratelli, con estrema generosità e nessuna gelosia.

Una volta che i lavori per la costruzione di Valinor furono terminati, ai Valar non restò che attendere il risveglio dei Figli di Ilúvatar, la cui venuta era stata preconizzata dallo stesso Eru durante la Musica degli Ainur. L'attesa tuttavia non faceva che lacerare Aulë, il quale era impaziente di avere degli allievi ai quali tramandare le proprie conoscenze.

Aulë and the Seven Fathers by Ted Nasmith

Aulë crea i Padri dei Nani, Ted Nasmith.

"Si narra che i Nani furono inizialmente creati da Aulë nell’oscurità della Terra di Mezzo; Aulë desiderava, infatti, tanto ardentemente l’avvento dei Figli, così da potere avere degli allievi a cui insegnare la propria sapienza e le proprie arti, da non voler attendere il compimento dei disegni d’Ilúvatar. E Aulë creò i Nani così come essi sono tuttora, perché le forme dei Figli che dovevano venire non erano chiare nella sua mente e perché il potere di Melkor si estendeva ancora sulla Terra; ed egli desiderava quindi che essi fossero forti e inflessibili. Ma, temendo che gli altri Valar potessero biasimarne l’opera, li plasmò in segreto: ed egli fece per primi i Sette Padri dei Nani in un’aula sotto le montagne della Terra di Mezzo."
Il Silmarillion, cap. II, "Aulë e Yavanna".

Divorato dall'impazienza Aulë decise di non aspettare il momento scelto da Ilùvatar per la comparsa degli Elfi, così di nascosto ai suoi fratelli (avendo paura che lo biasimassero, si mise a lavorare ad un progetto segreto che avrebbe dovuto in qualche modo stemperare la sua impazienza. Il Valar compì dunque la maggiore delle proprie opere creando una razza di essere viventi: i Nani.

Egli non aveva una chiara idea di come sarebbero stati fatti i Figli di Ilùvatar e, anche a causa del caos scatenato da Melkor, li fece forti e inflessibili così da non poter essere facilmente dominati da altri. Aulë tuttavia, poiché non possedeva la Fiamma Imperitura, non aveva il potere creare delle creature dotate di un pensiero libero e indipendente, capaci di muoversi in autonomia, così queste si sarebbero mosse solamente quando il pensiero del Valar sarebbe stato su di loro.

Dopo aver completato la loro creazione, egli inziò a istruirli con un linguaggio che egli aveva inventato per loro, il Khuzdul, e ad insegnargli i primi rudimenti della metallurgia e della scultura. Fu allora che Ilùvatar gli parlò, chiedendogli perchè avesse cercato di superare il suo potere e la sua autorità tentando di creare nuova vita.

Aulë Prepares to Destroy His Children by Ted Nasmith

Aulë si appresta a distruggere i Padri dei Nani, Ted Nasmith.

" [...] E la voce di Ilùvatar gli disse: « Perché hai fatto questo? Perché hai tentato ciò che sai trascendere il tuo potere e la tua autorità? Che tu hai avuto da me quale dono il tuo proprio essere soltanto, e null'altro; sicché le creature della tua mano e della tua mente possono vivere soltanto grazie a tale essere, muovendosi quando tu pensi di muoverle e, quando il tuo pensiero sia altrove, giacendo in ozio. È dunque questo il tuo desiderio? ». Allora Aulë rispose: «Non desideravo un siffatto dominio. Desideravo cose diverse da me, da amare e ammaestrare, sì che anch'esse potessero percepire la bellezza di Eä, da te prodotta. Mi è parso infatti che in Arda vi sia spazio sufficiente per molte creature che in essa possano gioire, eppure Arda è perlopiù ancora vuota e sorda e nella mia impazienza sono caduto preda della follia. Ma la creazione di cose è nel mio cuore per come sono stato creato da te; [...] Ma cosa farò ora io affinché tu non resti in collera con me per sempre? Come un figlio a suo padre ti offro queste cose, l'opera delle mani che tu hai creato. Fanne ciò che vuoi, ma non è forse meglio che io distrugga l'opera della mia presunzione?» E Aulë sollevò il grande martello ode colpire i Nani; e pianse."
—Il Silmarillion, cap. II, "Aulë e Yavanna".

