- "E molte perle essi strapparono al mare, e le loro aule erano di perla, e di perla le dimore di Olwë ad Alqualondë, il Porto dei Cigni, illuminato da molte lampade"
- —Il Silmarillion, cap. V, "Eldamar e i Principi degli Eldalië".
Alqualondë è la città portuale più importante dei Teleri sulle coste di Valinor. Ivi viveva il loro Re Olwë, fratello di Thingol e padre di Eärwen, la sposa di Finarfin e madre di Finrod e Galadriel. La città era situata a nord-est di Tirion tra il Calacirya e Araman nell'Eldamar settentrionale. È tristemente famosa come la città dove avvenne il Fratricidio di Alqualondë che, come raccontano ne Il Silmarillion, venne perpetrato dai Noldor durante la loro Fuga da Valinor.
Etimologia[]
Alqualondë è un nome di origine Sindarin che significa letteralmente "Porto dei Cigni" dall'unione delle parole alqua (cigno) e londë (porto, rifugio).
Popolazione[]
Per approfondire, vedi le voci Teleri e Falmari. |
La città era abitata interamente dagli Elfi della stirpe dei Teleri guidati da Olwë, anche se non era raro incontrare dei Noldor nei tempi prima del Fratricidio. Essi erano noti con il nome di Falmari e si dedicavano quasi unicamente alla costruzione di navi e a comporre canzoni di lode al mare.
Descrizione[]
La città fu costruita sulle spiagge settentrionali della Baia di Eldamar, a nord del Calacirya e dell'Isola di Tol Eressëa. Per la sua costruzione fu scelto un porto naturale roccioso e venne anche dotata di una cinta muraria, anche se ciò pare strano visto che, almeno ufficialmente, non vi erano minacce per gli Elfi a Valinor.
L'entrata della città era costituita da un arco di pietra naturale. I Noldor di Tirion vi profusero molta della loro arte, edificando grandi porti con banchine di pietra e meravigliosi palazzi che vennero ricoperti con le perle che i Teleri trovarono nel mare e dei gioielli che gli vennero regalati dai Noldor. Una delle costruzioni più grandi ed eleganti della città era forse la Torre di Olwë, la quale oltre che come residenza del sovrano probabilmente fungeva anche da faro. Tuttavia la parte più impressionante della città erano i grandi porti e le banchine dove i Falmari costruivano le loro navi del cigno dagli occhi e dai becchi dorati.
Fino al disgraziato evento del Primo Fratricidio la città era considerata come uno dei luoghi più pacifici e tranquilli di Valinor. Era sempre vivace e nell'aria risuonavano continuamente le meravigliose voci dei Teleri, i quali intonavano bellissime canzoni dedicate al mare.
Storia[]
La fondazione[]
La città venne fondata da Olwë e dai suoi sudditi Teleri nel 1162 AA, dopo che per oltre dieci anni avevano vissuto sull'isola di Tol Eressëa, e fu dunque la prima città dei Teleri ad essere costruita sul continente di Aman. Alla costruzione parteciparono alacremente i Noldor, i quali erano all'epoca in ottimi rapporti coi Teleri e smaniosi di fare, e dalla collaborazione tra le due stirpi nacque una delle più belle città dell'intera Valinor dopo Valmar e Tirion. Luogo di gioia e letizia, qui i sudditi di Olwë prosperarono crescendo in gran numero e spesso ricevevano le visite dei loro amici Noldor o anche dei signori del mare Ossë ed Uinen. Qui vennero al mondo i figli di Olwë tra cui la bella Eärwen, la quale sposò Finarfin, figlio più giovane di Finwë, e mise al mondo ben quattro figli: Finrod, Angrod, Aegnor e Galadriel.
Il Fratricidio[]
Per approfondire, vedi la voce Fratricidio di Alqualondë. |
Per lasciare Valinor, Fëanor ebbe bisogno di navi per raggiungere la Terra di Mezzo. Ma il suo popolo, gli Elfi Noldorin, non possedeva navi. Fëanor però voleva partire al più presto per paura che il ritardo facesse sì che i Noldor abbandonassero la loro iniziale idea di dipartita dalle Terre Immortali di Aman. I Noldor quindi, guidati appunto da Fëanor e dai suoi figli, tentarono di convincere i loro amici, i Teleri di Alqualondë, a donare loro alcune navi per compiere l'attraversata del Grande Mare. Tuttavia i Teleri disapprovavano la decisione dei Noldor di lasciare Aman a dispetto dei Valar, e negarono loro ciò che chiedevano, e anzi tentarono di persuaderli a restare. I Noldor, nella loro furia e convinzione, cominciarono allora ad impadronirsi delle navi con la forza, ma i Teleri si opposero scagliando frecce e gettando in mare gli assalitori. I primi a versare del sangue furono i Noldor, che sguainarono le spade cominciando un aperto combattimento. In aiuto del popolo di Fëanor, giunse la più grande schiera dei Noldor, guidata da Fingon e Fingolfin.
Questi ultimi avrebbero certamente disapprovato le azioni della compagnia di Fëanor se avessero conosciuto le cause dello scontro, essendo d'animo più saggio e poco inclini a generare conflitti. Tuttavia giunsero in vista di Alqualondë solo quando la battaglia era già cominciata e per amore del loro stesso sangue non poterono far altro che correre in aiuto delle genti di Fëanor, forse credendo che l'attacco forse partito dai Teleri per ordine dei Valar. Così accadde che molti dei Teleri furono uccisi dai loro consanguinei della stirpe dei Noldor e molte navi vennero conquistate da parte di questi ultimi.
Fu questo sicuramente il primo grande infausto segno della Sorte di Mandos, che accompagnò gli esuli dei Noldor nella Terra di Mezzo e li portò alla rovina quasi totale. Il Fratricidio di Alqualondë segnò indirettamente la prima vittoria riportata da Morgoth, Signore del Male, contro il popolo degli Eldar che egli odiava sopra ogni altra cosa. La notizia del Fratricidio giunse anche nella Terra di Mezzo ad Elu Thingol (Elwë), fratello di Olwë, Re dei Teleri di Aman. Thingol non vide mai di buon occhio la stirpe dei Noldor, eccetto i figli di Finarfin, che erano suoi parenti, essendo figli di Eärwen, figlia di Olwë.
L'arrivo di Eärendil e Elwing[]
Nel 542 PE Eärendil e sua moglie Elwing, guidati dalla luce del Silmaril, giunsero presso le coste di Aman a bordo della nave Vingilot.
Mentre Eärendil si recò Tirion cercando di ottenere udienza dai Valar, Elwing, nonostante lo sposo le avesse raccomandato di rimanere sulla nave, si diresse ad Alqualondë dove incontrò probabilmente il suo pro-zio Olwë e narrò ai Falmari le indicibili sofferenze sofferte dai Figli di Ilúvatar nel Beleriand.