- "«Questo è un oggetto il cui valore supera ogni tua immaginazione, anche solo per la sua antichità. Non ha potere; può procurarti soltanto la stima di coloro che amano la mia casa. Non ti aiuterà, ma se mai ne avessi bisogno la mia stirpe te lo riscatterà con grandi provviste di tutto ciò che desideri»."
- —Arvedui consegna l'Anello di Barahir al capo dei Lossoth, Il Signore degli Anelli, Appendice A, parte III, "Eriador, Arnor, e gli Eredi di Isildur".
L'Anello di Barahir, noto anche come Anello di Felagund, è forse una delle reliquie più preziose del popolo dei Dúnedain ed esso, assieme allo Scettro di Annuminas e ai frammenti di Narsil, entrò a far parte del tesoro dei Re dei Dúnedain della Terra di Mezzo durante la Terza Era.
L'anello traeva la sua importanza dal fatto che esso era lo stesso anello che durante la Prima Era Finrod Felagund, Re del Nargothrond, diede a Barahir, padre di Beren l'eroe, come pegno della propria amicizia e perpetua alleanza.
Descrizione[]
Di seguito è riportata la descrizione dell'anello nel Silmarillion:
- " [...] e vi splendevano sopra le gemme che i Noldor avevano fabbricato in Valinor. L'anello, infatti, era simile a due serpenti intrecciati, i cui occhi erano smeraldi, e le loro teste si univano sotto una corona di fiori d'oro, che l'uno reggeva e l'altro divorava: era questo l'emblema di Finarfin e della sua casata."
- —Il Silmarillion, cap. XIX, "Beren e Lúthien".
L'anello non possiede alcun potere magico ma è comunque uno degli oggetti più antichi presenti nella Terra di Mezzo.
Alcuni, come lo stesso Gandalf, dicono che fu forgiato probabilmente dallo stesso Fëanor durante gli Anni degli Alberi a Valinor, il che fa supporre che questo oggetto abbia come minimo settemila anni.
É dunque di molto antecedente agli Anelli del Potere, che vennero forgiati a metà della Seconda Era.
Storia[]
Origini e Prima Era[]
L'Anello fu forgiato a Valinor dai Noldor ed era uno dei tesori che essi portarono con sé nella propria fuga verso la Terra di Mezzo. Alcuni sostengono che sia stato dato da Finarfin in persona al proprio figlio Finrod al momento di separarsi.
L'Anello rimase dunque in possesso del Re Elfico per diversi secoli, almeno fino alla Dagor Bragollach; durante la battaglia Finrod cadde in un'imboscata degli orchi, ma fu soccorso da Barahir della Casa di Bëor e dai suoi uomini che accorsero in forze prendendo alle spalle i nemici e massacrandoli. Come ricompensa per il suo atto eroico Finrod promise a Barahir e alla sua discendenza eterna amicizia e, come pegno per la sua promessa, gli consegnò il suo anello, che da allora divenne noto come Anello di Barahir.
Il gioiello rischiò di andare perduto nel 460 PE con la morte di Barahir: infatti Gorgol, capitano degli Orchi che uccisero Barahir e i suoi compagni, prese con sé la mano destra di Barahir e il suo anello per portare a Sauron la prova di aver ucciso i Fuorilegge del Dorthonion. Tuttavia Beren uccise Gorgol e recuperò l'anello per poi fuggire. Egli si servì del gioiello per provare a Thingol la sua appartenenza alla Casa di Bëor quando giunse nel Doriath e, in seguito, gli fu utile per farsi portare da Finrod nel Nargothrond ed ottenere il suo aiuto nel tentativo di recuperare i Silmaril.
In seguito Beren passò l'anello a suo figlio Dior ed egli a sua volta lo diede a sua figlia Elwing e da lei giunse a Elros che lo portò a Númenor.
Seconda Era e la rovina di Númenor[]
L'Anello entrò dunque a far parte dei tesori della Casa di Elros e passò di Sovrano in Sovrano finché Tar-Elendil non lo dette in custodia a sua figlia Silmariën assieme ad altri tesori e attraverso lei passò ai Signori di Andúnië.
Dopo la distruzione di Númenor il gioiello fu tra i tesori che Elendil riuscì a salvare e a portare con sé nella Terra di Mezzo.
La Terza Era[]
L'Anello da Isildur passò ai suoi discendenti del Regno di Arnor e fu per secoli uno dei simboli di regalità del regno assieme allo Scettro di Annúminas e all'Elendilmir.
Dopo la divisione del Regno l'anello rimase in possesso dei Re dell'Arthedain che lo tramandarono di generazione in generazione. L'ultimo Re Arvedui lo affidò prima di morire al capo dei Lossoth che l'avevano ospitato dicendogli che i suoi eredi lo avrebbero riscattato con qualunque cosa avesse chiesto. L'anello venne dunque recuperato e affidato assieme ad altri tesori ad Elrond, il quale si assunse il compito di tramandarli ai discendenti della Linea di Isildur.
Nel 2951 TE l'Anello giunse infine nelle mani di Aragorn assieme ai frammenti di Narsil e altri tesori della sua casata. Nel 2980 TE sul colle di Cerin Amroth a Lothlórien egli lo dette come anello di fidanzamento a Arwen Undómiel, figlia di Elrond.
Non si conosce il destino dell'anello dopo questo avvenimento: alcuni dicono che venne tramandato da Arwen ai suoi discendenti, mentre altri ritengono che ella lo portasse al dito quando si recò a Lothlórien per addormentarsi nel 121 QE.
Adattamenti[]
Trilogia de Il Signore degli Anelli (2001-2003)[]
Nella trilogia di Peter Jackson l'anello non viene dato da Aragorn a Arwen, la quale invece consegna all'amato la Stella del Vespro, ma viene sempre portato da Aragorn nel corso dei film, ed è grazie a questo oggetto che Saruman riesce ad identificare Aragorn dalle parole di Vermilinguo.
L'anello appare comunque abbastanza attinente alle descrizioni fatte da Tolkien nei suoi libri.