Mortificato dalle parole di Eru, Aulë rispose che il pensiero della creazone gli era stato acceso in lui da Ilùvatar, ma non aveva mai pensato di esercitare alcun dominio su di loro: ciò che egli aveva desiderato erano solo degli altri esseri viventi da amare e ai quali insegnare ad apprezzare la bellezza del mondo e che solo adesso si rendeva conto di quanto fosse stato accecato dall'arroganza. Ammise che la sua impazienza lo aveva guidato alla follia e rimise le sue creazione alla volontà di Ilùvatar, offrendosi di distruggere egli stesso la sua creazione qualora fosse stata ritenuta offensiva da Eru.

Disperato e con le lacrime agli occhi, Aulë afferrò un grande martello e fece per schiacciare i Sette Padri dei Nani; ma come i Nani si ritrassero spaventati davanti a quella vista, Ilùvatar bloccò la sua mano, mostrandogli in tal modo che egli aveva già accettato i Nani all'interno della creazione donandogli uno spirito proprio, senza il quale non avrebbero provato paura e sarebbero stati fermi di fronte alle sue martellate.

"Ma Ilúvatar provò compassione per Aulë e il so desiderio, a cagione della sua umiltà; ed i Nani indietreggiarono di fronte al martello ed ebbero paura, e chinarono il capo implorando misericordia. E la voce di Ilúvatar disse ad Aulë: «Ho accettato la tua offerta dal momento stesso in cui ne hai creato l'oggetto. Non vedi che queste creature hanno vita propria e che parlano con voci proprie? Altrimenti non si sarebbero ritirati davanti al tuo colpo, né ad alcun comando della tua volontà.» E allora Aulë lasciò cadere il martello e fu lieto, e rese grazie a Ilúvatar dicendo:« Che Eru benedica la mia opera e la perfezioni»"
—Il Silmarillion, cap. II, "Aulë e Yavanna".

Era tuttavia nel disegno di Ilùvatar che gli Elfi avrebbero dovuto essere i primi a risvegliarsi e a camminare in Arda; ordinò dunquead Aulë di nascondere i Nani in luoghi remoti, ponendoli in un lungo sonno, dove avrebbero dovuto attendere un momento più adatto per il loro risveglio.

La Guerra delle Potenze e la venuta degli Elfi a Valinor[]

Quando giunse la notizia del Risveglio degli Elfi, Aulë fu tra i più entusiasti della notizia e assieme ai suoi fratelli sostenne la decisione di muovere guerra all'Oscuro Signore; egli forgiò le armi e le corazze delle armate dei Valar e inoltré creò Angainor, una speciale catena magica con la quale Tulkas legò Melkor dopo aver scoperchiato la fortezza di Utumno e aver sconfitto le sue armate. Dopo che Melkor venne imprigionato nelle Aule di Mandos si pose il dilemma su cosa fare dei Primogeniti, e Aulë fu tra i più ferventi sostenitori dell'idea di offrire agli Elfi la possibilità di trasferirsi a Valinor, impaziente com'era di trasmettergli le proprie conoscenze.

Quando le tre stirpi dei Primogeniti giunsero in Valinor, i Noldor diventarono gli allievi di Aulë e tra loro emersero grandi fabbri come Mahtan e creatori di gemme. Il più grande allievo di Aulë fu indubbiamente Fëanor, figlio del Re Supremo dei Noldor Finwë, il quale da lui imparò l'arte della creazione delle gemme, che ora è ormai dimenticata, e che gli permise la creazione della sua opera maggiore, ovverosia i Silmaril stessi, anche se spesso l'elfo provava fastidio quando qualcuno diceva che doveva ringraziare Aulë per la sua abilità.

Aulë trasmise moltissime delle sue conoscenze ai Noldor per quanto riguardava la forgiatura dei metalli e la creazione di gioielli, tuttavia non insegnò mai ai suoi allievi fu la forgiatura delle armi anche perché i Valar ritenevano che i Primogeniti, abitando al sicuro nel reame beato, non ne avessero bisogno; tuttavia Melkor, quando fu rilasciato dalla sua prigionia, cominciò a diffondere la menzogna nei cuori dei Noldor e insegnò loro i segreti della forgiatura delle armi, cosa che procurò grande dolore e preoccupazione ad Aulë.

Dopo la Fuga dei Noldor, quelli che tornarono indietro sotto il comando di Finarfin si autonominarono Aulendur, Seguaci di Aulë.



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