Aredhel, conosciuta anche come Aredhel Ar-Feiniel, la Bianca Dama dei Noldor era la figlia di Fingolfin e Anairë, era inoltre la sorella di Fingon, Turgon, Argon. Nel 319 PE, perdutasi nella foresta di Nan Elmoth, incontrò e sposò Eöl l'Elfo Scuro e da questa unione nacque un figlio cui fu dato il nome di Maeglin. Morì nel 400 PE a Gondolin colpita da un giavellotto avvelenato originariamente destinato al figlio.
Etimologia[]
Il nome Aredhel è di origine Sindarin e significa "Nobile Elfa". Il titolo Ar-Feiniel è anch'esso Sindarin e vuol dire "Bianca Dama". In Quenya essa era nota col nome di Irissë che significa "Dama Desiderabile".
Biografia[]
Origini e la Fuga dei Noldor[]
Aredhel nacque a Valinor nell'anno 1362 AA, lo stesso di sua cugina Galadriel. Visse i primi anni della sua vita nella città di Tirion assieme alla sua famiglia. Quando i Noldor, istigati da Fëanor, decisero di abbandonare Aman per dare la caccia a Melkor essa partì assieme al padre e ai fratelli per raggiungere il Beleriand. Ella faceva parte della schiera dei Noldor lasciata indietro da Fëanor e alla quale toccò attraversare l'Helcaraxë patendo terribili sofferenze.
Tuttavia riuscì a sopravvivere e a raggiungere il Nevrast assieme alla maggior parte delle sua gente e ai suoi familiari. Nonostante ciò che Fëanor aveva fatto a Fingolfin e alla sua gente, ella mantenne sempre cordiali rapporti con i cugini, recandosi spesso in visita presso le loro residenze. Per un po' di tempo dimorò nella casa di suo fratello Turgon presso le aule di Vinyamar, per poi trasferirsi con lui nella città di Gondolin nell'anno 116 PE.
L'incontro con Eöl e la nascita di Maeglin[]
Dopo due secoli di reclusione all'interno di Gondolin, Aredhel si sentiva soffocare dalla reclusione cui suo fratello la costringeva, così nel 315 PE chiese a Turgon di lasciarla uscire dalla valle di Tumladen per andare a far visita alla cugina Galadriel, che era andata in sposa al nobile Celeborn del Doriath, e anche ai cugini Curufin e Celegorm, cui era legata da sincera amicizia.
Inizialmente Turgon era riluttante a concedere il suo permesso alla sorella, tuttavia finì per lasciarsi convincere. Il fratello permise ad Aredhel di lasciare Gondolin, sebbene fosse convinto che da ciò sarebbe derivato del male sia per lei che per lui e quando la sua sorella partì da Gondolin il suo cuore ne fu rattristato. Aredhel lasciò Gondolin nel 316, assieme a tre signori della casa di Turgon che le avrebbero fatto da scorta e si recò a Menegroth dove risiedeva la cugina e si fermò con lei per alcuni mesi.
A causa di una deviazione imposta da sentinelle di frontiera del Doriath, Aredhel fu costretta a passare assieme alla sua scorta per un'altra via che portava ai territori dei Figli di Fëanor, senza tuttavia entrare nel Doriath stesso. La via passava tra le valli infestate degli Ered Gorgoroth e le difese settentrionali del Doriath. Come i viaggiatori si avvicinarono alla regione del Nan Dungortheb, le ombre da cui vennero avvolti fecero sì che Aredhel si sviasse dai suoi compagni e si perdette. Grazie tuttavia alla sua impavidità e al suo cuore fermo giunse infine nello Himlad, terra dove Celegorm e Curufin dimoravano in quel tempo. I due tuttavia non erano in casa e comunque le loro genti invitarono Aredhel a restare. La necessità di spazi aperti dell'elfa tuttavia fece sì che un giorno si perdesse nel bosco di Nan Elmoth, dove venne vista da Eöl, che stese i suoi incantesimi in modo di attirarla sempre più vicino alla sua dimora, ove si presentò ad Aredhel e la condusse all'interno, prendendola poi in moglie.
Da questa unione nel 320 PE nacque un figlio, cui fu dato il nome di Maeglin, che in Sindarin significa "Sguardo Tagliente". Per evitare che Aradhel l'abbandonasse, Eöl fece un incantesimo che la legasse al figlio e le impedisse di abbandonare Nan Elmoth senza di esso.
Egli trasmise al figlio la propria arte di fabbro e se lo portò appresso durante i suoi frequenti viaggi presso i suoi amici Nani di Belegost e Nogrod. Aredhel invece raccontava a Maeglin storie sulla sua stirpe, sulla gloria di Turgon e decantava le meraviglie di Gondolin.
La Fuga da Nan Elmoth e la morte[]
Nell'anno 400 PE Maeglin, ormai cresciuto e spinto dall'ambizione di diventare un principe dei Noldor, convinse la madre a fuggire da Nan Elmoth mentre Eöl era impegnato in uno dei suoi frequenti viaggi presso i Nani.
I due dunque fuggirono con non poche difficoltà e raggiunsero la città di Gondolin dove furono accolti a braccia aperte da Turgon, felice di rivedere la sorella che riteneva morta da tempo. Tuttavia i due fuggiaschi furono inseguiti da Eöl, il quale giunse a Gondolin e venne catturato dalle guardie che lo tradussero davanti al Re.
Qui Eöl pretese che gli venissero riconsegnati la moglie e il figlio, ma Turgon negò recisamente ogni concessione, ma, su intercessione della sorella, non lo condannò a morte ma gli propose di trasferirsi a Gondolin e lì vivere il resto dei suoi giorni. Eöl, invasato dal suo odio per i Noldor, estrasse dal mantello un giavellotto e lo scagliò contro Maeglin, sostenendo di preferirlo morto piuttosto che con i Noldor. Tuttavia Aredhel si frappose tra l'arma e il figlio e venne colpita alla spalla dalla lancia.
Turgon, furioso, avrebbe egli stesso ucciso Eöl, ma Aredhel spalleggiata da Idril convinse il fratello a graziare il marito. Il giavellotto, però, era avvelenato e nel corso della notte gli effetti del veleno fecero effetto; Aredhel, dopo una notte di sofferenze, morì. Ciò segnò la sorte di Eöl, che fu condannato ad essere gettato da un dirupo.