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Angainor è la mitica catena magica creata dal Vala Aulë per incatenare Melkor dopo la Seconda Guerra delle Potenze e tenerlo segregato nelle Aule di Mandos.[1] Fu in seguito utilizzata nuovamente per legare Melkor dopo la Guerra d'Ira.[2]

Etimologia[]

Angainor è un termine Quenya. Il significato di questo nome non è chiaro. Christopher Tolkien lo associa alla parola Quenya anga che significa "ferro".[3] Tuttavia, la versione precedente Qenya del nome, Angaino, viene citata con il significato di "oppressore" o "tormentatore" e J.R.R. Tolkien stesso fu molto chiaro nel suo non essere legata etimologicamente a "ferro".[4] Deriva quindi dalla radice ŋahya che significa "dolore, ferita" poi divenuta nay ovvero "che causa dolore/tormento/lamento".[5]

In Noldorin (Gnomico) era nota come Gainu.[4]

Descrizione[]

Angainor era una grande catena di tilkal, una lega in grado di inibire i poteri magici dei Valar che ne erano avvolti. Il suo colore variava dal verde brillante al rosso a seconda della luce e possedeva tutte le proprietà dei sei metalli che la componevano, più altre uniche: aveva una durezza, una lucentezza e una morbidezza maggiori di qualunque materiale sia mai esistito o mai esisterà.[6]

Malgrado i suoi sforzi Aulë riuscì ad ottenere solo una modesta quantità di tilkal tanto che fu in grado di aggiungerne solo un poco per ciascun anello. In compenso forgiò due manette, dette Vorotemnar, e quattro ceppi, detti Ilterendi, in puro tilkal.[6]

La catena aveva un'enorme peso, tanto da affaticare persino Tulkas.[7] Era inoltre così lunga che Melkor si ritrovò avvolto trenta volte nella sua lunghezza.[7]

Storia[]

The Captivity of Morgoth by Jacek Kopalski

Morgoth tradotto in giudizio davanti al Cerchio del Destino, Jacek Kopalski.

Aulë creò la catena per imprigionare Melkor alla fine della Seconda Guerra delle Potenze. Quando le porte di Utumno vennero infrante, Tulkas affrontò Melkor in veste di campione dei Valar e lo sconfisse. Dopodiché, Melkor fu legato con Angainor e trascinato davanti all'Anello del Destino affinché fosse giudicato.[1] In una versione precendente del legendarium, i Valar riuscirono invece ad incatenare Melkor con l'astuzia fingendo una resa e facendo leva sul suo sconfinato orgoglio.[7]

I Valar decretarono dunque che Melkor rimanesse per tre ere degli Anni degli Alberi (quasi tremila anni) rinchiuso nelle Aule di Mandos incatenato con Angainor. Trascorse le tre ere Melkor fu sciolto dalla prigionia, ma la catena fu conservata.[8]

Alla fine della Guerra d'Ira, Angainor fu utilizzata nuovamente per legare Melkor mentre la Corona Ferrea con cui aveva indossato i Silmaril fu trasformata in un collare. Il Vala ribelle fu quindi scaraventato nel Vuoto Esterno, oltre la Porta della Notte.[2]

La profezia di Mandos riguardo alla Dagor Dagorath afferma che Melkor riuscirà in futuro a liberarsi da Angainor e irromperà dalla Porta della Notte distruggendo il Sole e la Luna, dando così inizio all'ultima battaglia.[9]

Curiosità[]

Tolkien trasse l'ispirazione per Angainor dalla catena Gleipnir della mitologia norrena, utilizzata dagli Æsir per legare il lupo Fenrir. Come Angainor, oltre ad essere pressoché indistruttibile, era caratteristicamente composta da sei metalli diversi.

Note[]

  1. 1,0 1,1 Il Silmarillion, "Quenta Silmarillion", cap. III, "L'avvento degli Elfi e la cattività di Melkor"
  2. 2,0 2,1 Il Silmarillion, "Quenta Silmarillion", cap. XXII, "Il viaggio di Eärendil e la Guerra d'Ira"
  3. Il Silmarillion, Appendice, "Etimi dei nomi Quenya e Sindarin"
  4. 4,0 4,1 J.R.R. Tolkien, Gnomish Lexicon, pubblicato in Parma Eldalamberon 11 (1995)
  5. J.R.R. Tolkien, Qenya Lexicon, pubblicato in Parma Eldalamberon 12 (1998)
  6. 6,0 6,1 The History of Middle Earth, Vol. I: The Book of Lost Tales Part One, cap. IV, pp. 106-107
  7. 7,0 7,1 7,2 The History of Middle Earth, Vol. I: The Book of Lost Tales Part One, cap. IV, pp. 107, 111, 123
  8. Il Silmarillion, "Quenta Silmarillion", cap. VI, "Fëanor e la liberazione di Melkor"
  9. The History of Middle Earth, vol. IV, "The Shaping of the Middle Earth", cap. II, "The Earliest Silmarillion - The Sketch of the Mythology"
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